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EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 4 VITTORIA GALLINA ANNO ACCADEMICO 2015-2016.

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Presentazione sul tema: "EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 4 VITTORIA GALLINA ANNO ACCADEMICO 2015-2016."— Transcript della presentazione:

1 EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 4 VITTORIA GALLINA ANNO ACCADEMICO 2015-2016

2 Maturazione verso l’auto direzione pedagogia appropriata pedagogia inappropriata  alta dipendenza  bassa  1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13, 14,15,16,17  infanzia, adolescenza etàadulta

3 pedagogia - andragogia applicazione propria vs impropria

4 Lettura slide precedente  La maturazione naturale verso l’auto-direzione in confronto con il tasso di crescita dell’auto-direzione permessa culturalmente ( la società di riferimento identifica o non identifica la specificità dell’apprendimento adulto)  La pedagogia viene applicata in modo appropriato fino a 17 anni  Nelle età successive abbiamo una applicazione impropria della pedagogia

5 Dalla fine degli anni ‘20 soprattutto nei paesi anglofoni si comincia a riconoscere il valore dell’apprendimento adulto (Journal of Adult Education 1929)  …R.D.Leigh valore e importanza di un apprendimento che non abbia limiti temporali…non si tratta infatti del surrogato di una scolarizzazione inadeguata in età giovanile, ma una opportunità di apprendimento superiore a quanto raggiungibile in età giovanile  ….D. Mckaye…. Un formatore degli adulti deve essere capace in un gruppo che collettivamente discute, contesta e mette in ridicolo le sue convinzioni, ma che lo adora perché lui è felice di stare in quel gruppo. Questa è la tolleranza –rispettare un uomo è una prodezza intellettuale maggiore che amarlo come se stessi (libero adattamento di Proudhon)

6 Carl Rogers ( psicologo)approccio all’apprendimento basato su 5 principi  Non insegnare, ma facilitare  Si apprende in modo significativo solo cose che sono percepibili come capaci di mantenere e accrescere la struttura di sé  La resistenza o negazione della esperienza avviene se questa viene percepita come capace di provocare un cambiamento nell’organizzazione del sé o una distorsione della simbolizzazione  Una esperienza possibilmente incompatibile con la struttura del Sé può essere assimilata solo se la struttura attuale del sé è sufficientemente rilassata e distesa da includerla  La situazione formativa efficace è quella che: a) Riduce al minimo la minaccia per sé del discente b) Facilita una percezione differenziata del campo

7 D.Kolb apprendimento esperienziale 4 stadi  stadio delle esperienze concrete (EC), dove l’apprendimento è prevalentemente il risultato delle percezioni e delle reazioni alle esperienze;  stadio dell’ osservazione riflessiva (OR), dove l’apprendimento deriva prevalentemente dall’ascolto e dall’osservazione;  stadio della concettualizzazione astratta (CA), in cui l’apprendimento si concretizza mediante l’analisi e l’organizzazione sistematica delle informazioni e dei relativi flussi;  stadio della sperimentazione attiva (SA), in cui azione, sperimentazione e riscontro dei risultati rappresentano la base dell’apprendimento

8 Ec-Ca stile adattivo Or-Ca stile assimilatore Ec-Or stile divergente Ca-Sa stile convergente EC ESPERIENZA CONCRETA CA CONCETTUALIZZAZIONE ASTRATTA SA SPERIMENTAZIONE ATTIVA OR OSSERVAZIONE RIFLESSIVA

