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Corso di Analisi economico - Finanziaria Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 1.

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1 Corso di Analisi economico - Finanziaria Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 1

2 Analisi economico finanziaria: utilità nell’ambito delle procedure concorsuali Fallimento Concordato Preventivo Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 2

3 Fallimento – Relazione ex art. 33 l.f. (R.D. n. 267/1942) Ai sensi dell’art. 33 l.f. il Curatore Fallimentare deve presentare al Giudice Delegato “una relazione particolareggiata sulle cause e circostanze del fallimento, (…) sulla responsabilità del fallito o di altri e su quanto può interessare anche ai fini delle indagini preliminari in sede penale.” Oltre a tale adempimento iniziale, il Curatore, nel suo incarico di pubblico ufficiale, è tenuto ad informare il Giudice anche in seguito ogni volta che venga a conoscenza di elementi rilevanti per la procedura. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 3

4 Cause e circostanze del Fallimento - 1 Nel redigere la parte della Relazione che riguarda le cause e circostanze del fall.to, il Curatore Fallimentare, nel poco tempo a sua disposizione (60 gg. dalla dichiarazione di fall.to), oltre a raccogliere informazioni da parte di chi ha gestito l’impresa, deve esaminare i documenti economico contabili di sintesi relativi agli ultimi esercizi di attività: ossia i bilanci. Dalla lettura di questi ultimi, potranno essere individuati i principali fatti di gestione che hanno caratterizzato l’andamento dell’attività negli ultimi esercizi prima del fallimento. Il Curatore deve cercare di individuare le cause e le circostanze che hanno portato l’impresa allo stato di insolvenza ed il momento a partire dal quale hanno cominciato a manifestarsi. Lo stato di insolvenza, infatti, presupposto oggettivo del Fallimento, rappresenta un momento topico per arrivare al quale l’impresa attraversa vari stadi che possono presentarsi su un arco temporale più o meno lungo. In quest’ambito, strumento di fondamentale importanza per il Curatore, è l’analisi di bilancio. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 4

5 Cause e circostanze del Fallimento – 2 L’analisi dei prospetti di bilancio riclassificati, attraverso l’evidenziazione di classi omogenee, risultati intermedi e quozienti finanziari e di redditività, per i tre/cinque esercizi antecedenti a quello del fallimento, fornisce informazioni utili al fine di determinare: 1.l’entità del dissesto; 2.il momento in cui la crisi può dirsi divenuta non più reversibile ma, irreversibile, ovvero stato di insolvenza. Nella fase, più o meno lunga, che precede il dissesto, si presentano fattispecie tipiche, anche in concomitanza fra di loro: redditività negativa; squilibri finanziari nella correlazione tra fonti e copertura degli impieghi che possono dare origine a situazioni anomale quali ad esempio: dismissioni di attivo per far fronte ad impegni a breve termine; incrementi delle linee di credito per continuare a pagare i fattori produttivi; problemi di liquidità; irrigidimento dell’attivo: allungamento dei tempi medi di incasso di crediti e scarsa velocità di rotazione del magazzino; incremento degli oneri finanziari. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 5

6 Responsabilità del fallito e di altri Nella Relazione ex art. 33 l.f., il Curatore deve dar conto anche di eventuali responsabilità del fallito e di altri. (Per fallito deve intendersi: nel caso di fall.to di un imprenditore individuale, il titolare dell’impresa; nel caso di fall.to di un soggetto collettivo, l’amministratore/i.) Questa parte della relazione è molto delicata perché potrebbero emergere anche responsabilità di carattere penale da segnalare addirittura alla Procura della Repubblica. Per questo motivo, anche ai fini di questa valutazione, è importante che il Curatore, analizzando le dinamiche reddituali e finanziarie, capisca: a partire da quando si sono mostrati i primi segnali di quella crisi che è diventata poi insolvenza: per valutare se il comportamento tenuto dal fallito in questo lasso di tempo è stato corretto o se invece è stato teso a nascondere le problematiche ed allungare i tempi in modo artificioso, aggravando il dissesto; le cause dell’insolvenza: per cercare di comprendere quanta parte hanno avuto le scelte gestionali operate. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 6

7 Analisi Economico Finanziaria strumento per la relazione ex art. 33 l.f. Ai fini delle redazione delle relazione ex art. 33 l.f., nelle parti che interessano ai nostri fini, il Curatore procede ad un’analisi dei prospetti di bilancio (laddove presenti) relativi ai tre/cinque esercizi antecedenti al fall.to, attraverso i seguenti passaggi: 1.ricerca dei dati contabili da analizzare tramite richiesta all’amministratore: non sempre i bilanci sono disponibili, in certi casi non sono stati redatti e/o depositati; in questi casi, il Curatore basa la sua analisi o su situazioni contabili messe a disposizione o, nella peggiore delle ipotesi, su situazioni ricostruite extracontabilmente. 2.Riclassificazione dei prospetti: lo Stato Patrimoniale, in genere, viene riclassificato secondo il criterio finanziario ed il Conto Economico secondo il criterio funzionale evidenziando, a seconda della maggior significatività, a volte il margine di contribuzione, a volte il valore aggiunto. 3. Calcolo degli indici reddituali, finanziari e di rotazione/durata più significativi: ROE, ROI, Tasso di indebitamento, quoziente di liquidità, rotazione e durata dell’attivo corrente e delle sue componenti. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 7

