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RETE MUSA – Polo Qualità di Napoli

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Presentazione sul tema: "RETE MUSA – Polo Qualità di Napoli"— Transcript della presentazione:

1 RETE MUSA – Polo Qualità di Napoli
LA LOGICA DEL RAV: PRIORITÀ STRATEGICHE, OBIETTIVI A LUNGO TERMINE & OBIETTIVI DI PROCESSO RETE MUSA – Polo Qualità di Napoli

2 DOPO AVER AFFRONTATO IL CONTESTO CON LE SUE MINACCE E LE SUE OPPORTUNITÀ,
DOPO AVER RIFLETTUTO E RAGIONATO SUI PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEGLI ESITI E DEI PROCESSI ED AVER «CERCATO» UN PROPRIO POSTO NELLE RUBRICHE DI VALUTAZIONE, È GIUNTO IL MOMENTO FINALE: CONCLUDERE IL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE

3 COSA CI ASPETTA? L’ULTIMA SEZIONE DEL RAV RIGUARDA L’INDIVIDUAZIONE DELLE «PRIORITÀ SU CUI SI INTENDE AGIRE AL FINE DI MIGLIORARE GLI ESITI, IN VISTA DELLA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO»

4 IL RAV QUINDI CHIEDE: L’IDENTIFICAZIONE DELLE CRITICITÀ DA FARE OGGETTO DI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO DEFINIRE I RISULTATI ATTESI E LE AZIONI CHE SI INTENDE PERSEGIRE PER IL CONSEGUIMENTO DEI RISULTATI

5 RIFERITE AGLI ESITI DEGLI STUDENTI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO
PIANO TRIENNALE RIFERITE AGLI ESITI DEGLI STUDENTI PRIORITA’ TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO Obiettivo di processo Obiettivo di processo Obiettivo di processo

6 UN’OPERAZIONE INDISPENSABILE DIVENTA IL «CHIARIRSI SUI CONCETTI» PER SVOLGERE IN MODO ADEGUATO LE OPERAZIONI RICHIESTE.

7 LA «NOMENCLATURA» DELLA SEZIONE 5 DEL RAV
… PER CHIARIRSI LE IDEE … LA «NOMENCLATURA» DELLA SEZIONE 5 DEL RAV

8 UNA CONSIDERAZIONE DALL’APPROVAZIONE DELLA LEGGE 150/2009, OGNI SETTORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI è DOTATO DI UN PROPRIO SISTEMA DI VALUTAZIONE, SVILUPPANDO UNA NOMENCLATURA APPROPRIATA E SPECIFICA COERENTE CON LE CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO EROGATO. ES: in ambito sanitario, troviamo gli «indicatori clinici» o gli «indicatori di struttura»

9 UNA CONSIDERAZIONE ANCHE LA SCUOLA EROGA SERVIZI E, QUINDI, IL COMPITO DELL’INVALSI È STATO ANCHE QUELLO DI STRUTTURARE UNA NOMENCLATURA APPROPRIATA, RISPETTOSA DELLA LETTERATURA E DELLE ESPERIENZE DI AUTOVALUTAZIONE PREESISTENTI, MA CHE FOSSE ANCHE SPECIFICA DEL PROCESSO STRUTTURATO.

10 LA PRIORITÀ STRATEGICA NEL RAV
Nel RAV le priorità «si riferiscono agli obiettivi generali che la scuola si prefigge di realizzare nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento».

11 LA PRIORITÀ STRATEGICA NEL RAV
«Le priorità che la scuola si pone devono necessariamente riguardare gli esiti degli studenti. Si suggerisce di specificare quale delle quattro aree degli Esiti si intenda affrontare (Risultati scolastici, Risultati nelle prove standardizzate nazionali, Competenze chiave e di cittadinanza, Risultati a distanza) e di articolare all'interno quali priorità si intendano perseguire.» Si suggerisce di individuare un numero limitato di priorità (1 o 2) all'interno di una o due aree degli Esiti degli studenti.