9 4 Stili di apprendimento  I CONVERGENTI sviluppano solitamente abilità nell’applicazione pratica delle idee. Sono orientati all’azione e propendono per la messa in pratica delle idee il più rapidamente possibile. Una discussione troppo lunga e con molte variabili rischia di renderli impazienti. Questo stile è stato definito “convergente” perché risponde al profilo di una persona che si trova a suo agio in quelle situazioni in cui si converge verso una singola opzione (o verso un numero limitato di opzioni). Si tratta di un profilo efficiente nell’operatività ma rigido che apprende per prove ed errori e predilige, di conseguenza, un ambiente che favorisce la sperimentazione e non penalizza gli sbagli.  I DIVERGENTI hanno delle strategie opposte a quelle che caratterizzano lo stile convergente. Preferiscono l’esperienza concreta e l’osservazione riflessiva, sono interessati alle persone e investono molto sul piano relazionale ed emotivo. Sono sempre alla ricerca di ulteriori approfondimenti e significati ed hanno solitamente interessi vari e interdisciplinari. Hanno maggiore facilità ad uscire dagli schemi e necessitano di dialogo e generazione di idee alternative.  Gli ASSIMILATORI sono abili nella sistematizzazione dei concetti e nell’elaborazione di modelli teorici costruiti attraverso ragionamenti induttivi. Assimilano le conoscenze raccogliendo dati e informazioni. Sono obiettivi, razionali e logici e manifestano un forte orientamento al compito e un basso orientamento alla relazione. Il loro eloquio è logico e razionale. Individuano l’esperto come figura di riferimento in ottica di apprendimento.  Gli ADATTIVI (o ACCOMODATORI) hanno delle caratteristiche opposte agli “assimilatori”. Preferiscono l’esperienza concreta e sono in grado di adattamenti intuitivi alle situazioni. Mostrano difficoltà nel decodificare a posteriori i processi che loro stessi hanno attivato e prediligono ripetersi apportando nuove modifiche ai comportamenti. Sono fortemente orientati ai risultati e il loro focus è diretto alle conseguenze delle loro azioni. Solitamente propendono per l’assunzione di responsabilità e l’agire per obiettivi li stimola. Sono disposti a sacrificare l’efficienza di una soluzione per l’ottimizzazione del risultato. 

10 Modi di aprendimento Passivo versus Attivo  M.S.KNOWLES Journal of Continuing Education and Training (1972)  Mi sono accorto che coloro che escono dal nostro sistema scolastico non sanno come apprendere : sanno solo come ricevere un insegnamento.  Concettualmente sono fermi all’apprendimento reattivo e sono lontani dall’apprendimento pro – attivo [passivo versus attivo]

11 Cosa produce la pedagogia tradizionale  Coloro che escono dal nostro sistema scolastico non sanno come apprendere, sanno solo come ricevere un insegnamento  A)Apprendimento reattivo- alunno reagisce allo stimolo fornito dal docente  B) apprendimento pro-attivo- alunno prende l’iniziativa, si fa carico del proprio apprendimento  (Knowles, Quando l’adulto impara)

12 MODI DI APPRENDIMENTO risorseCondizioni richiesteCapacità richieste PASSIVO - insegnante Disponibilità ad essere dipendenti Rispetto autorità Apprendere per un fine(diploma) Rapporti competitivi con altri studenti Ascolto Ritenzione di informazioni Prendere appunti Prevedere le domande degli esami ATTIVO pubblicazioni ed esperti Curiosità intellettuale Spirito di ricerca- conoscenza risorse disponibili. Sano scetticismo.criteri di verifica e affidabilità impegno in apprendimento come processo- Formulare domande cui rispondere con dati- identificare dati disponibili Persone che costituiscono risorse( supervisori ed esperti) Esperienze di vita e di lavoro

13 Approcci teorici e linee di ricerca in EDA  Peter Jarvis : apprendere dalla esperienza  Jerome Bruner: apprendimento nel contesto culturale  Paulo Freyre: la pedagogia della liberazione

14 Ricordiamo Dewey ( prima metà del xx sec) Opposizione all’apprendimento tradizionale – concetti chiave  La vera formazione passa attraverso l’esperienza:scegliere tra le esperienze disponibili quelle che possono vivere creativamente e fruttuosamente nelle esperienze successive  La democrazia –possiamo trovare argomentazioni che ci inducano a credere che un assetto sociale di tipo anti democratico promuova una migliore qualità di esperienza umana rispetto a una di tipo democratico?

15 Dewey concetti chiave  Continuità- ogni esperienza riprende le esperienze precedenti e modifica la qualità di quelle successive- crescere, svilupparsi fisicamente, moralmente, intellettualmente è un esempio di questo principio. Le condizioni ambientali modellano l’esperienza  Interazione interpretare una esperienza significa esplicitare una esperienza nei suoi valori formativi. Importanza di fattori interni e condizioni oggettive: questa è una situazione L’educazione tradizionale assume i fatti /i contenuti di istruzione in sé, senza porli in relazione con i soggetti che devono crescere/ arricchire/ sviluppare le proprie esperienze

16 Peter Jarvis  Esperienze, ruoli, responsabilità apprendimento in età adulta  L’apprendimento comincia con l’esperienza e si può definire come continuo processo di riorganizzazione,ristrutturazione e trasformazione.  Paradosso dell’apprendimento: il soggetto che apprende è unico nel rapporto tra biografia personale e esperienza che, nel quadro sociale di apprendimento, indirizza e guida lo sviluppo della persona