8 Caso 1 – Fallimento società Alfa s.r.l. Fallimento del settembre 2008 ad oggi chiuso. Oggetto dell’attività: vendita al dettaglio di articoli tessili per l’arredamento e di biancheria per la casa. Settore commercio. Sede: Provincia di Pisa. Fallimento in proprio: in questo tipo di fall.ti, in genere, i documenti contabili messi a disposizione della Curatela sono più copiosi di quanto succede comunemente in altre procedure, nelle quali non sempre si riesce ad ottenere i bilanci o addirittura questi documenti non sono state redatti e/o depositati. Documentazione prodotta: bilanci civilistici dal 31.12.2004 al 31.12.2007. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 8

9 Bilanci civilistici società Alfa s.r.l. 2004 -2007 Situazioni Patrimoniali Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 9

10 Bilanci civilistici società Alfa s.r.l. 2004 -2007 Conti Economici Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 10

11 Riclassificazione delle Situazioni Patrimoniali Criterio Finanziario Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 11

12 Riclassificazione dei Conti Economici a ricavi e costo variabile del venduto Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 12

13 Calcolo dei principali indici Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 13

14 Conti Economici riclassificati Analisi Dal lato reddituale, si notano: un costante decremento del fatturato a partire dal 2005 fino ad arrivare ad un drastico ridimensionamento nel 2007 quando si perde più di un 60% rispetto all’anno precedente; un costante e significativo calo del margine di contribuzione che diventa insufficiente a far fronte ai costi di struttura nell’esercizio 2007 : fino a tale momento, infatti, la gestione è riuscita a rimediare a tale calo ridimensionando i costi fissi di gestione, in particolare tra gli esercizi 2005 e 2006, quando i costi fissi calano di oltre il 54%; nonostante il calo del fatturato, almeno fino al 2007, il risultato operativo della gestione e quello di esercizio si mantengono positivi; gli oneri finanziari tendono ad aumentare fino all’esercizio 2007. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile 14

15 Situazioni Patrimoniali riclassificate Analisi Dal lato finanziario si notano: un incremento costante e molto significativo dei crediti commerciali; un decremento delle rimanenze che si mantengono però sempre di ammontare molto elevato; un decremento delle passività a breve termine a fronte invece di un incremento considerevole di quelle consolidate tra il 2004 ed il 2005; scarsa significatività dei mezzi propri rispetto al ricorso al debito bancario: il tasso di indebitamento finanziario è sempre molto elevato così come il costo dell’indebitamento; il passivo corrente è sempre molto più elevato della liquidità immediata: questo significa che per far fronte a tale passivo (che scade a breve, nei 12 mesi) si deve necessariamente contare sulla liquidità differita che ricordiamo essere rappresentata in buona parte da crediti commerciali soggetti al rischio di inesigibilità. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile 15

16 Analisi Dalla lettura degli indici si nota che:  il ROI si mantiene costante fino al 2007: il calo del fatturato, infatti, come abbiamo già rilevato non porta ad un risultato operativo negativo fino al 2007. Risultato operativo e Capitale Investito si mantengono costanti fino all’esercizio ante fall.to.  L’indice di durata media dei crediti commerciali è in costante e significativo aumento: si passa da una durata di 154 gg. (già elevato) ad una di 843 gg. nel 2007 (più di due anni per incassare un credito, questo dato porta a ritenere che tali crediti siano ormai inesigibili).  L’indice di durata media del magazzino è sempre alto: nel 2007 raggiunge il suo culmine con 614 gg. di durata media delle scorte prima di un completo rinnovo del magazzino: si tratta di un lasso di tempo lungo considerata anche la tipologia di merce venduta dalla società: arredamento e biancheria per la casa non deteriorabile ma soggetta a “mode” e di basso valore unitario.  Il Tasso di indebitamento è elevato così come anche il costo dell’indebitamento. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 16

17 Commenti all’analisi – Relazione ex art. 33 l.f. Dall’analisi operata, il Curatore Fallimentare può trarre una serie di conclusioni: in primo luogo, l’esercizio 2007 segna veramente un cambio di passo per la situazione reddituale dell’impresa: il fatturato crolla e si chiude per la prima volta in perdita. Negli esercizi precedenti al calo di fatturato si è fatto fronte con un ridimensionamento dei costi di struttura. Fino al 2007, anche la criticità della situazione finanziaria, caratterizzata da una forte incidenza dei mezzi di terzi rispetto a quelli propri, è stata gestita: il decremento delle passività a breve termine a fronte di un incremento considerevole di quelle consolidate tra il 2004 ed il 2005 fa pensare all’attuazione di una operazione di consolidamento dei debiti bancari attraverso l’accensione di finanziamenti a medio lungo termine per coprire passività a breve (scoperti di c/c). In realtà, ci sono segnali che inducono a ritenere che la crisi, manifestatasi nel 2007, abbia le sue radici più indietro nel tempo: l’elevato e crescente ammontare dei crediti commerciali: è probabile che buona parte di questi crediti sia diventata inesigibile ma che non siano state operate le dovute svalutazioni nel bilancio per evitare che emergessero perdite. (segue) Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 17