12 LA PRIORITÀ STRATEGICA NEL RAV
Esempi di priorità strategiche: Diminuzione dell’abbandono scolastico Riduzione della variabilità tra le classi Sviluppo delle competenze sociali degli studenti della scuola secondaria di I grado Sono ripresi da D. Cristianini «Miglioramento»

13 OBIETTIVI A LUNGO TERMINE
In generale, quando si parla di obiettivi a lungo termine, si fa riferimento ad uno step preciso della PIANIFICAZIONE, che consiste nello stabilire le azioni utili e funzionali al loro conseguimento nonché la predisposizione dei mezzi e delle vie per realizzarli (le cosiddette strategie) Quando si parla di medio-lungo termine, ci si riferisce ad un orizzonte temporale di 3-5 anni. Quindi, e più precisamente, gli obiettivi di LUNGO termine rappresentano le mete che l’organizzazione, nello svolgimento dell’attività, vuole raggiungere. Le fasi del processo di PIANIFICAZIONE sono: Analisi della situazione di partenza e della sua prevedibile evoluzione Individuazione ed analisi dei punti di forza e di debolezza dell’impresa (S.W.O.T Analisys) Definizione degli obiettivi Formulazione delle strategie Redazione del piano Approvazione, esecuzione e controllo del piano Ora, è evidente che quando si pianificano un obiettivi di lungo termine bisogna anche pianificare azioni e strategie ad esso collegate. Per ottenere un obiettivo fra 3-5 anni, bisogna ovviamente compiere una serie di azioni a “più corto raggio”, cioè una serie di azioni di breve termine che piano piano consentono di conseguire l’obiettivo di lungo termine.

14 DEFINIZIONE DI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO NEL RAV
I traguardi di lungo periodo riguardano i risultati attesi in relazione alle priorità strategiche. Si tratta di risultati previsti a lungo termine (3 anni). Essi articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento. Per ogni priorità individuata deve essere articolato il relativo traguardo di lungo periodo. Essi pertanto sono riferiti alle aree degli Esiti degli studenti … È opportuno evidenziare che per la definizione del traguardo che si intende raggiungere non è sempre necessario indicare una percentuale, ma una tendenza costituita da traguardi di riferimento a cui la scuola mira per migliorare, ovvero alle scuole o alle situazioni con cui è opportuno confrontarsi per migliorare. (es. in relazione alla priorità strategica “Diminuzione dell'abbandono scolastico”, il traguardo di lungo periodo può essere definito come “Rientrare nella media di abbandoni provinciali e precisamente portare gli abbandoni dell’istituto entro il 10%”).

15 I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO
I traguardi di lungo periodo “riguardano i risultati attesi in relazione alle priorità strategiche. Si tratta di risultati previsti a lungo termine (3 anni). Essi articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento. Per ogni priorità individuata deve essere articolato il relativo traguardo di lungo periodo.”

16 I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO
I traguardi di lungo periodo concretizzano l’intenzione strategica in un esito preciso, controllabile. …. MA …. COME PUÒ ESSERE GARANTITA LA CONTROLLABILITÀ?

17 I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO: COME GARANTIRNE LA CONTROLLABILITÀ
DEFINENDO IL RISULTATO SPECIFICO CHE LA SCUOLA CERCHERÀ DI RAGGIUNGERE: ESEMPIO: in un liceo PORTARE DAL 91 AL 93 % LA PERCENTUALE DI ALUNNI AMMESSI ALLA SECONDA CLASSE Da Dino Cristianini «Miglioramento»

18 I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO: COME GARANTIRNE LA CONTROLLABILITÀ
«INDICARE UNA PERCENTUALE, MA UNA TENDENZA COSTITUITA DA TRAGUARDI DI RIFERIMENTO A CUI LA SCUOLA MIRA PER MIGLIORARE, OVVERO ALLE SCUOLE O ALLE SITUAZIONI CON CUI È OPPORTUNO CONFRONTARSI PER MIGLIORARE» ESEMPIO: in un istituto comprensivo RIDURRE LA DIFFERENZA NEGATIVA NEI RISULTATI DELLE PROVE INVALSI DI ITALIANO E MATEMATICA NEGLI ALUNNI DELLE CLASSI QUINTE DELLA SCUOLA PRIMARIA RISPETTO AL PUNTEGGIO MEDIO DELLE SCUOLE CON CONTESTO SOCIO – ECONOMICO SIMILE Da Dino Cristianini «Miglioramento»

19 DEFINIZIONE DI OBIETTIVO DI PROCESSO NEL RAV
Gli obiettivi di processo rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Essi costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo.

