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prof.ssa Enrica Facchetti

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Presentazione sul tema: "prof.ssa Enrica Facchetti"— Transcript della presentazione:

1 prof.ssa Enrica Facchetti
Classe 2ª C Anno scolastico 2002/2003 IPSSCTP G. Falcone prof.ssa Enrica Facchetti

2 " DALLA MULTICULTURA ALL'INTERCULTURA "

3 UGUAGLIANZA CONOSCENZA SPERANZA INTERCULTURA FRATELLANZA
MULTICULTURA (FINALITA’ DEL PROGETTO) INTERCULTURA FRATELLANZA

4 SENEGAL TUNISIA CONOSCENZA CULTURA Tradizione costumi PAKISTAN

5 Non avere stereotipi o pregiudizi
Storie imba…razzismo UGUAGLIANZA Non essere razzisti Non avere stereotipi o pregiudizi

6 FRATELLANZA Convenzione 138 sull’età minima lavorativa
I limiti dello sviluppo FRATELLANZA EMIGRAZIONE Cosa si intende per sfruttamento Lavoro e lavoro minorile Fame

7 SPERANZA Di pace Poesia sulla pace Contro l’intolleranza
Di un futuro migliore Diritto della infanzia

8 RADICI DELL’INTOLLERANZA
COS’È L’INTERCULTURA INTERCULTURA RADICI DELL’INTOLLERANZA

9 FINALITA’ DEL PROGETTO:
Incentivare la lotta per lo sviluppo e l’uguaglianza sociale. Educare alla pace, ovvero educare alla accettazione consapevole dell’altro per trarre, dal confronto di esperienze diverse, un arricchimento culturale e formativo. Sviluppare le forme di convivenza civile, in modo da vivere in “comunità”. Invitare a riflettere sui nostri stereotipi e pregiudizi per poterli superare. Creare un pluralismo di orientamenti senza pretese di superiorità. Costruire un senso di solidarietà che sostenga i valori dell’uomo al di sopra di egoismi e particolarismi.

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13 CULTURA Le culture non sono tradizioni autosufficienti, statiche, immutabili ed immutate nel tempo, considerarle tali sarebbe un errore storico e scientifico, oltre che un errore politico e sociale che rischia di introdurre nuove forme di razzismo. Le culture vivono CONFRONTANDOSI, MESCOLANDOSI. Le differenze culturali sono risorse che permettono a tutti di migliorare la propria costruzione della realtà, di rendere i propri membri meno egoisti, più partecipi alla “comunità” umana. Essere sensibili alle differenze culturali è rinunciare ad imporre come universali gli artefatti, i valori, le forme di vita del mondo “occidentale”.

14 GLOBALIZZAZIONE E TERZO MONDO
Quando si parla di globalizzazione si intende l'estensione e la diffusione di una quantità sempre crescente di dispositivi simbolici, materiali, tecniche, procedure, discorsi, logiche e prodotti potenzialmente fruibili su scala mondiale..I processi di globalizzazione in atto si muovono tra locale e globale, in uno spazio localizzato, che Mc Luhan ha definito col fortunato ossimoro di "villaggio globale" per descrivere la situazione contraddittoria in cui viviamo. I due termini dell'enunciato si contraddicono a vicenda, il "villaggio" esprime qualcosa di piccolo, mentre "globale" sta a significare l'intero pianeta.   Possiamo usare il termine globalizzazione per definire qualcosa di piuttosto simile ad un processo di colonizzazione esteso all'intero globo.Globalità significa: viviamo da tempo in una società mondiale e la rappresentazione degli spazi diviene fittizia.Possiamo usare il termine globalismo per definire qualcosa di simile ad una visione del mondo, ad un punto di vista che segue l'ideologia del neoliberismo.   Il fenomeno della globalizzazione riguarda un concetto di piena portata dicotomica; mentre per i suoi fautori, la globalizzazione significa un qualcosa che appare da subito come un assolutamente positivo, per i suoi detrattori significa un qualcosa che pare invece immediatamente negativo. Per i primi la globalizzazione è una forza positiva, che si nutre di due elementi di fondo, il commercio internazionale e la tecnologia, per diffondere opportunità e benessere a strati sempre più ampi di popolazione mondiale. Per i secondi la globalizzazione è una forza negativa, che favorisce i soliti pochi (i ricchi e le multinazionali) e penalizza i più creando disuguaglianze e ingiustizie. Il panorama teorico occidentale è oggi dominato dai due seguenti paradigmi portanti: 1.        il liberalismo economico ritiene essenziale la libera iniziativa individuale per il funzionamento di un sistema economico, poiché gli interessi dei singoli si armonizzano nel mercato tramite la libera concorrenza e il libero scambio, portando alle condizioni di massimo benessere generale; 2.        il neocomunitarismo è una tendenza di pensiero politico affermatasi negli Usa a partire dagli anni '70 che invoca il ritorno alla comunità come veicolo di valori condivisi per rafforzare i legami sociali che mettono in relazione gli individui tra loro e si oppone al liberalismo di cui critica l'individualismo come teoria sociale.   

15 Senegal Repubblica dell'Africa occidentale, delimitata a nord dalla Mauritania, a est dal Mali, a sud dalla Guinea e dalla Guinea-Bissau e a ovest dall'oceano Atlantico; il Gambia, un piccolo paese dalla forma allungata che si estende nell'entroterra lungo l'omonimo fiume, costituisce un'enclave nella zona meridionale del paese. Ex colonia francese, il Senegal ottenne la piena indipendenza il 20 giugno La superficie totale è di km2 e la capitale è Dakar. ECONOMIA Una notevole assistenza tecnica ed economica è stata fornita dalla Francia, dall'Unione europea e dalla Banca mondiale all'economia senegalese, che ha raggiunto, nel 1994, un prodotto interno lordo pro capite di circa 610 dollari USA. Circa il 12% del territorio è adibito all'agricoltura, che occupa grosso modo il 70% della popolazione attiva. Il Senegal è fra i maggiori produttori al mondo di arachidi, coltivate in molte zone, specialmente nei terreni sabbiosi del nord-ovest; è in corso, tuttavia, un tentativo di diversificazione delle colture agricole tendente a favorire l'espansione delle coltivazioni di riso e pomodori; tra gli altri raccolti, i più importanti sono miglio, sorgo, mais e agrumi. L'allevamento si basa soprattutto su bovini, ovini e caprini, ma esiste anche un discreto numero di suini, asini e dromedari. POPOLAZIONE La popolazione del Senegal – circa abitanti (1994), con una media di 41 unità per km2 – è formata da diversi gruppi etnici, come i wolof (42%), i serer (15%), i fulani (15%), i toucouleur (o tukulor, 10%), i diola (5%), i bambara (2%), i mandingo (4%) e altri. Il 60% degli abitanti vive in zone rurali, per lo più lungo il litorale.La lingua ufficiale è il francese; fra quelle africane a maggiore diffusione si citano il wolof e le lingue dei serer e dei fulani (vedi Lingue africane). Circa l'85% della popolazione è di religione musulmana sunnita; i cattolici sono il 2%. Sebbene l'istruzione sia obbligatoria per tutti i ragazzi dai sei ai dodici anni d'età, il tasso di analfabetismo si aggira intorno al 62% (1990).

