La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Il Sé Come ci formiamo un’idea di noi stessi. Chi sono io? Fornite 10 descrizioni di voi stessi.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Il Sé Come ci formiamo un’idea di noi stessi. Chi sono io? Fornite 10 descrizioni di voi stessi."— Transcript della presentazione:

1 Il Sé Come ci formiamo un’idea di noi stessi

2 Chi sono io? Fornite 10 descrizioni di voi stessi

3 Descrizioni fisiche (sono una donna, sono bionda); Descrizioni sociali - ruoli e appartenenza ai gruppi (sono uno studente, sono una sorella); Descrizioni in termini di stati o caratteristiche psicologiche o fisiologiche (sono intelligente, sono timido, sono stanco); Descrizioni globali e vaghe che non consentono una differenziazione da altre persone ( sono un essere umano, sono vivo).

4 Termini diversi Autori diversi hanno utilizzato termini diversi per indicare l’insieme delle Conoscenze che le persone hanno circa loro stesse: concetto di Sé (self-concept), Schema di Sé (self-shema), Immagine di Sé (self-image), Identità Personale e Sociale (personal and social identity). La letteratura più recente utilizza il termine: “Teoria di Sé”(Baumeister 1998):

5 Termini diversi il termine: “Teoria di Sé”(Baumeister 1998): insieme delle conoscenze che le persone hanno circa le proprie caratteristiche personali (attivo, timido, biondo, ricco, ecc..), circa i propri ruoli nel contesto sociale (insegnante, marito, figlio, amico, ecc..), circa la propria appartenenza a gruppi o categorie sociali (italiano, abruzzese, uomo, tifoso della Roma, ecc..).

6 Identità sociale Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel & Turner, 1979): Identità sociale: Quella parte del concetto di sé che deriva dalla nostra appartenenza ai gruppi sociali. Identità personale: Il sé definito in base ad attributi personali peculiari o a peculiari relazioni interpersonali.

7 Fonti Le Fonti della Conoscenza di Sé sono quei processi attraverso i quali le persone arrivano a costruire tale conoscenza. Cultura Introspezione Osservazione del nostro comportamento Bem (1967) – la teoria dell’autopercezione Confronto sociale

8 Fonti La Cultura e le pratiche educative da essa influenzate forniscono le linee guida entro le quali le singole persone elaborano l’insieme delle conoscenze su loro stessi.

9 Autoconsapevolezza Provate ad interrompere per un momento quello che state facendo...e pensate al vostro stato d’animo … ! La Condizione Psicologica nella quale ci si trova è… l’Autocosapevolezza (self-awareness)!

10 Autoconsapevolezza autoconsapevolezza privata; può indurre: –intensificazione degli stati affettivi –maggiore chiarezza della conoscenza di Sé –maggiore aderenza a standard personali e sociali di comportamento ( Es: la presenza di uno specchio rendeva meno probabili i furti (Beaman et al., 1979) autoconsapevolezza pubblica –preoccupazione per la valutazione –perdita temporanea dell’autostima –maggiore aderenza agli standard sociali di comportamento

11 Autoconsapevolezza Autoconsapevolezza oggettiva: sentire la propria voce vedere una propria foto vedersi allo specchio sentirsi parte di una minoranza visitare un paese straniero

12 Teoria dell’autoconsapevolezza (Duval e Wicklund, 1972) La teoria dell’autoconsapevolezza oggettiva (Duval e Wicklund 1972) evidenzia lo stato di disagio che spesso si viene creare nel momento in cui focalizziamo l’attenzione su aspetti del Sé salienti in una determinata situazione. L’autoconsapevolezza può essere ridotta attraverso l’assunzione di sostanze (alcool, droghe, etc.) Es: Persone con un alto livello di autoconsapevolezza bevono più alcolici dopo un fallimento (Hull e Young, 1983)

