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Unione economica e monetaria

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Presentazione sul tema: "Unione economica e monetaria"— Transcript della presentazione:

1 Unione economica e monetaria
Alessio Musiano /403 Nico de Santis /403 Marco Notarangelo /403 Lorenzo Santoro 17881/403 Giorgio Nardone /403

2 Unione economica e monetaria
L’ Unione Economica e Monetaria (UEM) dell'Unione europea è stata sancita con il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993). Viene informalmente detta zona euro o eurozona l'insieme degli stati membri dell'Unione europea che adottano l'euro come valuta ufficiale. Al 2015, la zona è composta da diciannove stati membri con un’unica moneta comune: l’euro.

3 ZONA EURO L’euro facilita il commercio mondiale, infatti avere una moneta solida e stabile e con una base così larga conferisce all’Europa una posizione più forte nell’economia mondiale. L’euro rappresenta accanto al dollaro USA, la valuta per le operazioni commerciali e finanziarie e la zona euro attrae investimenti esteri diretti dal resto del mondo. Le politiche monetarie dell'eurozona sono regolate esclusivamente dalla Banca centrale europea, con sede a Francoforte. Situazione aggiornata a gennaio 2015:   Zona euro UE non appartenenti all'AEC II UE appartenenti all'AEC II con opt-out UE non appartenenti all'AEC II con opt-out Non UE che usano bilateralmente l'euro Non UE che usano unilateralmente l'euro (Montenegro e Rep Kosovo)

4 Una moneta unica per l’Europa
L’ EURO comporta numerosi vantaggi per i cittadini, le imprese, il commercio, la crescita economica e il ruolo dell’ Europa nel mondo. Negli anni ’60-’70 molti paesi dell’UE hanno conosciuto tassi d’inflazione elevati a volte del 20% o più. Nella fase di preparazione e introduzione dell’ euro il tasso d’inflazione è rimasto a livelli prossimi al 2%. Var. periodo 53.9% INDICI NAZIONALI DEI PREZZI AL CONSUMO (NIC con tabacchi) ISTAT Valore MINIMO -0.6% Valore MASSIMO 5.7

5 L’UEM: gestire la moneta unica
All’UEM partecipano tutti i paesi dell’UE, anche quelli che non hanno moneta euro. Un paese dell’UE può non avere l’euro per due motivi: Perché si è avvalso di una clausola del trattato di Maastricht che gli consente di non passare alla terza fase dell’UEM. Perché non soddisfa i criteri di convergenza stabiliti per il passaggio all’euro. Scopo dell’UEM è promuovere una crescita economica equilibrata e sostenibile. La politica monetaria, cioè la fissazione dei tassi di interesse è affidata alla Banca Centrale Europea (BCE). Il suo obiettivo è assicurare un tasso d’inflazione stabile e basso, cioè prossimo al 2%.

6 La Governance economica

7 Il Parlamento Europeo:
(EUROPARLAMENTO) Assemblea legislativa dell’Unione Europea. Esso svolge una funzione di controllo ed è l’unica istituzione europea ad essere eletta direttamente dai cittadini. Insieme al Consiglio dell’Unione europea costituisce una delle due camere che esercitano il potere legislativo dell’Unione. COMPOSIZIONE L’elezione degli eurodeputati si ha ogni 5 anni, contemporaneamente in tutti gli stati membri. Attualmente è formato da 751 membri. COMPETENZE & POTERI: esercitare il controllo politico della Commissione tramite interrogazione scritte e orali esaminare le proposte legislative della Commissione approvare il bilancio annuale dell’Unione nominare il mediatore europeo istituire commissioni di inchiesta

8 Il Consiglio Europeo Organo che si riunisce periodicamente per esaminare le principali problematiche del processo di integrazione europea. COMPOSIZIONE Il Consiglio Europeo è composto dai Capi di Stato o di governo dei paesi membri dell’unione europea e dal Presidente del consiglio Europeo. Vi partecipa anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e,senza diritto di voto, anche il Presidente della Commissione europea PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Viene nominato a maggioranza qualificata dal Consiglio Europeo; le sue responsabilita sono: presiedere il Consiglio assicurare la preparazione e la continuità dei lavori del Consiglio presentare al Parlamento una relazione in seguito a ciascuna riunione del Consiglio