16 CONTINUA…SENEGAL Le acque litoranee sono ricche di pesce e il paese è dotato di una moderna flotta peschereccia. Sebbene alla fine degli anni Settanta siano stati rinvenuti, al largo della costa, giacimenti di petrolio e gas naturale, i fosfati, estratti per lo più presso Thiès, rimangono la risorsa mineraria più importante. L'industria estrattiva, tuttavia, non ha ancora raggiunto il pieno sviluppo e anche i consistenti depositi di ferro, situati in zone remote e difficilmente raggiungibili, non sono ancora stati sfruttati. Tra le industrie manifatturiere più rilevanti si citano la produzione di generi alimentari (olio di arachidi, zucchero raffinato, pesce in scatola), cemento, calzature, fertilizzanti azotati, prodotti chimici e derivati dal tabacco, nonché la raffinazione del petrolio, soprattutto d'importazione. Il governo senegalese incoraggia il turismo, che nel corso degli anni Settanta ha subito una grande espansione; fra le attrattive maggiori si annoverano spiagge e parchi naturali. ORDINAMENTO DELLO STATO In base alla Costituzione del 1963 e ai suoi successivi emendamenti, il Senegal è una Repubblica presidenziale. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente, che, eletto a suffragio diretto con un mandato di sette anni, nomina il Consiglio dei ministri.Il potere legislativo viene esercitato da un'Assemblea nazionale unicamerale di 120 membri, eletti dal popolo ogni cinque anni, per il 50% tramite collegi elettorali uninominali e, per il rimanente 50%, mediante un sistema di rappresentanza proporzionale. La massima autorità giudiziaria è la Suprema

17 CONTINUA…SENEGAL corte di giustizia, i cui membri vengono nominati dal presidente; l'Alta corte di giustizia, designata dall'Assemblea nazionale tra i suoi membri, ha il potere di mettere in stato d'accusa il presidente.). Il maggior partito politico è il Partito socialista (PS), attualmente al governo; tra quelli d'opposizione si cita il Partito democratico senegalese (PDS). Nel 1958 al Senegal venne accordata un'autonomia interna quasi completa e, nel giugno 1960, il paese divenne del tutto indipendente come parte della federazione del Mali, che lo univa alla Repubblica Sudanese (l'odierno Mali); il 20 agosto dello stesso anno, dopo aver abbandonato la federazione, il Senegal si proclamò repubblica autonoma e Senghor (rieletto successivamente nel 1963, 1968, 1973 e 1978) divenne il primo presidente del paese.In seguito al tentativo di colpo di stato del primo ministro Mamadou Dia, nel 1962, vennero accresciuti i poteri del presidente e venne promulgata una nuova costituzione, entrata in vigore nel Sotto la spinta della contestazione studentesca del 1968 e del 1973 contro la concentrazione dei poteri nelle mani di Senghor, venne avviata nel 1976 una riforma costituzionale che reintroduceva il sistema multipartitico e, nel 1980, lo stesso Senghor fu costretto a dimettersi; la presidenza venne assunta da Abdou Diouf, primo ministro dal La fine degli anni Ottanta fu segnata anche da tensioni al confine con la Mauritania: le antiche ostilità tra i due paesi riesplosero in gravi scontri che causarono più di 400 morti (per la maggior parte senegalesi) e l'espulsione reciproca di cittadini; a malapena venne evitata una vera e propria guerra.La rielezione di Diouf del 1993 venne nuovamente contestata dalle opposizioni con accuse di brogli elettorali e le agitazioni proseguirono per tutto il Nel marzo 1995, per tentare di pacificare la situazione politica, il primo ministro Habib Thiam, su richiesta di Diouf, annunciò la costituzione di un nuovo Consiglio dei ministri, in cui vennero ammessi i membri del Partito democratico senegalese all'opposizione. 

18   LA SCUOLA IN SENEGAL   Nelle città ci sono scuole materne private, anche religiose. La scuola elementare dura sei anni e i bambini la frequentano a partire dai 6 anni. La scuola secondaria è costituita da due cicli da 3 e 4 anni. L'esame finale consente di ottenere il diploma o "BAC". Le classi sono costituite da oltre 50 alunni, c'è solo un insegnante per classe. La formazione dei professori avviene in 2 anni dopo l'acquisizione del diploma della scuola superiore, data la scarsa quantità di docenti si provvede anche al personale che ha frequentato un corso specializzato dopo i 4 anni del primo ciclo di scuola secondaria.   CHE COSA SI STUDIA NELLA SCUOLA ELEMENTARE? Dato che c'è un vasto panorama vario linguisticamente e spesso le lingue non sono dotate di una propria forma di scrittura il governo senegalese ha scelto di insegnare fino dalla prima classe il francese. Nei primi 2 anni di scuola viene insegnato il francese con qualche parola di WOLOF (lingua principale), ma in terza diviene obbligatoria la lingua francese. Oltre a parlare in francese, leggere, scrivere i bambini in prima e seconda fanno ED. Fisica e imparano il calcolo dalla terza iniziano anche le materie geografia, storia e scienze naturali e per ogni materia i bambini devono acquistare un libro di testo. In Senegal l'insegnante è rispettatissimo e come in altri paesi ci sono delle funzioni fisiche per mantenere la disciplina nelle affollatissime classi, sia per sezionare e stimolare l'apprendimento.   ORARIO E CALENDARIO Le lezioni si svolgono dalle 8:00 alle 14:00. Le lezioni iniziano ad ottobre e finiscono alla fine di giugno, ma tra l'anno scolastico ci sono molte feste civili e religiose: Natale, Pasqua e Feste Islamiche. Il Senegal ha un metodo scolastico simile a quello francese ed è un paese multireligioso.   LE SCUOLE CORANICHE Anche in Senegal ci sono scuole Coraniche frequentate da bambini anche di età prescolare e da ragazzi di entrambi i sessi. Non è una scuola strutturale, è una scuola dove si impara a recitare, ripetere a memoria il Corano scritto in arabo. Nei villaggi ci sono piccole scuole Coraniche cui insegnante è un anziano e un aiutante più giovane e questi piuttosto severi è per questo che i bambini non la frequentano volentieri. Essa svolge un'importante funzione quando ci sono i periodi di chiusura di scuola elementare e media.

19 Tunisia Repubblica dell'Africa settentrionale; a nord e a est è bagnata dal mar Mediterraneo, a sud-est confina con la Libia e a ovest con l'Algeria. La superficie totale è di km2. Tunisi è la capitale e il centro principale del paese. La Tunisia può essere suddivisa in quattro principali regioni fisiche. A nord, la catena dell'Atlante, le cui vette raggiungono un'altezza che va dai 600 m ai 1500 m, attraversa il paese da sud-ovest a nord-est. Il Majardah, l'unico vero e proprio fiume del paese, che sfocia nel golfo di Tunisi, attraversa una fertile vallata pianeggiante incuneata tra i monti. A sud, i rilievi lasciano il posto a un vasto altopiano che, raggiungendo in media i 600 m di altezza, discende gradualmente verso gli shatts, o chotts, bacini salati situati sotto il livello del mare. Scendendo ancora verso sud, gli shatts si congiungono al deserto del Sahara, che copre circa il 40% della superficie complessiva della Tunisia. La costa (lunga circa 1150 km ), rocciosa a nord e sabbiosa a sud-est, è inframmezzata da numerose insenature e golfi, tra cui si cita il golfo di Gabès, che racchiude le isole di Djerba e di Kerkennah. TUNISIA Clima A nord prevale un clima temperato di tipo mediterraneo, con temperature che vanno dagli 8,9 °C, durante l'inverno, ai 25,6 °C in estate. In queste regioni, la stagione delle piogge dura da ottobre a maggio, con precipitazioni medie annuali di circa 610 mm. Spostandosi verso sud, il clima diventa progressivamente più caldo e più secco, fino a diventare desertico nella zona del Sahara, dove le precipitazioni annue si riducono a 200 mm. Flora e fauna La flora, in particolare sulle coste settentrionali, è di tipo mediterraneo. Le regioni montuose del nord, fertili e ben irrigate, sono caratterizzate, infatti, da fiorenti vigneti e da fitte foreste di querce da sughero, pini e ginepri. Più a sud, il clima secco determina la presenza della steppa, in cui predominano le erbe selvatiche e un'ampia varietà di arbusti. Nelle aride regioni dell'estremo sud, le palme da dattero crescono solo nelle oasi.Tra gli animali selvatici, si trovano la iena, il cinghiale selvatico, lo sciacallo e la gazzella. Sono presenti anche molti serpenti velenosi come il cobra e la vipera cornuta.

