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L’EMPATIA E LO SPESSORE ETICO DELLA RELAZIONE INTERPERSONALE

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Presentazione sul tema: "L’EMPATIA E LO SPESSORE ETICO DELLA RELAZIONE INTERPERSONALE"— Transcript della presentazione:

1 L’EMPATIA E LO SPESSORE ETICO DELLA RELAZIONE INTERPERSONALE
V Mele, Prof Aggregato di Bioetica Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma

2 2. I SIGNIFICATI DELLA BIOETICA PERSONALISTA E L’EMPATIA
MODELLI DI BIOETICA E RELAZIONE INTERPERSONALE

3 1. I MODELLI DI BIOETICA

4 BIOETICA CONTRATTUALISTA
<< Solo le persone scrivono e leggono libri di filosofia. Solo le persone fanno parte della comunità morale laica. Solo le persone si interessano di argomentazioni morali e possono esserne convinte. E solo le persone possono stringere accordi e conferire autorevolezza con il loro consenso a progetti comuni. Scegliere, stringere accordi, significa essere consapevoli di ciò che si fa. Per compiere queste operazioni, occorre la capacità di riflettere su di sé che è propria dell'autocoscienza… H. T. Enghelardt, The foundations of Bioethics, 1986

5 BIOETICA CONTRATTUALISTA
… Non tutti gli umani sono persone. Non tutti gli umani sono autocoscienti, razionali e capaci di concepire la possibilità del biasimo e della lode … T. Enghelardt

6 BIOETICA CONTRATTUALISTA
… Feti, infanti, ritardati mentali gravi e malati o feriti in coma irreversibile sono umani, ma non sono persone. Sono membri della specie umana, ma di per sé non hanno lo status di membri della comunità morale laica. Non possono né biasimare né essere biasimati, né lodare né essere lodati; non sono in grado nemmeno di fare promesse, di concludere contratti o di accordarsi su un atto di beneficenza. Non sono attori primari dell'impresa morale laica. Solo le persone hanno questo status… T. Enghelardt

7 Bioetica Contrattualista
..Per queste ragioni, in termini laici generali non ha senso parlare di rispetto dell'autonomia per feti, infanti o adulti gravemente ritardati che non sono mai stati razionali. Essi non possiedono un'autonomia suscettibile di essere lesa dagli altri. … Chi li tratti senza riguardo per ciò che non possiedono e non hanno mai posseduto non li priva di nulla che possa avere una dignità morale laica generale. Essi sono esclusi dal santuario della morale laica (…)>> T. Enghelardt

8 Bioetica Contrattualista
Le «NON persone» non sono parte delle relazioni morali cui la teoria contrattualista dà origine LA RELAZIONE che ha un senso morale E’ SOLO quella FRA PERSONE Il modello contrattualista contempla CHE L’OPERATORE SANITARIO SI prenda cura solo delle persone, ovvero SOLO DEI soggetti umani idealmente capaci di stipulare contratti

9 MODELLO ETICO UTILITARISTA-EDONISTA
Le Origini L’utilitarismo personale: MASSIMIZZARE IL PIACERE MINIMIZZARE IL DOLORE (Hume 1740) Sentimentalismo Morale : La genesi della moralità va cercata in un meccanismo affettivo presente nella struttura psicologica degli esseri umani, che chiama principio di simpatia. La moralità è una specificazione di questa potente forza della psicologia umana che rende del tutto naturale per ciascuno di noi essere influenzati dai piaceri e dai dolori altrui, in modo tale che i dolori creano pena e sofferenza e i piaceri gioia e sollievo

10 BIOETICA UTILITARISTA-EDONISTA
<<Ritengo che si possa, come esseri umani, distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, in quanto non possiamo fare a meno di partecipare (“simpatia’) alle gioie o alle sofferenze in primo luogo di coloro che ci sono più vicini, ma in realtà di tutti gli esseri umani (meglio: di tutti gli esseri senzienti consapevoli) con cui entriamo in contatto … La nostra sensibilità, o sentimento morale, è nient’altro che una espansione di questa simpatia, per cui non possiamo evitare di considerare viziosa la condotta di una persona che causi ad altre persone delle sofferenze che esse non vogliono. La moralità ha infatti a che fare con la nostra reazione alla condotta di altre persone … E. Lecaldano Hume e la nascita dell'etica contemporanea, 1991.

