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INFINITO, LOGICA DEGLI AFFETTI E PSICOPATOLOGIA Omaggio e gratitudine a Ignacio Matte Blanco Pietro Bria.

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Presentazione sul tema: "INFINITO, LOGICA DEGLI AFFETTI E PSICOPATOLOGIA Omaggio e gratitudine a Ignacio Matte Blanco Pietro Bria."— Transcript della presentazione:

1 INFINITO, LOGICA DEGLI AFFETTI E PSICOPATOLOGIA Omaggio e gratitudine a Ignacio Matte Blanco Pietro Bria

2 Aristotele, rispondendo ai paradossi sollevati dall’eleate Zenone, afferma che l’infinito rimarrà sempre e solo in potenza (infinito potenziale) e non potrà mai essere “percorso in atto” (infinito attuale) perché è realtà che trascende le capacità finite del pensiero che potrà solo avanzare di passo (finito) in passo… all’infinito senza mai cogliere quest’ultimo come un tutto concluso Aristotele, rispondendo ai paradossi sollevati dall’eleate Zenone, afferma che l’infinito rimarrà sempre e solo in potenza (infinito potenziale) e non potrà mai essere “percorso in atto” (infinito attuale) perché è realtà che trascende le capacità finite del pensiero che potrà solo avanzare di passo (finito) in passo… all’infinito senza mai cogliere quest’ultimo come un tutto concluso

3 Galilei e Leibniz ripropongono, in età moderna, la problematica dell’infinito attuale e cioè dell’infinito come totalità,come numero, come “quantità terminata” ma,così facendo, essi si imbatteranno di nuovo nei terribili “paradossi” di cui è cosparsa la sua struttura Galilei e Leibniz ripropongono, in età moderna, la problematica dell’infinito attuale e cioè dell’infinito come totalità,come numero, come “quantità terminata” ma,così facendo, essi si imbatteranno di nuovo nei terribili “paradossi” di cui è cosparsa la sua struttura

4 “interstizi di assurdo” nell’architettura del mondo che stanno a testimoniare la “indivisa divinità che opera in noi”: realtà indivisibile e senza parti eppure infinitamente divisa.

5 Discorsi intorno a due Nuove Scienze (1638) – Galilei ” Queste son di quelle difficoltà che derivano dal discorrer che noi facciamo col nostro intelletto finito intorno agli infiniti dandogli quegli attributi che noi diamo alle cose finite e terminate; il che penso sia inconveniente, perché stimo che questi attributi di maggioranza, minorità ed ugualità non convenghino agli infiniti dei quali non si può dire uno essere maggiore o minore o eguale all’altro”. Discorsi intorno a due Nuove Scienze (1638) – Galilei ” Queste son di quelle difficoltà che derivano dal discorrer che noi facciamo col nostro intelletto finito intorno agli infiniti dandogli quegli attributi che noi diamo alle cose finite e terminate; il che penso sia inconveniente, perché stimo che questi attributi di maggioranza, minorità ed ugualità non convenghino agli infiniti dei quali non si può dire uno essere maggiore o minore o eguale all’altro”.

6 Questo intreccio bi-logico che predica l’ “essere indivisibile” – e siamo al secondo passo fondamentale della teoresi matteblanchiana – sta al cuore delle nostre emozioni e ne costituisce la valenza cognitiva che le orienta “intenzionalmente” sul mondo Questo intreccio bi-logico che predica l’ “essere indivisibile” – e siamo al secondo passo fondamentale della teoresi matteblanchiana – sta al cuore delle nostre emozioni e ne costituisce la valenza cognitiva che le orienta “intenzionalmente” sul mondo Sartre affermerà che “costitutivo dell’emozione è il fatto che questa coglie sull’oggetto qualcosa di infinitamente traboccante nei suoi confronti” dal momento che “ ogni qualità viene conferita all’oggetto solo mediante il suo passaggio all’infinito”. Sartre affermerà che “costitutivo dell’emozione è il fatto che questa coglie sull’oggetto qualcosa di infinitamente traboccante nei suoi confronti” dal momento che “ ogni qualità viene conferita all’oggetto solo mediante il suo passaggio all’infinito”.