20 Continua…Tunisia La popolazione ammonta a abitanti (1995), con una densità media di 56 unità per km2. Circa i tre quarti della popolazione è concentrata lungo le coste, mentre il restante 30% vive nelle aride regioni centrali e settentrionali. Lingua e religione L'Islam è la religione di stato, professata da oltre il 96% della popolazione, aderente alla dottrina sunnita. Esistono, tuttavia, minoranze di cattolici, di ortodossi, di protestanti e di ebrei. La lingua ufficiale è l'arabo, anche se il francese, retaggio della colonizzazione, resta ancora lingua d'insegnamento scolastico. Diffuso è inoltre l'inglese. L'idioma berbero sopravvive unicamente all'interno di una ristretta minoranza. Istruzione e cultura L'istruzione primaria è gratuita e obbligatoria. L'istruzione secondaria si articola in un sistema di college e di università, dove, insieme all'arabo, è adottata anche la lingua francese. L'economia tunisina è basata essenzialmente sui settori agricolo e minerario, a cui si affiancano il turismo e l'industria, in via di espansione. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite è attestato intorno a 1800 dollari USA (1994).La moneta della Tunisia è il dinar tunisino, emesso dalla Banca centrale di Tunisia (fondata nel 1958). Agricoltura A causa dei frequenti periodi di siccità e della mancanza di risorse idriche, soprattutto nel sud del paese, la media annuale dei raccolti è fluttuante. Le principali colture delle fertili pianure del nord forniscono frumento, orzo, pomodori, verdure, meloni e uva. Sulla penisola di Cap Bon è particolarmente diffusa la coltivazione degli aranci. Non mancano inoltre gli oliveti, dislocati soprattutto nelle regioni centrali semidesertiche, e i datteri, presenti nelle oasi del Sahara. Nelle regioni settentrionali la presenza di pascoli favorisce l'allevamento di bestiame, essenzialmente costituito da ovini, cui seguono bovini, cammelli e cavalli. Pesca Sulla costa e intorno ai più importanti centri portuali, quali Tunisi e Biserta, si è sviluppata una fiorente industria ittica. Il pescato consta soprattutto di tonni e sardine, in gran parte destinate al consumo interno. Risorse minerarie Le principali risorse del sottosuolo sono il petrolio e i fosfati. Consistenti anche le estrazioni di gas naturale, ferro, piombo e zinco. I giacimenti petroliferi sono situati sia in alto mare che sulla terraferma, in particolar modo a sud, dove nuovi depositi sono stati scoperti all'inizio degli anni Ottanta.

21 PAKISTAN Pakistan Stato situato nell'Asia meridionale; si affaccia a sud sul mare Arabico e confina a nord-est con la Cina, a est e sud-est con l'India, a ovest con l'Iran, a nord e nord-ovest con l'Afghanistan e a nord-est con lo Jammu e Kashmir, territorio conteso tra Pakistan e India. Il Pakistan divenne uno stato indipendente nel 1947 e fino al dicembre del 1971 includeva la provincia del Pakistan orientale, l'attuale Bangladesh. Lo stato ha una superficie di  km2, esclusa la sezione di Jammu e Kashmir. La capitale è Islamabad; la città più popolosa è Karachi.Il Pakistan è un paese in gran parte arido, dove si registrano punte estreme di temperature e altitudini. La sua topografia è segnata dal fiume Indo che da nord-est scorre longitudinalmente fino al mare Arabico, formando una linea di demarcazione tra le due regioni maggiori: la valle dell'Indo, che si estende lungo il lato orientale del fiume, e l'altopiano del Belucistan, a occidente. Regioni minori sono la fascia costiera lungo le rive del mare Arabico, il bacino del Kharan a ovest dell'altopiano del Belucistan e il deserto del Thar a sud-est, che confina con l'India. La valle dell'Indo si estende con un andamento da 80 a 320 km di larghezza e include parte della piana del Punjab e di quella del Sind. La regione del Punjab è attraversata dagli affluenti dell'Indo, il Chenab, il Ravi, il Sutlej e lo Jhelum, le cui acque concorrono a irrigare la valle dell'Indo. L'altopiano del Belucistan comprende i sistemi montuosi del Tobakakar, Siahan, Sulaiman e Kirthar. Il picco più alto è il Tirich Mir (7690 m) che si trova nella catena dell'Hindukush. Il massiccio del Sefid Koh è inciso dal passo Khyber sul confine con l'Afghanistan. La vetta più elevata del Pakistan è il K2 (8611 m, seconda montagna più alta del mondo dopo l'Everest), situato nella catena del Karakoram nella regione del Kashmir sotto controllo pakistano. Popolazione In base al censimento del 1995, il Pakistan ha una popolazione di di abitanti, con una densità media di circa 170 unità per km2; solo

22 Continua …Pakistan il 35% della popolazione vive in aree urbane. La composizione etnica è molto varia, dovuta anche alle numerose invasioni di cui il territorio è stato fatto oggetto nel corso dei secoli: i pakistani sono quindi di ceppo dravidico, indoariano, greco, arabo, mongolo, persiano, afghano, tibetano.Il 97% della popolazione è musulmano, in maggioranza sunnita e in minoranza sciita; induisti e cristiani guidano il gruppo di religioni minori, seguiti da buddhisti, sikh e parsi. La costituzione del Pakistan garantisce libertà di culto, nonostante lo stato ufficialmente si proclami islamico. Lingua ufficiale è l'urdu, parlato tuttavia da meno di un decimo della popolazione; l'idioma più diffuso è il punjabi, seguito dal sindhi, dal pashto, dal saraiki, dal baloch. Largamente usato è l'inglese, soprattutto negli ambienti governativi e militari, nonché presso la popolazione più istruita. Islamabad (abitanti ) è la capitale federale del paese. Istruzione Circa il 34% della popolazione adulta pakistana è istruito. Nonostante la scuola elementare sia gratuita e obbligatoria, la sua frequenza è limitata al 40% degli abitanti del paese di età compresa tra i 5 e i 9 anni. Per aumentare il livello di scolarizzazione sono stati avviati programmi di carattere didattico destinati agli adulti. Nel paese sono presenti 22 università statali istituite alla fine del XIX secolo, oltre a tre istituti universitari privati..Dal 1965 al 1980 si registrò nel paese un coefficiente di crescita annuo dell'economia pari al 5,1% nonostante le cadute causate, agli inizi degli anni Settanta, dalla secessione del Pakistan orientale nel Durante gli anni Ottanta e Novanta, in seguito all'introduzione di politiche di liberalizzazione economica, il tasso aumentò

