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Corso di laurea in Sviluppo e Cooperazione Internazionale Il benessere equo e sostenibile in Italia. La dimensione del lavoro e della conciliazione dei.

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Presentazione sul tema: "Corso di laurea in Sviluppo e Cooperazione Internazionale Il benessere equo e sostenibile in Italia. La dimensione del lavoro e della conciliazione dei."— Transcript della presentazione:

1 Corso di laurea in Sviluppo e Cooperazione Internazionale Il benessere equo e sostenibile in Italia. La dimensione del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita Prof. ssa Cristina Brasili Hotel Mediterraneo Piazzale Roma, 3 Riccione (Rn)

2 Le origini….  Evitare l’errore concettuale che identifica lo sviluppo con la sola crescita economica  Better Life Index (OCSE, 2005)  La Commissione composta tra gli altri da Joseph Stiglitz, Amartya Sen, Jean-Paul Fitoussi, Enrico Giovannini e Nancy Folbre (Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress, 2008)  Altre esperienze di misura del benessere... Altre esperienze di misura del benessere... (al link dell’Istat http://www.misuredelbenessere.it/index.php?id=12)http://www.misuredelbenessere.it/index.php?id=12  BES – Benessere equo e sostenibile (ISTAT-CNEL, 2010) Oltre il PIL 2

3 BES – Il percorso 3  Il concetto di benessere non può essere definito univocamente, ma solo attraverso un processo che coinvolga i diversi attori sociali;  Non si può costruire un indicatore singolo del benessere, potrebbe fornire indicazioni fuorvianti o poco significative aggregando domini estremamente articolati;  Occorre coinvolgere tutti i settori della collettività al fine di individuare l’insieme degli indicatori ritenuti più rilevanti e rappresentativi del benessere;  Definire i “domini” del benessere permette di individuare possibili priorità per l’azione politica.

4 BES – Il percorso 4  ISTAT e CNEL hanno individuato un insieme di indicatori utili a definire lo stato e il progresso del nostro Paese;  Cittadini e organizzazioni non coinvolti direttamente nei due organismi sono stati consultati (risposta ad un questionario on-line e collaborazione a un blog); Il primo Rapporto BES (marzo 2013) e il secondo Rapporto BES (giugno 2014) rappresentano un utile strumento capace di individuare e descrivere gli elementi fondanti del benessere in Italia e nei suoi molteplici territori. Istat – BESIstat – BES 2013 (al link http://www.istat.it/it/archivio/84348)http://www.istat.it/it/archivio/84348 Istat – BESIstat – BES 2014 ( al link http://www.istat.it/it/archivio/126613)www.istat.it/it/archivio/126613

5 Consultazioni online dei cittadini 5 Tra ottobre 2011 e febbraio 2012 hanno compilato il questionario online 2.518 persone di cui:  quasi il 90% appartiene alla fascia di età 25-64 anni;  due terzi hanno la laurea o titolo superiore;  il 48% è residente in una regione del Nord, il 32% nel Centro e il 19% nel Sud.

6 Consultazioni online dei cittadini 6 Le dimensioni considerate più importanti dai cittadini sono:  Salute (98%)  Ambiente (95,1%)  Istruzione e formazione (92,4%)  Qualità dei servizi (91,2%) Il 2% dei rispondenti ritiene che non sia importante “valutare il benessere e qualità della vita considerando anche aspetti della vita delle persone che vadano oltre i soli aspetti economici”.

7 Consultazioni online dei cittadini 7 Dimensioni del benessere più importanti/meno importanti (valori percentuali)

8 Le dimensioni del Benessere Equo e Sostenibile 8 Includono 134 indicatori

9 Gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile 9 Sono:  Disaggregati a livello territoriale e per gruppi sociali;  Oggettivi e soggettivi (raccolgono percezioni e opinioni dei cittadini, che consentono di acquisire informazioni complementari su aspetti ed eventi della realtà oggetto di indagine che non sarebbero individuabili altrimenti).