7 una logica speciale per l’Inconscio che ha alla sua base proprio quel tratto con-fusivo per il quale la parte acquista le potenzialità del tutto e l’elemento individuale si annulla nella realtà della classe di appartenenza. E’ la logica simmetrica che prende il suo nome dal principio di simmetria e dal suo operare che tratta come un tutto indiviso ciò che il pensiero divide e relaziona attraverso la formazione di classi logiche sempre più inclusive (principio di generalizzazione) una logica speciale per l’Inconscio che ha alla sua base proprio quel tratto con-fusivo per il quale la parte acquista le potenzialità del tutto e l’elemento individuale si annulla nella realtà della classe di appartenenza. E’ la logica simmetrica che prende il suo nome dal principio di simmetria e dal suo operare che tratta come un tutto indiviso ciò che il pensiero divide e relaziona attraverso la formazione di classi logiche sempre più inclusive (principio di generalizzazione)

8 “ Esiste negli esseri umani e nel mondo un modo di essere che si esprime nella distinzione tra cose e nella loro divisione e un altro modo che tratta ogni oggetto della conoscenza come se fosse indiviso: i modi eterogenico e indivisibile”. “ Esiste negli esseri umani e nel mondo un modo di essere che si esprime nella distinzione tra cose e nella loro divisione e un altro modo che tratta ogni oggetto della conoscenza come se fosse indiviso: i modi eterogenico e indivisibile”. Questo intreccio dà luogo ad un’antinomia fondamentale inestricabile e irrisolvibile che si situa alle radici dello psichico e ne costituisce l’essenza. Questo intreccio dà luogo ad un’antinomia fondamentale inestricabile e irrisolvibile che si situa alle radici dello psichico e ne costituisce l’essenza.

9 E’ qui che l’Inconscio incontra l’Infinito perché idealizzare gli oggetti o le persone o qualsiasi altro aspetto del mondo – come accade strutturalmente nell’emozione - significa, secondo questo percorso, infinitizzarne le caratteristiche o le proprietà, come aveva intuito Sartre E’ qui che l’Inconscio incontra l’Infinito perché idealizzare gli oggetti o le persone o qualsiasi altro aspetto del mondo – come accade strutturalmente nell’emozione - significa, secondo questo percorso, infinitizzarne le caratteristiche o le proprietà, come aveva intuito Sartre Ed è qui che Inconscio e Infinito trovano radici comuni nella esperienza originaria del corpo, come ha più volte affermato Salomon Resnik. Ed è qui che Inconscio e Infinito trovano radici comuni nella esperienza originaria del corpo, come ha più volte affermato Salomon Resnik.

10 Il passaggio all’infinito o infinitizzazione viene, così, a costituirsi come un vero e proprio operatore della mente emotiva attraverso il quale si attua un passaggio dall’elemento individuale (e) alla classe di appartenenza (E), dal regno degli individui al regno delle classi (e  E) Il passaggio all’infinito o infinitizzazione viene, così, a costituirsi come un vero e proprio operatore della mente emotiva attraverso il quale si attua un passaggio dall’elemento individuale (e) alla classe di appartenenza (E), dal regno degli individui al regno delle classi (e  E) un vero e proprio “salto logico” per il quale l’individuo, limitato nello spazio e nel tempo, viene come riassorbito o annullato nell’infinito della classe : un “infinito” intensivo, cioè entro limiti finiti, che non sono altro che i “bordi” che definiscono la classe stessa. un vero e proprio “salto logico” per il quale l’individuo, limitato nello spazio e nel tempo, viene come riassorbito o annullato nell’infinito della classe : un “infinito” intensivo, cioè entro limiti finiti, che non sono altro che i “bordi” che definiscono la classe stessa.