13 La teoria dell’autopercezione di Bem (1965; 1972), Le persone ricavano molte informazioni circa i propri Stati Interni semplicemente osservando il proprio comportamento La Teoria dell’autopercezione sostiene che le persone fanno inferenze sui propri Stati Interni sulla base dell’osservazione del proprio comportamento, in modo analogo a quanto fanno quando si devono formare un’impressione di altre persone. La teoria dell’autopercezione di Bem

14 La teoria dell’autopercezione (Bem) La Teoria dell’Autopercezione può spiegare anche il modo in cui le persone arrivano a conoscere (ovvero ad attribuire a Sé Stessi) le proprie Motivazioni. Motivazione: Intrinseca: per il piacere che una persona prova nello svolgere un’attività. Estrinseca: valore strumentale che una data attività svolge rispetto ad altri compiti per le persone ritenuti importanti.

15 M otivazione intrinseca ed estrinseca

16 La teoria dell’autopercezione (Bem) Effetto ipergiustificazione (sovragiustificazione) In assenza di chiare cause esterne per il nostro comportamento supponiamo di aver scelto spontaneamente quel comportamento perché ci piaceva. Se non esiste motivazione intrinseca iniziale, le ricompense non possono ridurla

17 Autoconsapevolezza  Il contrario dell’autoconsapevolezza è lo stato di ridotta autoconsapevolezza.  La riduzione dell’autoconsapevolezza è stata identificata anche come una componente chiave della deindividuazione. Deindividuazione: Processo attraverso cui le persone perdono il senso della propria identità individuale e assumono comportamenti asociali o addiritura antisociali.

18 Il confronto con gli altri La relazione con gli altri è un mezzo per conoscerci. Le persone apprendono e valutano le proprie qualità personali ed emozioni confrontandosi ad altri Teoria del confronto sociale di Festinger (1954)

19 Conoscersi attraverso il confronto sociale Festinger: le persone confrontano le proprie abilità ed opinioni con quelle degli altri Confronto con norme di gruppi di riferimento (es.: stili particolari di abbigliamento, abitudini, forme di espressione linguistica). confronto sociale verso l’alto confronto sociale verso il basso

20 Organizzazione della Conoscenza di Sé - Schemi di sé Come è organizzato e rappresentato in memoria l’insieme delle credenze sul Sé? -Utilizzando un certo numero di schemi immagazziniamo informazioni intorno al sé in modo simile a quanto facciamo per le altre persone.

21 Organizzazione della conoscenza di sé Hazel Markus: Schemi di sé Gli schemi di sé: sono generalizzazioni circa il sé derivate da categorizzazioni e valutazioni a proposito del proprio comportamento. valutazioni di carattere più generale (ad esempio: “sono estroverso”, “sono generoso” ecc.) Persone schematiche per un certo tratto: ritengono tale dimensione molto importante per la definizione di se stesse.

22 Pertanto, le Persone Schematiche rispetto a quelle Non schematiche: Possono esprimere più rapidamente valutazioni sulla propria posizione sulla specifica dimensione. Possono fornire più episodi personali a sostegno della propria valutazione. Sono meno influenzate da evidenza empirica che contraddice le proprie autovalutazioni.

23 I diversi Schemi di Sé non sono sempre tutti contemporaneamente attivi: in ogni situazione la persona è consapevole solo di una ridotta porzione di tali conoscenze che viene definita “Sé Fenomenico” (Jones, Gerard, 1967) o “Sé Operativo” (Markus, Kunda, 1986). Questo tipo di organizzazione spiega il fatto che in situazioni diverse le persone possano descriversi in modi diversi.