23 Continua …Pakistan sino a raggiungere una media annua del 6%. Ciononostante, agli inizi degli anni Novanta la maggior parte dei cittadini viveva in condizioni di estrema povertà, dipendendo fortemente dal settore agricolo i cui prodotti erano destinati prevalentemente all'autoconsumo. Fu questa la conseguenza di un eccessivo incremento demografico e di fattori di natura politica, in particolare l'elevata spesa militare, che impendirono di fatto lo sviluppo economico e la modernizzazione del paese. Agricoltura Circa il 27% del territorio pakistano è coltivabile ed è compreso prevalentemente nella valle dell'Indo. A metà degli anni Settanta il Pakistan è diventato autosufficiente nella produzione di grano, precedentemente importato; principali prodotti di esportazione sono cotone, riso e canna da zucchero. Intensivo l'allevamento del bestiame, che include bovini, caprini, ovini, polli e bufali.Circa il 4% del territorio è coperto da foreste da cui si ricava legname impiegato come combustibile. La pesca, anche se praticata con sistemi assai arretrati soprattutto nelle acque dell'oceano Indiano, costituisce un settore relativamente fiorente. Industria e risorse minerarie Il settore industriale, è in via di espansione: tra le maggiori produzioni vi sono tessuti e manufatti in cotone, seta e rayon, cemento, fertilizzanti, zucchero, prodotti chimici. Diffuso è l'artigianato, soprattutto per le ceramiche e i tappeti. L'industria estrattiva basa le proprie risorse su giacimenti di carbon fossile e lignite, cromo, rame, argilla, manganese, salgemma, minerali metallici, gas naturale e petrolio.Le risorse minerarie non sono state ancora del tutto sfruttate Depositi di gas naturale furono scoperti negli anni Cinquanta sul confine tra le province del Belucistan e del Punjab.Il settore industriale in Pakistan è scarsamente sviluppato. Base tradizionale dell'industria manifatturiera è il settore tessile (filatura di cotone e di lana). A questo settore si affiancano gli stabilimenti di montaggio degli autoveicoli e piccole imprese di costruzioni meccaniche. La politica governativa sin dai tardi anni Settanta ha cercato di incoraggiare gli investimenti del settore privato nell'apparato industriale. Le grandi imprese rimangono comunque gestite dallo stato.

24 ARRICCHIMENTO CULTURALE
LE RADICI DELL’INTOLLERANZA L’INTOLLERANZA ha come atteggiamento base un senso di superiorità ed il rifiuto e l’incapacità di accettare un atteggiamento diverso dal proprio. LE CAUSE DELL’INTOLLERANZA sono: interesse a sfruttare l’altro per un nostro vantaggio. Inoltre prevede: paura del confronto e di mettere in discussione certezze e regole acquisite. Rifiuto Scontro Indifferenza Intolleranza Incontro Rispetto Dialogo Amicizia ARRICCHIMENTO CULTURALE

25 INTERCULTURALITA’ Riconoscimento dell’esistenza di più culture nella società Interazione tra culture come scambio e possibilità di ibridazioni. INTOLLERANZA è non accettare opinioni o convinzioni diverse dalle proprie. E’ un atteggiamento di totale rifiuto e di rigida chiusura nei confronti di idee o convinzioni diverse dalle proprie.

26 IL LAVORO MINORILE NEL MONDO
Anche se nel Nord del mondo il lavoro minorile è un fenomeno molto diffuso, non è mai scomparso del tutto e da qualche anno tende di nuovo ad aumentare Il fenomeno non riguarda solo i paesi del Mediterraneo come il Portogallo, la Grecia e l’Italia. Negli Stati Uniti, risulta che il 28%dei ragazzi di 15 anni e 51% dei ragazzi di anni lavora almeno parte dell’anno. I bambini lavoratori sono fra i 100 e 200 milioni. Si trovano nei campi nei laboratori tessili, nelle officine, nei ristoranti, nei bar, sui marciapiedi dove molti di loro si ritrovano a fare le prostitute. Il numero più alto di bambini lavoratori si trova in Asia. UN BAMBINO RACCONTA LA SUA STORIA: Mi chiamo Putul ed ho 9 anni, da dieci mesi lavoro in una fabbrica di camicie che si trova vicino a Dacca, inscatolo camicie, comincio a lavorare alle 08:00 del mattino e finisco alle 10:00 di sera ma quando c’è molto da fare lavoro anche di notte e mi addormento sul pavimento. Quando sbaglio il capo mi picchia e mi diminuisce la paga. Se faccio un giorno di assenza, mi tolgono tre giorni di paga. Raramente porto a casa circa lire. Nella fabbrica i bambini siamo tanti, forse più degli adulti. UN’ALTRA ESPERIENZA:In una scuola italiana, il capitano di una squadra di calcio ha fatto usare un pallone di cuoio per giocare ma l’allenatore glielo proibisce perché spiega che è stato fatto da bambini che lavorano in condizioni di sfruttamento per fabbricare questi palloni.

27 IL LAVORO MINORILE IN ITALIA
In Italia l’età minima per lavorare è fissata a 15 anni ma per l’agricoltura la legge fa un’eccezione ed ammette l’assunzione a 14 anni. Ma in alcune regioni d’Italia questo limite non è rispettato e nella sola provincia di Reggio Calabria i giovani sotto i 14 anni impiegati stabilmente in agricoltura sono almeno La CGIL ha calcolato che in tutta Italia i bambini che lavorano illegalmente sono , molti dei quali si trovano nel Meridione. Nella sola Napoli il loro guadagno è di lire a settimana.I bambini sono impiegati perfino nei supermercati. Ogni tanto a Palermo, dei bambini sotto i 10 anni sono sorpresi a vendere eroina. Solo nel quartiere di Scampìa si stima che 500 bambini siano impiegati come corrieri di attività criminali. Questi “muschilli”(moscerini)chiamati così perché sino piccoli e veloci e difficili da catturare. La camorra sa che per la legge italiana essi non sono punibili e sfrutta questa particolarità per fare svolgere a loro le fasi più esposte. TESTIMONIANZA DI UN BAMBINO NAPOLETANO: Procolo ha 10 anni, lavora al mercato del pesce dove scarica cassette troppo grandi per lui. Una mattina, una mano gli scivolò sul bancone usato per tranciare il tonno e un coltello gli tagliò il dito. Da allora il suo lavoro è diventato ancora più difficile. Nella casa di Procolo la scuola è ritenuta poco necessaria e ancora meno il gioco, Procolo è un “adulto precoce”: sa cosa significa lavorare duramente, sta perdendo le gioie dell’infanzia, ma è pur sempre un bambino.