18 Commenti all’analisi – Relazione ex art. 33 l.f. (segue) In questa ipotesi, l’amministratore avrebbe la responsabilità civilistica di aver allungato i tempi di manifestazione dell’insolvenza, aggravando il dissesto. Esiste anche un’altra ipotesi: può darsi che i crediti siano stati incassati dall’amministratore e che questi abbia trattenuto indebitamente somme che avrebbero dovute essere versate nelle casse sociali o sui conti correnti sociali. Questa ipotesi potrebbe integrare un caso di reato che il Curatore sarebbe tenuto a segnalare (qualora raccolga prove) alla Procura della Repubblica. L’elevato ammontare del magazzino e l’indice di durata media sempre alto: nel 2007 raggiunge il suo culmine con 614 gg. di durata media delle scorte prima di un completo rinnovo del magazzino. Si tratta di un lasso di tempo lungo considerata anche la tipologia di merce venduta dalla società. Questo fatto potrebbe significare o l’aver operato acquisti sbagliati che non si è riusciti a vendere o aver “gonfiato” negli anni il magazzino indicando importi non corrispondenti al vero così da mascherare perdite e prolungare l’agonia del’impresa. Sicuramente nella relazione si deve dar conto di quanto sopra ed esprimere perplessità circa la scelta gestionale di finanziare con ricorso al debito bancario un attivo rappresentato da poste di dubbia liquidabilità quali quelle sopra descritte. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 18

19 Caso 2 – Fallimento società Beta s.r.l. Fallimento del gennaio 2009 ad oggi in chiusura. L’attività è ferma dal 2007. Oggetto dell’attività: settore conciario, distretto di Santa Croce s. Arno (PI). Fallimento non in proprio: scarsa documentazione messa a disposizione. Non sono stati depositati i bilanci per gli ultimi esercizi. Si procede ad una ricostruzione extracontabile della situazione patrimoniale e del conto economico degli ultimi esercizi fino al 2007, quando di fatto l’attività è cessata. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 19

20 Situazioni Patrimoniali ricostruite extracontabilmente Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 20

21 Conti Economici ricostruiti extracontabilmente Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 21

22 Stati Patrimoniali riclassificati Analisi Si notano: un incremento costante degli investimenti in immobilizzazioni che da un importo iniziale nel 2003 di Euro 126.603 hanno raggiunto la cifra di Euro 495.884 nel 2007; un significativo e costante incremento anche delle poste debitorie verso le banche che, a fine 2007, hanno raggiunto la somma complessiva di Euro 702.978. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 22

23 Conti Economici riclassificati Analisi Si notano: nell’ultimo esercizio esaminato, il 2007, un drastico calo di fatturato: negli esercizi precedenti in realtà il fatturato era stato caratterizzato da un trend crescente; i costi della produzione nel 2007 hanno subito un calo rispetto al 2006 meno che proporzionale rispetto al calo del fatturato; gli oneri finanziari nel 2007 hanno raggiunto la loro entità massima, rilevando un indebitamento sempre più significativo; il risultato dell’esercizio nel 2007 è rappresentato da una perdita molto rilevante pari ad Euro 194.686 che ha portato il Patrimonio Netto addirittura a valori negativi. Negli esercizi precedenti i risultati sono sempre stati negativi ma VA, MOL e RO no: in questi anni è stato il risultato dell’area finanziaria a determinare la chiusura in perdita. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 23

24 Indici Dall’andamento degli indici di redditività si desume quanto già evidenziato in sede di riclassificazione del Conto Economico: il Roi è positivo fino al 2007, il Roe è sempre negativo. Il tasso di indebitamento è sempre molto elevato fino a raggiungere proporzioni considerevoli nel 2006; Dall’analisi dei quozienti di liquidità si può intuire che, a fronte di un attivo corrente (Ld + Li) che si mantiene sempre di ammontare piu’ o meno stabile, il passivo corrente (Pb) cresce e così quello consolidato (Pc): questo significa che con queste due tipologie di fonti si finanzia attivo fisso. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 24

