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  Il termine collocation fu coniato da J. R. Firth negli anni ‘50, e indicava una co-occorrenza abituale di lessemi individuali: il significato di una.

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Presentazione sul tema: "  Il termine collocation fu coniato da J. R. Firth negli anni ‘50, e indicava una co-occorrenza abituale di lessemi individuali: il significato di una."— Transcript della presentazione:

1   Il termine collocation fu coniato da J. R. Firth negli anni ‘50, e indicava una co-occorrenza abituale di lessemi individuali: il significato di una parola dipende dalle altre parole con cui si combina  Ogni lingua ha le sue collocazioni, che hanno carattere idiosincrasico per motivi culturali, letterari, storici… e sono il risultato della loro ripetizione nel tempo, che fa sì che si fissino come unità  Sono semanticamente trasparenti, ma essendo idiosincrasiche sono uno scoglio per l’apprendimento Definizione

2  Altre definizioni che ne sono state date sono:  combinazioni probabili o solite di parole  combinazioni ristrette in cui un lessema (base) esige la presenza di un altro (collocazione) Esse sono quindi delle unità lessicali formate da due lessemi che co-occorrono frequentemente; sono parzialmente composizionali, in quanto la base mantiene il suo significato, ma il collocativo ne acquisisce uno particolare in base al lessema cui si unisce Definizione

3  Koike definisce sei caratteristiche delle collocazioni; di tipo formale sono:  co-occorrenza frequente (ma a volte i due lessemi potrebbero anche presentarsi separate  distanza collocazionale  restrizioni combinatorie : sono combinazioni abituali nate dall’uso, quindi con predilezione lessicale  composizionalità formale : si possono comporre e sono quindi variabili dal punto di vista combinatorio e da quello morfologico Caratteristiche

4  Di tipo semantico sono invece:  vincolo di due lessemi : non tutte le combinazioni possono essere considerate collocazioni  tipicità della relazione : tocar una guitarra può essere una collocazione, ma comprar una guitarra no. Questa tipicità è arbitraria e dettata dall’uso, non c’è una regola grammaticale per cui la prima sia una collocazione e la seconda no  precisione semantica : le collocazioni indicano un concetto chiaro, con precisione semantica maggiore rispetto alle locuzioni Caratteristiche

5  Altre caratteristiche importanti sono:  equivalgono ad un sintagma  le componenti sono in relazione ipotattica tra di loro, con la direzionalità propria della categoria cui appartengono  stabiliscono relazioni paradigmatiche (alcune collocazioni funzionano anche a livelli sintattici diversi) e sintagmatiche (possono esserci catene di collocazioni, o anche coesistenza di due collocazioni che abbiano un elemento in comune) Caratteristiche

6   stabiliscono rapporti di sinonimia ( resolver las diferencias = arreglar las diferencias ) e di antinomia ( abrir la sesión ≠ cerrar la sesión )  dipendono dal contesto situazionale comunicativo  aspetto diatopico  aspetto diastratico  aspetto diafasico molto comuni, ad esempio, nel registro scientifico e in quello sportivo; ce ne sono di formali ed informali Caratteristiche

7   secondo Hausmann uno dei termini della collocazione determina la scelta dell’altro; egli distingue quindi tra  la base (la parola che determina la collocazione, semanticamente autonoma)  il collocato (quella che invece viene determinata dall’altra)  la base è il sostantivo nelle combinazioni  sostantivo + aggettivo  sostantivo + verbo  verbo + sostantivo Parti di una collocazione

8   la base è il verbo nelle collocazioni  verbo + aggettivo  la base è l’aggettivo nelle collocazioni  aggettivo + avverbio  la base è uno dei sostantivi nelle collocazioni  sostantivo + preposizione + sostantivo Parti di una collocazione

9  Koike introduce il concetto di contesto, che può essere obbligatorio o facoltativo Lo stesso Koike introduce poi i concetti di  raggio collocazionale (o combinatorio): è l’insieme dei vari collocativi che si possono combinare ad una stessa base  campo collocazionale : sono i vari vocaboli che possiedono un potenziale combinatorio simile Bosque, infine, distingue tre elementi della collocazione: base, collocativo e relazione semantica Parti di una collocazione

10   Benson distingueva tra  collocazioni grammaticali: nome/aggettivo/verbo + preposizione / infinito / subordinata  collocazioni lessicali: combinazioni di nomi, aggettivi, verbi o avverbi  Corpas distingueva invece sei tipi di collocazioni:  sostantivo + verbo: il verbo indica un’azione caratteristica del sostantivo (estallar una guerra)  verbo + sostantivo: ce ne sono tre tipi  condividono collocativo e base appartenenti ad uno stesso campo semantico (desempeñar un cargo/papel) Tipi di collocazione