11 Ho chiamato – seguendo l’intuizione matteblanchiana – tali percorsi segnati dalla “razionalità bi-logica” sillogismi affettivi in chiara competizione o interazione con i percorsi più noti della “ragione aristotelica” vincolati al solo rispetto del principio di non contraddizione. Ho chiamato – seguendo l’intuizione matteblanchiana – tali percorsi segnati dalla “razionalità bi-logica” sillogismi affettivi in chiara competizione o interazione con i percorsi più noti della “ragione aristotelica” vincolati al solo rispetto del principio di non contraddizione.

12 Il mondo della percezione delirante descritto magistralmente da Karl Jaspers (1959) scopriamo che il “delirio di significato che investe il dato sensoriale o percettivo non è altro che il risultato di un processo di infinitizzazione che rende la parte uguale al tutto Il mondo della percezione delirante descritto magistralmente da Karl Jaspers (1959) scopriamo che il “delirio di significato che investe il dato sensoriale o percettivo non è altro che il risultato di un processo di infinitizzazione che rende la parte uguale al tutto

13 L’inferenza delirante che porta il paziente schizofrenico di Storch ad affermare all’aprirsi di una porta :“ Mi mangiano gli animali” diventa “valida” se l’apertura della porta è trattata – come di fatto avviene nella mente del paziente - “simmetricamente” come la classe di tutte le aperture e L’inferenza delirante che porta il paziente schizofrenico di Storch ad affermare all’aprirsi di una porta :“ Mi mangiano gli animali” diventa “valida” se l’apertura della porta è trattata – come di fatto avviene nella mente del paziente - “simmetricamente” come la classe di tutte le aperture e … consequenzialmente - “consequenzialità delirante” la chiama Binswanger - si carica di un pericolo infinito. … consequenzialmente - “consequenzialità delirante” la chiama Binswanger - si carica di un pericolo infinito.

14 L 'infinitizzazione non solo può rendere disadattativa e patologica un’emozione (come è il caso della paura in un’esperienza fobica) ma è anche fonte di conflitto e di incompatibilità assoluta nell'inconscio emotivo quando si applica a "desideri antitetici" come amore e distruttività L 'infinitizzazione non solo può rendere disadattativa e patologica un’emozione (come è il caso della paura in un’esperienza fobica) ma è anche fonte di conflitto e di incompatibilità assoluta nell'inconscio emotivo quando si applica a "desideri antitetici" come amore e distruttività (Bria,1985,2000)

15 C’è un concetto che corrompe ed altera tutti gli altri. Non parlo del male, il cui limitato impero è l’etica; parlo dell’infinito (Borges,Reincarnazioni della tartaruga)

16 Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita nell’eternità che la precede e la segue, il piccolo spazio che riempio e che vedo, inabissato nell’infinita immensità degli spazi che ignoro e che mi ignorano, io mi spavento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perchè non vi è motivo perchè qui piuttosto che là, perchè ora piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di chi mi è stato destinato questo luogo e questo tempo? Il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi spaventa Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita nell’eternità che la precede e la segue, il piccolo spazio che riempio e che vedo, inabissato nell’infinita immensità degli spazi che ignoro e che mi ignorano, io mi spavento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perchè non vi è motivo perchè qui piuttosto che là, perchè ora piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di chi mi è stato destinato questo luogo e questo tempo? Il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi spaventa (Pascal, Pensieri)

17 (Leopardi, L’Infinito) Così tra questa immensità s’annega il pensier mio e il naufragar m’è dolce in questo mare

18 1. BREVE STORIA DELL'INFINITO 2. INCONSCIO E INFINITO : LA RIFLESSIONE DI MATTE BLANCO LA RIFLESSIONE DI MATTE BLANCO 3. L’OPERATORE INFINITIZZANTE E LA CLINICA DELL’INFINITO E LA CLINICA DELL’INFINITO

