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Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2011-2012 | Responsabilità sociale d’impresa 1 FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA.

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1 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2011-2012 | Responsabilità sociale d’impresa 1 FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA E COMUNICAZIONE A.A. 2014-2015 RELAZIONI ISTITUZIONALI E RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA ALTRI STRUMENTI DI RENDICONTAZIONE SOCIALE

2 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 2 Gli indicatori contabili utilizzati nell’ambito della rendicontazione sociale devono rendere conto dei dati economici in maniera più chiara e comprensibile rispetto al bilancio tradizionale, mettendo in evidenza il rapporto tra le risorse utilizzate e le aree di rendicontazione individuate, più che i risultati economici conseguiti dall’ente. A questo fine, si effettua la riclassificazione del bilancio per destinazione. INDICATORI: LA DIMENSIONE CONTABILE E LA RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO A VALORE AGGIUNTO Valore globale della produzione (VGP) Costi strutturali Valore aggiunto caratteristico lordo (VACL) Valore aggiunto globale lordo (VAGL) Gestione accessoria e straordinaria Stakeholder………………………………1…………………………………………………….2………….3……………………..4……………………….5…………..6 Produzione del V.A. Distribuzione del V.A.

3 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 3 RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

4 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2011-2012 | Responsabilità sociale d’impresa 4 Il Bilancio sociale: schema metodologico PREMESSA METODOLOGICA PRESENTAZIONE E IDENTITÀ AZIENDALE RISULTANZE ECONOMICHE RESOCONTO DELLE PERFORMANCE AGLI STAKEHOLDER ORIENTAMENTO PER LA FUTURA GESTIONE RESPONSABILITÀ ECONOMICA RESPONSABILITÀ SOCIALE RESPONSABILITÀ AMBIENTALE VALIDAZIONE PROFESSIONALE PREMESSA METODOLOGICA

5 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 5 Rendicontazione sociale La rendicontazione sociale è uno dei «rami» della responsabilità sociale. RESPONSABILITÀ E RENDICONTAZIONE SOCIALE

6 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 6 DIVERSE TASSONOMIE, FINALITÀ SIMILARI Bilancio di sostenibilità Bilancio della responsabilità sociale Rapporto ambientale Bilancio sociale di sostenibilità Bilancio di utilità sociale Bilancio sociale Bilancio ambientale Bilancio di missione Bilancio socio- ambientale Varie sono le denominazioni dei report e le possibili combinazioni tra loro.

7 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 7 UN’IPOTESI DI SISTEMATIZZAZIONE: DAL BILANCIO SOCIALE AGLI ALTRI STRUMENTI DI RENDICONTAZIONE SOCIALE Bilancio sociale Bilancio di mandato Bilancio di sostenibilità Bilancio di genere Bilancio ambientale Focus su ambiente e sostenibilità Focus su pari opportunità Tempo

8 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 8 BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ, COS’È Il Bilancio di sostenibilità è frutto di una rendicontazione ispirata all’approccio triple bottom line. È un rapporto – solitamente annuale – che analizza dunque l’operato di un’organizzazione (privata o pubblica), valutandolo secondo le logiche dell’efficienza economica, della tutela ambientale e della tutela sociale. La finalità dello strumento è quella di verificare la capacità dell’organizzazione di “gestire l’equilibrio” tra le diverse variabili e consente il monitoraggio, la rendicontazione e la comunicazione delle performance ambientali, sociali ed economiche. LO SVILUPPO CHE SODDISFA I BISOGNI DEL PRESENTE SENZA COMPROMETTERE LA POSSIBILITÀ PER LE GENERAZIONI FUTURE DI SODDISFARE LE PROPRIE NECESSITÀ. Rapporto Brundtland (1987) SOSTENIBILITÀ

9 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 9 CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ > piena valorizzazione della dimensione ambientale accanto a quelle economiche e sociali > attenzione al benessere delle generazioni future quali stakeholder nei confronti dei quali è necessario rendicontare: lo sviluppo sostenibile fa riferimento all’equità intergenerazionale (garantire alle generazioni future la possibilità di soddisfare i loro bisogni al pari di quanto avviene per la presente generazione) e infragenerazionale (attenuare i disequilibri nei confronti delle aree svantaggiate del territorio all’interno della stessa generazione) > capacità di essere uno strumento di integrazione delle variabili socio-ambientali nelle politiche dell’organizzazione che lo realizza

10 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 10 RIFERIMENTI METODOLOGICI GRI (Global Reporting Initiative) è il principale framework di riferimento per la predisposizione di un Bilancio di sostenibilità. È un modello ormai universalmente accettato a livello internazionale per il reporting della performance economica, ambientale e sociale di un’organizzazione. Grazie al suo approccio modulare e graduale, tutte le organizzazioni possono utilizzarlo, indipendentemente da dimensione, settore, paese. Le Linee guida per il reporting di sostenibilità prevedono dei principi per individuare il contenuto del report e garantire la qualità delle informazioni fornite.

