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MARX E MARXISMO. IL COMUNISMO PRE-MARX Le organizzazioni economiche comuniste esistono sin dalla Preistoria, quando varie comunità erano organizzate secondo.

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1 MARX E MARXISMO

2 IL COMUNISMO PRE-MARX Le organizzazioni economiche comuniste esistono sin dalla Preistoria, quando varie comunità erano organizzate secondo criteri di uguaglianza e di condivisione. Infatti, intorno al 2400 a.C., nella città di Ur, in Mesopotamia, all’epoca la più popolosa del mondo, capitale di un vasto impero che arrivava fino alla Turchia, il re Ur-Nammu instaurò un governo che potremmo definire “comunista”. Ur-Nammu non fece alcuna guerra, ed organizzò lo Stato con principi di uguaglianza, non estesi in verità alle donne ed agli schiavi. Inoltre, lo Stato venne centralizzato, evitando i problemi legati a funzionari che si sentivano onnipotenti nelle loro regioni. Da sinistra: il re Ur-Nammu con dei consiglieri; le rovine di Ur.

3 In seguito, attorno al 30 d.C., si svolse la predicazione di GESÙ, che presenta alcune affinità con alcuni dei concetti del comunismo. A partire dalla fine del Medioevo fino al Seicento ci furono vari pensatori con idee affini al comunismo: Jan Hus, Thomas More, Thomas Muntzer, Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Thomas Hobbes. Molti di questi ebbero gravi conflitti con la Chiesa, dalla quale vennero giudicati eretici, malgrado svariati fossero sacerdoti. Intanto, c’era stata la prima rivolta operaia: nel 1378, a Firenze, ci fu il cosiddetto “tumulto dei Ciompi”, che fallì senza avere conseguenze drammatiche. Poco tempo dopo, nel 1381, ci fu una rivolta dei contadini inglesi. Da sinistra: Thomas Muntzer; Tommaso Campanella; Jan Hus; Giordano Bruno.

4 Gli ideali del comunismo si delinearono ancora di più con la rivoluzione francese (1789 – 1799), grazie a pensatori quali Rousseau e Voltaire. In contemporanea, in Gran Bretagna nasce un movimento operaio noto come luddismo, dal nome del suo dubbio iniziatore Ned Ludd; essendo basato sulla rivolta anticapitalista, è affine al comunismo. Il luddismo venne fortemente perseguitato dal governo inglese, ma, a partire dal 1831, iniziò a riscuotere i suoi successi, tra cui la legalizzazione dei sindacati nel 1868. Nello stesso periodo nacque l’anarchia, una forma di comunismo radicale; arriverà a mietere alcune vittime importanti a partire dalla fine del secolo: tra le prime il presidente francese Carnot nel 1894, la principessa Sissi nel 1898 ed il re italiano Umberto I nel 1900. Da sinistra: Rousseau; Voltaire; Ned Ludd si ribella, distruggendo una macchina con un’ascia;

5 MARX Karl Marx nacque nel 1818 in Germania. I suoi principali ispiratori furono Hegel e Feuerbach. A Parigi elaborò il suo pensiero con F. Engels, con cui redasse, sotto commissione della Lega comunista, il Manifesto del partito comunista, pubblicato nel 1848, sancendo l’atto di nascita del marxismo. Marx morì a Londra nel 1883. A sinistra, Marx ed Engels; a destra, Marx

6 L’IDEOLOGIA MARXISTA Il marxismo si fonda sul materialismo storico la natura umana è la storia dell’uomo, ovvero il rapporto che l’uomo stabilisce coi suoi simili e con la natura la natura degli uomini determina la loro coscienza lavoro e produzione sono un insieme di rapporti economici e sociali che formano la personalità umana e la società, che è solamente arricchita dalla cultura e dalla politica, e non formata da esse le idee si basano sulla realtà sociale e per superare ideologie arretrate bisogna modificare i rapporti sociali, e quindi trasformarli, con una rivoluzione. Da sinistra: Marx; Feuerbach; Hegel

7 IL MANIFESTO Il Manifesto del partito comunista, venne scritto da Marx ed Engels e venne pubblicato nel febbraio 1848. I suoi temi principali riguardano: La borghesia: ha radicalmente modificato l’Umanità, ma adesso è diventata l’oppressore del proletariato. Essa è destinata a soccombere nella lotta di classe contro il proletariato. La borghesia è riuscita ad arricchirsi grazie allo sfruttamento del proletariato. Il programma della rivoluzione: lo Stato deve progressivamente impadronirsi delle industrie e dei mezzi di trasporto, fino ad abolire la proprietà privata; deve anche discriminare i ribelli e migliorare economia e condizioni di vita generali.