19 BREVE STORIA DELL'INFINITO L’ di Anassimandro e i paradossi dell’infinito άπειρο ν

20 I paradossi di Zenone sul movimento Achille e la tartaruga I paradossi di Zenone sul movimento Achille e la tartaruga “Il secondo argomento è quello detto di Achille. Eccolo: il più lento corridore non sarà mai raggiunto nella sua corsa dal più veloce. Infatti sarà necessario che l’inseguitore proceda fin là dove si è mosso il fuggitivo, sicchè è necessario che il corridore più lento si trovi sempre un pò più innanzi” Aristotele, Fisica (da Lucio Lombardo Radice, L’infinito,1981)

21 Il divieto aristotelico : infinito attuale e infinito potenziale “Sicchè il numero è infinito in potenza, ma non in atto... questo nostro discorso non intende sopprimere per nulla le ricerche dei matematici per il fatto che esso esclude che l’infinito per accrescimento sia tale da poter essere percorso in atto. In realtà essi stessi (cioè: i matematici), allo stato presente, non sentono il bisogno dell’infinito ( e in realtà non se ne servono), ma soltanto di una quantità grande quanto essi vogliono, ma pur sempre finita...” ( Aristotele, Fisica)

22 L’analisi infinitesimale moderna : il concetto di limite e l’irregimentazione dell’infinito L’analisi infinitesimale moderna : il concetto di limite e l’irregimentazione dell’infinito

23 Zenone precursore della bi-logica ? Zenone precursore della bi-logica ? Sono dell’opinione che questi paradossi non sono stati mai risolti e credo che le soluzioni proposte per mezzo dell’analisi infinitesimale, per quanto vere non toccano il problema. Il problema non è che Achille non raggiunga e sorpassi la tartaruga (integrazione) – anche Zenone sapeva che arrivava a farlo – bensì che la meta che propone un modo di vedere la corsa, è un cardinale inaccessibile per la successione 1/2, 3/4, 7/8 : il numero 1 è il limite di questa successione e, come tale, inaccessibile... Una volta ancora l’antinomia, come definita da Zenone, non sta nel finito bensì nel confronto tra due modi logico-matematici diversi di descrivere la stessa realtà. Dubito che le più sottili argomentazioni possano risolversi a favore dell’uno o dell’altro punto di vista : entrambi sono legittimi e incompatibili ( Matte Blanco, 1982)

24 Il paradosso di Galileo e la relazione tra parte e tutto Il paradosso di Galileo e la relazione tra parte e tutto 1 2 3 4 5 n 1 2 3 4 5 n 2 1 4 9 16 25 n 1 4 9 16 25 n

25 “Io non veggo che ad altra decisione si possa venire, che a dire, infiniti essere tutti i numeri, infiniti i quadrati, infinite le lor radici, nè la moltitudine dei quadrati essere minore di quella di tutti i numeri, nè questa maggior di quella, ed in ultima conclusione, gli attributi di eguale,maggiore e minore non aver luogo negli infiniti, ma solo nelle quantità terminate” Galilei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (1638)

26 INCONSCIO E INFINITO LA RIFLESSIONE DI MATTE BLANCO tappe di un percorso INCONSCIO E INFINITO LA RIFLESSIONE DI MATTE BLANCO tappe di un percorso L’Inconscio freudiano L’Inconscio freudiano L’Inconscio strutturale e la sua logica L’Inconscio strutturale e la sua logica Il principio di simmetria e la logica simmetrica Il principio di simmetria e la logica simmetrica Lo spettro bi-logico dei processi di significazione Lo spettro bi-logico dei processi di significazione L’emozione e l’Infinito L’emozione e l’Infinito Logica dell’Inconscio, logica dell’Infinito, logica dell’emozione Logica dell’Inconscio, logica dell’Infinito, logica dell’emozione

27 LA COMPLESSITA’ DELLA COSCIENZA 1. L’esperienza cosciente è differenziata – ossia il repertorio potenziale di stati di coscienza diversi è straordinariamente grande. Ciò significa che il substrato della coscienza deve avere a disposizione un repertorio potenziale altrettanto grande di stati diversi 2. L’esperienza cosciente è integrata – ossia ogni stato di coscienza è esperito come una singola entità. Ciò significa che il substrato della coscienza deve anch’esso costituire un’entità integrata 3. Il substrato della coscienza deve essere un’entità integrata capace di differenziare tra un numero straordinariamente di stati diversi Giulio Tononi, Galileo e il fotodiodo,2003