10 Gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile 10 Il rapporto Bes2014 si basa sull’analisi dei 12 domini del benessere in Italia attraverso 134 indicatori. Tutti confrontabili con quelli contenuti nel Rapporto Bes2013. Ogni capitolo propone una lettura dei fenomeni nel tempo e nei diversi territori del Paese e, ove possibile, anche nel confronto con gli altri paesi europei. Inoltre, in maniera sistematica, si guarda alle differenze esistenti per quanto riguarda il genere, l’età e il territorio.

11 11 1 - SALUTE – Gli indicatori

12 12 1 -SALUTE – Gli indicatori Bes 2013 e 2014 Indice di stato psicologico relativo alle persone di 14 anni e più, anno 2005 (punteggi medi standardizzati) Eccesso di peso: proporzione standardizzata di persone di 18 anni o più in sovrappeso o obese (valori percentuali) Il dato provvisorio per il 2012 è di 49,2 in E-R contro un dato di 49,8 del 2005 (Mesi settembre-dicembre)

13 13 1 -SALUTE – Gli indicatori Bes 2014 Speranza di vita in buona salute alla nascita: Esprime il numero medio di anni che un bambino che nasce in un determinato anno di calendario può aspettarsi di vivere in buone condizioni di salute, utilizzando la prevalenza di individui che rispondono positivamente (“bene” o “molto bene”) alla domanda sulla salute percepita. Fonte: Istat, Tavole di mortalità della popolazione italiana e Indagine Aspetti della vita quotidiana. Maschi Femmine

14 14 2 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Gli indicatori

15 15 2 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Gli indicatori Bes 2013 e Bes 2014 Persone che hanno conseguito un titolo universitario (per 100 persone di 30-34 anni) Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) (per 100 persone di 15-29 anni)

16 16 2 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Gli indicatori Partecipazione alla formazione continua (per 100 persone di 25-64 anni) Bes 2014

17 17 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Occupazione. Negli anni della crisi l’Italia ha visto aggravarsi i tratti negativi che caratterizzano, tradizionalmente, la partecipazione al mercato del lavoro nel Paese: bassi livelli di occupazione e un’elevata presenza di persone disponibili a lavorare, ma spesso poco attive nella ricerca. In particolare, nel 2013, solo il 60% dei 20-64enni è occupato, 3 punti in meno rispetto al 2008 e 1 punto rispetto al 2012. Nell’ultimo biennio aumenta la distanza con l’Unione europea a 27: il divario del tasso di occupazione, pari a 7 punti percentuali nel 2008, arriva a 8,6 nel 2013.

18 18 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 La condizione occupazionale degli stranieri. Anche se il tasso di occupazione degli stranieri residenti in Italia è tradizionalmente superiore a quello degli italiani, nel corso della crisi la condizione occupazionale degli immigrati peggiora considerevolmente e questa differenza continua a ridursi: da quasi 9 punti del 2008 si arriva a 2,4 punti del 2013, con una caduta del tasso di occupazione degli uomini stranieri particolarmente marcata (da 87% a 73%) e una diminuzione più contenuta per le donne (da 56% a 52%). Il calo dell’occupazione ha colpito soprattutto due settori, l’industria manifatturiera e le costruzioni, dove gli uomini stranieri sono più rappresentati, mentre ha risparmiato il lavoro domestico e di cura, dove sono più concentrate le donne immigrate. Qualità del lavoro. La sfavorevole congiuntura economica si associa anche a un rilevante peggioramento della qualità del lavoro, in termini di stabilità e coerenza con le competenze acquisite nel sistema formativo. Si riduce la probabilità di transitare da un’occupazione instabile (dipendente con contratto a termine o collaboratore) a un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato

19 19 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 La difficile conciliazione dei tempi di lavoro e di vita La qualità dell’occupazione di un Paese si lega anche alla possibilità di conciliare il lavoro retribuito con le attività di cura familiare. Il divario tra il tasso di occupazione delle madri (da 25 a 49 anni) con figli in età prescolare e quello delle donne senza figli, stabile durante i primi anni della crisi, diminuisce leggermente negli ultimi due anni: ogni 100 lavoratrici occupate senza figli, le madri occupate con figli piccoli sono solamente 75. Nel 2012, nel Mezzogiorno aumenta il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli, come risultato di strategie spesso volte a sostenere il reddito familiare a fronte della perdita di lavoro del partner, ma già nel 2013 l’indicatore torna a calare più di quello delle donne senza figli, ampliando nuovamente il considerevole divario territoriale nel rapporto tra i tassi (10 punti).