8 Il socialismo: vengono criticate le altri correnti del periodo, venendo contrapposte all’ideologia marxista: il socialismo scientifico, basato sull’analisi critica del capitalismo e sul proletariato come forza rivoluzionaria. I proletari: riguardo i rischi della rivoluzione, Marx afferma che “i proletari non hanno niente da perdere eccetto le loro catene”. L’internazionalismo: “Proletari di tutto il mondo, unitevi!” A sinistra, un’edizione del Manifesto; sopra, un murales di Diego Rivera raffigurante il comunismo

9 IL CAPITALE Il Capitale è un’opera a volumi parzialmente postuma di Marx pubblicata tra il 1864 ed il 1894. Esso analizza socioeconomica- mente il capitalismo, in particolar modo il rapporto valore/lavoro: il valore di una merce è uguale al lavoro necessario per produrla il lavoro è capace di creare un valore superiore gli operai che fanno guadagnare i proprietari producono un plusvalore per guadagnare di più i capitalisti dovranno sostituire il lavoro con le macchine, perdendo molti soldi i proprietari saranno sempre di meno avverrà il crollo del capitalismo si instaurerà la dittatura del proletariato dopo una rivoluzione comunista dopo una fase di transizione, il governo dovrà sopprimere le differenze di classe e quindi i conflitti sociali ed arrivare all’abolizione della proprietà privata.

10 PRIMA INTERNAZIONALE Nel 1864 nacque la Prima Internazionale, un’associazione in difesa dei lavoratori. Il programma e lo statuto vennero redatti da Marx, ma vi affluirono proletari di variegata estrazione politica. Si sciolse col congresso di Philadelphia (1876) dopo un forte scontro fra anarchici e marxisti. Carta di appartenenza alla Prima Interazionale

11 LE ALTRE ORGANIZZAZIONI COMUNISTE INTERNAZIONALI La Seconda Internazionale venne fondata a Parigi nel 1889 e fu un’unione dei gruppi socialisti nazionali che auspicava la formazione di veri partiti socialisti nei singoli Stati. Pubblicizzata da Lenin come il primo passo verso un governo mondiale dei soviet, la Terza Internazionale venne fondata dai bolscevichi russi nel 1919, e terminò nel 1943. Associava il comunismo all’URSS. Con una storia contorta, nacque, su proposta di Trotzki, la Quarta Internazionale nel 1938, ed era basata sull’antistalinismo; esiste ancora. La Quinta Internazionale rimane per ora solo una proposta.

12 LA COMUNE DI PARIGI La Comune di Parigi del 1870-1871 fu il primo esempio di società comunista. Nacque il 4 settembre 1870 come repubblica ed il 31 ottobre come comune, nel corso della Guerra franco-prussiana, che venne vinta dai tedeschi. Dopo essersi arreso alla Germania, il governo regolare venne rovesciato, e si dovette rifugiare a Versailles; intanto, nella capitale nacque un governo socialista. La capitale era però assediata, e dovette superare un’invernata pessima; il 28 gennaio 1871 firmò la resa. Seguì una settimana di massacri nota come settimana di sangue. Da sinistra: la bandiera della Comune; una scena di combattimento della «settimana di sangue».