28 “ Costitutivo dell’emozione è il fatto che questa coglie sull’oggetto qualcosa di infinitamente traboccante nei suoi confronti” dal momento che ogni qualità” viene conferita all’oggetto solo mediante il suo passaggio all’infinito” Sartre,Esquisse d’une thèorie des emotions,1939 L’Infinito nell’emozione

29 LA CLINICA DELL’INFINITO LA CLINICA DELL’INFINITO a) L’operatore infinitizzante e  E b) Infinitizzazioni normali o adattative c) Infinitizzazioni patologiche d) Infinitizzazione e conflitto psichico

30 innamoramento innamoramento esperienza fobica esperienza fobica la crisi di panico e il marasma la crisi di panico e il marasma corporeo corporeo esperienza delirante esperienza delirante i totalitarismi i totalitarismi

31 Territori “maligni” delle infinitizzazioni patologiche “non-vitali” sono anche quelli che stanno alla base dei totalitarismi. Pinelli ha parlato per questi sconvolgenti fenomeni psico-sociali di fenomeni di dis- o de-individualizzazione che implicano deficit di funzionamento del “network prefrontale” e, quindi, perdita di capacità discriminativa ed emergenza di distruttività patologica Paolo Pinelli

32 Infinitizzazione e conflitto psichico : l’area delle incompatibilità assolute Infinitizzazione e conflitto psichico : l’area delle incompatibilità assolute l’applicazione dell’operatore infinitizzante su quelle coppie di opposti che, simili ad attrattori, regolano l’affettività umana l’applicazione dell’operatore infinitizzante su quelle coppie di opposti che, simili ad attrattori, regolano l’affettività umana Melanie Klein si è posta un problema di questo tipo quando riconosce il ruolo che i meccanismi della scissione e della proiezione precocemente svolgono nella mente infantile Melanie Klein si è posta un problema di questo tipo quando riconosce il ruolo che i meccanismi della scissione e della proiezione precocemente svolgono nella mente infantile La base affettiva del principio di non contraddizione La base affettiva del principio di non contraddizione opposti attaccamento- esplorazione opposti attaccamento- esplorazione

33 Il panico come “esperienza catastrofica” infinito e funzione di dispiegamento

34 La clinica del panico Gli studi sulla psicodinamica del panico – anche di scuola cognitivista - hanno, in effetti, tutti sottolineato la centralità dell’esperienza corporea e i meccanismi di “amplificazione somatosensoriale” per i quali sensazioni spiacevoli vengono percepite e interpretate in senso “catastrofico” (Clark,1988): è la clinica del marasma corporeo Gli studi sulla psicodinamica del panico – anche di scuola cognitivista - hanno, in effetti, tutti sottolineato la centralità dell’esperienza corporea e i meccanismi di “amplificazione somatosensoriale” per i quali sensazioni spiacevoli vengono percepite e interpretate in senso “catastrofico” (Clark,1988): è la clinica del marasma corporeo la drammatica attualità della crisi caratterizzata dalla “perdita di controllo” e dal “crollo della sicurezza” induce nel paziente un sentimento di lutto e di rimpianto di un corpo idealizzato che garantiva perfezionisticamente il benessere e la sicurezza : una vera e propria “depressione narcisistica” come l’ha chiamata Salomon Resnik. la drammatica attualità della crisi caratterizzata dalla “perdita di controllo” e dal “crollo della sicurezza” induce nel paziente un sentimento di lutto e di rimpianto di un corpo idealizzato che garantiva perfezionisticamente il benessere e la sicurezza : una vera e propria “depressione narcisistica” come l’ha chiamata Salomon Resnik.

