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Il recupero energetico nella gestione dei rifiuti urbani Andrea Sbandati Direttore Confservizi Cispel Toscana.

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Presentazione sul tema: "Il recupero energetico nella gestione dei rifiuti urbani Andrea Sbandati Direttore Confservizi Cispel Toscana."— Transcript della presentazione:

1 Il recupero energetico nella gestione dei rifiuti urbani Andrea Sbandati Direttore Confservizi Cispel Toscana

2 La Pianificazione locale e le valutazioni ambientali L’impianto di case Passerini è previsto dalla Pianificazione locale (Provinciale, interprovinciale e di Ambito) a seguito di una lunga fase di confronto e dibattito pubblico L’impianto è previsto dal recente Piano Regionale di Gestione dei rifiuti, sottoposto a VAS L’impianto è in fase di autorizzazione, interventi di mitigazione ambientale sono stati definiti da una VIS (unico caso in Italia) La procedura di autorizzazione ha sotto posto l’impianto a VIA.

3 La gerarchia europea L’impianto fa parte di una pianificazione che rispetta integralmente la «Gerarchia Europea» nella gestione dei rifiuti. Si prevedono interventi di riduzione dei rifiuti Si prevede una raccolta differenziata del 70 % (60 % di riciclaggio) al 2020. Si prevede il recupero energetico del 20 % dei rifiuti (oltre gli scarti da raccolta differenziata). Si prevede il superamento della discarica.

4 Risoluzione del Parlamento europeo sull’efficienza delle risorse del 9 luglio 2015: punto 35 EFFICIENZA DELLE RISORSE: TRANSIZIONE VERSO UN ECONOMIA CIRCOLARE Esorta la Commissione a presentare la proposta annunciata sulla revisione della legislazione relativa ai rifiuti entro il 2015, applicando debitamente la gerarchia dei rifiuti, e a includere i seguenti punti: – definizioni chiare e inequivocabili; – elaborazione di misure di prevenzione dei rifiuti; – obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti per i rifiuti urbani, commerciali e industriali da conseguirsi entro il 2025; – definizione di chiare norme minime riguardanti i requisiti di responsabilità estesa del produttore per garantire la trasparenza e l'efficacia in termini di costi dei regimi di responsabilità estesa del produttore; – applicazione del principio di "paga quanto butti" per i rifiuti residui, insieme a sistemi obbligatori di raccolta differenziata per carta, metallo, plastica e vetro, per agevolare l'elevata qualità dei materiali riciclati; introduzione di sistemi obbligatori di raccolta differenziata per i rifiuti organici entro il 2020; – aumento degli obiettivi di riciclaggio e di preparazione per il riutilizzo ad almeno il 70% dei rifiuti solidi urbani e all'80% dei rifiuti di imballaggio riciclati, sulla base di un efficace metodo di rendicontazione che impedisca di indicare rifiuti smaltiti (mediante collocamento in discarica o incenerimento) come rifiuti riciclati, con l'ausilio dello stesso metodo armonizzato per tutti gli Stati membri con statistiche verificate esternamente; introduzione dell'obbligo per gli addetti al riciclaggio di comunicare le quantità di rifiuti immessi nell'impianto di selezione dei rifiuti e la quantità di prodotti riciclati in uscita dagli impianti di riciclaggio; – rigorosa limitazione degli inceneritori, con o senza recupero di energia, ai rifiuti non riciclabili e non biodegradabili, entro il 2020; – riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica, coerentemente con gli obblighi di riciclaggio, in tre fasi (2020, 2025 e 2030), fino a raggiungere un divieto completo per le discariche, fatta eccezione per determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residui per i quali la discarica rappresenta il metodo di smaltimento più ecologico; – incoraggiare gli Stati membri a introdurre oneri sul collocamento in discarica e l'incenerimento.

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7 Aspetti economici Lo scenario di Firenze rappresenta una configurazione efficiente di costo, sia in fase di raccolta (una volta aggiudicata la gara) che il fase di recupero energetico. Il costo previsto di accesso all’impianto sarà stabile e inferiore al costo della alternativa filiera di smaltimento. L’impianto consentirà quindi un quadro di «stabilità» e di efficienza nella gestione dei rifiuti, ponendo a riparo l’area metropolitana da rischi di «emergenza rifiuti» e garantendo il principio di prossimità.


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