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Riflessioni etico-sociali

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Presentazione sul tema: "Riflessioni etico-sociali"— Transcript della presentazione:

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2 Riflessioni etico-sociali
Tutela del creato Riflessioni etico-sociali

3 La relazione dell'uomo con il mondo/natura è un elemento costitutivo della sua identità

4 Struttura fondativa della persona
SOGGETTO AZIONE CORPO TU ATTITUDINE relazionale LINGUAGGIO PSICHE RACCONTO Spirito RELAZIONI MONDO RESPONSABILITA’ L’uomo nella sua struttura composita si costituisce in un’apertura relazionale plurima, esprimendosi come attitudine. La persona è, dunque, un soggetto attitudinale che si va progressivamente esplicitando 2

5   Scrive papa Francesco: “Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni” (Evangelii gaudium 215).

6 DOBBIAMO RICORDARE CHE: « quanto più cresce la potenza-presunzione degli uomini, tanto più largamente si estende la responsabilità sia degli individui, sia delle comunità » Ogni azione umana deve corrispondere al vero bene dell'umanità

7 Pretesa di esercitare un arbitrio incondizionato sulle cose da parte dell'uomo incurante delle considerazioni di ordine morale che devono invece caratterizzare ogni attività umana.

8 L'aspetto egoistico nelle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell'ambiente: l'ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l'ambiente come “casa”.

9 Il giardino violato possiamo rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente. Anzi, spesso il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della persona e della vita.

10 Nel degrado, l'essere umano tende a pensarsi come estraneo al contesto ambientale in cui vive. Va recuperata la profonda connessione esistente tra ecologia ambientale ed « ecologia umana ».

11 Modelli economici «disumani» L’economia umana nella sua fase più recente, attraverso lo sviluppo tecnologico si è staccata sempre più dall’economia della natura, rompendo il patto cooperativo che la contraddistingue. L’uomo, venendo meno al mandato di essere custode del creato, ne è diventato predatore e tiranno. Il sistema economico che si regge su una continua ed indistinta crescita dei consumi ha portato con sé una ossessiva ricerca di accaparrare subito tutte le risorse disponibili per trasformarle in ricchezze finanziarie. Le enormi quantità di risorse che l’uomo preleva dai cicli naturali non tornano ad essi, come avviene nell’economia della natura, ma vengono trasformate in rifiuti, in inquinamento. Lo sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla natura ha portato l’uomo a non riconoscerne i valori e i limiti ed a rompere pericolosamente cicli fondamentali su cui si fonda la vita: il ciclo dell’acqua, del carbonio, dell’azoto, ecc.

12 L’imperativo della crescita ad ogni costo, che giustifica l’ideologia della distruzione e dello spreco della natura, della salute e della vita, è una economia di morte per l’arricchimento di pochi, che non sente alcuna responsabilità verso il prossimo e verso il resto del creato, che non crede che le cose debbano e possano cambiare, e prepara un futuro sempre più difficile per le prossime generazioni. E’ necessario responsabilizzare imprenditori, politici e amministratori pubblici al rispetto dell’ambiente e della legalità e sensibilizzare i cittadini all’adozione di stili di vita più sobri ed orientati ad un benessere reale, liberando la nostra mente dall’avidità, dall’egoismo e dalla schiavitù di desideri coatti orientati dal sistema economico ad un consumo acritico. La crescita indifferenziata ed illimitata dei consumi è una assurdità che distrugge risorse essenziali alla vita e svuota l’uomo della sua umanità, della sua libertà di pensiero, plasmando e standardizzando i gusti e i desideri, attraverso il grande inganno di nascondere la faccia sporca del sistema: i rifiuti e l’inquinamento.

13 La tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti, impedendo che si possa fare « impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze ».

14 La responsabilità verso l'ambiente, patrimonio comune del genere umano, si estende non solo alle esigenze del presente, ma anche a quelle del futuro. Vi è un profilo giuridico del « diritto ad un ambiente sano e sicuro » Le norme giuridiche, tuttavia, da sole non bastano; accanto ad esse devono maturare un forte senso di responsabilità nonché un effettivo cambiamento nelle mentalità e negli stili di vita.

15 I gravi problemi ecologici richiedono un effettivo cambiamento di mentalità che induca ad adottare nuovi stili di vita, « nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti ».

16 Tali stili di vita devono essere ispirati alla sobrietà, alla temperanza, all'autodisciplina, sul piano personale e sociale.