25 Commenti all’analisi: Relazione ex art. 33 l.f. Prima di descrivere nel dettaglio i punti di debolezza propri della gestione della società fallita, occorre evidenziare che il comparto in cui operava, ossia quello conciario, ha subito negli ultimi anni una crisi irrimediabile che ha comportato un incisivo ridimensionamento del settore. A livello locale, l’importante comparto di Santa Croce s. Arno (PI) ha visto uscire dal mercato realtà aziendali rappresentate da concerie storiche. In tale contesto la società fallita è nata ed ha iniziato ad operare in tempi abbastanza recenti, nel 2003, quando ancora la crisi non era conclamata ma probabilmente i tempi migliori erano passati. Andando a descrivere le criticità proprie della società fallita, occorre evidenziare quanto segue: dal lato della situazione finanziaria, una evidente carenza di mezzi propri, divenuti addirittura negativi al 31.12.2007, rispetto all’indebitamento verso terzi crescente e di entità veramente rilevante: si rileva che, nonostante il conseguimento di risultati di esercizio sempre negativi che hanno eroso il Patrimonio Netto, questo non è mai stato in alcun modo reintegrato neanche quando è diventato negativo nel 2007 (sicure responsabilità dell’amministratore per l’inerzia). Dal lato delle scelte gestionali, appare discutibile la scelta di incrementare gli investimenti in immobilizzazioni senza un adeguato riscontro nei risultati reddituali e finanziando l’operazione con ricorso a mezzi di terzi. Si è ottenuto un aggravio di oneri finanziari, a fronte di un irrigidimento dell’attivo senza godere di alcun beneficio reddituale. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 25

26 Concordato Preventivo Il Concordato Preventivo è una procedura concorsuale alternativa al fallimento. Si apre quando lo stesso debitore presenta ricorso al Tribunale e sussistono i presupposti richiesti dalla legge. Nel ricorso presentato, il debitore propone un piano ai creditori per far fronte ai suoi debiti: il contenuto del piano può essere molto vario, spesso trattasi di una proposta di cessione di beni patrimoniali totale in favore dei creditori. L’organo giudiziario chiamato a valutare la fattibilità di tale piano e ad indagare circa le cause del dissesto ed eventuali responsabilità è il Commissario Giudiziale. Anche nell’ambito di questa procedura concorsuale, l’analisi economico finanziaria è un valido ed indispensabile strumento di lavoro, in particolare in due momenti: in primo luogo, per i professionisti che assistono il debitore: questi, infatti, devono cogliere il momento in cui si presenta lo stato di crisi e devono farlo prima che questo diventi vera e propria insolvenza. Lo stato di crisi, infatti, è presupposto per presentare il ricorso al Tribunale perché venga aperta la procedura di co.pre. (art. 160 l.f.). In secondo luogo per il Commissario Giudiziale, in sede di redazione della Relazione ex art. 172 l.f., dove deve dar conto in modo particolareggiato, fra l’altro, delle cause del dissesto e della condotta del debitore. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 26

27 Analisi Economico Finanziaria nel Concordato Preventivo Individuazione dello stato di crisi: art. 160 l.f. Per stato di crisi si deve intendere una situazione di difficoltà economico o finanziaria comprensiva anche dell’insolvenza. Nello stato di crisi rientrano sia l’insolvenza vera e propria sia situazioni ad essa prodromiche. L’importanza dell’analisi economico finanziaria in questo contesto è proprio quella di aiutare a cogliere sin dall’inizio le difficoltà dell’impresa così da poter usufruire per tempo degli strumenti messi a disposizione dalla legge fallimentare, prima che qualche creditore presenti istanza di fall.to. Questo tipo di analisi è di competenza dei professionisti che seguono l’impresa in crisi che devono avere la prontezza di utilizzarla e la capacità di saperne trarre le informazioni necessarie. Redazione della Relazione ex art. 172 l.f. Una volta che il ricorso per il concordato preventivo è stato presentato e che il Tribunale lo ha accolto dichiarando aperta la procedura e nominando il Commissario Giudiziale, questi ha un compito assai arduo quello di redigere una relazione, prevista dall’art. 172 l.f., per informare i creditori e renderli edotti al fine di votare o meno la proposta di concordato. In questa Relazione, fra le altre cose, il Commissario deve dar conto in modo particolareggiato delle cause del dissesto e della condotta del debitore per verificare il compimento di eventuali atti di frode. Anche in questo caso, l’analisi economico finanziaria aiuta a capire quali sono le cause della crisi, la sua entità e quando ha trovato origine. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 27

28 Caso 3 – Concordato Preventivo società Gamma s.p.a. Ricorso presentato a giugno 2010. Il Concordato è stato omologato a novembre 2010. Siamo in fase di Liquidazione Giudiziale. Oggetto dell’attività: settore conciario, distretto di Ponte a Egola – San Miniato (PI). Sono stati depositati i bilanci per gli ultimi cinque esercizi. Nel Concordato Preventivo, in genere, c’è massima disponibilità da parte del debitore a produrre i documenti richiesti dal Commissario Giudiziale: questi, infatti, deve esprimere un giudizio anche sulla sua condotta; inoltre il Concordato, come si diceva, è ad iniziativa dello stesso imprenditore che ha tutto l’interesse a che la procedura vada avanti, aprendosi, in caso contrario il fall.to. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 28