17 Dove si apprende  Situazioni formali –corsi dedicati – istruzione permanente formazione continua ecc  Esperienze informali- incidentali nelle vita quotidiana Queste esperienze devono comunque essere consapevoli per dare come risultato l’apprendimento, questi eventi possono realizzarsi alla periferia dell’esperienza consapevole e vengono poi interiorizzati [Vigotsky, Polanij, Nonaka]

18 Processo di apprendimento  Incongruenza fondamentale tra: biografia individuale e esperienza. Il soggetto si chiede :cosa significa? Cosa fare? Ecc.  In questo modo si prepara a rispondere in modo più ricco a nuove situazione che lo stimolano.  Non si apprende comunque solo riflettendo sulla esperienza, ma anche creando nuove situazioni in cui determinare nuove esperienze, trarre nuove conoscenze ed azioni. ( carattere pro- attivo della esperienza)

19 Tre Modalità - Nove percorsi  Non apprendimento -Presunzione-non considerazione- rifiuto  Apprendimento non riflessivo apprendimento preconscio-apprendimento di skills ( puro addestramento) memorizzazione  Apprendimento riflessivo Speculazione, apprendimento riflessivo di skills ( saper padroneggiare con consapevolezza un processo)apprendimento sperimentale

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21 Nessun apprendimento Presunzione: le persone interagiscono attraverso routine predefinite (box da 1 a 4) Non considerazione: le persone non rispondono a stimoli di apprendimento pur presenti (box da 1 a 4) Rifiuto: (box da 1 a 3) Apprendimento non riflessivo Preconscio: accade a ciascuno come risultato di esperienza giornaliera a cui non si è prestata attenzione. Muoversi sulla superficie (box da 1 a 3 a 6 e allora anche a 4 o 9). Pratico: tradizionalmente riferito a cose di tipo manuale per il lavoro o per acquisire abilità fisiche, talora anche apprendimento di routine di una lingua straniera. (box da 1 a 3 a 5 a 8 a 6 e allora anche a 4 o 9). Memorizzazione: (box da 1 a 3 a 6 ed anche eventualmente 8, da 6 anche o 4 o 9). Apprendimento riflessivo Contemplazione: la persona osserva con intelligenza e prende una decisione basata sul ragionamento (box da 1 a 3 a 7 a 8 a 6 a 9). Pratica riflessiva: riflettere e agire di conseguenza (box da 1 a 3 (a 5) a 7 a 5 a 6 a 9). Apprendimento esperienziale: apprendimento pragmatico razionale. (box da 1 a 3 a 7 a 5 a 7 a 8 a 6 a 9).

22 Paradoxes of learning  Centralità del learner – primary experience  C G Rogers – Freedom to learn – sottovaluta l’apprendimento formale per gli adulti – marginalità della ricerca accademica in questo ambiti-  Jarvis Adult and continuing education Theory and Practice : apprendimento insegnato-  Stili e metodi di apprendimento/insegnamento-  Stile dattico- socratico- di facilitazione

23 C. Rogers Freedom to learn (1951 -1969)  Una persona non può insegnare a un’altra direttamente, può solo facilitare il suo apprendimento. Ogni persona reagisce e risponde sulla base della propria esperienza e della propria percezione. Tuttavia il background, il retroterra di ciascun soggetto ha un forte impatto sulla sua capacità di apprendere.  Una persona apprende in modo significativo solo le cose che percepisce come capaci di far evolvere o rinforzare la struttura del sé.  L’esperienza che, se assimilata dovrebbe portare un cambiamento nella organizzazione del sé, tende a resistere di fronte alla negazione o alla distorsione dei contenuti simbolici posseduti. Per imparare è necessario essere aperti a confrontarsi con concetti/ visioni del mondo ecc. diversi da quelli abituali.  La struttura e l’organizzazione del sé appaiono meno rigide se il clima è disteso e non coercitivo.  La situazione più efficace dal punto di vista educativo è quella in cui chi insegna appare un facilitatore che interagisce col learner  Strategie efficaci di comunicazione – chi partecipa in una discussione collabora per trovare aree di esperienza condivisa, questo permette a chi parla e a chi ascolta di rendere visibili i “propri” mondi “e in questa ricerca di mutua comprensione si può raggiungere la persuasione.Solo così si riconosce la molteplicità dei punti di vista e si ottiene la libertà di scegliere tra mantenere I vecchi punti di vista o accettarne dei nuovi.

