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STRATEGIE DI INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI corso di formazione per Collaboratori Scolastici.

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Presentazione sul tema: "STRATEGIE DI INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI corso di formazione per Collaboratori Scolastici."— Transcript della presentazione:

1 STRATEGIE DI INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI corso di formazione per Collaboratori Scolastici.

2 STRATEGIE DI INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Docente: Lucio Marfella Tempi: 30 minuti Difficoltà: media Sistema competenze: L’azione sinergica degli educatori, del personale ATA, degli operatori socio- sanitari che seguono i bambini e dell’équipe psicopedagogica municipale, rispondente alle risorse e ai bisogni dell’alunno con disabilità Sistema valutazione: n. 1 test a risposta unica

3 Panoramica In questa sessione si affrontano le problematiche inerente l’ accoglienza dell’alunno con disabilità. Nella relazione educativa sono coinvolte molte persone quali gli educatori, il personale ATA (con particolare riferimento alla figura professionale del Collaboratore Scolastico), gli operatori socio-sanitari e l’équipe psicopedagogica. È necessario che queste persone, pur ricoprendo diversi ruoli, condividano la cultura relativa all’integrazione, che permette di creare e di approfondire le relazioni affettivo-cognitive con le altre persone. Inoltre verranno trattate alcune disabilità in cui il collaboratore scolastico sarà impegnato nell'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap.

4 Vocabolario Menomazione: rappresenta qualsiasi perdita o anomalia di una struttura o di una funzione (es. perdita di un arto o la sua funzione) Disabilità: è la limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di effettuare una attività nel modo o nei limiti considerati normali per un essere umano. Handicap: costituisce la situazione di svantaggio sociale, conseguente a menomazione e/o disabilità. Discinesia: è un disturbo del movimento caratterizzato dall'alternanza di movimenti. Afasia: è un disturbo del linguaggio.

5 1 - La cultura relativa all’integrazione Possiamo certamente affermare che accanto agli alunni diversamente abili certificati ve ne sono altri che, pur essendo normodotati, possono presentare difficoltà nell’attenzione, nella motricità fine e globale, nelle abilità visuo-spaziali, nel linguaggio, oppure appartenere a etnie diverse.

6 1- Piano Educativo Il processo integrativo deve essere sorretto da un valido piano educativo a cui si arriva dopo il riconoscimento del deficit da parte delle strutture sanitarie. Tale piano educativo rappresenta la modalità di accoglienza del bambino, che prevede inizialmente il suo inserimento e via via la sua integrazione nella vita del gruppo all’interno della scuola. Il Piano Educativo può essere organizzato solo dopo la certificazione medica, la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale.

7 1 - Documentazione medica la diagnosi funzionale La Diagnosi Funzionale è redatta dalla équipe socio-sanitaria Essa risulta indispensabile per la richiesta di assegnazione di un docente aggiuntivo per le attività di sostegno ed è quindi finalizzata al recupero del soggetto diversamente abile.

8 1 - Documentazione medica Il profilo dinamico funzionale L’atto successivo alla diagnosi funzionale è Il profilo dinamico funzionale. Esso indica, dopo un periodo di inserimento a scuola il prevedibile livello di sviluppo che l’alunno in situazione di deficit dimostra di possedere nei tempi brevi (6 mesi) e nei tempi medi (2 anni). Alla sua elaborazione provvede l’unità multidisciplinare che ha redatto la diagnosi funzionale a cui si aggiungono gli educatori, l’insegnante di sostegno, e la famiglia dell’alunno.

9 2 - Documentazione medica Il profilo dinamico funzionale In breve sintesi il profilo dinamico funzionale non è altro che una diagnosi di sviluppo che è definita dalle aree che possono essere educate e che, nel corso delle verifiche sistematiche, possono anche subire modificazioni.

10 1 - PEI Piano Educativo Individualizzato Il Piano Educativo Individualizzato o personalizzato è redatto congiuntamente dagli operatori della A.S.L., dall’educatore o dall’insegnante di sostegno, dall’équipe psicopedagogica e dalla famigli a. Esso Rappresenta la pianificazione di tutti gli interventi fra di loro integrati: rieducativi - riabilitativi e formativi.