29 Situazioni Patrimoniali società Gamma s.r.l. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 29

30 Situazioni Patrimoniali riclassificate Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 30

31 Conti Economici riclassificati Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 31

32 Indici Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 32

33 Analisi Dall’analisi comparata si rileva in prima istanza che gli ultimi tre bilanci (2007, 2008 e 2009) hanno chiuso con perdite di esercizio di notevoli dimensioni. Peraltro anche nei due esercizi precedenti (2005 e 2006) l’impresa presentava una scarsa efficienza economica, confermata da un indice ROI pari, rispettivamente, al 3% e al 4%. La perdita del 2008 è attribuibile a diversi fattori: una variazione delle rimanenze (soprattutto dei prodotti finiti), negativa per oltre 3,5 milioni di euro (nella Nota Integrativa al bilancio di quell’anno si legge che il valore presumibile di realizzo delle giacenze di pellami è stato determinato da continue flessioni). Gli altri due fattori che hanno pesantemente condizionato il conto economico dell’esercizio 2008 sono rappresentati dalla già accennata diminuzione del fatturato (- 11,96% sul 2007) e da perdite su crediti per oltre 0,5 milioni di euro. Fatto saliente dell’esercizio 2009 è l’importante ulteriore riduzione registratasi nel fatturato aziendale (-22,57% sul 2008) che, unitamente a nuove perdite su crediti, contabilizzate per circa 0,7 milioni di euro, e agli oneri finanziari, ormai superiori al 5% del fatturato aziendale, hanno determinato una perdita dell’esercizio di Euro 1.366.958,00, riducendo il patrimonio netto a Euro 12.983,00. Su tale situazione ha gravato, per tutto il quinquennio esaminato, un pesante indebitamento, che, già superiore all’80% del fatturato nei tre anni più lontani, ha raggiunto e superato tale aggregato nel 2008 e nel 2009. Si ritiene che una delle cause principali dell’elevato indebitamento sia stata rappresentata, per gli anni dal 2005 al 2007, da un certo grado di immobilizzo delle rimanenze di magazzino e per gli ultimi due esercizi (2008 e 2009) dalle perdite economiche subite. Anche dai quozienti di liquidità, che misurano la capacità dell’impresa di coprire l’indebitamento a breve termine, si vede come questa sia andata peggiorando negli anni fino ad arrivare nel 2008 e nel 2009 ad avere un passivo corrente superiore all’attivo corrente. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 33

34 Commenti all’analisi: Relazione ex art. 172 l.f. Dall’esame dei bilanci, come già sopra precisato, è emerso chiaramente che, quantomeno a partire dal 2007, potevano essere rilevati i primi sintomi della imminente crisi, divenuta poi manifesta nel 2008. Il Commissario Giudiziale, come si poteva già intuire anche dagli schemi di bilancio, ha verificato che nel 2008, per far fronte alla ingente perdita di esercizio subita, il socio di maggioranza ha conferito una azienda nella società Gamma s.p.a., il cui grosso valore era rappresentato da immobili. Tale conferimento (pur adempiendo alla normativa civilistica in materia di copertura delle perdite di esercizio) ha reso la struttura patrimoniale ancora più rigida e non ha migliorato i problemi finanziari, considerato che unitamente ai beni immobili sono stati conferiti nella società Gamma anche i mutui ipotecari garantiti da tali immobili precedentemente accesi dal socio conferente. Il Commissario ritiene che dinanzi ad una perdita così elevata sarebbe servita una approfondita analisi di tutta la struttura e dell’organizzazione aziendale che avrebbe dovuto portare ad assumere tempestive e incisive (se non radicali) iniziative come l’approntamento di un vero e proprio piano di ristrutturazione industriale. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 34

35 La Riforma del Fallimento Art. 33 D.L. n. 83/2012 conv. Nella Legge n. 134 del 7 agosto 2012 Nuovo ruolo per l’analisi economico finanziaria Con la Legge n. 134 del 7 agosto 2012 sono state apportate numerose novità alla Legge Fallimentare per migliorare e agevolare la gestione delle crisi aziendali. Tali novità, in vigore dal 11 settembre 2012, rilevano anche ai nostri fini perché attribuiscono un ruolo di sempre maggior importanza all’analisi economico finanziaria al fine, non solo di prevenire e pronosticare la crisi, ma anche come strumento necessario per elaborare e proporre dei piani di risanamento credibili sia in ambito giudiziario che extragiudiziario. Di fatto con la riforma si ampliano gli strumenti a disposizione delle imprese per gestire la crisi e diventa quindi più delicata la scelta tra questi e la gestione della fase operativa, per la quale si richiede sempre maggior preparazione al consulente anche in considerazione delle maggiori responsabilità allo stesso attribuite. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 35