20 20 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 L’insicurezza del lavoro Secondo i risultati della prima rilevazione condotta su questo tema nell’ambito della Rilevazione sulle Forze lavoro, nel 2013, solo il 14,4% degli occupati dichiara di temere di perdere il lavoro, ma ben il 91,5% pensa che difficilmente riuscirà a ritrovare un’occupazione simile qualora lo perdesse. Combinando le due risposte, appena il 6,8% degli occupati si trova nella posizione più sicura, quella di chi non teme di perdere il proprio lavoro e ritiene comunque facile ritrovarlo qualora lo perdesse. Per la grande maggioranza, ben il 78,8%, è improbabile perdere il lavoro, ma è difficile riuscire a ritrovarne uno simile.

21 21 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 La soddisfazione sul lavoro La percezione che i lavoratori hanno della propria condizione rimane nel complesso positiva. Nel 2013, l’indice che sintetizza il grado di soddisfazione relativamente a diversi aspetti del lavoro diminuisce di poco (da 7,3 a 7,2 su una scala da 0 a 10), ma il punteggio risulta inferiore a 7 non più solamente per la remunerazione, ma anche per la stabilità. Gli occupati che esprimono un elevato livello di soddisfazione complessiva (punteggio medio da 8 a 10), passano dal 47% nel 2009 al 45% nel 2013 e, specularmente, ormai più di un occupato su 10 è insoddisfatto del proprio lavoro (punteggio medio da 0 a 5). In particolare, sono in forte peggioramento la soddisfazione per la remunerazione (solo un quarto dei lavoratori sono soddisfatti) e per la stabilità dell’occupazione.

22 22 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori

23 23 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Percentuale di trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili (per 100 occupati in lavori instabili al tempo t1) Percentuale di occupati in lavori a termine da almeno 5 anni (per 100 dipendenti a tempo determinato e collaboratori)

24 24 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Incidenza di lavoratori dipendenti con bassa paga (per 100 dipendenti) Incidenza di occupati sovraistruiti (per 100 occupati)

25 25 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Incidenza di occupati non regolari sul totale degli occupati (per 100 occupati) Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età prescolare e delle donne senza figli (per 100)

26 26 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Quota di popolazione 15-64 anni che svolge più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare (per 100 persone di 15-64 anni) Indice di asimmetria familiare (per 100) Tempo dedicato al lavoro familiare dalla donna sul totale del tempo dedicato al lavoro familiare da entrambi i partner per 100. Fonte: Istat, Indagine Uso del tempo N.B. I dati non sono stati aggiornati rispetto al Bes 2013

27 27 3 - LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Bes 2014 Soddisfazione per il lavoro svolto, anni 2009 e 2013 (valore medio in una scala da 0 a 10)

28 28 4 -BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori

29 29 4 - BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori Bes 2014 Indice di disuguaglianza del reddito disponibile. Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il più alto reddito e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito. Fonte: Istat, Indagine Eu-S Indice di povertà assoluta (per 100 persone) Percentuale di persone appartenenti a famiglie con una spesa complessiva per consumi inferiore al valore soglia di povertà assoluta sul totale delle persone residenti. Fonte: Istat, Indagine sui Consumi delle famiglie.