28 LAVORO DI FANCIULLI NELLE MINIERE
Lavoro di fanciulli nelle miniere. Lo sfruttamento del lavoro minorile è cominciato in grande scala agli inizi della rivoluzione industriale, nel Regno Unito. Le ragazze hanno gambe sempre coperte da un paio di pantaloni di tela trattenuti alla vita da una catenella di ferro agganciata ad una cintura di cuoio, queste ragazze inglesi sono condannate a passare dodici, e talvolta sedici ore al giorno a spingere, trascinare, dirigere dei grossi pesi attraverso sotterranei, oscuri, melmosi, scavati in ripidi pendii. Queste circostanze sembrano essere sfuggite all’attenzione della società che aveva lottato per l’abolizione della schiavitù dei negri. Guardateli uscire anche loro la sera delle viscere della terra!!!! Sono dei bambini dai quattro ai cinque anni; molti sono delle ragazzine ancora belle, delicate e timide; vengono loro affidati compiti della più alta importanza e li si obbliga ad entrare per primi nella miniera, per uscirne solo per ultimi. E’ vero che questo lavoro non è per essi molto troppo pesante, ma viene compiuto in mezzo alle tenebre, al silenzio e in solitudine. Le ore si succedono alle ore e nulla ricorda al fanciullo il modo che vive sopra la sua testa, o quello che si agita ai suoi piedi, se non il passaggio dei vagoni ripieni di carbone, per i quali egli apre le gallerie.

29 Che cosa si intende per sfruttamento del lavoro minorile!
   All’interno del lavoro minorile occorre distinguere tre livelli di vero e proprio sfruttamento: Il lavoro minorile in famiglia quando i bambini lavorano 9-10 ore al giorno senza avere la possibilità di frequentare la scuola. O ancora quando vengono “ceduti” ad altre famiglie per il lavoro nei campi senza alcun riconoscimento economico. Il lavoro definito “intollerabile”: cioè il lavoro intensivo e in attività e ambienti nocivi o pericolosi per la salute fisica e mentale; oppure il lavoro che si può definire in schiavitù: come quando i bambini vengono “venduti”, e la loro unica possibilità di “riscatto” è la fuga o la morte. Alcuni esempi: nelle fabbriche tessili il 20% dei lavoratori sono bambini. L’industria delle costruzioni usa i bambini per spaccare pietre e sono i bambini stessi a doversi comprare gli attrezzi, con i pochi soldi che guadagnano. Nell’industria del vetro, dove in molti casi si inizia a fabbricare braccialetti già a 4-5 anni, i bambini lavorano spesso vicino a forni a temperature altissime e in mezzo a polvere e sostanze chimiche, molti, colpiti da tubercolosi o da altre malattie alle vie respiratorie, muoiono ancora prima di arrivare all’adolescenza. Nelle piantagioni di canna da zucchero, tè, cotone, ecc. i bambini vengono sottoposti dai proprietari terrieri a uno sfruttamento indescrivibile schiavizzati fin dalla più tenera età. Un altro fenomeno gravissimo, è lo sfruttamento dei bambini di strada.: spesso scappati di casa o abbandonati, costretti a vivere di espedienti, “lavorano” controllati a vista nelle discariche, dove separano i vari materiali in mezzo ad odori ed esalazioni tossiche.

30 Convenzione 138 dell’OIL sull’età minima lavorativa (stralci)
Convenzione 138 dell’OIL sull’età minima lavorativa (stralci)!   L’età minima di amministrazione al lavoro non può essere inferiore all’età prevista per il completamento della scuola dell’obbligo e in ogni caso non deve essere inferiore ai 15 anni. In deroga, i paesi con un’economia e strutture scolastiche insufficientemente sviluppate posso fissare l’età minima di avvio al lavoro a 14 anni. L’età minima per l’ammissione a qualunque tipo di impiego o lavoro che per sua natura o per le circostanze in cui è svolto può danneggiare la salute, l’incolumità o la morale dei giovani non deve essere inferiore ai 18 anni.

31 IMMIGRAZIONE   Quando si parla di immigrati ci si preoccupa di dare i numeri. Ma dietro ci sono mille volti e altrettante esperienze. Il fenomeno dell’immigrazione è destinato a condizionare il futuro. Le stime sulle migrazioni planetarie rese pubbliche dalle Nazioni Unite ci dicono infatti che l’insieme mondiale di immigrati ammontava a 120 milioni del 1990, si tratta di un aumento notevolissimo. Il primo dato comprende la frammentazione dell’ex - URSS che ha trasformato in migranti stranieri quelli che prima erano considerati migranti interni. Tuttavia resta il segno di un fenomeno in grande continua progressione. Il secondo dato di cui bisogna tenere conto è il confronto fra le risorse che gli emigrati rimettono ai loro paesi (poveri) d’origine e gli aiuti che quei paesi ricevono in cambio dalla comunità internazionale. Per esempio, l’Albania ha ricevuto nel 2000, 531 milioni di dollari di rimesse e 319 in aiuti; il Messico ha ricevuto 6500 milioni di dollari dei propri emigrati e quasi nulla in aiuti. E le rimesse vanno direttamente alle famiglie e sono utilizzate bene; la stessa cosa non si può sempre dire degli aiuti. Questi dati collocano nel regno delle favole l’idea di fermare i flussi migratori aiutando i poveri a restare alle loro case. Ci vorrebbero ben altre strategie politiche. Il perseguimento della politica per la convivenza è un'esigenza inderogabile sul piano pratico, prima ancora degli imperativi morali.

32 EMIGRAZIONE Indica lo spostamento, temporaneo o permanente, di un gruppo o di un singolo individuo in un altro paese. Il fenomeno migratorio è di solito indotto dalla ricerca di un miglioramento economico delle condizioni di vita rispetto al paese di origine; non a caso, sin dalle origini la storia degli esseri umani si configura come storia di successive migrazioni. Cause del fenomeno migratorio La maggior parte delle migrazioni storiche e preistoriche dipese sostanzialmente dal deterioramento delle condizioni di vita nei territori precedentemente abitati. Le ragioni per migrare possono essere di origine naturale o sociale. I cambiamenti climatici, le eruzioni vulcaniche, le inondazioni, le carestie, i bradisismi e i maremoti sono esempi di fattori naturali. Fra le cause sociali invece possiamo annoverare la scarsità di cibo dovuta alla crescita demografica, le invasioni militari e le guerre, la ricerca di un miglioramento economico oppure della libertà religiosa I percorsi migratori La scelta dei percorsi migratori fu solitamente legata alla presenza di barriere e vincoli ambientali, come fiumi, deserti, catene montuose e condizioni climatiche dei territori da attraversare. La steppa e la tundra artica, che si estendono dall’Europa centrale all’oceano Pacifico, costituirono il territorio ideale per le migrazioni nell’asse est-ovest. Furono invece molto rare le migrazioni dai tropici alle aree temperate e viceversa. Il deserto del Sahara ostacolò l’espansione della cultura egizia verso l’Africa centrale; similmente il sistema montuoso dell’Himalaya impedì le migrazioni verso il subcontinente indiano. La penisola del Sinai invece, collegata a est con la penisola arabica, fu un luogo naturale di collegamento tra il continente africano e quello asiatico. Effetti del fenomeno migratorio I fenomeni migratori producono molteplici effetti: la migrazione di altri popoli che abbandonano i territori per l’arrivo delle nuove popolazioni; la guerra tra le popolazioni autoctone e i nuovi arrivati; il mescolamento delle etnie attraverso le unioni e i matrimoni; infine trasformazioni culturali e linguistiche. Importante è stata la contaminazione e la reciproca influenza delle culture e delle forme di organizzazione sociale che, senza i contatti interetnici, sarebbe avvenuta molto più lentamente.

