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Collaborazione Pubblico-Privato-Terzo Settore (PPT)

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Presentazione sul tema: "Collaborazione Pubblico-Privato-Terzo Settore (PPT)"— Transcript della presentazione:

1 Collaborazione Pubblico-Privato-Terzo Settore (PPT)
Paola Lanzarini Programma mozione Casadei Emilia Romagna

2 COLLABORAZIONE PPT Perché
risponde a nuove forme di fragilità sociale e disagi che riguadano bisogni di prima necessità come casa, lavoro, salute, il sostegno alle donne lavoratrici e agli anziani non auto-sufficienti. È utile anche per chi non rientra nei progranmmi assistenziali dello stato ma trova economicamente inaccessibile l’offerta privata, una proporzione crescente della popolazione - soluzione alla carenza di risorse pubbliche ed alla necessità di innovazione ed inclusione sociale - si è sviluppata in una periodo di forte necessità di riforme - a causa della richiesta di maggior efficienza, qualità e personalizzazione – nei servizi pubblici Non-profit ed imprenditorialità sociale sono espressione di libertà, responsabilità civica e principio di cittadinanza

3 COLLABORAZIONE PPT Che cos’è
-una modalità innovativa di rispondere a bisogni crescenti e diversificati dei cittadini in cui la pubblica amministrazione, il settore privato (imprese e cooperative) e le organizzazioni non-profit (fondazioni, associazioni, cooperative sociali, volontariato, ONG e mutue per prestazioni sanitarie) si accordano per perseguire un’azione comune, pur con ruoli specifici e differenziati - Gli enti che partecipano sono accomunati dalla volontà di impegnarsi per una causa (sociale, ambientale, ecc) -Implica che il settore pubblico non debba gestire direttamente dei servizi, pur rimanendone in controllo, con la possibilità di utilizzare competenze da altri settori -Gli esempi più comuni riguardano l’affidamento della gestione di un servizio pubblico ad un’impresa attraverso un appalto o una concessione (collaborazione pubblico-privato) -Gli esempi più innovativi riguardano invece i servizi alla persona ove un’organizzazione non-profit, in accreditamento con il sistema sanitario nazionale o con l’ente pubblico, fornisce un servizio al cittadino. Tale servizio o non è ancora coperto dal pubblico oppure è offerto dall’organizzazione non-profit con metodi più personalizzati, efficaci ed innovativi - Puntare su collaborazioni anche con il settore non-profit implica fare un investimento sociale e non della carità

4 COLLABORAZIONE PPT I benefici
Consente di utilizzare al meglio le risorse e le competenze presenti sul territorio, integrando e coordinando fra loro sforzi e iniziative di settori diversi Gli enti che partecipano sono accomunati dalla volontà di impegnarsi per una causa (sociale, ambientale, ecc) Il coinvolgimento delle organizzazioni non-profit è un investimento perché tali enti: dispongono di competenze anche molto specializzate, conoscono bene il territorio e le persone che lo abitano hanno una migliore capacità di intercettare i bisogni delle persone e rispondere in maniera personalizzata e non standardizzata sono un importante veicolo di sensibilizzazione dei cittadini e di creazione di coesione sociale Favorisce l’innovazione sociale È un metodo di lavoro che si può applicare a numerosi temi, dai servizi alla persona, alla riqualificazione di aree economicamente depresse, alla tutela ambientale, ecc.

5 SITUAZIONE PRESENTE - Forte presenza del pubblico con garanzia di universalismo delle prestazioni e dei servizi - Nella realtà però c’è una fascia di popolazione che deve comunque contribuire economicamente per avere servizi appropriati, con costi più onerosi per i redditi medio-bassi (che è de facto una tassazione regressiva implicita) - in ER ci sono organizzazioni di volontariato che operano soprattutto in ambito socio-assistenziale e sanitario, associazioni di promozione sociale, metà circa in campo culturale, più di 700 cooperative sociali, un terzo delle quali impegnate nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate Bassa propensione del pubblico alla creazione di servizi dedicati a specifici bisogni dei cittadini, che viene compensata da iniziative della società civile Bassa conoscenza e competenze limitate nella gestione di queste nuove forme di collaborazioni

6 SITUAZIONE PRESENTE Punti critici
Valutazioni che molto spesso si basano unicamente sul costo (max ribasso), invece che su criteri di costo/qualità Macchinosità delle gare d’appalto anche per contratti di basso valore economico Queste collaborazioni richiedono un’elevata trasparenza poiché implicano un processo di coinvolgimento diretto e di consultazione che potrebbe portare ad atteggiamenti collusivi Difficoltà di relazione con l’ente pubblico, non ancora abituato all’attuazione concreta del principio di co-progettazione Governance del rapporto – non esiste ancora un approccio alla pari - di solito “comanda” il pubblico, oppure si usano tavoli di concertazione inefficaci Il max ribasso e la prevalenza del pubblico producono: un sottodimensionamento dello strumento della collaborazione la quale viene usata in forma residuale quando non ci sono le risorse e non per rispondere a nuovi bisogni un sistema nel quale i lavoratori hanno spesso un ruolo delicato (poiché a contatto con le persone), non valorizzato, ma sono oggetto del contenimento dei costi da parte delle organizzazioni che li impiegano un conseguente peggioramento della qualità del servizio ai cittadini