24 Organizzazione della conoscenza di sé Markus e Nurius (89): parlano dei Sé possibili: il sé futuro probabile il sé futuro desiderato sé futuro temuto

25 La teoria della discrepanza del Sé (Higgins, 1989) Importanti schemi di sé includono il nostro sé reale, il nostro sé ideale e il nostro sé normativo. Sé ideale (come vorrei essere) Sé reale (come sono) Sé dovuto - normativo (come dovrei essere) Sé ideale e Sé dovuto sono le “guide” Confronto di sé reale con guide  discrepanze

26 discrepanza fra reale-ideale: emozioni di tipo negativo associate a bassi livelli di attivazione come tristezza e depressione. discrepanza fra reale-dovuto: emozioni negative caratterizzate da elevata attivazione quali ansia, preoccupazione e senso di colpa. Guide del sé Higgins

27 Regolazione del sé Regolazione del sé: Strategie utilizzate per far corrispondere il nostro comportamento a un modello ideale o normativo. Teoria basata sull’autoregolazione: Le persone usano strategie di regolazione del sé per mezzo di un sistema di promozione o un sistema di prevenzione.  Sistema di prevenzione: siete motivati ad adempiere ai vostri doveri e obblighi, cioè alle norme.  Sistema di promozione: siete motivati a concretizzare le vostre speranze e aspirazioni, cioè i vostri ideali.

28 Motivazioni e conoscenza di sé Tre sono i motivi principali alla base del nostro concetto di sé: noi ci autovalutiamo per scoprire che tipo di persone siamo (accuratezza), ci autoverifichiamo (per darne conferma e stabilità), ci autoaccresciamo (per dimostrare quanto siamo meravigliosi).

29 Motivazioni e conoscenza di sé Accrescimento di Sé, ovvero di rendere più positiva la rappresentazione di Sé (self- enhancement motive). Stabilità, ovvero di confermare il proprio Sé (consistency motive o self- verification motive) Accuratezza (appraisal motive)

30 Autovalutazione e autoverifica (accuratezza) Autovalutazione: Motivazione a cercare nuove informazioni sul nostro conto per scoprire che tipo di persona siamo davvero (accuratezza). Autoverifica: Ricerca di informazioni che verifichino e confermino ciò che già conosciamo di noi stessi (B. Swann, 1987).

31 Mantenimento della stima di sé - il bisogno di alta autostima Il bisogno di accrescimento di Sé

32 Autoaccrescimento Autoaccrescimento: Motivazione a sviluppare e a promuovere un’immagine favorevole di sé. Si basa sul bisogno delle persone di mantenere un’immagine complessiva di sé come individui competenti, bravi, coerenti, solidi, stabili,ecc.  La necessità di autoaffermazione è particolarmente forte quando è stato messo in crisi un aspetto della propria personalità.

33 Mantenimento della stima di Sé Il bisogno di una visione positiva di sé o di autostima sembra essere radicato in ognuno di noi.

34 Autostima Autostima elevata: –“sento che sono una persona che vale almeno quanto le altre”, “sento di avere un certo numero di buone qualità”, “nel complesso sono soddisfatto di me stesso” Autostima bassa: – “tendo a pensare di essere un fallimento”, “vorrei poter avere più rispetto di me stesso”, “a volte penso di non essere buono a niente”

35 Autostima Le persone sono motivate a difendere ed incrementare la propria Autostima PERCHE’? a) Serve per fronteggiare situazioni negative senza scoraggiarsi. b) Determina uno stato affettivo positivo mentre una bassa autostima provoca stati depressivi. c) Aiuta accettazione e gradimento dalle altre persone.

36 Persone con elevata Autostima possiedono una “Teoria di Sé” stabile e positiva, pertanto riescono a proteggersi meglio dalle implicazioni negative degli eventi quotidiani interpretandoli in modo positivo e favorevole a loro. Autostima

37 PERSONE CON ELEVATA AUTOSTIMA Si prefissano obiettivi elevati. Si aspettano di raggiungerli. PERSONE CON BASSA AUTOSTIMA Paura di non riuscire a raggiungere l’obiettivo. Si aspettano di non riuscire a raggiungerlo. Adottano strategie che riducono al minimo il rischio di fallire ed essere umiliati. Autostima

38 Sandra Murrey e i suoi colleghi hanno studiato le Strategie che persone con diversi livelli di Autostima adottano in ambito personale VALUTARE POSITIVAMENTE IL PARTNER. Quando ci sentiamo vulnerabili per vari motivi (es. risultato negativo sul lavoro) possiamo “rifugiarci nel privato” cercando sicurezza nella vita di coppia pensando che il partner ci consideri positivamente. VALUTARE NEGATIVAMENTE IL PARTNER - Possiamo anche assumere un atteggiamento di “autodifesa” per proteggerci da ulteriori esperienze negative iniziando a vedere il partner in modo negativo. Perché convinte che lui abbia perso interesse nei nostri confronti.