13 Lentamente, i vari Paesi europei, sebbene intimoriti dal comunismo, permisero la nascita di partiti socialisti o comunisti e di sindacati: In Francia il Partito comunista francese nacque nel 1920 dalla scissione della Sezione Francese dell’Internazionale Operaia. In Germania il Partito comunista di Germania nacque nel 1918; il suo attuale discendente è il Partito Comunista Tedesco. In Russia il Partito operaio socialdemocratico russo bolscevico nacque nel 1912 da un precedente partito operaio nel 1898. In seguito divenne il partito comunista dell’URSS. In Gran Bretagna il Partito comunista britannico nacque nel 1920. In India il Partito comunista d’India, con ispirazione marxista- leninista, nacque nel 1969, ma presto si scisse in numerosi partiti differenti. I PARTITI COMUNISTI

14 Negli Stati Uniti il Partito comunista degli Stati Uniti d’America, meglio noto come CPUSA, ebbe una storia molto travagliata. Nacque da un partito socialista nel 1919, e venne, nel corso della guerra fredda, vietato. In Canada il Partito comunista del Canada nacque nel 1970 con ispirazione maoista. In Cina il Partito comunista cinese nacque nel 1921, e detiene il potere tuttora nel Paese. Nella Corea del Nord il Partito del lavoro di Corea nacque nel 1921, ed è il partito unico dello Stato. Da sinistra, partendo dall’alto: i simboli dei partiti comunisti di: Corea, India, Canada, Francia, Germania, USA e Cina.

15 IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO Il Partito comunista italiano (o PCI) nacque dopo il congresso di Livorno nel 1921, dal Partito socialista italiano; uno dei suoi primi presidenti è stato il celebre Antonio Gramsci. È stato il più grande partito comunista europeo. L’anno seguente, il fascismo prese il potere in Italia; poco tempo dopo, il partito dovette entrare in clandestinità, quando il Partito Nazionale Fascista divenne partito unico con le Leggi Fascistissime del 1926. Molti comunisti vennero perseguitati dal regime, e molti altri furono partigiani. Dopo l’armistizio, un altro dei segretari del PCI ed un futuro presidente dell’Italia, Palmiro Togliatti, riuscì a diventare vicepresidente delle zone del Sud liberate dagli Alleati. Questa fu la mossa politica nota come svolta di Salerno.

16 Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, il PCI fu molto importante nella ricostruzione dell’Italia. Dopo un buon risultato nelle elezioni del 1968, e, grazie al segretario Enrico Berlinguer, nel 1976 si toccò l’apice della popolarità del partito: oltre un terzo degli italiani aveva votato per il PCI. Dopo una breve collaborazione con la Democrazia Cristiana, ben presto, a partire dal 1979, il partito iniziò ad eclissarsi. Dopo la morte di Berlinguer ed il crollo del comunismo nell’Europa dell’Est, il partito si sciolse nel 1991. I suoi principali successori sono il Partito della rifondazione comunista ed il Partito democratico della sinistra. Da sinistra: Gramsci; Togliatti; Berlinguer.

17 Nel 1917, nacque il secondo esempio di governo comunista riuscito, la futura Unione Sovietica: in Russia, dove era già stata tentata una rivoluzione nel 1905, nel febbraio 1917, in piena Grande Guerra, salgono al potere i menscevichi, dei comunisti moderati, con un colpo di Stato. Nell’ottobre dello stesso anno, i bolscevichi, guidati da Lenin, presero il potere; poco tempo dopo, venne firmata la resa. Nel corso di una guerra civile, tra il 1918 ed il 1921, Lenin instaurò il comunismo di guerra, ovvero l’abolizione della proprietà privata, in seguito revocata. Seguirono altre mosse autoritarie di Lenin: l’esecutivo venne dato ad un Comitato centrale e non più ai circoli operai, venne eliminata la famiglia dello zar, perseguitata la Chiesa ortodossa ed istituita la Ceka (in seguito Kgb), la polizia segreta. L’UNIONE SOVIETICA E LA GUERRA FREDDA