35 La clinica del panico Freud in Inibizione, sintomo e angoscia (1926) distingueva dall’ Angstsignal (ansia segnale) l’Automatiche Angst (ansia automatica) il cui prototipo è la catastrofe sensoriale della nascita e che si accompagna a sentimenti di impotenza tanto soverchianti da paralizzare la mente. Freud in Inibizione, sintomo e angoscia (1926) distingueva dall’ Angstsignal (ansia segnale) l’Automatiche Angst (ansia automatica) il cui prototipo è la catastrofe sensoriale della nascita e che si accompagna a sentimenti di impotenza tanto soverchianti da paralizzare la mente. E’ come se la sensazione somatica – suggerisce Freud parlando degli “attacchi di angoscia” - per qualche motivo non riuscisse ad accedere al mondo della rappresentazione e rimanesse confinata nel corpo senza potersi dispiegare nella rete proposizionale che il pensare gli offre E’ come se la sensazione somatica – suggerisce Freud parlando degli “attacchi di angoscia” - per qualche motivo non riuscisse ad accedere al mondo della rappresentazione e rimanesse confinata nel corpo senza potersi dispiegare nella rete proposizionale che il pensare gli offre

36 La logica del marasma InThinking, feeling and being (1988) Matte Blanco suggerisce l’idea che la sensazione possa diventare anche il punto di partenza di “sviluppi simmetrici”. InThinking, feeling and being (1988) Matte Blanco suggerisce l’idea che la sensazione possa diventare anche il punto di partenza di “sviluppi simmetrici”. Sono proprio questi sviluppi a costituire l’esperienza originaria del marasma legata al corpo e alle sensazioni sparse e caotiche che da esso provengono e attendono di essere organizzate da una mente che utilizza la presenza etologicamente attesa del “caregiver” Sono proprio questi sviluppi a costituire l’esperienza originaria del marasma legata al corpo e alle sensazioni sparse e caotiche che da esso provengono e attendono di essere organizzate da una mente che utilizza la presenza etologicamente attesa del “caregiver”

37 La logica del marasma Armando Ferrari ha fatto di questo punto di partenza – raccolto nel suo concetto di oggetto originario concreto – il fondamento stesso della funzione e dell’attività del pensare che si dispiega nel mondo della rappresentazione Armando Ferrari ha fatto di questo punto di partenza – raccolto nel suo concetto di oggetto originario concreto – il fondamento stesso della funzione e dell’attività del pensare che si dispiega nel mondo della rappresentazione

38 La logica del marasma La crisi di panico e la sua disarmante esperienza comporta il riemergere senza limiti del sentire infinito del corpo non più contenuto da una mente che nei suoi riguardi si è originariamente costituita non come spazio elaborativo ma come argine difensivo. La crisi di panico e la sua disarmante esperienza comporta il riemergere senza limiti del sentire infinito del corpo non più contenuto da una mente che nei suoi riguardi si è originariamente costituita non come spazio elaborativo ma come argine difensivo. Possiamo descrivere il crollo di questa funzione trasformativa da parte della mente come il venir meno critico di quella funzione di dispiegamento che per Matte Blanco ha il compito, che non si satura mai, di tradurre – e perciò egli parla anche di funzione di traduzione – l’esperienza emotiva inconscia in esperienza cosciente. Possiamo descrivere il crollo di questa funzione trasformativa da parte della mente come il venir meno critico di quella funzione di dispiegamento che per Matte Blanco ha il compito, che non si satura mai, di tradurre – e perciò egli parla anche di funzione di traduzione – l’esperienza emotiva inconscia in esperienza cosciente.