33 I limiti dello sviluppo Il problema dei limiti dello sviluppo, o del cosiddetto sviluppo possibile o sostenibile, riguarda innanzitutto l’effettiva capacità del genere umano di eliminare la fame sulla terra e di garantire a tutta la popolazione mondiale condizioni minime per vivere in una situazione di benessere; e, in termini più apodittici, risolvere il dubbio circa la capacità del pianeta Terra di tollerare e assorbire i danni progressivi prodotti dall’inquinamento e dallo sfruttamento intensivo delle risorse naturali. Gli studiosi sembrano comunque concordare su una previsione: nel prossimo secolo il nostro pianeta sarà in grado di tollerare una popolazione non superiore a miliardi di persone, a patto però che si concretizzino alcune precise condizioni (fra cui mutamenti tecnologici in agricoltura; in modo da produrre maggiori quantità di cereali e grano; diminuzione drastica dei consumi energetici e della produzione di rifiuti; aumento del riciclaggio dei beni, mutamento dei consumi alimentari e degli stili di vita; rallentamento dello sviluppo demografico). . La Conferenza mondiale sulla popolazione, tenuta a Bucarest nel 1974, ha incentivato un impegno globale per rallentare la crescita demografica. Le proposte emerse sono state migliorate e concretizzate nella Seconda conferenza (svoltasi a Città del Messico nel 1984), nonostante l’opposizione degli Stati Uniti che, su influenza del movimento per il “diritto alla vita” (sostenitore del governo repubblicano in carica), condannavano il ricorso all’aborto. Nella Terza conferenza, organizzata al Cairo nel 1994, si è concordato che il nucleo di ogni politica demografica debba diventare il benessere degli individui, la salute e la libertà di scelta nella pianificazione della propria famiglia. La Conferenza del Cairo ha indicato inoltre gli obiettivi per i prossimi vent’anni: investire sulla salute, ridurre le discriminazioni sessuali nei confronti delle donne, fornire almeno l’istruzione primaria a tutti i bambini del mondo, ridurre la mortalità infantile, ritardare l’epoca della riproduzione e del matrimonio, propagandare i metodi contraccettivi come alternativa all’aborto, rendere maggiormente responsabili i padri circa i propri doveri nei confronti della riproduzione dell’aiuto alla donna e della riproduzione dei figli.

34 LA FAME NEL MONDO La fame viene dalla notte dei tempi, ha accompagnato l’umanità fin dai primitivi passando per le grandi città di Ur e Babilonia, devastate da carestie ricorrenti, mentre una fame spaventosa spopolava pericolosamente romani e greci. Anche nel medioevo c’era chi soffriva di fame come i servi della gleba e i contadini liberi che fa-cevano fatica a mantenere la propria famiglia. Per tutto il XVIII la Cina l’Africa, la Russia e l’Impero Ottomano ebbero grandi perdite di uomini proprio per questo grande problema: LA FAME. Karl Marx pensava che questa carenza di cibo avrebbe accompagnato l’umanità ancora per qualche secolo e ha sostenuto che i beni sulla terra non bastavano a colmare tutti i bisogni dell’-uomo; per questo vi erano guerre e conflitti. Tutta la teoria di Marx di cibo era totalmente sbagliata; infatti dopo la sua morte il mondo ha vissuto una successione di rivoluzioni tecnologiche e sociali che hanno contribuito a diminuire la FAME NEL MONDO.

35 Oggi non esiste più la mancanza oggettiva di beni, ma i problemi con la fame sono ancora accesi in quello che viene chiamato TERZO MONDO. Il terzo mondo lancia la sua accusa al mondo occidentali e “civile” su cui ricadono le colpe maggiori. Le peggiori carestie, infatti, sono causate dalle guerre locali che l’occidente appoggia politicamente o tramite la fornitura di armi; guerre in cui i capi di paesi in via di sviluppo dilapidano le già povere risorse dei loro stati. La logica del mercato mondiale impone inoltre regole criminali, costringendo le nazioni povere a sviluppare MONOCULTURE utili solo per l’esportazione, in cui proventi non arricchiscono le popolazioni; e contemporaneamente, si specula sui prezzi dei alimenti di prima necessità impedendo un equa distribuzione di tali risorse. Basta aprire gli occhi su una tragedia di cui siamo anche noi responsabili e ci mostreranno come si può lottare contro la fame, con una solidarietà che non sia solo di facciata per capire che prime di chiudere questi occhi bisogna fare qualcosa.

36 LA STORIA DI AMINA Amina è una donna di 30 anni, divorziata, accusata di adulterio dall’ex-suocero. L’uomo con cui la donna aveva avuto una relazione, aveva promesso di sposarla per non farla incorrere in pene severissime che la legge islamica prevede per gli adulteri. Dichiarò di non essere il padre della bambina. Così fu condannata alla lapidazione nel gennaio del Quando sua figlia sarà svezzata e non avrà più bisogno del latte materno per sopravvivere allora potrà essere lapidata. La lapidazione consiste nel sotterrarla fino al in una buca in modo che non possa alzare le braccia per proteggersi. Verrà colpita con pietre che non saranno né troppo grandi da ucciderla al primo o al secondo colpo né troppo piccole da non farle abbastanza danni. Questa è la condanna che la Sharia, la legge islamica, in vigore in un numero crescente di paesi, prevede per la donna riconosciuta colpevole di adulterio e di amoralità.

37 Ciò che succede in Nigeria ci riguarda sia come cittadini del mondo sia come cittadini italiani, difendendo Amina, noi difendiamo nella sua persona una concezione della vita della donna, della libertà personale che stata conquistata con le lacrime e di sangue, e che costituisce il nostro tesoro più prezioso. Abbiamo detto perché dobbiamo intervenire ma non come… Il come intervenire è l’aspetto più delicato della questione: per salvare Amina bisogna avere consapevolezza del fatto che le differenze culturali, se affrontate in modo responsabile sono una risorsa ,che permette a tutte le comunità coinvolte di migliorare i propri standard morali. Per salvare Amina non possiamo partire dal presupposto che il nostro mondo religioso, morale e legale sia in generale migliore del suo. Dobbiamo al contrario essere disposti, anzi desiderosi di vedere le imperfezioni del nostro mondo morale con la stessa acutezza e intransigenza con cui vediamo le imperfezioni altrui.

38 LA PACE

39 La pace può avvenire attraverso 4 modi:
La pace può avvenire attraverso 4 modi: 1 . Come "assenza di guerra", a sua volta può essere negoziata attraverso strumenti diplomatici o non negoziata, nelle due forme di violenza diretta e di violenza strutturale sulla collettività;  2. Come pausa tra due guerre, laddove la guerra è intesa come la condizione naturale dell'umanità;  3. Come l'ultimo stadio di un processo che misura il rapporto di forza tra i contendenti e che, dalla guerra per giungere alla pace negoziata;  4. Come condizione non violenta estesa alla collettività (pace sociale), necessaria alla realizzazione della giustizia.  E' questa una concezione che ci porterà a trattare più oltre della riconciliazione nazionale.