18 Quando, alla morte di Lenin, salì al potere Stalin, la situazione peggiorò ulteriormente. Un importante pensatore comunista, Trotzki, il principale avversario alla presidenza dell’Unione Sovietica di Stalin, venne esiliato dal Paese ed in seguito ucciso in Argentina. Le idee economiche del comunismo vennero esasperate, mentre nel contempo nell’URSS avveniva l’industrializzazione, accompagnata dalla nascita dei kolkhoz, aziende agricole in cui vennero inquadrati tutti i contadini. Mentre nel suo Paese si svolgevano le purghe degli oppositori, che solitamente venivano deportati in campi di concentramento conosciuti come gulag, Stalin veniva considerato, nel resto del mondo, come il massimo interprete del marxismo; egli aveva in realtà tradito l’ideologia marxista. Presto umiliò il patriottismo dei vari popoli delle repubbliche che formavano l’URSS, abolendo la religione e compiendo una serie di pulizie etniche, ed instaurò il controllo di ogni attività, affidato ai burocrati del Partito comunista.

19 Stalin, dopo alcuni scontri iniziali, si alleò con Hitler nell’estate 1939. Poco tempo dopo, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale: Terzo Reich ed URSS furono inizialmente alleati, e si spartirono la Polonia, il primo Paese ad essere invaso; nel giugno 1941, Hitler tradì l’alleato, dando inizio all’invasione dell’Unione Sovietica. L’operazione, sebbene iniziata con ottime prospettive per il nazismo, fallì al sopraggiungere dell’inverno russo; le truppe italotedesche furono costrette, all’inizio del 1943, ad una tragica ritirata, inseguite dalle truppe sovietiche. Nell’aprile 1945, queste ultime erano entrate in Germania. Da sinistra: la bandiera dell’Unione Sovietica; Lenin; Stalin

20 L’URSS fu tra gli Stati vincitori della Seconda Guerra Mondiale; ma Stalin, nella conferenza di Yalta (febbraio 1945), aveva provocato, assieme a Roosvelt (presidente degli USA) e Churchill (primo ministro britannico), l’inizio della guerra fredda: i tre Paesi si erano spartiti l’Europa. Già a partire dello stesso 1945, Stalin costrinse tutti gli Stati dell’Europa dell’Est (Germania Orientale, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria) ad unirsi all’URSS come « Stati satelliti ». Per evitare il diffondersi del comunismo, gli USA aiutarono economicamente gli Stati rimasti al di fuori. L’Europa si divide in due: Blocco Occidentale ( ) e Blocco Orientale ( ). A sinistra, la cartina dei due schieramenti della guerra fredda; a destra, le bandiere di USA ed URSS unite

21 I due Blocchi presto si unirono in due fazioni: gli alleati degli USA andarono a formare la NATO, gli alleati dell’URSS il Patto di Varsavia. Simbolo di questo contrasto fu la bomba atomica, posseduta da vari Stati di entrambe le fazioni, che evitarono lo scoppio di una guerra nucleare solo grazie all’equilibrio del terrore. Uno dei più grandi momenti di crisi fu rappresentato dalla Guerra di Corea, il conflitto che si ebbe nel 1950 quando il Nord Corea invase il Sud; si rischiò una bomba atomica sulla Cina, alleata della Corea del Nord. Una lieve schiarita ci fu quando, nel 1956, Krusciov, il nuovo presidente dell’URSS, denunciò i crimini di Stalin, aprendo apparentemente al disgelo: poco dopo, le due fazioni entrarono momentaneamente in una situazione di coesistenza pacifica. Due grandi sostenitori di questo furono il presidente americano Kennedy ed il papa Giovanni XXIII.

22 La fase di disgelo non durò a lungo: con la divisione della Germania, alla fine del Seconda Guerra Mondiale, in due Stati, Berlino stessa era stata divisa in due. In continuazione la popolazione scappava da Berlino Est a Berlino Ovest; su proposta di Krusciov, nel 1961 venne eretto il Muro di Berlino, che divideva Berlino ed il mondo intero in due metà. Questa fu la prima grande crisi della coesistenza pacifica. Da sinistra a destra, dall’alto in basso: Krusciov; il Muro di Berlino; la caduta del Muro di Berlino; il Muro di Berlino oggi

23 Si rischiò nuovamente un conflitto nucleare nel 1962, quando gli USA scoprirono la presenza di basi missilistiche sovietiche su Cuba, isola alleata con l’Unione Sovietica. Per 13 giorni il mondo stette con il fiato sospeso, ed ogni giorno lo scoppio della Terza Guerra Mondiale sembrava avvicinarsi; poi Krusciov, anche grazie all’intervento del papa, cedette, e fece smantellare le basi missilistiche. Ugualmente, gli Stati Uniti provedettero ad evitare il propagarsi del comunismo nell’America latina finanziando regimi di destra antiliberali. Da sinistra: Pinochet, dittatore del Cile; Videla, dittatore dell’Argentina; Kennedy.