39 nell'interpretare gli esiti delle proprie azioni, le persone tendono ad attribuire i successi alle abilità personali e i fallimenti a fattori esterni quali la sfortuna. Soffermarsi sui feedback positivi che riguardano la propria persona, dedicando invece poca attenzione a quelli negativi. Strategie per accrescere l’autostima

40 Altra strategia al servizio dell’autostima e si riferisce alla tendenza a confrontarsi con soggetti aventi abilità inferiori alle proprie. Tuttavia, il confronto verso il basso sembra essere una strategia utile solo per le persone con autostima bassa ma non per quelle con autostima elevata.

41 Teoria del mantenimento dell'autostima (o del giudizio di sé o dell’immagine di sé) (Tesser, 88) Considera tre dimensioni: Il confronto sociale - come svolgiamo un compito rispetto ad un’altra persona Il livello di vicinanza ad essa Quanto è importante il compito per noi

42 Riflesso sociale: BIRGing: Basking In Reflected Glory, “godere di gloria riflessa” se un nostro parente, amico ha un successo, il semplice fatto di conoscerlo ci fa sentire orgogliosi dei suoi successi facendoci brillare di luce riflessa. collegarsi a persone o gruppi ammirati Questa strategia non viene impegnata sempre, ma solo se la dimensione in oggetto conta poco nella definizione del nostro sé. Nei casi in cui l'amico ottiene un risultato superiore in un’attività importante anche per noi (per es., all'esame), la sua prestazione rappresenta una minaccia alla nostra autostima.

43 Riflesso sociale Dipende da: Rilevanza settore per sé Sicurezza di persona su proprie capacità Tesser

44 Rilevanza -+ Sicurezza + - Confronto sociale negativo Riflesso sociale

45 RILEVANZA DEL SETTORE Se il settore (in cui avviene il successo/insuccesso) è rilevante per il Sé, la persona adotterà un processo Se il settore è irrilevante per il Sé allora si adotterà un processo di “Riflesso”. SICUREZZA DELLE ABILITA’ Quando la persona non conosce con sicurezza i propri livelli di abilità cerca di migliorare applicando il processo di “confronto”. Quando è sicura di conoscere il proprio livello (sia basso o alto) utilizza il processo di “Riflesso”. Tesser

46 Se il Sé è minaciato, possiamo usare 3 strategie: allontanarci dalla persona che ci ha superato modificare il grado di importanza del compito cercare di modificare il confronto tra la nostra performance e quella dell’altro

47 La Teoria del completamento del Sé (Wicklund e Gollwitzer, 1982) il fallimento in un ambito importante viene compensato da una descrizione di sé come bravo e competente proprio in quell'ambito. Qui possiamo esagerare l'abilità della persona che ha ottenuto un risultato superiore al proprio – posso sostenere che il mio amico che ha preso un voto più alto del mio è eccezionalmente bravo, apprende molto rapidamente... e così posso sostenere che anch'io sono al di sopra della media.

48 La teoria dell'autoaffermazione del Sé (Steele, 88) Teoria secondo cui le persone riducono il pericolo di minacce al proprio concetto di sé focalizzandosi e affermando la propria competenza in qualche altra area. (Sono una delle poche persone sincere; Pochi sono puntuali come me).