36 Vecchi e nuovi strumenti di gestione della crisi e ruolo dell’analisi economico finanziaria 1. Piano attestato di risanamento (ex art. 67 co. III lett. d) l.f.): non richiede nessun tipo di accordo e non è inquadrabile come procedura concorsuale ma è necessaria l’asseverazione di un esperto indipendente circa fattibilità ed astratta idoneità a consentire il superamento della crisi; 2. gli accordi di ristrutturazione dei debiti ( ex art. 182 bis l.f.): è uno strumento para – giudiziale caratterizzato da due fasi: una stragiudiziale in cui l’imprenditore in crisi rinegozia con i creditori la propria situazione debitoria e una giudiziale in cui l’accordo, per essere produttivo di effetti legali, deve essere omologato dal Tribunale; 3. il nuovo concordato preventivo (ex art. 160 l.f.) ed in particolare il concordato in continuità (ex art. 186 bis l.f.); 4. infine, il fallimento e nel suo ambito il rinnovato concordato fallimentare. In ciascuno di questi casi è necessaria la predisposizione di un piano: 1. nel primo caso si tratta di un piano industriale in continuità ed il professionista deve attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano, ovvero che il piano appaia idoneo a consentire il risanamento dell’esposizione debitoria dell’impresa e ad assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria. 2. anche nel secondo caso serve un piano industriale che può essere sia in continuità che un piano di liquidazione. In questo caso il professionista deve attestare la veridicità dei dati aziendali e l’attuabilità dell’accordo di ristrutturazione, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 36

37 - continua. 3. nel caso di concordato preventivo, il piano industriale può essere sia in continuità che un piano di liquidazione, nel primo caso il piano è innestato in un concordato con continuità ( art. 186 bis l.f.) e deve prevedere la prosecuzione dell’attività e contenere l’analitica indicazione dei costi e dei ricavi attesi dalla prosecuzione dell’attività, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di copertura. Il professionista, in questo caso, oltre a dover attestate la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano, in caso di concordato con continuità, deve attestare anche che la prosecuzione dell’attività prevista nel piano è funzionale alla migliore soddisfazione dei creditori. In ciascuno di questi casi, le responsabilità attribuite al professionista sono assai rilevanti, infatti, oltre alla responsabilità contrattuale lo stesso è soggetto alla responsabilità penale da reato di falso in attestazioni e relazioni ( ex art. 236 bis l.f.). Nei casi in cui venga integrata l’ipotesi di reato, è prevista la pena della reclusione da due a cinque anni e la multa da Euro 50.000 ad Euro 100.000, aumentabili (fino al terzo) se il fatto è commesso allo scopo di conseguire, per sé o per altri, un ingiusto profitto e fino alla metà se dal fatto consegue un danno per i creditori. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 37

38 La struttura di un piano industriale e finanziario L’introduzione nella legge Fallimentare di un’apposita regolamentazione del concordato in continuità aziendali enfatizza la necessità che la proposta di concordato sia corredata da un piano industriale e finanziario. Da un punto di vista contenutistico, un piano industriale e finanziario attendibile dovrà evidenziare, come suo contenuto minimo: a) le performance storiche dell’impresa degli ultimi tre/cinque anni; b) la sommaria individuazione delle ragioni della crisi; c) gli interventi industriali e finanziari previsti per superare la crisi; d) le assunzioni che consentono di valutare come realizzabili gli interventi e i risultati attesi; e) i conti economici previsionali; f) i flussi di cassa; g) gli stati patrimoniali previsionali. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 38

39 Il contributo dell’advisor industriale 1. Raccoglie tutte le informazioni insieme al managament/proprietà dell’impresa; 2. svolge un’analisi prospettica del settore; 3. verifica le principali criticità aziendali; 4. stabilisce una strategia complessiva: sulla base delle risultanze di questa attività sarà elaborato un piano finanziario ed una proposta di manovra da offrire ai terzi coinvolti nella ristrutturazione del debito. In pratica, tale professionista dovrà: - in primo luogo, effettuare una approfondita analisi economico e finanziaria (trend storico e piani esistenti); - in secondo luogo, operare una analisi delle componenti organizzative e di business. Il ruolo di questa importante figura professionale e degli strumenti che utilizza, tra cui l’analisi economico e finanziaria, assumono una importanza crescente anche nel mondo delle PMI grazie alle novità giuridiche in materia di gestione della crisi di impresa ed in particolare al nuovo ruolo assunto dalla possibilità della continuità aziendale. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 39

40 Il Concordato Preventivo con continuità aziendale L’art. 186 bis l.f. (aggiunto dalla lettera h) del co. I dell’art. 33 D.L. 83/2012) regola una importante fattispecie di concordato: ossia quello che preveda la prosecuzione dell’attività di impresa da parte dell’imprenditore. In questo caso, lo stesso art. 186 bis l.f. II co. prevede che il piano da allegare al ricorso contenga una analitica indicazione dei costi e dei ricavi attesi dalla prosecuzione della attività, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di copertura. Il contenuto del piano dunque si fa più dettagliato e richiede una analisi completa delle previsioni reddituali e finanziarie. Strumento fondamentale per la predisposizione dei contenuti richiesti nel piano è l’analisi economico e finanziaria anche e soprattutto per flussi. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 40