11   base con campo combinatorio limitato (conciliar el sueño)  casi intermedi  aggettivo + sostantivo: in genere l’aggettivo intensifica la base (olfato fino)  sostantivo + preposizione + sostantivo: indicano  l’unità di cui fa parte un’unità più piccola (rebanada de pan)  il gruppo cui appartiene un individuo (rebaño de ovejas)  verbo + avverbio: in genere l’avverbio è di modo (negar rotundamente) Tipi di collocazione

12   aggettivo + avverbio: anche in questo caso di solito l’avverbio è di modo (profundamente dormido)  Koike introduce la novità del distinguere tra collocazioni di unità lessicali semplici e collocazioni complesse (queste ultime formate da un’unità lessicale e una fraseologica)  rispetto a Corpas, Koike unisce le prime due tipologie (sostantivo + verbo), ma ne aggiunge una nuova, verbo + aggettivo (v. p. 25) Tipi di collocazioni

13   Collocazioni prototipiche : hanno i seguenti requisiti  direzionalità tra gli elementi (per cui uno ‘seleziona’ l’altro)  tipicità tra i due lessemi  fissazione arbitraria nella norma  regolarità sintattica  trasparenza semantica  Collocazioni non prototipiche :  sono le più frequenti, e costituiscono lo stadio intermedio tra le prototipiche e le combinazioni libere (non c’è ancora la relazione di tipicità tra gli elementi) Prototipiche e non prototipiche

14   Le collocazioni si definiscono per opposizione alle frasi idiomatiche e alle combinazioni libere  le combinazioni libere  sono soggette all’arbitrio di chi parla  hanno minori restrizioni combinatorie  non hanno relazioni tipiche  le frasi idiomatiche  non hanno un sovrasignificato  equivalgono ad una categoria grammaticale  sono (generalmente) più estese delle collocazioni Collocazioni e combinazioni libere

15   conoscere o meno le collocazioni è discriminante tra un nativo e un non nativo, proprio per la loro estrema precisione semantica; vanno quindi insegnate sin dall’inizio. Esistono anche dizionari specifici  soprattutto in una fase iniziale, può essere sufficiente insegnare le più frequenti, comuni e culturalmente più generiche  le parole con forte contenuto lessicale (penicillina, cactus…) non hanno bisogno di elementi che precisino il significato, i sostantivi più frequenti sì L’insegnamento delle collocazioni

16   secondo Bahns nel momento in cui si insegnano le collocazioni è meglio concentrarsi su quelle che sono differenti tra L1 e L2  sarà anche utile partire dalle aree semantiche che possono risvegliare interesse negli alunni, lavorando quindi sulle collocazioni relative a temi specifici  non c’è purtroppo accordo sul modo di impararle:  Krashen e Nation : si imparano in maniera implicita  Schmitt e Lewis : si imparano mediante insegnamento esplicito (sembra la via più logica ed efficace) L’insegnamento delle collocazioni

17   probabilmente la via migliore è una combinazione delle due modalità:  da una parte l’insegnamento esplicito del concetto, con presa di coscienza dello stesso e attività di pratica controllata per memorizzarle  d’altra parte può essere fruttuosa anche l’esposizione continua ad input che permettano di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze delle collocazioni  possono essere utili anche attività che spingano l’alunno a usare autonomamente opere di riferimento come dizionari specifici, corpora… L’insegnamento delle collocazioni

18   naturalmente, sarebbe bene insegnare le collocazioni utili dal punto di vista comunicativo o relative ad una macrofunzione, in quanto più semplici da poter usare in contesti reali o comunque verosimili; se si parte dalle esigenze degli alunni, questo favorirà la memorizzazione  non va dimenticato poi che l’insegnamento del lessico deve essere collegato alle quattro abilità  la componente lessicale deve poi essere in relazione con altri contenuti L’insegnamento delle collocazioni

19   perché l’alunno possa imparare le collocazioni si può seguire la classica sequenza didattica delle 3P : presentazione, pratica, produzione.  In alternativa, Woodward propone quattro fasi:  esposizione alla lingua (perché si produca un apprendimento non pianificato)  percezione di forma e significato (fissare in maniera normativa quanto si sta apprendendo inconsciamente)  memorizzazione (utile la ripetizione)  uso e miglioramento (l’alunno prende coscienza delle sue conoscenze, con tutti i mezzi possibili) L’insegnamento delle collocazioni


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