24 Nel 1963, Kennedy fa iniziare la guerra del Vietnam; l’intervento diretto delle truppe statunitensi ci fu solo due anni dopo. Poco dopo, venne assassinato. La guerra ci fu quando gli Stati Uniti decisero di dividere in due il Paese: il Nord doveva essere governato da comunisti ed il Sud doveva essere legato agli USA. A partire dal 1960, si erano formati gruppi partigiani chiamati Vietcong; appoggiati dal Vietnam del Nord, molti vietnamiti del Sud si unirono a loro. Iniziarono delle proteste violente: gli Stati Uniti dovettero intervenire, malgrado l’opposizione dell’opinione pubblica mondiale, che fece loro perdere la fama di “paladini della libertà”. Fu solo col governo Nixon che la guerra si concluse nel 1973. Intanto, tutta l’Indocina era diventata comunista. Immagini dalla guerra del Vietnam.

25 Per sostenere le spese della guerra fredda e della corsa allo spazio, l’Unione Sovietica stava lentamente avvicinandosi al disastro economico. Particolarmente dannosa all’economia fu la guerra in Afghanistan: era stato finanziato un colpo di stato comunista, provocando le ire dei guerriglieri locani, i talebani. Inoltre, stava subendo una crisi di sfiducia dal popolo russo stesso, che aveva capito solo in quel momento quanto fossero stati traditi gli ideali del comunismo. Intanto, il presidente dell’URSS era diventato Breznev, che comandò dal 1964 al 1982. Da sinistra: Breznev; truppe sovietiche in Afghanistan (2)

26 Negli Anni Ottanta l’avversario dell’URSS cambiò: non fu più l’America, ma il Vaticano, ed in particolare papa Giovanni Paolo II, eletto nel 1978. Soprattutto dopo il suo viaggo pastorale in Polonia l’anno seguente egli diede un messaggio di libertà ai polacchi, che si unirono in massa al sindacato dell’operaio Walesa nel 1980. Dopo forti tensioni, nel 1989 la Polonia divenne indipendente, con Walesa come presidente. Da sinistra: Giovanni Paolo II; Walesa; il logo del sindacato di Walesa, Solidarnosc.

27 Nel 1985, divenne presidente dell’Unione Sovietica M. Gorbaciov, che, rendendosi conto della pessima situazione del Paese, ancora in stallo in Afghanistan e con numerosi processi ai più potenti cittadini, iniziò a negoziare con l’America ed a far ritirare le truppe stanziate in Africa. Il popolo russo era però contrario a lui, così come anche la classe più ricca. Intanto, ben 7 repubbliche sovietiche, tra cui l’Ucraina ed i Paesi baltici, avevano scelto la seccessione. Nel 1989, in buona parte dei Paesi satelliti erano caduti i regimi comunisti. Nel 1991, l’Unione Sovietica si scioglie. Da sinistra: Gorbaciov; alcuni dei Paesi che si formarono dalla fine dell’URSS.

28 Dopo l’indipendenza dell’Ungheria, un’ondata di ribellione aveva attraversato il Blocco orientale, in particolar modo la Germania Est. Quando, il 9 novembre 1989 venne annunciata la decisione di permettere ai cittadini del Paese di oltrepassare il muro, questi si riversono in massa verso la frontiera, tanto che i soldati furono costretti ad aprire i check-point e a far passare i berlinesi del Blocco orientale senza alcun controllo. Nei giorni seguenti, i mauerspechte abbatterono il muro. Il 3 ottobre 1990 avvenne la riunificazione delle due Germanie. Nei 28 anni del Muro, circa seicentomila persone avevano tentato la fuga dall’Est all’Ovest, e di esse quasi duecento erano state uccise nel tentativo. Da sinistra: festeggiamenti per il 25 anni del Muro; il Muro circa un anno prima della sua caduta; una parte del Muro adesso.