11 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 11 BILANCIO AMBIENTALE, COS’È Documento volontario finalizzato all’esposizione di un quadro organico delle interrelazioni esistenti tra un’organizzazione e l'ambiente naturale. La rappresentazione di tale relazione avviene attraverso l’esposizione di dati quantitativi e qualitativi relativi all’impatto ambientale delle attività, oltre che dello sforzo economico e finanziario sostenuto dall’organizzazione per la protezione dell’ambiente.

12 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 12 FINALITÀ DEL REPORTING AMBIENTALE Il Bilancio ambientale permette di valutare le prestazioni ambientali delle attività di produzione e servizio. Le scelte gestionali possono dunque essere orientate verso la diminuzione dei costi ambientali. Consumo energetico Gestione rifiuti e imballaggi Usi idrici e depurazione delle acque Principali ambiti per la riduzione dei costi ambientali

13 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 13 TIPI DI BILANCIO AMBIENTALE DI SITO Si riferisce a singoli impianti o stabilimenti produttivi CORPORATE Riguarda una pluralità di stabilimenti una medesima impresa/organizzazione

14 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 14 VANTAGGI RICERCATI CON IL BILANCIO AMBIENTALE Individuazione di costi e sprechi ambientali Valutazione dell’opportunità di investire in tecnologie e processi produttivi in grado di determinare un minore impatto sull’ambiente Valutazione del livello di tutela del territorio nel quale si opera Individuazione di elementi di criticità ambientali legate alle attività aziendali Costruzione di meccanismi di monitoraggio in grado di portare allo sviluppo di un vero e proprio Sistema di gestione ambientale (eventualmente certificabile) Sviluppo di modalità di comunicazione ambientale per gli stakeholder Miglioramento dell’immagine

15 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 15 BILANCIO DI GENERE, COS’È È un documento che analizza e valuta in ottica di genere le scelte politiche e gli impegni economico-finanziari di un’organizzazione. L'obiettivo è comprendere e valutare le ricadute e l’impatto differente delle attività e delle spese sulle donne e sugli uomini, consentendo di riflettere su come favorire le pari opportunità sia all’interno che all’esterno di un’organizzazione. Prevede l'applicazione nella procedura di bilancio della prospettiva dell'uguaglianza tra uomini e donne in tutte le fasi e a tutti i livelli delle politiche pubbliche e da parte di tutti gli attori coinvolti nei processi decisionali.

16 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 16 GENDER MAINSTREAMING Integrazione della dimensione delle pari opportunità tra donne e uomini in tutte le politiche, a tutti i livelli e in tutte le fasi decisionali (ivi compresa la procedura di formazione del bilancio) APPLICAZIONE DEL GENDER MAINSTREAMING Presupposto: il bilancio non è uno strumento neutro, ma riflette la ripartizione del potere esistente nella società e la distribuzione del reddito che ne deriva Necessità di analizzare e costruire i bilanci secondo un’ottica di genere, per contribuire a realizzare concretamente la parità tra uomini e donne

17 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 17 Analisi del diverso impatto delle politiche sulle donne e sugli uomini Introduzione della prospettiva di genere a tutti i livelli del processo di costruzione del bilancio Ristrutturazione delle entrate e delle uscite al fine di promuovere l’uguaglianza tra i sessi GENDER BUDGETING Strumento di rilettura dell’operato di un ente che mette in evidenza le politiche e la spesa nei confronti delle donne e degli uomini Documento di lettura delle scelte gender sensitive di una pubblica amministrazione GENDER AUDITING STRUMENTO DI PROGRAMMAZIONE E RENDICONTAZIONE Nella prassi, il gender reporting avviene sia in chiave preventiva che consuntiva.

18 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 18 BILANCIO DI GENERE, BREVE CRONISTORIA Risoluzioni del Parlamento Europeo sul Gender Budgeting (2002/2198(INI)) – P5_TA(2003)0323) 2002/2003 2006 Road Map per le pari opportunità 2007-2013 COM (2006) 92 dell’Unione Europea 2010 Ad oggi è stato sperimentato da più di 60 paesi nel mondo Anni ‘80 Il Bilancio di genere viene sviluppato in Australia per la prima volta 1995 IV Conferenza Mondiale sulle donne di Beijing: l’ONU lo raccomanda come strumento a sostegno delle pari opportunità Comincia a diffondersi in Italia, soprattutto presso Comuni, Province e Regioni 2002 2009 Viene citato nel D.lgs. 150/2009 come uno dei possibili adempimenti nell’ambito della Relazione sulla performance che le amministrazioni devono produrre annualmente 2007 Direttiva sulle “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche” che raccomanda l’utilizzo del Bilancio di genere nella PA

19 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 19 BILANCIO DI GENERE IN ITALIA Regioni: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte Province: Alessandria, Ancona, Bologna, Bolzano, Catanzaro, Chieti, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, Gorizia, Grosseto, La Spezia, Livorno, Macerata, Massa Carrara, Milano, Modena, Parma, Perugia, Pesaro e Urbino, Pescara, Roma, Savona, Siena, Torino, Venezia Comuni: Aci Bonaccorsi, Alessandria, Aosta, Bari, Bologna, Collegno, Corsico, Cuneo, Ferrara, Firenze, Fossano, Genova, Lodi Vecchio, Monfalcone, Novi Ligure, Pesaro, Pinerolo, Rimini, San Filippo del Mela, San Giuliano Terme, Sestri Levante, Siena, Torino, Vercelli Ad oggi hanno sviluppato progetti o iniziative di genere in Italia 6 Regioni, 27 Province e 24 Comuni.