30 30 4 - BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori Incidenza di persone che vivono in famiglie senza occupati (per 100 persone che vivono in famiglie con almeno un componente di 18-59 anni)

31 31 5 - RELAZIONI SOCIALI – Gli indicatori

32 32 5 - RELAZIONI SOCIALI – Gli indicatori Bes 2014 Persone su cui contare (per 100 persone di 14 anni e più) Partecipazione sociale (per 100 persone di 14 anni e più)

33 33 5 - RELAZIONI SOCIALI – Gli indicatori Bes 2014 Cooperative sociali (per 10.000 abitanti)

34 34 6 - POLITICA E ISTITUZIONI – Gli indicatori

35 35 6 - POLITICA E ISTITUZIONI – Gli indicatori Bes 2014 Fiducia nel Parlamento italiano (fiducia media su scala 0-10) Fiducia nelle istituzioni locali, anni 2012 e 2013 (fiducia media su scala 0-10)

36 36 6 - POLITICA E ISTITUZIONI – Gli indicatori Bes 2014 Quota di donne elette nei Consigli Regionali, anni 2008-2012 e 2014 (per 100 eletti)

37 37 7 - SICUREZZA – Gli indicatori

38 38 7 - SICUREZZA – Gli indicatori Tasso di violenza fisica sulle donne, anno 2006 (per 100 donne di 16-70 anni) Percezione di sicurezza camminando al buio da soli (per 100 persone di 14 anni e più)

39 39 7 - SICUREZZA – Gli indicatori Presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive (per 100 persone di 14 anni e più)

40 40 8 - BENESSERE SOGGETTIVO – Gli indicatori

41 41 8 - BENESSERE SOGGETTIVO – Gli indicatori Bes 2014 Soddisfazione per la propria vita (per 100 persone di 14 anni e più) Giudizio sulle aspettative future, anni 2012 e 2013 (per 100 persone di 14 anni e più)

42 42 9- PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – Gli indicatori

43 43 9 - PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – Gli indicatori Dotazione di risorse del patrimonio culturale, anno 2012 (per 100 km 2 ) Indice di abusivismo edilizio (costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai Comuni)

44 44 10 - AMBIENTE – Gli indicatori

45 45 10 - AMBIENTE – Gli indicatori Qualità delle acque costiere marine (percentuale di coste balneabili sul totale delle coste) Energia da fonti rinnovabili (percentuale di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili sul totale dei consumi interni lordi)

46 46 11 - RICERCA E INNOVAZIONE – Gli indicatori

47 47 11 - RICERCA E INNOVAZIONE – Gli indicatori Bes 2014 Intensità di ricerca (percentuale in rapporto al Pil) Incidenza di lavoratori della conoscenza sull'occupazione (per 100 occupati)

48 48 11 - RICERCA E INNOVAZIONE – Gli indicatori Specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza (per 100 occupati) Bes 2014 Percentuale di occupati nei settori ad alta tecnologia della manifattura e dei servizi sul totale degli occupati. Fonte: Eurostat, Eurobase.

49 49 12 - QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori

50 50 12 - QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori Bes 2014 Persone che hanno rinunciato ad una visita o trattamento terapeutico per la lunghezza delle liste d'attesa (per 100 persone) Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata (per 100 persone di 65 anni e più)

51 51 12 - QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori Bes 2014 Indice di sovraffollamento degli istituti di pena (percentuale di detenuti sul totale dei posti disponibili)

52 UrBES - 1 L’ISTAT e il Coordinamento dei sindaci metropolitani dell’ANCI hanno costituito una rete di città metropolitane disponibili a sperimentare la misurazione e il confronto sulla base di indicatori di benessere urbano equo e sostenibile (UrBES), aderendo a un progetto proposto dal Comune di Bologna e da Laboratorio Urbano. (Centro di documentazione, ricerca e proposta sulle città www.laboratoriourbano.info) www.laboratoriourbano.info 52

53 UrBES - 2 La predisposizione di una batteria di indicatori di Benessere Equo e Sostenibile per le città con la finalità di:  Agevolare e stimolare lo scambio di best practices tra le aree metropolitane;  Favorire la rendicontazione periodica sullo “stato della città” da parte dei suoi amministratori;  Promuovere lo sviluppo di esperienze di partecipazione e di democrazia locale basate sul principio di accountability consentendo ai cittadini di valutare i risultati dell’azione di governo. 53