24 Definizioni  Stili modi con cui si creano ambienti di apprendimento ( trans - azione dell’insegnamento e dell’apprendimento) – relazioni tra individui e tra individui e saperi  Metodi procedure con cui si realizzano comportamenti specifici finalizzati all’apprendimento

25 Stili di apprendimento e stili cognitivi  La differenza tra i due concetti non risiede nel risultato, ma negli ambiti che vengono presi in considerazione  Quando si parla di stili cognitivi si osserva la modalità di processare l’informazione non si tiene conto delle relazioni interpersonali, delle preferenze affettive e delle condizioni sociali.

26 Centralità della modalità di apprendimento  Professionalità dell’adult learner  Open distance learning  Rischio che si formi un mercato della educazione degli adulti

27 Strumenti della didattica eda  Condivisione  Negoziazione  Intenzionalità

28 J.Bruner apprendimento reciproco- competenza narrativa  Studia alla Duke University, poi alla Harvard University di New York, dove conseguì il Ph.D. in psicologia nel 1941. Ph.D.  Durante la seconda guerra mondiale si occupa di propaganda e opinione pubblica. Lavora a stretto contatto con Hadley Cantril. Studia motivazione e percezione. Nel 1945 divenne professore ad Harvard. Incontro con Jean Piagetseconda guerra mondialepropagandaopinione pubblicaHadley Cantrilpercezione 1945HarvardJean Piaget  Nel 1956 Bruner, e R. W. Brown pubblicarono A study of thinking,1956R. W. BrownA study of thinking  1957 lancio dello Sputnik sovietico critica al sistema scuola e università americana 1959 Conferenza di WOODS HOLE  1960 primo libro cognitivista, The process of education. Nel 1966 pubblicò Studies in cognitive growth.The process of education1966Studies in cognitive growth  Nel 1983 è uscita una sua autobiografia intitolata In search of mind: essay in autobiography1983In search of mind: essay in autobiography

29 J.Bruner  Teorie cognitiviste e teoria sistematica dell’istruzione non sono specificamente rivolte agli adulti, ma Jarvis e Knowles utilizzano le sue teorie.  Metodo della scoperta.  Apprendimento reciproco  Competenza narrativa

30 criteri / teorie relative ai processi di istruzione  Esperienze efficaci per sollecitare la predisposizione ad apprendere  Strutturare le conoscenze per permettere un rapido apprendimento  Specificare le sequenze efficaci  Specificare la gradualità delle ricompense/ riconoscimenti

31 Approcci all’apprendimento  La motivazione dipende dai contesti che determinano diversi approcci all’apprendimento  Insegnamento –apprendimento espositivo trasmissione / ascolto  Insegnamento- apprendimento ipotetico  processo / cooperazione

32 La competenza narrativa un ponte verso il life long learning  “La cultura plasma la mente fornisce l’insieme dei mezzi attraverso i quali costruiamo, non solo il nostro mondo,ma la nostra concezione di noi stessi e delle nostre capacità”  Conoscenza come attribuzione di significato ( processo sociale)  La conoscenza non nasce solo in una dimensione solo intellettuale, perché l’intelligenza richiede sempre un uso della relazione e della pratica

33 Apprendimento reciproco: il principio di interazione 1  Prospettiva - il significato dipende dalla prospettiva in cui questo è inserito  Limitazione – la capacità di interpretare dipende dai repertori simbolici di cui si dispone ( D.Olson ruolo della alfabetizzazione)  Interazione – situazioni organizzative che favoriscono ( non favoriscono) l’apprendimento reciproco

34 Apprendimento reciproco: il principio di interazione 2  Esternalizzazione trasformare in prodotti/ simboli/ oggetti le nostre riflessioni ( centralità della scrittura) è dalla esternalizzazione che nascono i processi di meta cognizione  Strumentalismo ---- utilità delle conoscenze e dei saperi  Identità e autostima ---- memoria autobiografica

35 La narrazione  Modalità di pensiero che aiuta a creare una visione del mondo in cui si possa immaginare una collocazione del sé, un mondo personale  Raccontarsi come strumento auto conoscitivo e trasformativo