49 Il bisogno di stabilità ( Mantenimento di un senso di sé coerente ) Una volta formatesi le credenze in merito alla propria persona sono molto resistenti al cambiamento. Le persone avvertono una forte esigenza di mantenere il concetto di Sé e un’alta considerazione di se stessi Possedere un concetto di Sé stabile e coerente è di fondamentale importanza in termini adattivi.

50 la preferenza per feedback coerenti con la propria conoscenza di sé; nella tendenza ad agire in modo di confermare tale conoscenza, nel preferire relazioni sociali che confermano la propria immagine di sé; Il bisogno di stabilità

51 Le strategie di autoinganno o distorsioni per mantenere un Sé coerente DISTORSIONE NELL’INTERPRETAZIONE DI SUCCESSI E INSUCCESI PERSONALI I successi sono merito di caratteristiche personali. L’insuccesso è dovuto a fattori ambientali. ATTENZIONE E MEMORIA SELETTIVA Le persone dedicano poco tempo alle critiche loro rivolte. Ricordano valutazioni positive rispetto alle negative. STRATEGIE PER FRONTEGGIARE ESITI NEGATIVI DEL “CONFRONTO” SOCIALE esagerare le abilità dell’altra persona che ha ottenuto un risultato superiore al nostro; confrontarsi con persone di capacità inferiori.

52 La gente cerca conferma alle proprie credenze anche nel caso in cui queste siano negative. Quando soggetti con una visione di sé negativa ricevono un feedback positivo – possono sentire due bisogni opposti: Sentirsi a posto con se stessi credendo nel feedback pos. Preservare una visione stabile e coerente di se stessi. In genere, scelgono quest’ultima tendenza, soprattutto quando il soggetto è del tutto convinto di valere poco in un determinato ambito oppure se interagisce frequentemente con certe persone. Teoria della verifica del Sé (Swann, 1983)

53 Il Sé nelle relazioni interpersonali Come ci presentiamo agli altri? L’Interazione Sociale costituisce il Contesto essenziale per lo sviluppo del Sé (Mead, 1934). Cooley (1902): “Sé Rispecchiato” James (1890): “Me Sociale” Oggi: gli autori contemporanei parlano di “Valutazioni Riflesse”: “...il modo in cui le persone vedono Sé Stesse corrisponde molto poco a come gli altri effettivamente le vedono, ma è molto simile a come loro stesse credono di essere valutate dagli altri...”

54 Autopresentazione La tendenza ad agire in modo da creare negli altri l’impressione di sé che si desidera, volta a soddisfare il bisogno di approvazione sociale – desiderabilità sociale. Rappresenta una componente normale del comportamento sociale che ha luogo sia consapevolmente sia in maniera automatica.

55 Autopresentazione Automonitoraggio (Snyder parla di Self-monitoring): Controllo attento del nostro modo di presentarci. Nell’automonitoraggio esistono differenze individuali e legate al contesto. Alto vs. basso self-monitoring

56 Perché è così importante lasciare un’impressione positiva in chi ci sta intorno? Lo scopo è di tipo strumentale: influenzare gli altri per ottenere delle ricompense Rivendicare una identità personale Le strategie di cui si avvale sono molteplici: ingraziamento, l’autopromozione … Tende a costruire un Sé ricco di quelle caratteristiche che da sempre desidera possedere.

57 Il Sé nelle relazioni interpersonali Le strategie autolesive permettono di avere una giustificazione per un eventuale fallimento.

58 Il bisogno di controllo Teoria della reattanza (resistenza) – Brehm, 1966 Locus of control – Rotter (1966) - interno - esterno Per molti Psicologi possedere una giusta Percezione di Controllo è necessaria al benessere delle persone.

59 Teoria della Reattanza (Brehm 1966, Wright Se le persone vengono private della loro capacità di controllo e della libertà di scelta. Cercano di riprendersela esercitando resistenza ossia Reattanza. Altrimenti possono reagire aggressivamente con la persona dalla quale ricevono la minaccia per riaffermare la propria libertà.

