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LECTIO MAGISTRALIS I CONTRATTI DI FIUME IN ITALIA, METODOLOGIE DI RICERCA-AZIONE Un patto per i nostri fiumi: dalla politica dell’emergenza alla prevenzione.

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1 LECTIO MAGISTRALIS I CONTRATTI DI FIUME IN ITALIA, METODOLOGIE DI RICERCA-AZIONE Un patto per i nostri fiumi: dalla politica dell’emergenza alla prevenzione PREMIO IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME 2014 ALBERTO MAGNAGHI Lectio Magistralis I Contratti di Fiume in Italia: Un percorso di ricerca-azione, fra regole e progetti Venezia, 18 Novembre Aula Tafuri, Palazzo Badoer, Scuola di Dottorato - Università IUAV di Venezia

2 Le emergenze 1. la crisi ambientale del modello insediativo italiano
Interdipendenza spazio-temporale ravvicinata fra montagna (32,5%) collina (41%) e pianura (23,8%), quale struttura idrogeomorfologica e ambientale dominante del territorio nazionale (sistema alpino e appenninico); sua peculiarità nel contesto europeo La peculiarità della geografia fisica italiana amplifica e interconnette le criticità ambientali del modello urbano e territoriale industriale: spopolamento delle aree interne alpine e appenniniche; urbanizzazione di vaste aree vallive e di pianura e di aree di pertinenza fluviale; canalizzazione e tombatura alvei fluviali; Effetto della combinazione struttura/criticità: generalizzazione dell’alta fragilità ambientale del territorio: dalle “aree a rischio” (specifiche ) alla generalità del rischio (imprevedibilità locale degli eventi climatici) per tutti i sottosistemi montagna-collina- pianura: bacini idografici, nodi orografici e sistemi vallivi, entroterra e sistemi costieri.

3 Le criticità del contesto: interdipendenze ravvicinate fra montagna collina pianura: il sistema metropolitano di Firenze (Piano paesaggistico della Regione Toscana: i caratteri del paesaggio)

4 Le criticità del contesto: interdipendenze ravvicinate fra montagna collina pianura: la Versilia e le Alpi Apuane (Piano paesaggistico della Regione Toscana: i caratteri del paesaggio)

5 Piano paesaggistico della Regione Toscana
Descrizione strutturale Figure componenti il morfotipo Dinamiche di trasformazione Descrizione strutturale Figure componenti il morfotipo Dinamiche di trasformazione Piano paesaggistico della Regione Toscana Esempio di scheda-abaco dei morfotipi insediativi: 1. Morfotipo urbano policentrico delle grandi piane alluvionali 2. Morfotipo a pettine dei pendoli costieri sull’Aurelia

6 Alluvione “Cinque Terre” (Liguria) novembre terrazzamenti coltivati terrazzamenti abbandonati (rinaturazione)

7 Le emergenze 2. La crisi della pianificazione e del governo pubblico del territorio
PdL nazionale sul governo del territorio Decreto sblocca Italia Ritardo dell’attuazione del codice dei beni culturali per i piani paesaggistici regionali Centralità del ruolo negoziale della proprietà fondiaria –immobiliare, capitale finanziario e enti locali Gli effetti: riduzione del ruolo della pianificazione (prevenzione) nel governo del territorio; marginalizzazione delle regole generali; l’agenda pubblica determinata dalle multinazionali dell’industria, dell’agricoltura, delle infrastrutture, del commercio, della escavazione e cosi via

8 Dalle emergenze alla prevenzione promuovere azione strategica su due fronti:
Costruzione di empowerment delle comunità locali per attivare forme dirette e condivise di presidio e cura da parte degli abitanti/produttori; manutenzione e valorizzazione del territorio come bene comune contro il rischio ambientale generalizzato; Costruzione di regole statutarie per definire socialmente le condizioni di buon governo pubblico degli insediamenti, contro l’appropriazione privatistica del bene comune territorio. La sinergia fra i due fronti di azione (regole statutarie e progetto locale) è essenziale al buon esito di entrambi

9 I contratti di fiume: l’avvio di una battaglia su due fronti per superare le politiche dell’emergenza a) estensione della dimensione contrattuale,pattizia e partecipata dai singoli elementi verso l’autogoverno sociale dei beni comuni territoriali: Dalle riviere fluviali, alle foci, alle falde, ai laghi, alla montagna; dai parchi agricoli perifluviali, ai piani di sottobacino, ai progetti di paesaggio (la forma contrattuale e participativa di cura e valorizzazione del patrimonio come forma ordinaria di governo del territorio) b) Ricerca e promozione di regole e statuti, scientificamente fondati, dei prerequisiti ambientali dell’insediamento umano, “cornici costituzionali” per l’autogoverno locale dalle discipline settoriali alla ricomposizione multidisciplianare dei saperi idrogeomorfologici, ecologici, urbanistici, agroforestali. Una scienza del territorio per costruire regole olistiche di buongoverno per i diversi settori di azione. Una scienza incorporata nel “prodotto” territorio, come luogo di vita delle popolazioni. Sviluppare la ricerca multidisciplinare nelle università e nei centri di ricerca; le funzioni degli osservatori regionali del paesaggio; la ricerca-azione nei contratti (dal fiume al bene comune territorio)

10 Verso un rapporto sinergico fra ricerca e azione
Scrivere la “costituzione” del territorio: descrivere e rappresentare il patrimonio territoriale, evidenziarne le invarianti strutturali, le criticità, le regole di trasformazione. La costituzione-statuto del territorio “affissa nelle bacheche” della Regione e dei Comuni Sviluppare i contratti locali fra produttori e abitanti come forma ordinaria di governo del territorio: Applicare le regole statutarie ai progetti prodotti contrattualmente, dai fiumi al territorio, per realizzare in forme sinergiche e integrate: equilibri idrogeomorfologici, la continuità delle reti ecologiche, sistemi policentrici e non gerarchici di reti di città, sistemi economici a base locale per la valorizzazione del patrimonio, sistemi energetici locali di fonti rinnovabili, sistemi agroforestali multifunzionali verso la rigenerazione delle città e il ripopolamento delle montagne, la crescita delle comunità locali verso l’autogoverno dei beni comuni.

11 Grazie per la vostra attenzione


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