29 CINA A partire dagli Anni Venti, i comunisti cinesi avevano iniziato una guerriglia per salire al potere. I principali nemici furono i nazionalisti, che vennero sconfitti nel 1949. Quell’anno, il capo dei comunisti, Mao Zedong, proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese, basata sui contadini, mentre i nazionalisti fondavano su Formosa la Repubblica della Cina Nazionalista o Taiwan. Mao era marxista, ma pensava che la società erano formata da scontri e conflitti, e non i rapporti sociali. La Cina si alleò con l’URSS, Taiwan con gli USA. Da sinistra: Mao; Chiang Kai Shek, il capo dei nazionalisti; una cartina che mostra la Cina con il Tibet e Taiwan.

30 Negli Anni Sessanta si svolse la Rivoluzione culturale cinese: un disastro, pianificato da Mao Zedong per riprendere il posto di leader da cui era stato cacciato dai suoi compagni e per tornare al marxismo da cui il Partito comunista si stava allontanando. Zedong morì nel 1976. A comandare la Cina era ora Deng Xiaping, favorevole ad una Cina moderna ed industrializzata: fu lui a varare una serie di riforme che liberalizzarono l’economia. La Cina divenne presto uno Stato comunista e capitalista, retto da una dittatura. Una delle più importanti proteste ci fu nel 1989, ed ebbe come simbolo la piazza Tienanmen di Pechino; la repressione provocò forse fino a 3000 morti. Da sinistra: Deng Xiaping; la foto simbolo della protesta di piazza Tienanmen; un disegno sulla Rivoluzione culturale cinese.

31 Fu grazie a Deng, morto nel 1997, che la Cina divenne una superpotenza economica, ma a caro prezzo: infatti, né il reddito pro capite ($9055) né l’Indice di Sviluppo Umano (101°) hanno valori alti, in particolar modo il secondo. Infatti, la popolazione cinese è colpita da salari bassissimi, diseguaglianze regionali e sociali, tensioni politiche e problemi ambientali. In Cina vi è tantissima manodopera a basso costo: è per questo che, a partire dal 2005, si è diffuso rapidamente il made in China, grazie alle multinazionali che spostano la produzione nel Paese. Dall’alto al basso, da sinistra a destra: i loghi « Made in China» e « No made in China »; lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya.

32 CUBA La rivoluzione a Cuba venne guidata da Fidel Castro (aiutato da Che Guevara), che lentamente, alla fine degli Anni Cinquanta, aveva trovato l’appoggio del popolo, in particolar modo dei contadini. Nel marzo 1958 iniziò l’offensiva definitiva contro la dittatura dell’isola; nove mesi dopo, ci fu il suo ingresso trionfale a l’Avana. Gli Stati Uniti, i veri padroni dell’isola, si preoccuparono molto: dopo un intervento militare fallito, decisero di stabilire un embargo: furono vietati i rapporti commerciali con Cuba. Da sinistra: la cartina di Cuba; Che Guevara; un disegno della rivoluzione cubana.

33 L’embargo esiste tuttora, anche se da qualche settimane si sta pensando di farlo decadere. A Cuba c’è ancora un governo comunista; fino a pochi anni fa comandava ancora Fidel Castro, adesso c’è suo fratello Raul. L’embargo ha però rovinato le condizioni economiche del Paese. Fidel Castro è ancora in vita, anche se non si conoscono bene le sue condizioni di salute. Che Guevara è invece morto nel 1967, fucilato in Bolivia per ordine del dittatore Ortuno; si era recato nel Paese per organizzare una rivoluzione comunista. Sia Che Guevara che Fidel Castro erano marxisti. Da sinistra: Fidel Castro; due immagini della rivoluzione cubana