20 GLI OBIETTIVI DI PROCESSO
GLI OBIETTIVI DI PROCESSO NEL RAV SONO DI FATTO OBIETTIVI OPERATIVI E DECLINANO L’ORIZZONTE STRATEGICO PLURIENNALE IN PERIODI PIÙ LIMITATI CORRISPONDENTI ALL’ANNO SCOLASTICO, RIFERIMENTO ABITUALE PER LA SCANSIONE DELLA PROGETTAZIONE NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE.

21 GLI OBIETTIVI DI PROCESSO
NELLA DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DI PROCESSO NEL RAV BISOGNA TENER CONTO DELL’INDIVIDUAZIONE DEI PUNTI DI FORZA E DEI PUNTI DI DEBOLEZZA DEFINITI PER GARANTIRE COERENZA E FATTIBILITÀ. NON SONO OBIETTIVI GENERALI MA SONO SPECIFICAMENTE RELATIVI AI PROCESSI INDIVIDUATI PER LA COMPILAZIONE DEL RAV E PER QUESTO OPERATIVI

22 MIGLIORARE I PROCESSI PER MIGLIORARE GLI ESITI. PRIORITÀ
OBIETTIVI DI PROCESSO TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO Obiettivi generali che la scuola si prefigge di raggiungere nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento. Le priorità che la scuola si pone devono necessariamente riguardare gli esiti degli studenti. Gli obiettivi di processo rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Essi costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo. Si tratta dei risultati previsti a lungo termine (3 anni). Essi articolano in forma osservabile e/o misurabile i contenuti delle priorità e rappresentano le mete verso cui la scuola tende nella sua azione di miglioramento.

23 NECESSITÀ DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL RAPPORTO TRA ESITI E PROCESSI
INDICARE IN CHE MODO GLI OBIETTIVI DI PROCESSO POSSONO CONTRIBUIRE AL RAGGIUNGIMENTO DELLE PRIORITÀ STRATEGICHE

24 LA LOGICA DEL RAV NELLA COMPILAZIONE DELLA SEZIONE 5

25 LE FUNZIONI DEL RAV AL RAV È SOTTESA UNA STRUTTURA LOGICA ARTICOLABILE IN FUNZIONI: FUNZIONE ANALITICA: 1. FUNZIONE ORIENTATIVA: CONTESTO 2. FUNZIONE VALUTATIVA: ESITI E PROCESSI FUNZIONE DOCUMENTATIVA IL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE FUNZIONE OPERATIVA INDIVIDUAZIONE DELLE PROPRITÀ Maria Teresa Stancarone «Struttura del RAV»

26 LA FUNZIONE OPERATIVA DEL RAV
IN QUESTA FASE, LA SCUOLA DEVE INDIVIDUARE, MOTIVANDOLE, LE METE (= PRIORITÀ) CHE FISSA PER LA SUA AZIONE RISPETTO AL PROCESSO VALUTATIVO APPENA COMPIUTO. CONNESSE ALLE PRIORITÀ SONO I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO CHE NEL TRIENNIO SI INTENDE RAGGIUNGERE IN RELAZIONE AL MIGLIORAMENTO DEGLI ESITI DEGLI STUDENTI. I traguardi devono essere indicati in maniera puntuale e misurabile, anche solo nella tendenza al miglioramento, misurato attraverso l’avvicinamento a livelli esterni offerti dalla rilevazione delle prove standardizzate e devono corrispondere agli Obiettivi di processo, cioè le azioni da attivare nelle aree dei processi nell’arco di un anno.

27 LA LOGICA DEL RAV IL FORMAT DEL RAV CHIARISCE CHE
GLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO RIGUARDANO DUNQUE GLI ESITI DEGLI STIDENTI PER OTTENERE I MIGLIORAMENTI ATTESI BISOGNA LAVORARE SUI PROCESSI LA SCELTA DEL RAV RISULTA COERENTE COL SISTEMA DI INDICATORI DEL SITEMA TEORICO. In questo il RAV segue la stessa logica del CAF, in cui si distingue tra «fattori abilitanti» (ciò che l’organizzazione fa per raggiungere gli esiti prefissati) e i «risultati»

