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L’economia della truffa

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Presentazione sul tema: "L’economia della truffa"— Transcript della presentazione:

1 L’economia della truffa
Inside job (C.Ferguson, USA, 2010)

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3 E’ il documentario che indaga le cause della crisi economica del , vincitore dell'Oscar al miglior documentario nel 2011. L'autore ha spiegato che il film mette a nudo la corruzione sistemica negli Stati Uniti attuata dall'industria dei servizi finanziari e le conseguenze di questa corruzione sistemica.

4 Il documentario è articolato in cinque parti (dopo un’introduzione dedicata alla crisi dell’Islanda: perché proprio l’Islanda si comprenderà verso la fine…): 1) How we got here deregulation finanziaria in America a partire dagli anni ’70-’80; cartolarizzazione del debito e diffusione dei derivati finanziari, in particolare dei CDO (collateralized debt obligation):

5 1) la società finanziaria concede un mutuo;
un CDO è un’obbligazione che ha come garanzia un debito: 1) la società finanziaria concede un mutuo; 2) rivende poi il debito a degli azionisti, frazionando la somma, sotto forma di CDO; 3) la società che ha emesso il CDO si rifà immediatamente della somma concessa in mutuo; 4) il garante della restituzione del capitale più l’interesse del CDO al compratore diventa colui che ha contratto il mutuo.

6 A differenza delle banche NON di investimento, queste società hanno concesso i cosiddetti mutui subprime: un prestito subprime viene concesso con molta facilità, senza la verifica delle opportune garanzie per la restituzione della somma erogata. Tali mutui, o prestiti, vengono definiti anche predatori: infatti, dopo i primi due anni a tasso fisso molto basso, a partire dal terzo anno il tasso diventa variabile e si alza notevolmente:

7 quando il mutuatario diventa insolvente (in America: circa nove milioni di persone), tutti gli azionisti che hanno comprato un CDO su quel debito non avranno indietro il proprio capitale, perdendolo interamente. Si innesca, così, un effetto “domino” per cui i creditori dei titolari di CDO non potranno a loro volta essere pagati, etc…

8 Responsabili della diffusione a livello planetario dei CDO sono state anche le Agenzie di Rating, società che valutano l’affidabilità di titoli azionari, obbligazioni, e qualsiasi prodotto finanziario (persino le economie nazionali) assegnando un rating, cioè una sorta di “voto”: AAA: società o titoli di migliore qualità, affidabili e stabili; AA: società o titoli di qualità, ma meno affidabili delle AAA; A: la situazione economica contingente può incidere sulle società o titoli.

9 2) The Bubble ( ) - Conseguenza dei “mutui facili” il mercato immobiliare schizzò alle stelle: il prezzo delle case aumentò vertiginosamente. MA: non appena si verificarono i primi casi di insolvenza, i debitori dovettero mettere in vendita gli immobili a prezzi più bassi rispetto al mercato: la bolla immobiliare si sgonfiò improvvisamente, causando perdite finanziarie per milioni di dollari. - Inoltre:

10 i cosiddetti “ingegneri finanziari” della AIG (la più grande società di assicurazioni americana) avevano immesso sul mercato i CDS: credit default swap, vere e proprie polizze assicurative contro le eventuali perdite dei CDO. Così, era possibile scommettere persino contro i PROPRI prodotti finanziari e guadagnaci sopra:

11 + profitti con + rischi (ma i profitti vanno ai brokers,
gli “ingegneri finanziari” acquistavano CDS relativi proprio a quei prodotti finanziari che sapevano bene essere (sic) “merda”… In sintesi, si realizza un vero e proprio “schema Ponzi”: + profitti con + rischi (ma i profitti vanno ai brokers, i rischi ai compratori dei prodotti!!!)

12 3) The crisis 4) Accountability - Chi sono i lobbisti? Una lobby è un gruppo di pressione, e viene usato per indicare un certo numero di gruppi, organizzazioni, individui, legati tra loro dal comune interesse di incidere sulle istituzioni legislative: in Europa presso la Commissione che ha sede a Bruxelles, negli Usa presso il Congresso di Washington.

13 Scott Talbot, capo lobbista di una delle più potenti compagnie di servizi finanziari d’America.
Nel caso della crisi finanziaria, i lobbisti hanno fatto pressioni per evitare che fossero varate riforme legislative volte e regolamentare il mercato dei derivati.