11 BIOETICA UTILITARISTA-EDONISTA
Il nucleo portante della moralità sta dunque nell’evitare in tutti i modi di produrre negli altri sofferenze non volute (ed eventualmente provare ad accrescere le condizioni che permettono agli altri di gioire) E. Lecaldano

12 BIOETICA UTILITARISTA-EDONISTA
1. Principio libertà come riconoscimento totale inviolabilità persona umana ( e’ il singolo che decide nella sua piena autonomia) 2. Principio di una vita degna di essere vissuta ( la dignità e’ legata alla capacità di percepire piacere e dolore) 3. Principio minimizzazione delle sofferenze (LA SOFFERENZA è SEMPRE NEGATIVA)

13 BIOETICA UTILITARISTA-EDONISTA
L’ETICA E’ RIDOTTA A UN QUADRO SOGGETTIVISTICO, INDIVIDUALISTA, UTILITARISTICO CIO’ CHE E’ MORALE COINCIDE CON CIO’ CHE E’ UTILE - PIACEVOLE PER IL SOGGETTO AUTONOMO

14 BIOETICA UTILITARISTA-EDONISTA
IN AMBITO SANITARIO L’ETICA DELL’OPERATORE SANITARIO PERDE IL CARATTERE DI UNIVERSALITA’ : E’ ETICO CIO’ CHE RISPETTA LA VOLONTARIA E SOGGETTIVA SCELTA DEL PAZIENTE ( e le volontà dei pazienti nella stessa situazione clinica posso essere diverse) La simpatia morale porta l’operatore sanitario ad AD IMMEDESIMARSI COMPLETAMENTE CON IL PAZIENTE, AVENDO COME UNICO SCOPO EVITARGLI OGNI SOFFERENZA CHE il paziente stesso NON VOGLIA ( ma lo scopo dell’agire medico è evitare al paziente ogni sofferenza oppure prendersi cura di lui, aiutandolo a superare ed eventualmente anche ad accettare la sofferenza ?)

15 I SIGNIFICATI DELLA BIOETICA PERSONALISTA E L’EMPATIA

16 BIOETICA ONTOLOGICO- PERSONALISTA
1. ONTOLOGIA DELLA PERSONA Si tratta della distinzione fra dimensione soggettiva e dimensione oggettiva della persona; di distinguere la persona in senso ontologico e la persona in senso fenomenologico ; di essere ben certi che la realtà che soggiace alla soggettività e che costituisce l’essere personale e’ più grande di ciò che si manifesta al soggetto stesso e agli altri … La ricchezza dell’essere personale che e’ propria di ogni individuo umano non si esaurisce nella realtà fenomenologica ne’ del bambino ne’ dell’adulto, ne’ dell’arco di tutta la vita , ma e’ più vasta e più ampia di ciò che si esprime nei singoli atti e nelle attività che sono proprie del soggetto umano E Sgreccia Bioetica. Manuale per medici e biologi, 1986

17 BIOETICA ONTOLOGICO- PERSONALISTA
La persona è di più di quello che appare, trascende i suoi atti e le sue funzioni Ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale è persona e va quindi rispettato come tale il principio della dignità intrinseca e immutabile di ogni essere umano

18 BIOETICA PERSONALISTA come ETICA delle VIRTÙ
2 . VIRTU’ DEL MEDICO “SU QUALE PARAMETRO POSSIAMO DEFINIRE UN’AZIONE BUONA IN AMBITO SANITARIO ?” È BUONA QUELL’AZIONE COMPETENTE (SAPERE E SAPER FARE) CHE RISPETTA LA REALTÀ COSTITUTIVA DELLA PERSONA UMANA E I FINI PROPRI DELLA MEDICINA (SAPER ESSERE). IL MEDICO DEVE, INNANZITUTTO, SAPERSI INTERROGARE SULLA NATURA DELL’ATTO MEDICO CHE STA PER COMPIERE: OGNI ATTO, INFATTI, AL DI LÀ DELLE INTENZIONI DI CHI LO COMPIE, HA UNA SPECIFICA NATURA ETICA CHE NE QUALIFICA SUL PIANO OGGETTIVO LA POSITIVITÀ O LA NEGATIVITÀ MORALE, IN BASE AL VALORE O AL DISVALORE CHE INCARNA.

19 BIOETICA PERSONALISTA come ETICA delle VIRTÙ
IL MODELLO ETICO DELLE VIRTÙ O DEL SAPER ESSERE È UN MODELLO CHE METTE AL CENTRO LA FIGURA DEL MEDICO, CHE NON È IL “MERO” ESECUTORE DELLA VOLONTÀ DEL PAZIENTE. SECONDO QUESTO MODELLO, ESISTE UNA REALTÀ OGGETTIVA, AL DI LÀ DELLA VOLONTÀ DEL PAZIENTE E DELLA MINIMIZZAZIONE DELLE SOFFERENZE, CHE FA APPELLO ALLA COSCIENZA DEL MEDICO. LA REALTÀ OGGETTIVA, PERALTRO, FA APPELLO ANCHE ALLA COSCIENZA DEL PAZIENTE, TRASCENDENDO I SUOI DESIDERI E LE SUE PREFERENZE SOGGETTIVE