28 VARIABILI ASSEGNATE ALL’IS (scarsamente modificabili)
CONTESTO SOCIO - ECONOMICO RISORSE ASSEGNATE IN PARTE SECONDO CRITERI NAZIONALI IN PARTE DIPENDENTI DALLO SPECIFICO CONTESTO TERRITORIALE VARIABILI ASSEGNATE ALL’IS (scarsamente modificabili) PROCESSI DELL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA MODALITÀ DI ESERCIZIO DELLA AZIONE DIDATTICA VARIABILI AUTONOME DELL’IS (fortemente modificabili = PROCESSI) LA SCUOLA OPERA IN UN DETERMINATO CONTESTO CHE ESERCITA UNA NOTEVOLE INFLUENZA SULLE ESPERIENZE DEGLI ALUNNI E SUGLI ATTEGGIAMENTI CHE ESSI SVILUPPANO

29 PER MIGLIORARE BISOGNA AGIRE SUI PROCESSI
VARIABILI ASSEGNATE ALL’IS VARIABILI AUTONOME DELL’IS

30 Individuare le priorità strategiche
Definire i traguardi di lungo periodo riferiti agli esiti e in loro funzione Stabilire i processi da migliorare ESSERE CONSAPEVOLI DELLE RELAZIONI TRA PROCESSI ED ESITI (indicare in che modo gli obiettivi di processo possono contribuire al raggiungimento delle priorità)

31 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO TRASFERIMENTI E ABBANDONI
AREE DI ESITO INDICATORI DESCRITTORI IPOTESI DI MIGLIORAMENTO RISULTATI SCOLASTICI ESITI DEGLI SCRUTINI Studenti ammessi alla classe successiva Aumento della percentuale di studenti ammessi alla classe successiva Studenti diplomati per votazione conseguita all’esame Riduzione della  di studenti collocate nelle fasce di voto pi alte * TRASFERIMENTI E ABBANDONI Studenti che hanno abbandonato gli studi in corso d’anno Riduzione della  degli abbandoni Studenti trasferiti – in entrata – in corso d’anno Studenti trasferiti – in uscita – in corso d’anno Riduzione della  di studenti trasferiti in uscita a causa di un rapporto non positivo con la scuola. e, conseguentemente, aumento delle percentuali nelle fasce di volto più alte. D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

32 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREE DI ESITO INDICATORI DESCRITTORI IPOTESI DI MIGLIORAMENTO RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI Risultati degli studenti nelle prove di Italiano e Matematica Punteggio della scuola in Italiano e Matematica Migliorare il punteggio della scuola in Italiano e Matematica Punteggio delle classi in Italiano e Matematica Migliorare il punteggio della/e classe/i in Italiano e Matematica Migliorare il punteggio del/i plesso/i in Italiano e Matematica Differenza nel punteggio rispetto a scuole con contesto socio-economico e culturale simile (ESCS) Ridurre la differenza in positivo (o in negativo) rispetto a scuole con contesto socio-economico e culturale simile D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

33 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREE DI ESITO INDICATORI DESCRITTORI IPOTESI DI MIGLIORAMENTO RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI Livelli di apprendimento degli studenti Alunni collocati nei diversi livelli in Italiano e Matematica Ridurre le % di alunni collocati dei livelli 1 e 2 / Aumentare le % di alunni collocati dei livelli 3,4 e 5 Variabilità dei risultati fra le classi Varianza interna alle classi e fra le classi Ridurre la varianza fra le classi COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA Indicatori da elaborare a cura della scuola Descrittori da elabora a cura della scuola Migliorare i livelli nelle competenze chiave e di cittadinanza D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

34 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO
AREE DI ESITO INDICATORI DESCRITTORI IPOTESI DI MIGLIORAMENTO RISULTATI A DISTANZA Prosecuzione negli studi universitari Studenti diplomati che si sono immatricolati all’Università Aumentare la % degli studenti diplomati che si iscrivono all’Università Successo negli studi universitari Crediti conseguiti dai diplomati nel I e nel II anno di Università Successo negli studi secondari di II grado Consiglio orientativo per tipologia Corrispondenza fra consiglio orientativo e scelta effettuata Aumentare la % di alunni che seguono il consiglio orientativo Promossi al I anno che hanno seguito il C. O. Promossi al I anno che non hanno seguito il C. O. Inserimenti nel mondo del lavoro Numero inserimenti nel mondo del lavoro Aumentare la % di studenti inseriti nel mondo del lavoro tra coloro che non si iscrivono all’Università D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