34 IL MARXISMO OGGI Gli Stati che ancora oggi sono sotto un regime comunista sono solo 5, rispetto ai 24 che erano nel momento del massimo splendore. Sono: Corea del Nord (dal 1948) Cina (dal 1949) Cuba (dal 1959) Laos (dal 1975) Vietnam (dal 1976, dopo la guerra)

35 I CRIMINI DEL COMUNISMO In nome del comunismo sono stati compiuti gravissimi crimini. Un buon esempio è l’Unione Sovietica, a lungo luogo idilliaco agli occhi dei comunisti degli altri Stati. Soprattutto con Stalin, fu un regime totalitario, che compì pulizie etniche, pogrom e che internò gli oppositori ed i “nemici dello Stato” nei gulag; questo provocò la morte di diversi milioni di persone. Ancora più grave è stata la dittatura in Cambogia di Pol Pot. Egli salì al potere nel 1975 in un momento di instabilità politica, e tre anni dopo venne destituito con la forza dal Vietnam. Nel suo breve governo, uccise sei milioni di “antirivoluzionari”, categoria che includeva anche chi sapeva leggere e chi portava gli occhiali, colpevoli di non essere veramente “del popolo”. Un’altra dittatura comunista è presente in Corea del Nord, il governo della famiglia Kim. Sono presenti campi di concentramento nello Stato, e tutta la popolazione è inquadrata nell’esercito.

36 Da sinistra in senso orario: l’attuale presidente della Corea del Nord, Kim Jong- un; Pol Pot; due immagini dai gulag sovietici

37 Un altro Paese in cui in nome del comunismo vennero compiuti gravi crimini in nome del comunismo è stata la Yugoslavia di Tito, il capo partigiano che la liberò nel marzo 1945. Già da prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, ci furono i primi massacri delle foibe; in queste cavità naturali vennero gettati i cadaveri delle vittime, in questo caso italiane, nell’ambito di vendette e pulizia etnica. Questo provocò circa undicimila morti. La Yugoslavia stette molto brevemente nella sfera di influenza sovietica; nello Stato, ci fu infatti un’economia di stampo liberale. Inizialmente Tito volle annullare ogni nazionalismo ed ogni riforma regionale, ma a partire dal 1974 le sei repubbliche che componevano il Paese ebbero molta autonomia. Da sinistra: un monumento commemorativo delle foibe; cadaveri recuperati dalle foibe nel 1943.

38 Tito morì nel 1980. La situazione degenerò enormemente negli Anni Novanta. Nel 1991, ci fu la proclamazione dell’indipendenza di Slovenia, Croazia e Macedonia e l’anno seguente di quella della Bosnia- Erzegovina, per cui la Yugoslavia rimase composta da Serbia e Montenegro, scoppiarono le guerre yugoslave. La guerra iniziò nel giugno 1991 con la guerra d’indipendenza slovena, e poco dopo i conflitti si estesero anche in Croazia. Particolarmente sanguinoso fu la guerra in Bosnia, che è tuttora divisa in una parte serba ed una parte croata. La guerra, a cui partecipò anche la NATO contro la Serbia, terminò nel 1995; ha provocato la morte di 250000 persone, e nel corso di essa ci fu una pulizia etnica. Da sinistra: Tito; una scena di guerra in Bosnia; la distruzione del ponte di Mostar, uno dei simboli della guerra

39 IL BENE DEL COMUNISMO In alcuni Stati comunisti, come la URSS, la Yugoslavia, l’Ungheria e la Cecoslovacchia, le condizioni di vita migliorarono, seppur sotto una dittatura, rispetto a prima della Seconda Guerra Mondiale. In Unione Sovietica, soprattutto dopo Stalin, ed a Cuba, il Partito comunista ha garantio la sanità e l’istruzione gratuita, ha ridotto il tasso di disoccupazione ed ha attuato la politica degli alloggi. Inoltre, in alcuni Stati i Partiti comunisti contribuirono alla nascita di alcune leggi molto importanti. Nel caso dell’Italia, il PCI fu fondamentale per l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, della norma sul divorzio e per la promulgazione di un nuovo codice civile. Da sinistra: il logo del PCI; la cartina della Yugoslavia divisa per gli Stati che ora la compongono.

40 FINE!


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