La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

DAL GIORNALE AL PROGETTO

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "DAL GIORNALE AL PROGETTO"— Transcript della presentazione:

1 DAL GIORNALE AL PROGETTO
LABORATORIO DI PEDAGOGIA GENERALE PROF.SSA CHISTOLINI

2 “ADOLESCENTI IN BILICO”
Team: PIZZIGOZZI Alessandra D’Agostini Maura Mastronicola Valeria Bucci Giada Angelucci “ADOLESCENTI IN BILICO” In riferimento alle attuali problematiche nel contesto giovanile

3 UN ARTICOLO UTILE AL PROGETTO

4

5 DOCENTI A SCUOLA DI BULLISMO: Riconoscerlo per saperlo combattere
Sono stati organizzati dall’assessorato alla Pubblica Istruzione, della provincia di Brescia, dei corsi che interessano scuole materne, elementari, medie e superiori. Essi sono divisi in due livelli: il primo rivolto agli insegnanti che studiano per la prima volta le problematiche di questo fenomeno; il secondo livello invece è rivolto agli adulti che già ne sono a conoscenza. Secondo l’assessore il bullismo è un fenomeno preoccupante di prepotenza e violenza che nasce da un disagio familiare, scolastico e sociale.

6 PERCHE’ ABBIAMO SCELTO QUESTO ARTICOLO
La scelta è ricaduta sull’articolo del giornale “Il giorno” del 25 ottobre : “Docenti a scuola di bullismo” per la particolare problematica pedagogica che ne emerge, riguardante la formazione sociale degli insegnanti al fine di riconoscere il fenomeno con lo scopo di prevenirlo.

7 … ENTRIAMO NELLO SPECIFICO …

8 CERCHIAMO DI RISPONDERE AD ALCUNE DOMANDE
Da che cosa nasce il bullismo? (Alessandra) Come possono essere preparati i bambini alla realtà sociale e scolastica al fine di evitare l’evolversi di tale fenomeno? (Giada) Il fenomeno è affrontato con la dovuta serietà dagli organi preposti? (Valeria) Come l’insegnante può gestire il fenomeno? (Maura)

9 DEFINIZIONE DI BULLISMO
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni” (Olweus 1996). “Un comportamento da “bullo” è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare” (Sharp e Smith, 1995).

10 CAUSE DECISIVE CONDIZIONI NEGATIVE DURANTE L’ INFANZIA
con presenza di alcuni problemi familiari come rapporti conflittuali tra genitori, disturbi psichici, alcolismo, violenza, anche da parte dei fratelli ATTEGGIAMENTO EMOTIVO DEI GENITORI (specialmente della madre) troppo permissivo e tollerante o violento e punitivo o indifferrenza

11 NELL' AZIONE RITROVIAMO
BULLO VITTIMA IPERATTIVO IMPULSIVO ANSIOSO INSICURO PASSIVO REMISSIVO SENSIBILE FISICAMENTE ESILE

12 ATTIVITA' SUGGERITE DA OLWEUS
1) Creare un ambiente scolastico ed anche familiare possibilmente caratterizzato da affetto, interessi positivi e coinvolgimento emotivo degli adulti; 2)  Stabilire, al tempo stesso, limiti fermi ai comportamenti inaccettabili di sopraffazione e di prevaricazione; 3)  Applicare con fermezza nei casi di violazione dei limiti e delle regole date, le sanzioni punitive stabilite e divulgate. Tali sanzioni non devono essere improntate ad ostilità e non devono basarsi su coercizioni fisiche; 4)  Pretendere dagli adulti, insegnanti e genitori, un comportamento autorevole.

13 PREREQUISITI GENERALI
CONSAPEVOLEZZA E COINVOLGIMENTO DA PARTE DEGLI ADULTI PER CAMBIARE LA SITUAZIONE INTERVENTI A LIVELLO DI SCUOLA Inchiesta mediante il questionario ( come abbiamo visto, è l’aspetto più delicato ma basilare ). Si può somministrare sia agli alunni che agli insegnanti e ai genitori; Organizzazione di una conferenza scolastica sul problema ( per discutere i dati raccolti coinvolgendo alunni, insegnanti e genitori ); Migliore supervisione durante la ricreazione e la pausa del pranzo ( sono i momenti scolastici non strutturati più a rischio ); Costituzione di gruppi di coordinamento fra insegnanti e con i genitori (è necessario che gli insegnanti, che assistono ad episodi di bullismo, riferiscano dell’incidente ai colleghi in modo da intervenire con tempestività); Incontri fra insegnanti e genitori delle vittime e dei bulli.

14 INTERVENTI A LIVELLO INDIVIDUALE
Colloqui approfonditi con i bambini prepotenti e con le vittime; Colloqui approfonditi con i genitori degli alunni implicati in episodi di prepotenza; Uso di interventi elaborati in modo creativo da insegnanti e genitori.

15 IL PARERE DELLA PROFESSORESSA EMMA NARDI

16 DATI STATISTICI DELLA IEA

17 Conclusioni La scuola non può difendersi in una posizione neutrale di fronte a salienti tematiche sociali e civili. Non solo è impossibile fare storia della cultura, storia della letteratura, dell’arte, della filosofia, delle religioni, fare scienze naturali e scienze sociali, senza approfondire direttamente le tematiche - sessuali, migrazione, differenze di genere - ma è altresì impossibile dimenticare che uno dei compiti della scuola è quello di educare alle norme sociali di rispetto e di tolleranza. Essa può fare da ago della bilancia tra la famiglia e la società, dando la possibilità di conoscere e di educare là dove la diversità viene vista come un qualcosa da respingere; deve quindi contenere le schegge del razzismo e della discriminazione e non riflettere passivamente (o peggio amplificare) la subalternità e le ostilità interpersonali e intragruppali. Il ruolo dell’insegnante nell’autoregolare i meccanismi di stigmatizzazione ed esclusione nel gruppo classe é fondamentale.

18 Programma attività - Definizione di questionari da distribuire agli/alle studenti, da parte dei consulenti del progetto (psicologi, docenti, ecc.). I questionari serviranno a conoscere le realtà sociale vissuta nella scuola. - Distribuzione di questionari agli/lle studenti delle scuole superiori. - Elaborazione dei questionari, attraverso l’ausilio dei consulenti del progetto. - Corsi di formazione per gli insegnanti delle scuole medie superiori, tenuti da consulenti preparati e con esperienza nel settore. I corsi saranno “tarati” in base agli elementi scaturiti dai questionari. - Pubblicazione dei risultati della ricerca, al fine di realizzare uno strumento di studio per future analisi/attività. - Realizzazione di conferenze per rendere pubblici i risultati del lavoro.

19 BIBLIOGRAFIA Scienza e formazione, di Sandra Chistolini, MILANO 2006
DATI STATISTICI IEA Il Giorno , quotidiano del 25 ottobre 2007

20

21 Obiettivi Lo scopo del progetto è quello di intervenire sugli adolescenti delle scuole medie superiori al fine di prevenire le discriminazioni che le forme di bullismo causano agli adolescenti più deboli, fonte primaria del disagio giovanile.

22 CAMPI DI AZIONE Scuole superiori delle Province della Regione Lazio, con ausilio di coordinatori locali.

23 Insegnanti e studenti delle scuole media superiori
Destinatari Insegnanti e studenti delle scuole media superiori


Scaricare ppt "DAL GIORNALE AL PROGETTO"

Presentazioni simili


Annunci Google