40 LA CONSEGUENZA DELL’INVIDIA
LE FAVOLE: LA CONSEGUENZA DELL’INVIDIA Nel villaggio di Sundorpur abitava Modhu. Egli aveva invidia delle cose altrui. Un giorno, pregando, si rivolse a Dio chiedendogli di donargli tanti soldi e tanti servitori; ma Dio non esaudiva i suoi desideri. Un giorno, a casa sua si presentò un angelo in veste di mendicante che gli raccontò alcune cose. Dicendogli che se una persona chiede qualcosa a Dio la ottiene, ma se chiedi qualcosa solo per te stesso il tuo prossimo riceverà il doppio di ciò che hai chiesto per te stesso. Dopo che il mendicante se ne era andato, Modhu, voleva provare se ciò che il mendicante aveva detto era vero. Cosi un giorno chiese 100 taka ed una bella casa; aperti gli occhi tutto gli fu esaudito. Pensando alle parole del mendicante, usci di casa e si accorse che i suoi vicini avevano una casa due volte più bella della sua e venne a sapere che avevano ricevuto 200 taka. Egli si infiammò d’invidia, allora chiese a Dio di rendergli inservibili una mano ed un piede, immediatamente gli si paralizzarono. Il giorno dopo uscì di casa e anche i vicini avevano mani e piedi paralizzati.Modhu fu contento di questo pensando di aver sconfitto Dio. Non soddisfatto chiese a Dio di renderlo cieco da un occhio e subito si accorse che da un occhio non ci vedeva più. Uscito fuori di casa venne a sapere che i suoi vicini erano diventati completamente ciechi. Modhu era sempre più contento, ma improvvisamente sentì qualcuno che lo chiamava e aperta la porta si trovò davanti il mendicante che gli disse che lui era irrimediabilmente invidioso e che pensava solo a stesso:perciò Dio l’avrebbe fatto rimanere cieco per il resto della sua vita, mentre i suoi vicini avrebbero avuto mani, piedi ed occhi in perfetta efficienza. Modhu, comprendendo il suo sbaglio, chiuse gli occhi e scoppiò a piangere.

41 Razzismo Visione dell’umanità divisa in razze “superiori” e razze “inferiori” in rapporto a un’eredità biologica: secondo tale teoria lo sviluppo della storia dell’umanità sarebbe conseguenza del predominio delle razze superiori su quelle inferiori. L’ampio dibattito avviatosi a cavallo fra il XIX e il XX secolo sulla “questione della razza”, in particolare sulle conseguenze sociali e politiche delle differenze biologiche fra i gruppi umani, vede tuttavia in questo fine secolo gli studiosi concordi sul fatto che il vero problema non siano le differenze razziali quanto piuttosto il significato negativo che il razzismo, inteso sia come dottrina sia come pratica di discriminazione, attribuisce loro. Il termine “razza”, da cui deriva razzismo, è di incerta origine e fu introdotto nelle lingue europee intorno al XVI secolo; Dal XVI secolo in poi, per spiegare le differenze fra africani, cinesi ed europei, invece che al termine razze si ricorse alle genealogie dei diversi gruppi etnici descritte nell'Antico Testamento e, quando alla fine del XVII secolo si sviluppò il dibattito sulla moralità del commercio degli schiavi tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, coloro che erano contrari alla schiavitù sottolinearono il fatto che i neri e i bianchi condividevano una comune umanità. Il termine razza tornò a essere impiegato in relazione alla relativa arretratezza tecnologica degli africani, che venne considerata frutto delle loro condizioni di vita malsane (dovute sia al clima sia alla mancanza di istituzioni politiche e sociali che ne promuovessero il progresso) e che furono alla base dei tentavi di legittimazione della discriminazione prima e dello schiavismo poi. Neppure il libro di Charles Darwin L’origine della specie (1859), che documentò come lo sviluppo fosse prodotto dalla selezione naturale e che rivoluzionò in campo scientifico le teorie sulle differenze fra gli esseri umani, poté impedire un uso distorto del termine razza. Ispirò anzi una nuova forma di razzismo, il cosiddetto “razzismo scientifico”, basato sull’idea che il pregiudizio razziale svolga addirittura una funzione evolutiva.

42 La teoria sociologica La teoria sociologica del razzismo risale ai primi anni Venti di questo secolo quando alcuni psicologi cominciarono a sostenere, esibendo un’ampia documentazione, che il pregiudizio razziale non era una caratteristica ereditaria bensì una forma di comportamento appreso durante la socializzazione. Ogni società ha una propria cultura e, contestualmente, è soggetta a una serie di pregiudizi culturali: l’etnocentrismo è infatti la tendenza a compiere ragionamenti e formulare giudizi “come se la propria cultura e il proprio gruppo etnico fossero al centro del mondo”. La teoria biologica Le teorie biologiche sulla razza subirono profondi mutamenti negli anni Trenta quando, con l’affermarsi della genetica che documentò come non la specie ma il gene fosse l’unità di selezione, si poté inferire che esistevano potenzialmente tante razze quanti erano i geni. Razzismo e genocidio   Una dottrina caratterizzata da una concezione tipologica delle razze, intese cioè come “tipi permanenti”, fu alla base agli inizi degli anni Venti del movimento politico nazista che riuscì a mobilitare in Germania grandi masse in sostegno di una presunta supremazia della razza ariana. La parola “razzismo” fu introdotta proprio dagli oppositori del nazismo per identificare ogni dottrina che sostenesse la superiorità di una razza sulle altre.

43 Stereotipo In sociologia, immagine semplicistica e riduttiva di una categoria di persone, di un’istituzione o di una cultura. Il termine, che deriva dal greco stereos (duro, solido) e typos (impressione, tipo), significa letteralmente “immagine rigida”; nel XVIII secolo passò a designare una tecnica di stampa, la stereotipia, utilizzata per indicare un prototipo rigido da cui poter riprodurre materiali all’infinito. La nozione di stereotipo è impiegata quasi sempre in un’accezione negativa, in quanto riduce la capacità della persona, che rimane imprigionata in formule prefissate, incapace di modificare i propri giudizi alla luce di nuove esperienze e percezioni della realtà. Lo stereotipo, quindi, è alla base del pregiudizio, e quindi fortemente irrazionale, in quanto non si basa su un’effettiva sintesi dell’esperienza. Si tratta, nondimeno, di un processo fortemente radicato nella mente umana che forse un tempo, nei primi stadi dell’evoluzione tribale, ha rappresentato un vantaggio in termini evolutivi (nella lotta per il controllo del territorio o per il mantenimento della coesione nella tribù).

44 PREGIUDIZIO E’ un giudizio dato prima o senza conoscere i fatti
PREGIUDIZIO E’ un giudizio dato prima o senza conoscere i fatti! L’uomo ha paura e la paura provoca la sua aggressività, si sente minacciato e … attacca. Il razzista è aggressivo!   DISCRIMINAZIONE Significa separare un gruppo sociale o etnico dagli altri, trattandolo peggio. Non esistono le razze, ma esiste il genere umano.

45 IMBA…RAZZISMI di Kossi Komla-Ebri ed. Dell’arco-Marna
Grande capo Carlo Un estate, trovai lavoro come custode e curatore di cavalli da corsa in una fattoria. Il fratello del proprietario, che era lì come uomo di fatica a tutto fare, mi portò a fare il giro delle scuderie. Subito s'informò: «Tu venire Brasile?» (il fratello aveva lì delle tenute). «No» risposi «vengo dall'Africa.» «Tu conoscere cavalli?» Risposi: «Questa è la mia prima esperienza, ma i cavalli mi hanno sempre affascinato.» Intanto eravamo giunti nel box di una bella giumenta rossiccia a cui il proprietario stava propinando dell'avena. Suo fratello disse ancora rivolgendosi a me: «Tu dare mangiare due volte al giorno cavalli e ... » A questo punto il padrone l'interruppe dicendo: «Perché tu parlare così grande capo viso pallido Carlo? Guarda che lui è studente universitario al quarto anno di medicina e parla l'italiano meglio di te ... » Passò un angelo con le narici palpitanti in groppa ad un cavallo impallidito dal disagio.