11 2- PEI Piano Educativo Individualizzato In particolar modo, per un bambino diversamente abile, il contesto ambientale della scuola va preparato in modo che egli possa continuare la sua storia, utilizzando competenze e conoscenze già acquisite. La presenza nella scuola di alunni con difficoltà è fonte di una preziosa dinamica di rapporti e di interazioni che, a sua volta, è occasione di maturazione per tutti.

12 1 – Deficit invalidanti I deficit sensoriali sono delle compromissioni importanti della funzionalità di uno o più organi di senso ad esempio: l’ipovisione, la cecità, la sordità. I deficit motori (cioè che compromettono la funzionalità locomotoria), I deficit neuropsichici (cioè che compromettono la funzionalità neurologica e cerebrale). Spesso, purtroppo, questi deficit possono presentarsi insieme: in questo caso si parla di pluri-minorazioni.

13 2 – Deficit invalidanti La sindrome di Down La sindrome di Down prende il nome dal medico inglese Langdon Down che, nel 1866, ne diede una prima descrizione scientifica. I bambini portatori di questa sindrome sono caratterizzati da un carattere affettuoso, partecipativo e socievole. La sindrome è associata a ritardo mentale di grado variabile e, inoltre, a problematiche cardiache, polmonari e dell’apparato uditivo.

14 3 – Deficit invalidanti La sindrome di Down L’aspettativa di vita per queste persone oggi è molto cresciuta, superando i cinquant’anni: all’epoca in cui questi bambini venivano abbandonati negli istituti raramente arrivavano a compiere i vent’anni! Questo traguardo è stato possibile grazie allo sviluppo delle cure mediche e ad una maggiore sensibilità collettiva che ha condotto ad una migliore integrazione sociale e lavorativa delle persone portatrici di questa sindrome.

15 4 – Deficit invalidanti L’ Autismo La natura dell’autismo non è ancora molto chiara. Da un punto di vista psichiatrico, essa è classificabile come una forma di psicosi, ossia di una profonda alterazione della mente la cui cause sono probabilmente da ricercare in una disfunzione biologica del cervello ancora, però, non chiaramente individuata.

16 5 – Deficit invalidanti L’ Autismo L autismo, generalmente, si manifesta nei suoi tratti caratteristici fin dalla prima infanzia: il bambino si presenta agli occhi dell’osservatore come distaccato, tendente all’isolamento, con linguaggio non comunicativo, voce inespressiva, meccanicità e ossessività nel gioco, comportamenti autolesionisti.

17 6 – Deficit invalidanti Le discinesie Le discinesie in ambito neurologico, indicano la perdita della coordinazione dei movimenti, spasmi, irregolarità, anomalie, che appaiono in associazione a danni del sistema nervoso centrale. Qualora i danni avvengano durante la gestazione o subito dopo la nascita si parla di paralisi cerebrali infantili: sintomi caratteristici sono disturbi cronici della motricità, epilessia e, spesso, insufficienza mentale.

18 7 – Deficit invalidanti L’ Afasia L'afasia (dal greco mutismo) L’ afasia è un disturbo del linguaggio che consiste nella perdita della capacità di parlare o di comprendere le parole. Le cause sono di origine neurologica e sono ascrivibili a danni corticali prevalentemente subiti dall’emisfero cerebrale sinistro.

19 8 – Deficit invalidanti La Disprassia La Disprassia è un problema dell'organizzazione del movimento che può anche influenzare il modo di apprendere di un bambino a scuola È più comune nei ragazzi piuttosto che nelle ragazze e può comportare goffaggine, problemi nell'organizzare il lavoro e nel seguire delle istruzioni. Il soggetto disprassico ha difficoltà a: fare i lacci alle scarpe, abbottonarsi, scrivere, disegnare, copiare, assemblare puzzle, lanciare ed afferrare una palla, fare attività sportive, articolazione di parole, fonemi ecc.

20 Bibliografia Bibliografia Comune di Roma (1996), Regolamento degli Asili Nido, Deliberazione del Consiglio Comunale n. 45 del 25 marzo 1996. Loschi, T. (2003), Benessere al nido, Nicola Milano Editore Milito, D. (2002), La didattica speciale, Anicia, Roma. Panier Bagat, M., Sasso, S. (1995), Laltra crescita, Franco Angeli, Milano. Sasso, S. (2003), Progettare e sostenere lintegrazione, Edizioni Didattiche Gulliver, Vasto (Ch).


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