41 Importanza dell’analisi in questo tipo di concordato In questo tipo di concordato l’analisi è strumento fondamentale non solo per aiutare il Commissario ad esprimersi nella sua relazione ex art. 172 l.f. in ordine a cause del dissesto e condotta del debitore ma anche e soprattutto in ordine alla fattibilità del piano: mentre infatti nei concordati con cessione dei beni la fattibilità della proposta è legata esclusivamente al valore dell’attivo patrimoniale dell’impresa in concordato, essendo l’attività destinata alla liquidazione, nei concordati che prevedono la continuità aziendale da parte dell’imprenditore, la fattibilità della proposta è legata alle previsioni di reddito future che si basano sicuramente sul dato storico e dunque partono dall’analisi condotta. Naturalmente l’analisi è strumento di supporto anche per i professionisti che hanno predisposto la domanda ed il piano visto che, per riuscire a proporre una domanda che possa essere ritenuta fattibile, non possono non aver considerato il dato storico e l’analisi che ne deriva. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 41

42 Caso 4 – Concordato Preventivo con continuità società Delta La domanda di concordato è stata presentata a fine 2013; la società in concordato è una società di persone che opera nel settore commerciale; la proposta prevede la continuazione dell’attività da parte dell’imprenditore con un piano di pagamento dei creditori sviluppato su un arco temporale di sette anni; l’attivo concordatario è rappresentato esclusivamente da flussi di reddito futuri: la stima di questi, dei costi conseguenti e dunque dei flussi di cassa che l’attività sarà capace di generare in futuro rappresenta l’unica risorsa a disposizione dei creditori e delle loro prospettive di soddisfazione; il Compito del Commissario Giudiziale è assai arduo: deve valutare la fattibilità del piano anche e soprattutto nella parte in cui stima i flussi di cassa futuri; Strumento fondamentale per il Commissario è l’analisi economico e finanziaria, in vari momenti: nella fase in cui si analizza lo storico, nella fase in cui si analizzano i flussi di reddito futuri, nella fase in cui si valutano i flussi di cassa stimati nel piano. Il Commissario tramite l’analisi così condotta deve esprimersi in ordine a: cause del dissesto, condotta del debitore, fattibilità del piano. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 42

43 Stati Patrimoniali storici riclassificati Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 43

44 - continua Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 44

45 Principali indici di tipo finanziario Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 45

46 Commento all’analisi Dalla riclassificazione dello stato patrimoniale si notano: - ingenti immobilizzazioni immateriali e conseguente elevata iscrizione di quote di ammortamento; - ingenti crediti verso soci; - ingenti passività consolidate; - ingenti debiti commerciali a breve termine. E’ evidente il forte peso dell’indebitamento sul patrimonio netto che a partire dal 2012 diventa addirittura negativo ed il conseguente peso degli oneri finanziari che (pur non particolarmente elevati in % essendo elevatissimo l’indebitamento) in valore assoluto superano i 100.000,00 euro in tutti gli esercizi tranne che nel primo. Anche gli indici di liquidità, che misurano la capacità dell’impresa di coprire l’indebitamento a breve termine, mostrano una debolissima struttura finanziaria, visto che a fronte di un elevato passivo corrente, la liquidità immediata è pressoché nulla e quella differita è assai modesta e lontana dall’auspicata unità (cioè dalla parità tra i due aggregati tra loro rapportati). Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 46

47 Commento all’analisi continua L’evoluzione del capitale circolante, rimasto sempre negativo, è rilevabile dalla seguente tabella: Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 47

48 Conti Economici storici riclassificati Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 48

49 Principali indici di tipo reddituale e commento all’analisi Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 49

50 Commento all’analisi – Gli esercizi hanno chiuso con modestissimi utili fino al 2012, quando la società ha chiuso prima con una perdita di Euro 284.775,00 nel 2012 e poi con una perdita di Euro 169.563,00 nel 2013. Si nota come l’esercizio 2011 abbia chiuso con un utile di Euro 9.297,00, nonostante si sia registrato un calo di fatturato del 4% rispetto all’esercizio precedente, anche in virtù dell’iscrizione di una variazione positiva del magazzino merci; – si nota altresì che anche il modesto utile di Euro 9.297,00 realizzato nel 2011, è stato conseguito a fronte dell’iscrizione di quote di ammortamento per complessivi Euro 72.968,00, quando le quote iscritte l’anno successivo sono invece di Euro 157.456,00.. Non si capisce il perché di questa differenza ma, in ogni caso, sembra di capire che si è scelto di ammortizzare nel più lungo tempo possibile e questo, se da un lato ha limitato il contenimento delle perdite, ha di fatto spostato in avanti nel tempo la problematica della copertura con i flussi di reddito dell’ingente investimento iniziale. – Il fatturato si è mantenuto relativamente costante fino al 2013 quando si è registrato un calo significativo pari al 35% rispetto all’esercizio precedente; – le rimanenze di magazzino si sono notevolmente ridimensionate nell’esercizio 2013: quando da Euro 319.531,00 iscritte nel 2012, sono passate ad Euro 85.000,00; – nell’esercizio 2013, non sono stati iscritti ammortamenti tra le componenti economiche negative: questo significa che, in realtà, la perdita subita in tale esercizio, se si considerano anche gli ammortamenti in misura equivalente all’esercizio precedente, ossia per la somma di Euro 153.405,00, è stata pari ad 322.725,00. Su tale componente negativa pesa in maniera determinate la politica di ammortamento scelta per l’avviamento: civilisticamente l’OIC 24 Immobilizzazioni immateriali, in fase di consultazione ed aggiornamento, prevede che il periodo di ammortamento dell’avviamento si effettui in cinque anni e che, in rari casi supportati da analisi economico – tecniche, si possa superare questo limite, purchè non si superino i dieci anni, in quanto le previsioni oltre tale termine sono generalmente inattendibili. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 50