17 Un’etica sociale che è insieme Culturale-assiologico
COLLOCAZIONE Territorio (Ethous) contesto Culturale-assiologico Politico-sociale ambiente NORMA Disposizione sensibilità (Ethos) Valori PERSONALI Dignità Libertà Responsabilità Valori SOCIALI sociale Solidarietà Sussidiarietà

18 È necessario educare la sensibilità creando una mentalità diffusa
. Comunitaria + Intergenerazionale denuncia delle disfunzioni: comportamenti che inaspriscono i problemi relativi alla povertà, all’ecologia, ecc…. cattivi comportamenti: aspetti emozionali: nei momenti di forte emozione è sconsigliato affrontare i problemi; rifiuto dell’incertezza: desiderio di essere garantiti su tutto e contro ogni rischio valutazione della priorità tra bisogni e desideri: creare una cultura mirata ed armonica controllo di due limiti: 1. disattenzione per le conseguenze future; 2. irreversibilità degli effetti dell’azione umana sulle risorse e sulla natura

19 RESPONSABILITA’ CONSAPEVOLE 2 idee di fondo Responsabilità verso il futuro Uno sguardo globale sulla vita della persona Funzione preventiva Per capire il concetto di libertà bisogna chiedersi.. Che tipo di vita questa scelta produrrà per noi??? Funzione di garanzia Funzione preventiva Funzione di garanzia Le generazioni future dovrebbero essere compensate per la riduzione delle dotazioni di risorse causata dall’attività delle generazioni presenti Ogni generazione dovrebbe lasciare alla successiva una dotazione di risorse rinnovabili che abbiano lo stesso valore di quella ereditata

20 La responsabilità consapevole e a più sfere, suppone soggetti capaci di seguire regole e al tempo stesso, in casi estremi, di produrre azioni etiche eccedenti le stesse regole stabilite inizialmente. Responsabilità consapevole, dunque, come capacità di rispondere all'imprevisto, ad un surplus di richiesta, attraverso una coerenza ragionevole.

21 RISPETTO A UN…. primo PUNTO CRITICO: attività produttive NON condotte con il dovuto rispetto del territorio. La sete del profitto, infatti, spinge alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di malattia. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mistificata ed altre volte viene addirittura giustificata. Di fatto, la consapevolezza davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi. Matura sempre lentamente, spesso solo tramite la dedizione, eroica, di chi, facendo il proprio lavoro con serietà, è come se si immolasse per creare tra la gente una adeguata coscienza della gravità del problema.

22 secondo PUNTO CRITICO: eventi meteorologici estremi
secondo PUNTO CRITICO: eventi meteorologici estremi. Tutto un territorio è messo in ginocchio. Solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la carente consapevolezza da parte della comunità civile circa le vere cause che a monte determinano questi tristi eventi! Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita!

23 Terzo PUNTO CRITICO: mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e ambientali. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante, perché completa il quadro globale della violazione del giardino di Dio: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 215)

24 La consapevolezza RAGIONEVOLE ED ETICAMENTE CENTRATA del dono ricevuto spinge a garantire un ambiente sostenibile ATTRAVERSO UNA PAROLA CHIAVE: custodire “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”. Francesco Impegni conseguenti 1. coscienza di un impegno culturale; 2. VIGILANZA/denuncia davanti ai disastri; 3. rete di speranza nel futuro.

25 La priorità dell’impegno culturale
La priorità dell’impegno culturale. La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. Tutti siamo chiamati a questo compito che si fa premura già nelle scuole accrescendo la coscienza ecologica viva soprattutto tra i giovani. Sensibilità etica. Si tratta di concretizzare quella “conversione ecologica” come capacità critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. Abbiamo cioè bisogno di un’economia capace di generare lavoro senza violare la terra, valorizzandola piuttosto come ricchezza produttiva e come crescita sociale. Si pensi alla interconnessione tra rispetto dell’ambiente, agricoltura, turismo e benessere sociale.

26 La denuncia davanti ai disastri ecologici: custodia è chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia del creato. Ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto. In particolare va bloccata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche...

27 La rete di speranza. Siamo chiamati a fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni. Va maturata insieme una rinnovata etica civile. È importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando e accrescendo la cultura ecologica. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato. Del resto, una terra custodita è la prima fonte di lavoro per i giovani!

28 Non è possibile astrarsi dalla contestualità sociale PER AFFRONTARE QUESTO TEMA (individualismo-atomismo sociale) PROGRESSIVO PASSAGGIO dal paradigma dell’io (individualismo) del tutto (olismo) al paradigma del dono (reciprocità) (Caillé-Mauss) SCELTA DEL Paradigma del dono e della reciprocità come chiave di comprensione della relazione individuo-società

29 per una custodia del creato è dunque importante RIGENERARE LA SOCIALITA’ In questo nostro tempo l’ecologia umana e l’ecologia naturale richiedono una lettura unitaria come ci ricorda anche Benedetto XVI “Le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e a la consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano” (CV n. 51). In questa prospettiva l’impegno per la custodia del creato, che significa prima di tutto “proteggere l’uomo contro la distruzione da se stesso … il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio” (CV 51), offre una storica opportunità per elaborare una risposta nuova e innovativa capace di ripensare le nostre città quali luoghi di vita buona, luoghi di cura e di carità nei confronti dell’ambiente e delle persone.


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