9 (CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Il Consiglio (CONSIGLIO DEI MINISTRI) Detiene,con il Parlamento europeo, il potere legislativo nell’ambito dell’UE. COMPOSIZIONE È formato da un rappresentante di ciascuno Stato a livello ministeriale, scelto in base alla materia oggetto di trattazione, con l’aggiunta del Commissario europeo responsabile del tema in esame Ogni 6 mesi viene nominato il Presidente del Consiglio, la quale carica ruota tra i diversi stati membri dell’UE, e non è ricoperta da una sola persona ma dall’intero governo. COMPETENZE E POTERI insieme al Parlamento europeo, esercita la funzione legislativa e la funzione di bilancio coordina le politiche economiche generali degli Stati membri definisce e implementa la politica estera e di sicurezza comune conclude accordi internazionali coordina le azioni degli stati membri e adotta misure nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale

10 La Commissione Europea
Organo esecutivo dell’Unione Europea. Rappresenta gli interessi della Ue nel suo complesso (non quelli dei singoli paesi) COMPOSIZIONE ( 1 Presidente , 7 Vicepresidenti, 20 Commissari ) La Commissione Europea è composta da un delegato per ogni stato membro(commissario); a ciascun delegato è pero richiesta la massima indipendenza dal governo nazionale che lo ha indicato. La carica di commissario dura 5 anni Su proposta del Consiglio Europeo al Parlamento Europeo, il quale delibera a maggioranza qualificata,viene eletto il Presidente della Commissione, il quale deve : presentare proposte legislative applicare il diritto europeo fissare obiettivi e priorità dell’azione dell’UE gestire ed applicare le politiche e il bilancio dell’UE rappresentare l’UE fuori dall’Europa

11 “IL CONSIGLIO D’EUROPA NON FA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA”
Organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell‘uomo, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni a problemi sociali in Europa. Lo strumento principale d’azione consiste nel predisporre e favorire la stipulazione di accordi o convenzioni internazionali tra gli stati membri e spesso, anche tra stati terzi. “IL CONSIGLIO D’EUROPA NON FA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA” COMPOSIZIONE Il Consiglio d’Europa e composto da: Comitato dei Ministri (ministri degli affari esteri degli stati membri) assemblea consultiva (riunisce i rappresentanti dei parlamenti nazionali ed esprime raccomandazioni al Comitato dei Ministri) segretariato (con a capo un segretario il quale svolge funzioni di indirizzo)

12 L’Eurogruppo Centro di Coordinamento europeo che riunisce i Ministri dell’Economia e delle Finanze degli stati membri che adottano l’euro, cioè la cosiddetta eurozona Tale organo si è reso necessario in quanto, con l’allargamento dell’Unione Europea a 28 Stati, i 18 che adottano l’euro si trovano a rappresentare solo una parte, anche se maggioritaria. L’Eurogruppo si riunisce informalmente alla vigilia del Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze (ECOFIN) per discutere di questioni economico-finanziarie legate all’Unione Economico e Monetaria dell’Unione Europea (UEM) Partecipano a tale gruppo anche: il Commissario europeo responsabile per gli affari economici il Presidente della BCE

13 La Banca Centrale Europea (BCE)
Gli obiettivi della BCE sono quello di : garantire la stabilità dei prezzi nell’UE. mantenere stabile il sistema finanziario COMPOSIZIONE Gli organi decisionali della Banca centrale Europea sono: comitato esecutivo – 6 membri (1 presidente, 2 vicepresidenti, 4 membri) nominati per 8 anni dai leader dell’area Euro consiglio direttivo – stabilisce la politica monetaria dell’eurozona e fissa i tassi di interesse applicabili ai prestiti erogati dalle Banche centrali alle banche commerciali consiglio generale – funzioni consultive e di coordinamento della BCE e preparativi necessari per l’allargamento dell’eurozona. Comprende il Presidente e Vicepresidente della BCE e i governatori delle banche centrali nazionali dei paesi membri.