54 Città Metropolitane e Comuni interessati da UrBES Fonte: Il Gazzettino 14 aprile 2012 Sono interessate da UrBES gran parte delle città metropolitane Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia e i Comuni capoluogo di Brescia, Bolzano, Messina e Pesaro (anche la provincia). Città metropolitane individuate dal Parlamento. Città metropolitane individuate dalle Regioni a Statuto Speciale. 54 Pesaro Brescia

55 Per promuovere lo sviluppo locale e nazionale costituendo una rete di città che, per stimolare lo scambio di best practices tra le aree metropolitane, elabora una batteria di indicatori qualitativi e quantitativi in grado di misurare il “benessere urbano” in relazione alle dimensioni del “Benessere Equo e Sostenibile” (BES). Perchè nasce UrBES? 55

56 L’insieme degli indicatori, che andranno a costituire il “cruscotto Urbes”, dovrà essere selezionato sulla base del duplice obiettivo: 1.Essere messi a disposizione della governance come strumento per la predisposizione e il miglioramento delle politiche di intervento locali ; 2.Dare la possibilità alla cittadinanza di valutare l’azione di governo degli amministratori nell’ottica di esperienze di partecipazione e di democrazia locale. Gli obiettivi di UrBES - 1 56

57 Inoltre …..  Il circolo virtuoso dell’informazione innescato con un approccio dal basso intercetta la domanda dei cittadini di una maggiore trasparenza e una più ampia informazione sulla governance.  La rendicontazione periodica sullo “stato della città” darà modo ai cittadini di valutare l’azione di governo del territorio da parte dei suoi amministratori e di sviluppare esperienze di partecipazione e di democrazia locale basate sul principio di accountability. Gli obiettivi di UrBES - 2 57

58 L’analisi dei risultati del primo rapporto UrBES inducono a riflettere sul fatto che una trasposizione a scala locale di quanto impostato a livello nazionale possa essere sufficiente per perseguire gli obiettivi che si pone UrBES. Le competenze delle amministrazioni locali non hanno la possibilità di intervenire su tutti i domini individuati nel progetto BES UrBES una riflessione….. 58

59 Alcuni comuni - Bologna, Genova, Milano e Venezia - hanno attivato processi di consultazione dei cittadini, indirizzati a specifici segmenti della popolazione, e dedicati alla valutazione dei domini più rilevanti del BES. Il primo Rapporto UrBES contiene una sintesi di tali esperienze. Le dimensioni del Benessere Equo e Sostenibile 59

60 60 La consultazione dei cittadini del Comune di Bologna Adottando lo stesso questionario della consultazione nazionale sono stati selezionati 9 target riferiti ad altrettanti Enti/Organizzazioni e sono state coinvolte 3.624 persone complessivamente http://urbes.comune.bologna.it/http://urbes.comune.bologna.it/)) N° rispondenti al questionario UrBES per Ente/Organizzazione di appartenenza

61 61 La consultazione dei cittadini del Comune di Bologna I rispondenti :  sono prevalentemente donne (56%);  appartengono principalmente alla fascia di età tra i 41 e i 50 anni;  la maggior parte possiede come titolo di studio la laurea.

62 62

63 Consultazioni online dei cittadini del Comune di Bologna - Giugno 2013 63 Quale è la misura giusta delle nostre vite? Quale è la misura giusta delle nostre vite? Con questa domanda il Comune di Bologna si rivolge ai propri cittadini per invitarli ad esprimere il loro punto di vista sulla definizione delle 12 dimensioni del benessere: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi. http://urbes.comune.bologna.it/il-progetto/archivio- notizie/45-quale-e-la-misura-giusta-delle-nostre-vite

64 i.Una parte introduttiva ii.Una sezione composta dai contributi curati (15 capitoli) da ciascuna città e dedicati al commento degli indicatori BES del proprio territorio dal 2004 al 2011- 2012 iii.Un’appendice contenente gli indicatori BES disponibili, gli indicatori aggiuntivi dei Comuni, una sintesi delle iniziative di consultazione dei cittadini attivate da alcuni Comuni. La struttura del primo Rapporto UrBES (giugno 2013) 64