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21 BIOETICA PERSONALISTA come ETICA delle VIRTÙ
LE VIRTÙ DEL MEDICO, SECONDO QUESTO MODELLO, SONO LE VIRTÙ DI MATRICE ARISTOTELICA (PRUDENZA, FORTEZZA, TEMPERANZA E GIUSTIZIA). TALI VIRTÙ CALATE NELL’AMBITO PROFESSIONALE, NON SONO ALTRO CHE PARTICOLARI ABILITÀ (SKILLS) ACQUISITE DAL MEDICO, CHE SI RIVELANO FONDAMENTALI PER VALUTARE LA SUA PERFORMANCE ETICA. IN CHIAVE MODERNA, POTREMMO INTERPRETARE LE VIRTÙ COME VERI E PROPRI INDICATORI DI PROFESSIONALITÀ

22 BIOETICA PERSONALISTA COME ETICA DELLA CURA
3. PERSONALISMO DELLA CURA O AL FEMMINILE LA BIOETICA DELLA CURA COME BIOETICA NON DELL’AUTONOMIA MA DELLA RESPONSABILITÀ

23 Bioetica Personalista come Etica della cura
“La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. Ma la paura è già racchiusa potenzialmente nella questione originaria da cui ci si può immaginare scaturisca ogni responsabilità attiva: che cosa capiterà a quell’essere, se io non mi prendo cura di lui?” Hans Jonas, Il principio di responsabilità 1979

24 Bioetica Personalista come Etica della cura
Quanto più oscura risulta la risposta, tanto più nitidamente delineata è la responsabilità. Quanto più lontano nel futuro, quanto più distante dalle proprie gioie e dai propri dolori, quanto meno familiare è nel suo manifestarsi ciò che va temuto, tanto più la chiarezza dell’immaginazione e la sensibilità emotiva debbono essere mobilitate a quello scopo» Hans Jonas, Il principio di responsabilità

25 Personalismo della Cura o al Femminile
IL SIMBOLO DEL PRENDERSI CURA È LA CURA MATERNA LA MADRE CHE CHINA SUL BAMBINO LO AIUTA A COMPIERE I PRIMI PASSI. DA UNA PARTE LO COMPRENDE ENTRO IL SUO CORPO ARCUATO E LO SOSTIENE PER LE FRAGILI BRACCIA, DALL’ALTRA GUIDA I SUOI PASSI LONTANO DA LEI VERSO IL MONDO V Mele, La Bioetica al femminile 1998

26 BIOETICA PERSONALISTA come ETICA della CURA
LA BIOETICA DELLA CURA COME BIOETICA NON DELLA SIMPATIA MA DELL ’EMPATIA

27 L’EMPATIA L’empatia mette in contatto con un’emozione altrui ma non è identificabile con la partecipazione emotiva …

28 L’ EMPATIA La persona simpatetica è profondamente coinvolta nello stato d’animo dell’altro, realizza un unicum con l’altro ( l’Io è sommerso dal Tu) La persona empatica comprende lo stato d’animo dell’altro senza esserne completamente coinvolta ( l’Io è presso il Tu)

29 L’Empatia E’ la comprensione dell’altro, attraverso 1. L’ ascolto (Attenzione, S Weil) 2. La comprensione dell’ esperienze dell’altro, così come sono 3. La verifica della comprensione S Weil Attesa di Dio, 1949

30 «Uno sguardo innanzitutto attento in cui l’anima si svuota di ogni contenuto proprio per accogliere in se’ l’essere che essa vede così nel suo aspetto vero. Soltanto chi è capace di attenzione è capace di questo sguardo»

31 LO SGUARDO ATTENTO “Prendi posto sempre entro il campo visivo del paziente, cosicché quando gli parli, egli non abbia a girare penosamente la testa per guardarti. Ognuno guarda spontaneamente la persona che parla. Se tu rendi penoso questo atto al paziente, gli fai del male. Alla stessa maniera se restando in piedi lo costringi ad alzare continuamente i suoi occhi verso di te. Non parlare mai ad una persona che non può muoversi, standole dietro, né dalla porta, né da lontano, né mentre sta facendo qualcosa” Florence Nightingale Notes on Nursing …1859.

32 L’EMPATIA La tradizionale virtù aristotelica della fortezza, declinata in ambito medico e interpretata in chiave moderna L’empatia connota due abilità congiunte, in base all’assunto in medio stat virtus

33 L’EMPATIA LA PRIMA È LA CAPACITÀ DI COMPATIRE (CUM-PATIOR), OVVERO DI CAPIRE I BISOGNI ESPLICITI ED IMPLICITI DEL PAZIENTE ED ENTRARE IN SINTONIA CON IL SUO VISSUTO PSICOLOGICO

34 L’EMPATIA LA SECONDA È LA CAPACITÀ DI SAPER MANTENERE UN GIUSTO DISTACCO EMOTIVO CON LA SITUAZIONE DI CHI SOFFRE, PER POTER IMPOSTARE IN MODO PIÙ OBIETTIVO LA RELAZIONE D’AIUTO, EVITANDO DI FARSI COINVOLGERE IN MODO TROPPO INTENSO E PERSONALE DALLE SOFFERENZE ALTRUI


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