14 Corte di giustizia europea
Interpreta il diritto dell’UE perché esso venga applicato allo stesso modo in tutti i paese dell’UE. Si occupa inoltre di guidare le controversie tra i paesi membri e le istituzioni dell’UE. È costituita da 1 giudice per ciascuno Stato membro COMPETENZE - la Corte di Giustizia deve pronunciarsi per: rinvio pregiudiziale = quando i tribunali nazionali chiedono alla Corte di Giustizia di interpretare un determinato punto del diritto dell’UE ricorso per inadempimento = quando uno Stato membro non applica il diritto dell’UE ricorso per annullamento = quando il diritto dell’UE viola i trattati o i diritti fondamentali dell’UE ricorso per carenza = quando una istituzione dell’UE si astiene dall’obbligo di prendere decisioni ricorsi diretti = presentata da cittadini, imprese ed organizzazioni contro le decisioni o le azioni dell’UE

15 Politiche per la stabilità e la crescita
Per garantire la stabilità e impedire che le decisioni prese da un paese incidano negativamente sugli altri, le politiche sono definite a livello dell’UE. Lo strumento principale con il quale l’UE coordina e guida la politica economica è il PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA. Le regole principali del patto sono due: Il DEBITO PUBBLICO: Indica il totale dei fondi presi a prestito dallo Stato che non deve superare il 60% del PIL. Se si viene superato la percentuale di debito pubblico, il governo deve presentare un insieme di provvedimenti con effetti misurabili che permettano di ridurre il debito. Debito Pubblico Italia = 132,6 % del PIL PIL Italia = 2,149 migliaia di miliardi

16 Politiche per la stabilità e la crescita
Il DISAVANZO PUBBLICO o DEFICIT PUBBLICO : Indica le spese dello Stato coperte dalle sue entrate in un determinato anno. Non deve superare il 3% del PIL. Incide sul debito pubblico e va a sommarsi ad esso Se il disavanzo di bilancio oltrepassa il limite del 3%, il suo governo deve dimostrare che ha adottato delle misure per ridurlo nel medio periodo. La Commissione Europea verifica il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita per ogni paese dell’UE; se un paese non dovesse attenersi alle regole sopra elencate può essere soggetto al pagamento di ammende. Il patto di stabilità e crescita è stato rafforzato nel dicembre 2011 con l’entrata in vigore del PATTO DI STABILITÀ RAFFORZATO Accresce la trasparenza e rende più rigorosa la sorveglianza dei bilanci nazionali dei paesi membri da parte della Commissione.

17 Politiche per la stabilità e la crescita
Il PATTO DI STABILITÀ RAFFORZATO viene adoperato nei seguenti casi: Se il disavanzo di bilancio di un paese è maggiore del 3 %, il suo governo deve dimostrare che ha adottato delle misure per ridurlo nel medio periodo. Se invece viene superato il limite fissato per il debito (il 60 % del PIL), il governo deve presentare un insieme di provvedimenti con effetti misurabili, che permettano di ridurre il livello del debito secondo un calendario concordato. Se un paese della zona euro non prende misure correttive per ridurre un disavanzo o un debito pubblico eccessivo, si espone a sanzioni finanziarie che diventano progressivamente più pesanti, fino ad arrivare al deposito di fondi a titolo di garanzia e, nel caso estremo, al pagamento di ammende.

18 Come prevenire gli squilibri macroeconomici?
Per diagnosticare con maggiore anticipo gli squilibri in via di formazione nei paesi membri è stata istituita, nel dicembre 2011, la PROCEDURA PER GLI SQUILIBRI MACROECONOMICI, ossia un sistema di monitoraggio approfondito delle economie nazionali per allertare l’UE quando si profilano potenziali problemi. Il sistema si basa su un prospetto che riporta l’andamento di dieci indicatori economici, tra cui la quota di mercato delle esportazioni, il costo del lavoro, il debito del settore privato e il prezzo degli alloggi. Le conclusioni dell’esame possono essere di tre tipi: 1) non ci sono problemi: la procedura si arresta; 2) si sta formando uno squilibrio: la Commissione formula delle raccomandazioni nel quadro del semestre europeo; 3) sono presenti gravi squilibri: la Commissione raccomanda che il Consiglio constati che vi è uno squilibrio eccessivo e rivolga al paese in questione delle raccomandazioni affinché corregga la situazione, con una precisa tabella di marcia indicante tutte le tappe da percorrere.