39 “Cambiamento catastrofico” “Cambiamento catastrofico” struttura astratta e, quindi, come classe di equivalenza costituita da varie configurazioni il cui aspetto invariante è caratterizzato da una particolare trasformazione della relazione contenuto-contenitore struttura astratta e, quindi, come classe di equivalenza costituita da varie configurazioni il cui aspetto invariante è caratterizzato da una particolare trasformazione della relazione contenuto-contenitore In un mio lavoro (1989) ho proposto una lettura del cambiamento catastrofico bioniano come struttura astratta bi-logica che ha alla sua base la “simmetrizzazione della relazione contenuto- contenitore” : una struttura bi-logica Simassi che Matte Blanco ha proposto in Pensare, sentire ed essere anche per l’identificazione proiettiva In un mio lavoro (1989) ho proposto una lettura del cambiamento catastrofico bioniano come struttura astratta bi-logica che ha alla sua base la “simmetrizzazione della relazione contenuto- contenitore” : una struttura bi-logica Simassi che Matte Blanco ha proposto in Pensare, sentire ed essere anche per l’identificazione proiettiva

40 “ Cambiamento catastrofico” I l cambiamento catastrofico viene da Bion associato a quei fenomeni di “proiezione esplosiva” che caratterizzano la paura o il panico psicotico e che avvengono in uno spazio mentale “cui non corrisponde alcuna immagine visiva in grado di svolgere la funzione di un sistema di coordinate; cui non corrisponde cioè né l’immagine del solido dalle molte sfaccettature né quella della figura multidimensionale multilineare le cui linee si intersecano in un punto” perché lo spazio è sentito “ come un’immensità così grande da non poter essere rappresentata neppure per mezzo dello spazio astronomico in quanto non può essere rappresentata affatto” (Bion, Attenzione e Interpretazione,pp. 21-22) I l cambiamento catastrofico viene da Bion associato a quei fenomeni di “proiezione esplosiva” che caratterizzano la paura o il panico psicotico e che avvengono in uno spazio mentale “cui non corrisponde alcuna immagine visiva in grado di svolgere la funzione di un sistema di coordinate; cui non corrisponde cioè né l’immagine del solido dalle molte sfaccettature né quella della figura multidimensionale multilineare le cui linee si intersecano in un punto” perché lo spazio è sentito “ come un’immensità così grande da non poter essere rappresentata neppure per mezzo dello spazio astronomico in quanto non può essere rappresentata affatto” (Bion, Attenzione e Interpretazione,pp. 21-22)

41 “Cambiamento catastrofico” Questa trasformazione “catastrofica” ha alla sua base la simmetrizzazione della relazione contenuto-contenitore e l’operatore catastrofico che opera su tale relazione asimmetrica è operatore simmetrizzante e, perciò, infinitizzante. Questa trasformazione “catastrofica” ha alla sua base la simmetrizzazione della relazione contenuto-contenitore e l’operatore catastrofico che opera su tale relazione asimmetrica è operatore simmetrizzante e, perciò, infinitizzante. Applicato alla relazione tra mente ed esperienza emotiva, esso si lascia descrivere in termini di “crollo del contenitore” che non riesce a “trasformare” la persecutorietà infinita che proviene dal corpo : una utile metafora spaziale che utilizza la proiezione seppur esplosiva per descrivere l’emergenza di un livello profondo del sentire che non riesce ad accedere alla rappresentazione e ne denuncia il fallimento. Applicato alla relazione tra mente ed esperienza emotiva, esso si lascia descrivere in termini di “crollo del contenitore” che non riesce a “trasformare” la persecutorietà infinita che proviene dal corpo : una utile metafora spaziale che utilizza la proiezione seppur esplosiva per descrivere l’emergenza di un livello profondo del sentire che non riesce ad accedere alla rappresentazione e ne denuncia il fallimento.