35 È IMPORTANTE RICORDARE CHE …
I PUNTI DI DEBOLEZZA INDIVIDUABILI POSSONO ESSERE MOLTI NON SI PUÒ MIGLIORARE TUTTO CONTEMPORANEAMENTE È OPPORTUNO CONCENTRARSI SU UN NUMERO LIMITATO DI CRITICITÀ* *«si suggerisce di individuare un numero limitato di priorità (1 o 2) all’interno di una o due aree degli Esiti degli studenti»

36 COME SCEGLERE LE PRIORITÀ
L’INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ VA EFFETTUATA IN BASE A CRITERI PRECISI: L’importanza che determinati esiti hanno per la scuola; Il livello di criticità rilevato: l’urgenza La fattibilità

37 COME SCEGLIERE LE PRIORITÀ: GERARCHIZZARE GLI ESITI
ESITI DI PIÙ ALTO LIVELLO DI IMPORTANZA E DI PIÙ ELEVATA CRITICITÀ ESITI LEGGERMENTE MENO IMPORTANTI MA COMUNQUE DI ELEVATA CRITICITÀ ESITI DI ELEVATA IMPORTANZA E DI SEGNO POSITIVO ( da mantenere o migliorare) ESITI UN PO’ MENO IMPORTANTI E DI SEGNO POSITIVO

38 TRAGUARDO DI LUNGO PERIODO
PER OGNI PRIORITÀ TRAGUARDO DI LUNGO PERIODO NEL FORMAT “SI SUGGERISCE DI INDIVIDUARE UN TRAGUARDO PER CIASCUNA DELLE PRIORITÀ INDIVIDUATE

39 I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO DEVONO ESSERE:
OSSERVABILI E/O MISURABILI O RELAZIONABILI A SITUZAIONI CON CUI È POSSIBILE RELAZIONARSI ESISTENZA DI STRUMENTI DI MISURAZIONE DEI TRAGUARDI SCELTI O DELLE SITUAZIONI DI CONFRONTO VERIFICARE SE I RISULTATI PREVENTIVATI SONO STATI RAGGIUNTI, SE SONO STATI AVVICINATI O SUPERATI IMPLICA PER

40 DEFINIRE I TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO È UN’OPERAZIONE COMPLESSA
RICHIEDE COMPETENZA REALISMO EQUILIBRIO

41 TRAGUARDI DI L. P. TROPPO BASSI NON PRODURREBBERO MIGLIORAMENTI SIGNIFICATIVI.
TRAGUARDI DI L. P. TROPPO ALTI RISCHIEREBBERO DI NON ESSERE RAGGIUNTI: NASCEREBBE SENSO DI FALLIMENTO E DI FRUSTRAZIONE.

42 E ALLORA: COME DEVONO ESSERE?
“SFIDANTI MA RAGGIUNGIBILI”

43 DI FRONTE ALLE POSSIBILI DIFFICOLTÀ EMERGENTI NELLA FORMULAZIONE DEI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO …
… «NIENTE PAURA!» SIAMO TUTTI ALL’ANNO ZERO E… IN MANCANZA DI UNA LUNGA ESPERIENZA STORICA, DIVENTA OPPORTUNO FARE GRANDE ATTENZIONE ALLA SITUAZIONE DI CONTESTO E ALLE RISORSE.

44 DESCRIZIONE DELLA PRIORITÀ DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO DI LUNGO PERIODO
ESITI DEGLI STUDENTI DESCRIZIONE DELLA PRIORITÀ DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO DI LUNGO PERIODO RISULTATI SCOLASTICI Diminuire la % di studenti collocate nelle fasce di voto basse Diminuire del 15% il numero degli studenti collocati nelle fasce di voto basse RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI Diminuire la varianza interna alle classi e fra le classi Diminuire la varianza interna alle classi del 20% Diminuire la varianza fra le classi del 10% COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA Migliorare gli esiti nelle competenza chiave di italiano e matematica Migliorare del 10% gli esiti nelle competenza chiave di italiano e matematica. RISULTATI A DISTANZA Aumento della % di studenti che seguono il Consiglio Orientativo Aumentare del 25% il numero degli studenti che seguono il Consiglio Orientativo

45 A questo punto, viene richiesto di motivare la scelta delle priorità, motivandole. Nel caso specifico, si è considerata una scuola con un contesto socio – culturale medio – basso, dove – appunto – la maggior parte degli studenti si collocano nelle fasce basse dei risultati e che ha come esiti nelle prove standardizzate una forte varianza nelle classi e fra le classi.