51 - continua Anche il principio contabile nazionale n. 24, che risale al 2005, prevede che l’ammortamento sia effettuato, per quote costanti preferibilmente, per un periodo non superiore ai cinque anni, sono tuttavia consentiti periodi di maggior durata, che comunque non deve superare i venti anni, qualora sia ragionevole supporre che la vita utile dell’avviamento sia di durata superiore (ad esempio per imprese operanti in settori in cui non si prevedono rapidi o improvvisi mutamenti tecnologici o produttivi e che, quindi, si assumano possano conservare per lungo tempo le posizioni di vantaggio da esse acquisite nel mercato). Si può riscontrare una certa redditività nei primi esercizi ma preme sottolineare come la stessa sia fortemente influenzata da variazioni positive derivanti dalle valorizzazione delle rimanenze ed iscrizioni ridimensionate o omesse delle quote di ammortamento che, in caso di diversa gestione, visti i modestissimi risultati conseguiti nei primi esercizi, avrebbero comportato per la società il conseguimento di perdite di esercizio fin da subito. Questo appare in linea con l’analisi finanziario patrimoniale di cui sopra: la società ha iniziato a lavorare già fortemente compromessa da una pesante “zavorra” rappresentata dall’azienda conferita che, a dispetto dell’avviamento iscritto, presentava flussi di reddito appena sufficienti o addirittura insufficienti a coprire i costi della gestione corrente e le componenti negative “ereditate”, rappresentate dagli oneri finanziari e dalle quote di ammortamento dell’avviamento. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 51

52 Analisi della fattibilità del piano Stante la situazione economico finanziario storica esaminata, il proponente nel ricorso ha inserito un piano che prevede un conto economico previsionale sulla base del quale si presume che per i futuri sette esercizi la società sia in grado di produrre flussi di reddito per un totale di Euro 1.500.000. Con tali flussi si riuscirebbe ad avere la copertura finanziaria necessaria per soddisfare i creditori nelle percentuali previste nel piano. Compito del Commissario è di valutare la fattibilità del piano e dunque di verificare la bontà e la credibilità delle ipotesi di calcolo proposte: in altre parole, nella sua relazione ex art. 172 l.f. rivolta ai creditori, il Commissario deve spiegare loro se a suo avviso la società sarà davvero in grado, nell’arco di tempo considerato, di produrre i flussi di reddito (attivo concordatario) indicato. Il compito è complesso e strumento fondamentale è l’analisi condotta sui dati storici. Partendo da questa, infatti, il Commissario è in grado di elaborare il Conto economico previsionale e di verificare se si discosta dalle stime del ricorso. In particolare, informazione fondamentale è l’andamento del margine di contribuzione che si è ottenuto con la riclassificazione del CE a margine di contribuzione. Partendo da questo dato, si cercare di ipotizzare l’andamento del margine futuro e, dunque, una volta stimato il trend di fatturato, si possono stimare i costi diretti di produzione. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 52

53 Conto Economico Previsionale Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 53

54 Commenti al Conto Economico Previsionale Se si vanno a sommare i risultati netti di esercizio che scaturiscono dal CE previsionale elaborato, si nota che i flussi di reddito attesi sono decisamente al di sotto di quelli stimati nel piano allegato al ricorso: questo perché nel piano si sono ipotizzati dei flussi di fatturato e dei margini di contribuzione eccessivamente elevati e poco verosimili. Il Commissario nella costruzione del suo CE previsionale si è attenuta all’analisi storica del margine di contribuzione e ha considerato il margine medio dell’ultimo quinquennio per le sue valutazioni. I flussi di reddito che si ottengono, fortemente ridimensionati rispetto a quelli previsti nel piano, non sono in grado di far fronte al fabbisogno concordatario, dunque questo è elemento già di per sé sufficiente per il Commissario per esprimere un giudizio di fattibilità negativo. Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 54

55 Esempio di piano allegato al ricorso con flussi finanziari attesi (per primo anno) Dott.ssa Francesca Dal Porto Commercialista – Revisore Contabile Cultrice di Analisi Economico - Finanziaria 55


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