14 Anche gli economisti delle università hanno notevoli responsabilità nella crisi: molti di loro hanno scritto libri o rapporti (ben pagati dai committenti) per appoggiare e legittimare da un punto di vista teorico la politica di deregulation dei governi americani e i prodotti dell’industria finanziaria. Inoltre, molti di loro, in un evidente conflitto di interessi, hanno collaborato con i governi a livello istituzionale:

15 Glenn Hubbard, economista, accademico della Columbia Business School, consigliere economico della presidenza Bush. Uno dei teorici di punta della deregulation finanziaria che ha portato alla crisi globale.

16 Alan Greenspan, per 18 anni (cinque mandati consecutivi) a capo della Federal Reserve Bank, nonché accanito sostenitore della deregulation finanziaria dai tempi della presidenza Reagan. Si è sempre opposto a qualsiasi tentativo legislativo di inserire correttivi o strumenti regolatori della finanza americana.

17 Frederic Mishkin, docente di economia alla Columbia Business School
Frederic Mishkin, docente di economia alla Columbia Business School. Membro del Consiglio Direttivo della FED, scrisse nel 2006 un rapporto sulla “stabilità finanziaria dell’Islanda”, in seguito al quale una serie di speculazioni finanziarie sull’isola portarono alla bancarotta dell’economia islandese. Mishkin fu pagato dollari dalla Camera di Commercio Islandese per scrivere il rapporto.

18 Henry Paulson, banchiere, Segretario al Tesoro sotto la presidenza Bush dal Precedentemente era stato uno dei dirigenti della Goldman Sachs, una delle banche d’affari coinvolte nella crisi dei mutui subprime che lo stesso Paulson, in qualità di Segretario, contribuì a salvare con massicci interventi economici statali.

19 Infine, anche la politica ha avuto grosse responsabilità:
Bush ha proseguito sulla strada della deregulation, defiscalizzando le rendite speculative e aumentando il divario tra i più ricchi e la classe media, che per fare fronte alla crisi ha dovuto: a) aumentare le ore lavorative; b) indebitarsi ulteriormente.

20 E’ un governo di Wall Street!
Obama ha messo nei punti chiave dell’economia americana gli stessi personaggi che hanno - direttamente e/o indirettamente – causato la crisi che ora dovrebbero risolvere. Uno degli intervistati, alla fine del documentario, esclama: E’ un governo di Wall Street!

21 Con il contributo di:

22 Charles R. Morris, avvocato, ex banchiere, autore del libro The Trillion Dollar Meltdown (2008), tradotto in italiano con il titolo Crack. Come siamo arrivati al collasso del mercato (2009)

23 Il livello di responsabilità è immenso…
Non ci sono parole per descrivere la colossale idiozia dei meccanismi finanziari degli ultimi anni […] Neanche un genio del male avrebbe potuto concepire una struttura più incline al collasso […] Il livello di responsabilità è immenso… (C.Morris, Crack.)

24 Raghuram Rajan, economista americano di origini indiane, docente alla School of Business di Chicago, è stato uno dei primi studiosi esperti di finanza a scrivere articoli che mettevano in guardia sulla possibilità dello scoppio della bolla speculativa mondiale.

25 Allan Sloan, giornalista esperto di economia, scrive sul magazine finanziario Fortune.

26 Robert Gnaizda, direttore del Greenlining Institute di Berkeley (California). L’istituto è un osservatorio che, con studi e ricerche, combatte gli aumenti indiscriminati dei costi di servizi quali banche, assicurazioni, etc.

27 Nouriel Roubini,  docente di economia alla NY University e presidente di RGE Monitor, una società economica specializzata in analisi finanziaria.

28 Bibliografia essenziale
C.R.Morris, Crack. Come siamo arrivati al collasso e cosa ci riserva il futuro, Elliot, Roma 2009; P.Krugman, Fuori da questa crisi, adesso!, Garzanti, Milano 2012; L.Gallino, Finazcapitalismo. La civiltà del denaro in crisi, Einaudi, Torino 2011; J.Stiglitz, La globalizzazione che funziona, Einaudi, Torino 2007; S.Latouche, La scommessa della decrescita, Feltrinelli, Milano 2007.


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