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Reti e relazioni informali di cura

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Presentazione sul tema: "Reti e relazioni informali di cura"— Transcript della presentazione:

1 Reti e relazioni informali di cura
Community care Reti e relazioni informali di cura

2 Il contesto Crisi economica Crisi del sistema di welfare
Cambiamenti demografici Crisi del lavoro di cura Il contesto

3 Revisione dell’organizzazione dei servizi
Politiche sociali che si costituiscono dal Basso Politiche sociali di supporto

4 «Una collettività può essere definita comunità quando i suoi membri agiscono reciprocamente e nei confronti di altri, (…), anteponendo più o meno consapevolmente i valori, le norme, gli interessi della collettività, considerata come un tutto, a quelli personali: (…) quando la coscienza di interessi comuni (…), e l’esperienza di relazioni sociali diventano di per sé fattori operanti di solidarietà. Comunità

5 Una definizione Forma di sostegno fornito, informalmente e formalmente, alle persone fragili che risiedono nella «comunità», ovvero di norma nelle loro abitazioni piuttosto che nelle istituzioni

6 Il punto di partenza: la crisi del sistema di Welfare.
Componenti: Organizzazioni – cittadini Occorre potenziare la rete dei servizi socio-sanitari e andare verso un’assistenza integrata che veda impegnati i diversi attori della comunità in pratiche di auto-cura, di cure a domicilio, di mutuo aiuto per un cambiamento partecipato da parte dei cittadini (Empowerment)

7 Il ruolo della demografia
Community care Famiglia DONNE TASSO DI DIPENDENZA ASSISTENZIALE (Quante donne in vita e sane per ogni Pensare in modo più ampio: COMUNITÀ familiare fragile? Fornitrice di servizi Destinataria dei servizi

8 ISTAT: aiuti informali

9 Reti sociali

10 Reti sociali

11 Comunità: un concetto complesso
«la nozione di comunità implica l’esistenza di una rete di relazioni sociali reciproche, che tra le altre cose assicurino il reciproco aiuto e diano, a coloro che le vivono, un senso di benessere» Seebohm Report, 1968, p. 147 Una delle prime volte in cui si parla di COMMUNITY CARE Third, is the very important belief that there are resources of self-help in the community which, if ways could be found of mobilising them, could be of enormous value in supplementing—perhaps even replacing, in some instances—the help provided by the professional: and therefore what is needed is to experiment with ways of generating more mutual help and more voluntary activities which will, we hope, take some of the load off the shoulders of the professionals. (

12 Deistituzionalizzare
Recuperare la comunità per deistituzionalizzare & Favorire la vita indipendente

13 Reti informali di cura Anni Ottanta Gran Bretagna: Rapporto Barclay «Comunità come costituita da reti locali di relazioni formali e informali, capaci di mobilizzare risposte individuali o collettive alle avversità» Cercare aiuto nelle reti informali è socialmente più accettabile e meno traumatico dell’accostarsi i servizi sociali ufficiali.

14 Ruolo dell’educatore EDUCATORE
Favorisce la crescita dell’identità comunitaria; individua i nodi delle reti e le attiva; Lavora a stretto contatto con loro.

15 Un rapporto «uguale sebbene differente»
«Utenti, congiunti, vicini di casa e volontari diventano partner dell’operatore sociale nello sviluppare e rendere disponibili reti sociali di cura» L’operatore sociale è un sostenitore (upholder) delle reti sociali PARTNERSHIP SI NO SOSTENERE PREVARICARE

16 Strategie per il sostegno sociale con le reti
Basato sui network personali (parenti, amici). L’educatore cerca di coinvolgere queste persone significative per risolvere i problemi. Reticolazione con volontari. Quando il network personale è scarso. Reti di mutuo aiuto. Basato sulla logica del mutuo aiuto ovvero mettere insieme persone che hanno vissuto il medesimo problema. Reti di aiuto tra vicini di casa. Si cerca di potenziare la rete locale. In questo caso l’educatore svolge il ruolo del consulente che lavora con alcuni soggetti per aiutarli a intervenire maggiormente nell’offrire il proprio aiuto. Empowerment comunitario. Aiutare la comunità ad agire localmente. Si tratta di una forma più politicamente orientata.

17 Empowerment L’empowerment è un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità̀ acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità̀ e la qualità di vita (Wallerstein 2006)

18 Empowerment: un concetto multilivello
dimensione personale dimensione interpersonale dimensione microambientale e organizzativa dimensione macroambientale o sociopolitica (Cox 1994) empowerment personale sviluppo di piccoli gruppi di supporto organizzazioni di comunità partnership tra organizzazioni azione sociale e politica (Laverack 2000) individuale o psicologico organizzativo di comunità (Zimmerman 2000)

19 Aspetti dell’Empowerment
INDIVIDUALE O PSICOLOGICO convinzione soggettiva di poter influire sulle decisioni che incidono sulla propria vita capacità di comprendere il proprio ambiente socio-politico partecipazione ad attività̀ collettive mirate a influenzare l’ambiente socio-politico

20 Aspetti dell’Empowerment
ORGANIZZATIVO a livello organizzativo, l’Empowerment include i processi e le strutture organizzative che aumentano la partecipazione dei membri e migliorano l’efficacia dell’organizzazione nel raggiungere i propri scopi un’organizzazione che dà l’opportunità ai propri membri di aumentare il controllo sulla propria esistenza è definita organizzazione “empowering” un’organizzazione che si sviluppa con successo e che influenza le decisioni politiche è definita un’organizzazione “empowered”

21 Aspetti dell’Empowerment
DI COMUNITÀ a livello di comunità, l’Empowerment attiene all’azione collettiva finalizzata a migliorare la qualità̀ di vita e alle connessioni tra le organizzazioni e le agenzie presenti nella comunità attraverso l’Empowerment di comunità si realizza la “comunità competente”, in cui i cittadini hanno le competenze, la motivazione e le risorse per intraprendere attività volte al miglioramento della vita

22 Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO – World Health Organization)
nella dichiarazione di Alma Ata (1978) si sottolinea che l’equità e la partecipazione sono obiettivi della programmazione della salute nella carta di Ottawa (1986) e nella dichiarazione di Jakarta (1998) Si riconoscono nell’azione della comunità e nell’empowerment due prerequisiti per il raggiungimento degli obiettivi di salute

23 Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO – World Health Organization)
nella carta di Bangkok (2005) si evidenzia il ruolo dell’empowerment nella problematica della sostenibilità dei sistemi sanitari nell’ultima conferenza globale sulla promozione della salute, tenutasi a Nairobi (2009), l’empowerment individuale e di comunità sono considerati strategie fondamentali per implementare correttamente ed efficacemente la promozione della salute

24 International Alliance of Patients’ Organizations
nella Dichiarazione sull’assistenza sanitaria centrata sul paziente invita i decisori politici, i professionisti sanitari, i provider e le industrie impegnate nel campo della sanità, a mettere al centro delle loro politiche cinque principi tra i quali: “scelta ed empowerment” “coinvolgimento del paziente nelle politiche per la salute”

25 Commissione delle Comunità Europee
nell’ambito dell’Approccio strategico dell’UE per il periodo individua nella partecipazione dei cittadini uno dei principi fondamentali che debbono guidare l’azione comunitaria nel settore della salute

26 Sistema Sanitario Nazionale
“il principio della centralità della persona costituisce uno dei cardini dell’ordinamento costituzionale italiano, ed il diritto alla salute, nei suoi vari risvolti, ne realizza un elemento caratterizzante” Libro bianco sui principi fondamentali del Sistema Sanitario Nazionale (2008)


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