20 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 20 MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ GENDER SENSITIVE ATTIVITÀ DIRETTEINDIRETTEAMBIENTALINEUTRE

21 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 21 CRITERI PER LA MAPPATURA GENDER SENSITIVE Il target di utenti è espressamente previsto come femminile o maschile L’ATTIVITÀ È RIVOLTA A UN TARGET INDIVIDUABILE E QUANTIFICABILE DI UTENTI SINO Il target di utenti non è espressamente previsto come femminile o maschile ma è successivamente segmentabile in base al genere L’attività è rivolta al contesto economico generale ed è riferibile a un ambito o a un settore con un apprezzabile impatto di genere DIRETTE L’attività è genericamente rivolta al contesto economico e non è riconducibile a uno specifico ambito o settore INDIRETTEAMBIENTALINEUTRE

22 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 22 BILANCIO DI MANDATO, COS’È Documento che consente di rileggere e rendere conto delle attività e dei risultati raggiunti con riferimento a tutto l’arco del mandato politico. È un resoconto complessivo di ciò che è stato realizzato. Data la sua natura, ambito privilegiato di applicazione del Bilancio di mandato sono le amministrazioni pubbliche.

23 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 23 Mandato successivo OBIETTIVI DEL BILANCIO DI MANDATO Attraverso la realizzazione del Bilancio di mandato si vogliono rendicontare i principali fatti che hanno caratterizzato il periodo in esame, con evidenza sui risultati conseguiti dall’ente durante la vigenza degli organi di indirizzo. realizzare un reporting di fine mandato, con un approccio orientato alla comunicazione esterna esplicitare le ricadute positive generate a favore degli stakeholder in un arco temporale ampio rivisitare le attività realizzate e verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi rappresentare la coerenza tra gli obiettivi programmati e i risultati ottenuti testimoniare il processo di innovazione e cambiamento in atto nell’organizzazione Continuità o cambiamento?

24 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 24 DAL BILANCIO SOCIALE AL BILANCIO DI MANDATO Il Bilancio di mandato può tenere conto, nel caso in cui l’ente abbia prodotto annualmente un Bilancio sociale, dei dati rilevati anno per anno: in questo caso il documento rappresenta la sintesi di quanto già prodotto negli anni. Se non sono disponibili Bilanci sociali delle ultime annualità, è necessario ricostruire i fatti e la logica che hanno legato lo sviluppo delle politiche e le ricadute sul territorio, evidenziando i risultati più rilevanti.

25 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 25 Bilancio di sostenibilità Bilancio sociale Bilancio d’esercizio Bilancio di genere Bilancio ambientale Bilancio di mandato Bilancio integrato (One report) RIFLESSIONI CONCLUSIVE: VERSO UN BILANCIO INTEGRATO

26 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 26 RENDICONTAZIONE SOCIALE NEL SETTORE NON PROFIT IL BILANCIO DI MISSIONE Nel settore non profit, al di là della denominazione adottata per il report, la responsabilità sociale si declina in termini di legittimazione sociale, poiché testimonia l’effettivo raggiungimento della missione e degli obiettivi per cui la specifica organizzazione esiste. Il Bilancio sociale diventa quindi lo strumento privilegiato per misurazione le performance di una struttura non profit, che non è riconducibile alla redditività ma alla qualità dei servizi sociali o all’efficacia nella distribuzione della ricchezza. Il bilancio delle cifre economiche perde importanza. Assume grande rilevanza la rendicontazione dei fatti realizzati e la loro ricaduta sulla società. La rendicontazione sociale descrive la vera e propria “gestione caratteristica” dell’organizzazione non profit e comunica agli stakeholder i risultati essa conseguiti in termini di utilità sociale.

27 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013 | Responsabilità sociale d’impresa 27 BILANCIO DI MISSIONE L’espressione Bilancio di missione è stata coniata per la prima volta nel 1999 in occasione della proposta di bilancio formulata per conto dell’allora Ministero del Tesoro che doveva decidere, sulla forma, struttura e contenuto del bilancio delle fondazioni bancarie che erano sotto la sua vigilanza. Questa denominazione si addice a uno strumento che serve a rendere conto di come venga perseguita la sua missione, per sua natura intrinsecamente di tipo sociale. Il Bilancio di missione misura i risultati raggiunti e gli scostamenti rispetto agli scopi assegnati dallo Statuto all’organizzazione.


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