42 Il caso di M. “Sono sempre più convinto che le mie turbe psichiche sono segnate da un vissuto di paura.. mi spiego, sin da bambino ho sempre temuto per la vita di mio papà. Attivando un controllo ossessivo arrivavo talvolta a sentire se quando dormiva respirava. Le sue malattie lo hanno reso ai miei occhi vulnerabile sino al punto che io bambino dovevo avere cura di lui.Quando morì io oltre a stare vicino (anche troppo) a lui, per 12 giorni a seguire andai tutti i giorni al Verano come se quell’istinto di protezione continuasse come una missione impossibile. Forse è chiaro che non ho mai accettato la sua morte non come morte ma come conclusione di una vita all’insegna della sofferenza.. io non ho paura di morire, è un percorso normale, sono terrorizzato dalla sofferenza del corpo…” “Sono sempre più convinto che le mie turbe psichiche sono segnate da un vissuto di paura.. mi spiego, sin da bambino ho sempre temuto per la vita di mio papà. Attivando un controllo ossessivo arrivavo talvolta a sentire se quando dormiva respirava. Le sue malattie lo hanno reso ai miei occhi vulnerabile sino al punto che io bambino dovevo avere cura di lui.Quando morì io oltre a stare vicino (anche troppo) a lui, per 12 giorni a seguire andai tutti i giorni al Verano come se quell’istinto di protezione continuasse come una missione impossibile. Forse è chiaro che non ho mai accettato la sua morte non come morte ma come conclusione di una vita all’insegna della sofferenza.. io non ho paura di morire, è un percorso normale, sono terrorizzato dalla sofferenza del corpo…”

43 Il caso di M. “Il mio problema sono le emozioni alle quali non ero abituato. Se io sono astemio e lei no, con poco io mi ubriaco e lei rimane sobrio, in altre parole è come se io fossi un astemio delle emozioni…Sono convinto che, data la mia struttura di perfezionista, a volte spesso malinterpreto quei segnali di anche sola stanchezza mandati dal corpo ed entro nei labirinti delle mie paure.. paure umane ma per me troppo invasive.. ho tanta voglia di divertirmi e di tornare a ridere” “Il mio problema sono le emozioni alle quali non ero abituato. Se io sono astemio e lei no, con poco io mi ubriaco e lei rimane sobrio, in altre parole è come se io fossi un astemio delle emozioni…Sono convinto che, data la mia struttura di perfezionista, a volte spesso malinterpreto quei segnali di anche sola stanchezza mandati dal corpo ed entro nei labirinti delle mie paure.. paure umane ma per me troppo invasive.. ho tanta voglia di divertirmi e di tornare a ridere”

44 Nel panico assistiamo, quindi, al fallimento della funzione di dispiegamento che è essenziale per la messa in opera dei processi di differenziazione e di integrazione che caratterizzano la complessità della coscienza ( si vedano al riguardo i recenti studi di Giulio Tononi (2002)). Nel panico assistiamo, quindi, al fallimento della funzione di dispiegamento che è essenziale per la messa in opera dei processi di differenziazione e di integrazione che caratterizzano la complessità della coscienza ( si vedano al riguardo i recenti studi di Giulio Tononi (2002)). Tale funzione è necessaria perché prendiamo consapevolezza delle nostre emozioni, segnalandone il significato e modulandone in modo adattativo l’intensità Tale funzione è necessaria perché prendiamo consapevolezza delle nostre emozioni, segnalandone il significato e modulandone in modo adattativo l’intensità

45 L’infinito legato agli affetti entra, così, per tale strada (Freud- Matte Blanco) a tutto diritto nel campo della psicologia e per restarvi. E le sue apparenti contraddizioni (come il paradosso di Galilei) lungi dal costituire “difetti” o delle “imperfezioni” sono un’indicazione che attraverso gli insiemi infiniti è possibile studiare dimensioni dell”essere simmetrico” – e quindi dimensioni affettive - che non è possibile raggiungere con la sola logica ordinaria del finito e che Freud aveva raccolto nel suo concetto di Inconscio strutturale non-rimosso E le sue apparenti contraddizioni (come il paradosso di Galilei) lungi dal costituire “difetti” o delle “imperfezioni” sono un’indicazione che attraverso gli insiemi infiniti è possibile studiare dimensioni dell”essere simmetrico” – e quindi dimensioni affettive - che non è possibile raggiungere con la sola logica ordinaria del finito e che Freud aveva raccolto nel suo concetto di Inconscio strutturale non-rimosso


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