60 Il bisogno di controllo Rotter (1966) afferma che vi sono: PERSONE INTERNE (locus of control interno) Definite così poiché ritengono che il controllo dei risultati (positivi o negativi) sia all’interno dell’individuo. PERSONE ESTERNE Definite in tal modo in quanto ritengono che tale controllo dipenda da fattori esterni all’individuo (fortuna, destino…).

61 61 Autoefficacia Si intende il giudizio relativo alla propria capacità di organizzare ed eseguire un corso di azioni adeguato a raggiungere livelli di prestazione prefissati in un contesto specifico. La convinzione riguardo alla propria efficacia originano da: esperienza diretta di gestione efficace Esperienza fornita dai modelli persuasionecontrollo delle emozioni

62 62 Comporta l’acquisizione di strumenti cognitivi, comportamentali e di autoregolazione idonei a progettare ed eseguire azioni appropriate per la gestione di circostanze di vita. esperienza diretta di gestione efficace esperienza vicaria fornita dai modelli Vedere una persona simile a sé che raggiunge determinati obiettivi incrementa nell’osservatore la fiducia di possedere anch’egli le capacità per riuscire, mentre l’osservazione di persone che falliscono abbassa il livello di motivazione. persuasione verbale controllo delle emozioni Le persone persuase verbalmente delle loro capacità attivano un impegno maggiore rispetto chi nutre dei dubbi su di sé. Nel valutare le proprie capacità le persone si basano in parte anche sugli stati emotivi e fisiologici.

63 63 Possedere elevati livelli di efficacia è importante per … L’autoefficacia influenza le emozioni che vengono sperimentate in situazioni pericolose o difficili. L’autoefficacia, quindi, può modellare il corso che la vita assume anche determinando il genere di attività che vengono intraprese e la scelta dei contesti. livello cognitivolivello affettivo livello motivazionale livello di scelta

64 Le emozioni del Sé Spesso abbiamo fatto riferimento alle emozioni che sono legate al Sé (emozioni associate a livelli alti e bassi di autostima o alle discrepanze fra Sé Reale, Sé Ideale e Sé Dovuto).

65 Le emozioni del Sé Abbiamo molte emozioni legate alle valutazioni del Sé Queste sono emozioni strettamente legate alla valutazione che gli altri hanno di noi per questo vengono definite “emozioni riflessive basate sull’assunzione del ruolo dell’altro”.

66 L’Orgoglio segnala che la condotta della persona ottiene una valutazione positiva quindi non è necessario apportare correzioni. Il Senso di Colpa è un’emozione negativa che le persone provano quando confrontano le loro azioni (di solito intenzionali) con standard morali etici o religiosi. La vergogna si prova quando la persona viene giudicata negativamente dagli altri e riscontra una svalutazione di fronte al gruppo. Non riguarda una specifica azione ma l’intero Sé L’imbarazzo viene confuso con la vergogna ma vi è una distinzione netta secondo Shott (1979) e Modigliani (1971) poiché con l’imbarazzo vi è una perdita dell’autostima temporanea e legata ad una specifica situazione.

67 Conoscere le nostre emozioni Teoria bifattoriale di Schacter e Singer Le persone possono conoscere le proprie emozioni osservando il proprio comportamento e dalle informazioni sul contesto sociale

68 Suproxin: vitamina  capacità visive Metà soggetti adrenalina /metà placebo G1: inf. veritiere (tremore alle mani, batticuore, arrossamento e calore al viso) G2: inf. false (leggero mal di testa e stordimento, pesantezza delle estremità). G3: nessuna informazione Tutti aspettano ½ ora con complice euforico vs. collerico

69 Risultati Misurano stato emotivo percepito e valutato da osservatori: Adrenalina + inf. veritiere = non influenza del complice Adrenalina + inf. false = influenza del complice


Scaricare ppt "Il Sé Come ci formiamo un’idea di noi stessi. Chi sono io? Fornite 10 descrizioni di voi stessi."

Presentazioni simili


Annunci Google