7 OBIETTIVI Intendiamo proporre lo sviluppo ed il rafforzamento della cultura della collaborazione PPT all’interno del territorio regionale attraverso politiche di promozione di questo strumento allo scopo di conseguire maggior: Incremento di un’offerta di servizi che rispondano di più ai bisogni dei cittadini per mezzo di collaborazioni soprattutto con il non-profit Maggior flessibilità dei servizi Spazio alla libera iniziativa – per far crescere società civile ed imprese sociali Rafforzamento dell’economia regionale e leva di competitività

8 RIFORME STRUTTURALI Inserire criteri premianti negli appalti per enti – imprese ed organizzazioni non-profit - che dimostrino di essere responsabili dal punto di vista ambientale e sociale come leva di promozione di un’economia sostenibile Favorire le collaborazioni con il terzo settore o tri-partite, istituendo un fondo di sostegno alle proposte che rispondono a bisogni non soddisfatti dai servizi pubblici Favorire e privilegiare i rapporti con quelle banche che, per loro missione o perchè molto vicine al territorio, hanno le competenze e l’interesse a finanziare e sostenere progetti PPT utilizzando diversi criteri di finanziamento e valutazione rispetto alle banche tradizionali Aumentare la disponibilità di capitali (privati o pubblici) che non richiedono un ritorno economico ma sociale e de-fiscalizzare questo tipo di investimento Introdurre forme di monitoraggio e valutazione dei risultati conseguiti attraverso le PPT per promuovere la qualità e far conoscere meglioquesto approccio

9 ESEMPI DI INTERVENTI SPECIFICI
Edilizia Sociale (opportunità di locazione a prezzi calmierati per fasce della popolazione in difficoltà come studenti, famiglie giovani e numerose, anziani, disabili, non-autosufficienti) Micro-finanza e credito d’emergenza (concessi, per piccoli importi, a persone o micro-imprese escluse dall’accesso ai servizi bancari e finanziari tradizionali perché senza garanzie) Welfare di territorio (sostegno alla comunità e alle aziende in crisi della propria filiera o territorio) Riduzione dell’impatto ambientale (accordi tra enti pubblici, imprese ed associazioni di categoria per favorire l’implementazione di azioni volte alla riduzione delle emissioni di CO2 e al risparmio energetico) Assistenza sanitaria ove il SSN è maggiormente assente o l’offerta è insufficiente (supporto psicologico, odontoiatria, assistenza domiciliare, cure palliative), privilegiando soggetti non profit che evitino al cittadino un esborso economico troppo oneroso

10 DAL PROGRAMMA DI MARINO
“Vogliamo un paese che punti all’inclusione di tutti i suoi cittadini e nel quale nessuno si senta economicamente o socialmente discriminato…. Un Paese che dia risposte ai cambiamenti in atto nella società… Un paese dove al cittadino sia riconosciuta in via di principio la responsabilità di autodeterminarsi e dove si lavori attivamente per fare in modo che ciascuno abbia la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita… Una società ad imprenditorialità diffusa è un valore perché porta le persone ad auto-organizzarsi responsabilmente nel lavoro come nella vita sociale…

11 CREDITI Il Responsabile, Paola Lanzarini è un’esperta di management delle fondazioni, delle organizzazioni non-profit e di responsabilità sociale d’impresa. È direttore della Fondazione Unipolis e negli ultimi sei anni ha gestito altre due fondazioni, una di ricerca e l’altra erogativa. Ha sviluppato i suoi primi dieci anni di lavoro a Londra, prima in finanza e poi nel settore non-profit a sostegno dello sviluppo sostenibile. Nel 2006 è stata nominata Young Global Leader del World Economic Forum. Francesca Zarri, laureata in Economia Politica e in Amministrazione e controllo, indirizzo Nonprofit e public management, collabora da 5 anni presso l’associazione Impronta Etica della quale è attualmente responsabile della gestione. Ha preso parte in qualità di ricercatrice a progetti di ricerca sul nonprofit, la responsabilità sociale d’impresa, l’integrazione e le pari opportunità. È socia fondatrice di un’associazione che si occupa di microfinanza. Mauro Ponzi, presidente di MESTIERI, agenzia per il lavoro, e di ACCORDI, consorzio nazionale per lo sviluppo delle cooperative sociali di inserimento lavorativo, società del Gruppo Cooperativo CGM; Membro del CdA di CGM-welfareitalia; presidente di Cooperlavoro, fondo pensione negoziale delle cooperative di lavoro; presidente Consorzio Oscar Romero di Reggio Emilia.


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