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Valutazione del bioaccumulo di metalli in traccia in Pseudevernia furfuracea L. M. Brienza 1*, L. Scrano 1, G.Potenza 2, C. Mancusi 3, M. Lovallo 3, S.

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Presentazione sul tema: "Valutazione del bioaccumulo di metalli in traccia in Pseudevernia furfuracea L. M. Brienza 1*, L. Scrano 1, G.Potenza 2, C. Mancusi 3, M. Lovallo 3, S."— Transcript della presentazione:

1 Valutazione del bioaccumulo di metalli in traccia in Pseudevernia furfuracea L. M. Brienza 1*, L. Scrano 1, G.Potenza 2, C. Mancusi 3, M. Lovallo 3, S. Fascetti 2, B. Bove 3, S. A. Bufo 1 1, 2 Dipartimento di Scienze dei Sistemi colturali, Forestali e dell’Ambiente e 2 Dipartimento di Biologia Difesa e Biotecnologie Agro-forestali, Università degli Studi della Basilicata, Potenza, Italy 3 Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata, Potenza, Italy STATO DELL’ARTE Il fenomeno dell’inquinamento atmosferico si sta rivelando sempre più grave e di difficile valutazione, inoltre la determinazione e quantificazione degli inquinanti presenta grandi difficoltà a causa dell’estrema variabilità del mezzo aereo in relazione alle variazioni climatiche, alle caratteristiche orografiche e di urbanizzazione del territorio. Nel nostro Paese il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico viene effettuato essenzialmente mediante l’utilizzo di centraline automatiche di rilevamento. Queste campionano l’aria e determinano le concentrazioni di alcuni analiti: quando gli inquinanti i limiti stabiliti per legge, scattano i provvedimenti per limitare le emissioni. Questo tipo di monitoraggio presenta, però, seri limiti in quanto le centraline automatiche hanno elevati costi di acquisto e di manutenzione, e generalmente rilevano solo pochi parametri (CO, NO 2, SO 2, PM10, Benzene e Ozono). Risulta impossibile, pertanto, controllare aree troppo ampie mediante le centraline, oltretutto queste non rilevano contaminanti come i metalli pesanti che possono esser nocivi alla salute umana anche a basse concentrazioni. Negli ultimi anni quindi è nata l’esigenza di affiancare ai comuni metodi di monitoraggio altre metodiche di tipo biologico (biomonitoraggio), basate cioè sull’impiego di organismi viventi. Noi abbiamo preso in considerazione i licheni epifiti, consorzio simbiotico tra un fungo e un fotobionte, e in particolar la specie Pseudoevernia furfuracea L., che risulta particolarmente adatta allo scopo grazie all’elevato rapporto superficie/volume, alla particolare struttura vegetale (simbiosi), alla semplice organizzazione anatomica e all’assenza di cuticola, qualità che le conferiscono la capacità di accumulare al suo interno un’ampia gamma di sostanze xenobiotiche con cui viene a trovarsi in contatto. MATERIALI E METODI Il presente lavoro ha lo scopo di riportare dati preliminari sul bioaccumulo di metalli in colonie di P. furfuracea prelevate in 7 zone boschive o scarsamente antropizzate della provincia di Potenza. Prima del trattamento chimico il materiale lichenico è stato lavato in acqua distillata per 20 minuti e centrifugato per 20 secondi (operazione ripetuta per 6 volte) e lasciato asciugare per 48 ore. Successivamente, per evitare qualsiasi fonte di contatto con metalli pesanti, è stato congelato con azoto liquido e minuziosamente tritato con mortaio d’agata per avere le stesse condizioni del materiale certificato di riferimento (BRC-482). Il materiale polverizzato è stato mineralizzato con 10 ml di acido nitrico in forno a microonde (MARS5). Dopo la mineralizzazione, i campioni sono stati analizzati mediante ICP-MS (Agilent 75CX) ottenendo i risultati riportati nella tabella seguente: RISULTATI Dai primi risultati si può notare che il materiale lichenico prelevato nel bosco di Rifreddo (Comune di Pignola) fornisce dei valori di concentrazione più elevati rispetto alle medie per la maggior parte dei metalli rilevati; da notare i valori limite trovati per zinco, cadmio e piombo. Il lavoro continua nella convinzione che il biomonitoraggio possa contribuire allo sviluppo di più approfondite tecniche di indagine sulla qualità dell’aria soprattutto nelle aree a rischio della Basilicata. Preparazione del campione: a) prelievo, b) lavaggio, c) centrifugazione, d) asciugatura. a b c d Elemento Unità di MisuraRifreddoRuotiPallaretaCancellaraCorletoPicernoCRMRecupero% Almg/Kg s.s1015,52196,2512821973736,921617101092% Crmg/Kg s.s2,013,40,512,40,721,983.482% Nimg/Kg s.s2,483,31,91,971,341,89 2.67108% Cumg/Kg s.s5,896,45,654,486,317.3103% Znmg/Kg s.s154,7572,6160,824346,6541,84106105% ASmg/Kg s.s0,330,50,30,370,180,470.7892% Cdmg/Kg s.s1,120,460,230,240,10,220.5598% Pbmg/Kg s.s37,3111,057,927,592,627,1440.198% Concentrazioni medie rilevate nei campioni di licheni prelevati nelle 7 aree indagate Concentrazioni medie normalizzate al valore massimoMappa prelievo campioni XXVII Convegno Nazionale della Società Italiana di Chimica Agraria, Matera 15-18 settembre 2009


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