36 PAULO FREIRE 1921 -1997  Brasile- esperienza della Grande Depressione del 1929,Grande Depressione1929  studia filosofia e psicologia del linguaggio. Nel 1946, è nominato direttore del Dipartimento di Educazione e Cultura del Servizio Sociale nello Stato del Pernambuco ; teologia della liberazione (nel suo caso, un incrocio di marxismo e cristianesimo).In Brasile in quel periodo, l'istruzione era richiesta per poter votare alle elezioni presidenziali. Nel 1961 è nominato direttore del Dipartimento per l'Espansione Culturale dell'Università di Recife, e nel 1962 applica le sue teorie, 300 lavoratori di canna da zucchero impararono a leggere e a scrivere in 45 giorni. In risposta a questo esperimento, il governo brasiliano approvò la creazione di migliaia di circoli culturali nel paese. Nel 1964, colpo di stato militare l'arresto e l'imprigionamento di Freire come traditore per settanta giorni. esilio in Bolivia, Freire lavorò in Cile per cinque anni per il Movimento Cristiano Democratico di Riforma Agraria. Nel 1967, Freire pubblicò il suo primo libro, L'educazione come pratica di libertà.filosofiapsicologia del linguaggio1946Pernambucoteologia della liberazionemarxismocristianesimo196119621964BoliviaCile1967

37 La pedagogia degli oppressi  1967 il libro più famoso, La pedagogia degli oppressi,  Insegna a Harvard a Cambridge, a Ginevra, in Svizzera, consigliere educativo speciale per il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Consigliere nella riforma educativa dei formatori nelle colonie portoghesi in Africa, in particolare in Guinea Bissau e Mozambico.Nel 1979, fa ritorno in Brasile, per rientrarvi stabilmente nel 1980. Freire si unì al Partido dos Trabalhadores, nella città di São Paulo, e fa da supervisore per il suo progetto di alfabetizzazione degli adulti dal 1980 al 1986. Quando il PT vinse le elezioni municipali del 1986, Freire fu nominato Segretario dell'Educazione per São Paulo.Nel 1991, fu fondato a São Paulo l'Instituto Paulo Freire, per estendere ed elaborare le sue teorie sull'educazione popolare. L'istituto accoglie gli archivi personali dello stesso Freire.muore il 2 maggio del 1997mbridgeGinevraSvizzeraConsiglio Ecumenico delle ChieseGuinea BissauMozambico19791980Partido dos TrabalhadoresSão Paulo19861991

38 Indice della Pedagogia degli oppressi (1)  Capitolo I- Giustificazione della pedagogia dell'oppressoGiustificazione della pedagogia dell'oppresso  - La contraddizione oppressori/oppressi e il suo superamentoLa contraddizione oppressori/oppressi e il suo superamento  - La situazione concreta di oppressione e gli oppressori  - La situazione concreta di oppressione e gli oppressiLa situazione concreta di oppressione e gli oppressi  - Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: gli uomini si liberano nella comunione Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: gli uomini si liberano nella comunione  - Capitolo II - La concezione "depositaria" dell'educazione è uno strumento di oppressione.La concezione "depositaria"  - La concezione "depositaria" e la contraddizione educatore/educando.  La concezione "problematizzante" e il superamento della contraddizione educatore/educando: nessuno educa nessuno - nessuno educa se stesso - gli uomini si educano tra loro, con la mediazione del mondosuperamento della contraddizione educatore/educando  - L'uomo come essere inconcluso, cosciente delle sua inconclusione, e la sua permanente ricerca di "essere di più"  - Capitolo III- La dialogicità. Essenza dell'educazione come pratica della libertà. Dialogicità e dialogoLa dialogicità  - Il dialogo comincia nella ricerca del contenuto programmatico dell'educazione  - I rapporti uomini/mondo, i "temi generatori" e il contenuto programmatico di questa educazione. La ricerca dei "temi generatori" e la sua metodologia"temi generatori"  - La ricerca dei "temi generatori" come fattore di coscientizzazione.

39 Indice (2) Capitolo IV - Il dialogo e l'anti-dialogo come matrici di teorie opposte sull'azione culturale: il dialogo serve alla liberazione, 'antidialogo all'oppressione - La teoria dell'azione anti-dialogica e le sue caratteristiche: a) La conquista b) Dividere per dominare c) La manipolazione d) L'invasione culturale e) Compiti della leadership rivoluzxionaria - La teoria dell'azione dialogica e le sue caratteristiche a) La collaborazione b) Uniti per liberareUniti per liberare c) L'organizzazione d) La sintesi culturale - ConclusioneConclusione -


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