46 La motivazione delle priorità.
I docenti del gruppo di lavoro (sentito il Collegio dei Docenti), avendo rilevato uno scarso tasso di abbandono e un buon controllo della dispersione – anche attraverso una fattiva collaborazione con i servizi sociali - ritiene di dare priorità alle azioni per il miglioramento dei livelli di apprendimento degli alunni sia negli esiti in uscita sia nelle rilevazioni del SNV.

47 La motivazione delle priorità.
Un fattore prioritario è stato identificato nella riduzione delle varianze sia interne alle classi sia fra le classi. Ciò si ritiene utile sia per implementare forme di condivisione nel Collegio dei Docenti – attraverso l’utilizzo di procedure condivise di progettazione e di valutazione – sia per rispondere ad una specifica esigenza del territorio, che richiede un miglioramento della formazione dei propri cittadini.

48 DAI TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO AGLI OBIETTIVI DI PROCESSO
L’ultimo step consiste nella definizione e nella descrizione degli obiettivi di processo, ossia delle azioni da attuare nell’ambito dei processi organizzativi e didattici per raggiungere i traguardi dichiarati e perseguire le priorità individuate.

49 Nell’ultima tabella, tra le priorità mostrate come esempio ci soffermiamo sulle prime due:
Diminuire la % di studenti collocate nelle fasce di voto basse Diminuire la varianza interna alle classi e fra le classi.

50 Quali sono i processi funzionali e strategici per raggiungere gli obiettivi a lungo termine?
Sicuramente almeno «Curricolo, progettazione e valutazione», «Ambiente di apprendimento», «Inclusione e differenziazione»: è qui che bisogna andare a strutturare gli obiettivi di processo, cioè le azioni da compiere per migliorare le priorità individuate.

51 PROCESSO: «Curricolo, progettazione e valutazione»
AREA DI PROCESSO INDICATORE DESCRITTORE ELEMENTI DA CONSIDERARE OBIETTIVO DI PROCESSO PROGETTAZIONE DIDATTICA Progettazione didattica Grado di adeguatezza della progettazione didattica Condivisione delle premesse e coprogettazione degli strumenti Rafforzare e raffinare gli strumenti di monitoraggio da utilizzare in itinere per consentire un’adeguata riprogettazione Elaborazione di una progettazione didattica condivisa Elaborazione di strumenti di monitoraggio Aumento di 10 punti % di utilizzo degli strumenti di monitoraggio utilizzati Incremento di 15 punti % delle azioni correttive documentate messe in atto La % reale dipende dalla situazione specifica della scuola in esame

52 PROCESSO: «Ambiente di apprendimento»
AREA DI PROCESSO INDICATORE DESCRITTORE ELEMENTI DA CONSIDERARE OBIETTIVO DI PROCESSO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA Organizzazione oraria Modalità orarie per interventi di recupero, consolidamento, potenziamento Flessibilità dell’orario Pause didattiche Attività extracurricolari Strutturazione dell’orario in funzione degli interventi di recupero, consolidamento,

53 PROCESSO: «Ambiente di apprendimento»
AREA DI PROCESSO INDICATORE DESCRITTORE ELEMENTI DA CONSIDERARE OBIETTIVO DI PROCESSO DIMENSIONE METODOLOGICA Attività e strategie didattiche Strategie didattiche maggiormente utilizzate dagli insegnanti Utilizzo delle metodologie inclusive Utilizzo di procedure condivise Diffusione di interventi finalizzati al recupero e al potenziamento Attività di aggiornamento relative a … Nel pof sono previste attività finalizzate al recupero e al potenziamento Si organizzano attività di aggiornamento finalizzate all’acquisizione di metodologie inclusive