19 Riforme strutturali per promuovere la competitività
Sempre nel 2011 i paesi dell’euro zona hanno stretto un patto per l’euro, nel quale hanno concordato una serie di misure che rispecchiano la maggiore interdipendenza delle loro economie e la loro volontà di intensificare il coordinamento delle politiche economiche nazionali. Al patto hanno aderito anche sei paesi che non hanno ancora adottato l’euro : Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. Scopo principale del patto è migliorare la competitività e realizzare così una maggiore crescita e convergenza economica nei paesi partecipanti Il patto europlus è uno strumento importante perché crea un collegamento tra la politica economica e di bilancio e altre politiche più concrete, come la politica industriale, la politica dell’istruzione e quella di ricerca e sviluppo. Membri aderenti al patto Euro Plus ██ Eurozona ██ Membri UE aderenti a Euro Plus ██ Altri membri UE

20 FIREWALL a difesa della stabilità finanziaria
A partire dalla fine del 2009 e dall’inizio del 2010, alcuni paesi della zona euro hanno cominciato ad avere problemi di finanziamento del loro debito. I paesi dell’UE hanno rapidamente reagito instaurando un firewall, ossia un muro di protezione costituito da una serie di misure per ristabilire la fiducia e facilitare il finanziamento del debito dei paesi che incontravano temporaneamente difficoltà ad ottenere prestiti sui mercati finanziari. Nell’autunno 2012 i paesi della zona euro hanno creato per questo motivo un meccanismo di sostegno a carattere permanente che va a sostituire meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria e il fondo europeo di stabilità finanziaria. Il nuovo MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES) è oramai l’elemento fondamentale del dispositivo di protezione dell’ UE e dispone di una capacità di prestito fissata per ora a 500miliardi e può assistere i paesi che hanno ratificato il trattato sulla stabilità sul coordinamento della governance. Chiamato anche FONDO SALVASTATI ed è istituito dalle modifiche al trattato di Lisbona approvate il 23 Marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 Marzo 2011.

21 Coordinamento delle decisioni di politica economica
Un insegnamento importante della crisi finanziaria è che è necessario un migliore coordinamento delle politiche economiche nell’UE. Nel 2010 è stato concordato un nuovo metodo di sorveglianza e coordinamento, il semestre europeo, imperniato sulla produzione, l’analisi e la valutazione di un’ampia serie di indicatori economici, secondo un rigoroso calendario annuale.

22 Analisi del quadro cronologico del semestre europeo
Gennaio: la Commissione dà il via al semestre pubblicando la sua analisi annuale della crescita, corredata da proposte per le priorità dell’UE come la politica economica e di bilancio e le riforme necessarie per assicurare la stabilità e crescita. Marzo: il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE discutono le proposte contenute nell’analisi annuale della crescita. Aprile: i paesi membri adottano e presentano i loro programmi nazionali di riforma per promuovere la crescita, l’occupazione, i programmi di stabilità per garantire una situazione sana delle finanze pubbliche. Giugno: dopo aver analizzato nel mese di maggio i programmi di riforma e stabilità, la Commissione elabora soluzioni di stabilità per ogni paese, discusso dal Consiglio europeo ne mese di giugno. Luglio: le soluzioni per ciascun paese vengono approvate dal Consiglio dell’UE.

23 Le regole del semestre europeo
Quando la Commissione nel valutare I programmi di stabilità e di convergenza nel quadro del semestre europeo, constata che i limiti fissati dal patto non sono stati rispettati, propone al Consiglio di avviare per il paese interessato la procedura per i disavanzi eccessivi. Il Consiglio secondo un calendario formula delle soluzioni e impone al paese inadempiente di adottare le soluzioni entro termini stabiliti dal Consiglio; se ciò non accadesse il paese della zona euro si espone a sanzioni finanziarie.

24 L’economia dell’UE Con il semestre europeo si garantiscono politiche economiche affini agli interessi dei cittadini e alla solidità della loro moneta comune, euro. Per capire meglio la crescita annua (PIL) dei paesi europei dell’UE basta esaminare il seguente grafico: lo scopo del nuvo quadro di governance economica espressa nel semestre europeo è assicurare che il PIL segua un andamento positivo e che l’economia dell’UE sia più consolidata emeglio protetta da CRISI FUTURE.