65  Sottoinsieme degli indicatori identificati per i 12 domini BES a livello nazionale;  26 indicatori che coprono 10 dei 12 domini BES;  Disponibili a livello comunale o almeno provinciale;  Rilevabili e monitorabili in tutte le città aderenti al progetto;  Disponibili in serie storica. Le caratteristiche degli indicatori UrBES 65

66 66 Gli indicatori per le città - 1

67 67 Gli indicatori per le città - 2

68 68 Gli indicatori per le città - 3

69 69 SALUTE – Gli indicatori Speranza di vita alla nascita – Provincia e ripartizione geografica

70 70 SALUTE – Gli indicatori Tasso standardizzato di mortalità per tumore, provincia e ripartizione geografica (per 10.000 persone di 20-64)

71 71 ISTRUZIONE E FORMAZIONE– Gli indicatori Livello di competenza alfabetica e numerica degli studenti, per comune e ripartizione anno 2011/2012

72 72 LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Tasso di occupazione 20-64 anni, provincia e ripartizione (per 100 persone di 20-64 anni)

73 73 LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Tasso di mancata partecipazione al lavoro, provincia e ripartizione (per 100 forze di lavoro e parte delle forze di lavoro potenziali)

74 74 LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – Gli indicatori Tasso di infortuni mortali, provincia e ripartizione (per 100.000 occupati)

75 75 BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori Reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici, provincia e ripartizione (euro)

76 76 POLITICA E ISTITUZIONI – Gli indicatori Partecipazione elettorale, per comune e ripartizione (per 100 aventi diritto )

77 77 POLITICA E ISTITUZIONI – Gli indicatori Donne nei Consigli Comunali (per 100 eletti)

78 78 SICUREZZA – Gli indicatori Tasso di omicidi, per provincia e ripartizione (per 100.000 abitanti)

79 79 Densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico anno 2011, per comune (m 2 per 100 m 2 di superficie dei centri abitati) PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – Gli indicatori

80 80 AMBIENTE – Gli indicatori Acqua potabile, per comune e ripartizione (litri per abitante al giorno)

81 81 AMBIENTE – Gli indicatori Qualità dell’aria urbana (numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM 10 )

82 82 RICERCA E INNOVAZIONE – Gli indicatori Propensione alla brevettazione per provincia e ripartizione (per milione di abitanti)

83 83 QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori Presa in carico dell’utenza per i servizi comunali per l’infanzia (per 100 bambini di 0-2 anni)

84 84 QUALITA’ DEI SERVIZI – Gli indicatori Raccolta differenziata di rifiuti urbani, per comune e ripartizione (percentuale sul totale dei rifiuti urbani raccolti)

85 Le iniziative future… 85 Dal 1998 a Bogotà attraverso un partenariato interministeriale - la casa editoriale El Tiempo, la Fondazione Corona, la Camera di Commercio e la Università Javeriana – viene finanziato il programma “Bogotá, cómo vamos”, e cioè un sistema di rendicontazione periodica alla popolazione sulla base di indicatori di sviluppo e della percezione dei cittadini, al fine di tracciare e monitorare le modifiche della qualità del vita della città. Una best practices che va imitata….

86 Le iniziative future… (continua) 86 Impegno a rendere pubblici i confronti tra i dati relativi agli indicatori fondamentali, all'inizio, durante e alla fine del mandato di ogni amministrazione che aderisce a UrBES. Si definirà una sezione comune da inserire nell'ambito dei Piani di performance e di trasparenza (D. Leg. n. 150/2009 e 33/2013) e nella Relazione di fine mandato (D. Leg. n. 149/2011) di ogni ente, e si individuerà un'unica Giornata della trasparenza annuale (D. Leg. n. 150/2009, art. 11) nella quale i dati verranno resi pubblici alla cittadinanza.

87 87 Materiale da leggere (per gli studenti: non spaventarsi, sono pieni di tabelle statistiche e grafici) -Rapporto BES Giugno 2014Rapporto BES -ARPA – Ecoscienza Le esperienze e i progetti nelle città: Bologna. di Cristina Brasili e Silvia Giannini


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