54 PROCESSO: «Inclusione e differenziazione»
AREA DI PROCESSO INDICATORE DESCRITTORE ELEMENTI DA CONSIDERARE OBIETTIVO DI PROCESSO RECUPERO E POTENZIAMENTO Attività di recupero Corsi di recupero organizzati dalle scuole I corsi di recupero e potenziamento rispondono alle reali esigenze degli alunni? Uniformare gli strumenti di rilevazione dei bisogni di recupero e di potenziamento Progettazione di moduli per il recupero delle competenze Attività di potenziamento Progettazione di moduli per il potenziamento delle competenze

55 DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DI PROCESSO
AREA DI PRODESSO DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DI PROCESSO Curricolo, progettazione e valutazione Elaborazione di una progettazione didattica condivisa Elaborazione di strumenti di monitoraggio Aumento di 10 punti % di utilizzo degli strumenti di monitoraggio utilizzati Incremento di 15 punti % delle azioni correttive documentate messe in atto Ambiente di apprendimento Strutturazione dell’orario in funzione degli interventi di recupero, consolidamento, potenziamento Nel pof sono previste attività finalizzate al recupero e al potenziamento Si organizzano attività di aggiornamento finalizzate all’acquisizione di metodologie inclusive ELABORAZIONE ESEMPLIFICATIVA PARTENDO DA UNO SCHEMA DI D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

56 DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DI PROCESSO
AREA DI PRODESSO DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO DI PROCESSO Inclusione e differenziazione Uniformare gli strumenti di rilevazione dei bisogni di recupero e di potenziamento Continuità e orientamento Orientamento strategico e organizzazione della scuola Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie ELABORAZIONE ESEMPLIFICATIVA PARTENDO DA UNO SCHEMA DI D. CRISTIANINI «MIGLIORAMENTO»

57 IN CHE MODO GLI OBIETTIVI POSSONO CONTRIBUIRE AL RAGGIUNGIMENTO DELLE PRIORITÀ
I processi individuati sono i più direttamente coinvolti e funzionali alle priorità individuate.

58 IDENTIFICARE UN NUMERO DI OBIETTIVI CIRCOSCRITTI È UN DELICATO ESERCIZIO DI EQUILIBRIO SPESSO I PROBLEMI RICHIEDONO DI ESSERE AFFRONTATI CON UNA PLURALITÀ DI AZIONI CONVERGENTI RELATIVE A VARI PROCESSI DIDATTICI E ORGANIZZATIVI ad es, per migliorare gli apprendimenti può essere opportuno intervenire contemporaneamente sulla progettazione del curricolo, sulle strategie didattiche, su attività di recupero e potenziamento, sulla formazione dei docenti, sull’attribuzione di incarichi specifici.

59 PIANO TRIENNALE Diminuire la varianza fra le classi del 10% Diminuire la varianza interna alle classi del 20% Diminuire del 15% il numero degli studenti collocati nelle fasce di voto basse Diminuire la % di studenti collocate nelle fasce di voto basse Diminuire la varianza interna alle classi e fra le classi Elaborazione di una progettazione didattica condivisa Elaborazione di strumenti di monitoraggio Aumento di 10 punti % di utilizzo degli strumenti di monitoraggio utilizzati Incremento di 15 punti % delle azioni correttive documentate messe in atto Strutturazione dell’orario in funzione degli interventi di recupero, consolidamento, potenziamento Nel pof sono previste attività finalizzate al recupero e al potenziamento Si organizzano attività di aggiornamento finalizzate all’acquisizione di metodologie inclusive Uniformare gli strumenti di rilevazione dei bisogni di recupero e di potenziamento

60 IL SISTEMA RAV È STRUTTURATO PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO ORGANIZZATIVO ATTRAVERSO L’AUTOVALUTAZIONE. PER ESSERE EFFICACE, L’AUTOVALUTAZIONE DEVE COINVOLGERE ED UNIRE LA COMUNITÀ SCOLASTICA NELLA RICERCA DI UN SENSO COMUNE E NELLA MOTIVAZIONE PROFESSIONALE E RESPONSABILE DI TUTTE LE SUE COMPONENTI.

61 E DOPO IL RAV? RIALLINEARE IL POF ALLE MISURE DI MIGLIORAMENTO
RIMODULARE L’ORGANIZZAZIONE IN FUNZIONE DEL MIGLIORAMENTO


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