25 Soluzioni e conseguenze della crisi
La crisi non è stato un evento improvviso e le cause hanno radici profonde. È scatenata dallo scoppio della bolla dei crediti subprime negli Stati uniti ed è culminata nel fallimento della banca di investimento Lehman Brothers nel settembre 2008. I subprime sono prestiti o mutui erogati a clienti definiti “ad alto rischio”. Sono chiamati prestiti subprime perché a causa delle loro caratteristiche e del maggiore rischio a cui sottopongono il creditore sono definiti di qualità non primaria, ossia inferiore ai debiti primari (prime) che rappresentano dei prestiti erogati in favore di soggetti con una storia creditizia e delle garanzie sufficientemente affidabili. Ostacoli al superamento della crisi per i vari paesi dell’unione sono stati : disavanzi e debiti pubblici elevati, squilibri macroeconomici,l’allargarsi dei differenziali di competitività in vari paesi membri. Il risultato è stato che le banche cessavano di farsi credito reciprocamente creando una scarsità di farsi credito che a sua volta si traduceva in una crisi di fiducia che impediva il concedersi altri crediti. Molti governi europei sono stati costretti a fornire alle principali banche un urgente sostegno finanziario,su una scala senza precedenti, per salvarle dal fallimento. La crisi non è stato un evento improvviso e le cause hanno radici profonde. È scatenata dallo scoppio della bolla dei crediti subprime negli Stati uniti ed è culminata nel fallimento della banca di investimento Lehman Brothers nel settembre 2008. I subprime sono prestiti o mutui erogati a clienti definiti “ad alto rischio”. Sono chiamati prestiti subprime perché a causa delle loro caratteristiche e del maggiore rischio a cui sottopongono il creditore sono definiti di qualità non primaria, ossia inferiore ai debiti primari (prime) che rappresentano dei prestiti erogati in favore di soggetti con una storia creditizia e delle garanzie sufficientemente affidabili. Ostacoli al superamento della crisi per i vari paesi dell’unione sono stati : disavanzi e debiti pubblici elevati, squilibri macroeconomici,l’allargarsi dei differenziali di competitività in vari paesi membri. Il risultato è stato che le banche cessavano di farsi credito reciprocamente creando una scarsità di farsi credito che a sua volta si traduceva in una crisi di fiducia che impediva il concedersi altri crediti. Molti governi europei sono stati costretti a fornire alle principali banche un urgente sostegno finanziario,su una scala senza precedenti, per salvarle dal fallimento.

26 Soluzioni e conseguenze della crisi
Tra il 2008 e il 2012, i governi europei hanno fornito alle banche un sostegno finanziario,soprattutto sottoforma di garanzie e iniezioni di capitali, per impedire il collasso del sistema bancario. L’importo destinato allo scopo ha toccato un picco di 1540 miliardi di euro,sceso a 1050 miliardi nel 2012. L’obiettivo della manovra di finanziamento adottata dai vari paesi membri è quello di assicurare stabilità al settore bancario tenendo sotto controllo il debito pubblico. Senza questi due fattori non c’è possibilità di crescita. Senza stabilità non c’è fiducia e senza fiducia non c’è crescita, non si creano posti di lavoro e non si aumenta la prosperità

27 Soluzioni e conseguenze della crisi
Per riformare e consolidare il settore dei servizi finanziari,sono state istituite nuove autorità panaeuropee con il compito di vigilare in modo più vigoroso sugli istituti finanziari dell’UE L'Autorità bancaria europea (ABE) è un'autorità indipendente dell'Unione europea (UE), che opera per assicurare un livello di regolamentazione e di vigilanza prudenziale efficace e uniforme nel settore bancario europeo.  Gli obiettivi generali dell'Autorità sono assicurare la stabilità finanziaria nell'UE e garantire l'integrità, l'efficienza e il regolare funzionamento del settore bancario.  L'ABE fa parte del Sistema europeo di vigilanza finanziaria (SEVIF), che è costituito da tre autorità di vigilanza: l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), l'Autorità bancaria europea (ABE) e l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA). Il sistema comprende inoltre il Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS), il comitato congiunto delle autorità europee di vigilanza e le autorità di vigilanza nazionali. Pur essendo indipendente, l'ABE è responsabile dinanzi al Parlamento europeo, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.

28 Soluzioni e conseguenze della crisi
Le procedure messe in atto per gli squlibri macroeconomici hanno diretta influenza sulla vita dei cittadini dell’unione europea . (es: variazione tasso dei mutui ipotecari) Tra gli indicatori economici presi in esame nel quadro della procedura per gli squilibri eccessivi vi è il tasso di incremento dei prezzi immobiliari rispetto alla spesa totale delle famiglie: l’allarme scatta se questo supera il 6% in un paese membro. Un altro degli indicatori della procedure per gli squilibri eccessivi è la quota del commerciale mondiale. Punti di forza dell’unione europea nel commercio mondiale sono la moneta unica e il mercato unico. Come indicatore di valutazione dell’andamento del mercato europeo rispetto a quello mondiale è stata scelta la variazione della somma dei beni e servizi esportati espressa come media quinquennale. La soglia di allarme è stata fissata ad un calo del 6% o più.


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