46 Punto a ... capo Un giorno, mentre si trovava nel corridoio della corsía dove lavorava come infermiera, Akolè vide arrivare un signore elegante e distinto. Con premurosa gentilezza, gli andò incontro e gli chiese: «Mi scusi, posso esserle utile?» Lui rispose con un secco"no"oltrepassandola per recarsi diritto verso la dispensa dove le ausiliarie stavano approntando i pasti per i degenti. Arrivato lì disse: «Sono il figlio della signora Galimberti del letto 130 che è stata operata stamani e vorrei avere notizie dalla caposala sulle sue condizioni.» Gli fu indicata la caposala, che era l'infermiera "di colore" che aveva appena sorpassato nel corridoio.

47 Storie di ...imba...razzismi
Papà papà, disse Fombi tornando da scuola, I miei compagni mi scherzano perché sono nero,e dicono che in Africa ci sono i cannibali, e la gente va in giro nuda e vive sugli alberi. Suo papà gli disse: “Di pure loro che è vero, a casa, il nostro albero era vicino a quello dell’ambasciatore Italiano, ed era uno spasso vedere la fatica che faceva sua moglie per salire sul ramo della notte!”

48 GUERRA  Si parla di guerra quando esisteva una precisa volontà da parte di una o più parti di portare una crisi conflittuale fino alle sue conseguenze estreme, ciò può avvenire attraverso l'uso della violenza o con la minaccia esplicita o implicita del suo uso. L'obiettivo può essere quello di eliminare l'avversario o di far prevalere la volontà della controparte. Con guerra si intende un conflitto armato fra due o più stati. Esse possono essere: - Ideologiche (le guerre di religione) - Politiche - Psicologiche - Giuridiche - Economiche Come: - Guerra civile - Guerra coloniale - Guerra di resistenza - Guerra giusta - Guerra nuova. Ancor più che fuori le cause della guerra sono dentro di noi. Sono passioni come il desiderio. La paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità… Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo quel che è giusto, non quel che conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi. E’ il momento di uscire allo scoperto, di impegnarsi per ciò in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua deteminazione morale più che con le nuove armi.

49 Piove,piove Piove una scarica di pallottole Cade, cade, cade una folla di neri Cola, cola, Cola un fiume di sangue Arriva, arriva, Arriva una calca …, Bevono, bevono, Bevono il sangue …,! Ed io Grido, grido, Grido la disperazione, Del mio popolo martire Che si piega Sotto il giogo … della violenza.

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52 LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI BAMBINI
SPERANDO CHE NON ACCADA PIU' LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI BAMBINI La riduzione dei bambini a merce sessuale è un “business” superiore in alcuni paesi a quello della droga. Alla base vi è la povertà che riguarda gran parte della popolazione dei PVS, la destrutturazione della famiglia a causa anche dei grandi esodi dalle campagne alla città, il boom dell’industria turistica favorita dai governi per riequilibrare la bilancia dei pagamenti Il rapporto 1998 dell’OIL sul lavoro minorile denuncia l’esistenza di 5 reti internazionali organizzate per la tratta dei minori, in collegamento tra loro. Un milione di minori di ambo i sessi sono coinvolti in questo commercio in Asia. In Africa la prostituzione minorile sta crescendo in vari stati (Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Kenya, Zambia, Zimbabwe), in America latina cresce in Argentina, Bolivia, Cile, Columbia e Perù. Il 70-80%dei turisti maschi che si recano in Asia dal Giappone, Australia, Stati Uniti, Europa Occidentale, secondo Ecpat International, lo fa per “intrattenimento sessuale”. I clienti possono essere distinti abituali e occasionali I Responsabili sono i pedofili, soggetti spesso impegnati in attività sociali con i bambini (insegnanti, istruttori sportivi, assistenti sociali) che in gran parte sono stati nella loro infanzia essi stessi vittime di abusi. Nel sud-est Asiatico alcuni reti di pedofili erano formate da apparenti orfanotrofi e centri d’accoglienza per bambini poveri. Tra le cause della prostituzione in questa città sono da sottolineare oltre all’aumento della popolazione inurbata, dell’indice di povertà (il 32,5% nella popolazione totale vive nelle favelas) e alla base della scolarizzazione, i maltrattamenti a cui i bambini vengono sottoposti in famiglia.

53 CHI SONO I BAMBINI PROSTITUITI
I bambini prostituti possono complessivamente diversi in due gruppi: A- minori sfruttati nei locali a luci rosse, costretti a fare della prostituzione un attività continuativa. B- bambini di strada, generalmente in stato di abbandono, che accettano di fornire prestazioni sessuali per sopravvivere. Quasi tutti gli operatori sociali denunciano uno stretto legame tra l’abuso sessuale sui minori e la pornografia infantile. Quasi sconosciuta fino agli anni ‘70 in Europa e negli USA, la pornografia infantile è apparsa prima su riviste statunitensi e poi europee. Si è passati quindi negli anni ‘80 a filmare direttamente le scene erotiche con i bambini, diffuse in circuiti circoscritti. Le reti telematiche permettono oggi alle immagini di fare il giro del mondo in tempo reale, accessibili a chiunque, con rischi molto bassi di essere scoperti. Lo sfruttamento dell’immagine pornografica infantile è particolarmente grave perché offenderà il bambino coinvolto per tutta la vita. Vi sono siti su Internet in cui vengono offerti “in affitto” bambini e bambine, con l’indicazione che qualora “la merce si guasti” il prezzo fissato subirà una maggiorazione “per l’esistenza della pulizia”. Si allude evidentemente ad una grave lesione fisica del bambino o bambina, ma non è da escludere in molti casi la sua morte. I bambini sottoposti a violenza attraverso gli abusi sessuali ricevono da questa drammatica esperienza segni indelebili. Quest’ultimo comprende ogni azione che impedisca al bambino di sviluppare un’immagine positiva di sé.

54 IL CALENDARIO RELIGIOSO SIKH
Le feste importanti sono gurpurb, segnano la nascita o il matrimonio di un Guru. Le altre sono dette mela. La maggior parte delle feste include un akhnd path, un rito di 48 ore di lettura del Guru Granth Sahib, di predicazione, preghiera e culto comunitario, canti compresi. DICEMBRE/GENNAIONascita del Guru Gobind Singh: il Guru Gobind Singh, fondatore della Khalsa e decimo Guru, nacque nel 1666. FEBBRAIOHolla Maholla: si tratta di una celebrazione mela in Anandpur in memoria del Guru Gobind Singh. APRILEVaisakhi:originariamente festa del ringraziamento, ora la celebrazione della Khalsa, fondata secondo la tradizione nel giorno di Vaisakhi nel 1699. Holi: è la festa che segna l’arrivo della primavera, tenuta in marzo o aprile, ci si versano addosso l’uno l’altro acqua e polveri colorate. MAGGIOMatrimonio del Guru Arjun: Arjun, il quinto Guru, fu torturato e annegato dell’imperatore Jahangir nel 1606. AGOSTOCelebrazione del Guru Granth Sahib: ricordo della compilazione del libro sacro nel 1606. OTTOBREDiwali: si tratta di una festa indù fatta propria dai sikh a commemorare la liberazione dalla prigione del Guru Hargobind, il sesto Guru, nel Durante il Diwali vengono sistemate le dive, sono delle lampade, davanti alle abitazioni. Dusshera:ha luogo in settembre o in ottobre. Nascita del Guru Nanak: Guru Nanak, il primo Guru e il fondatore della fede sikh, nacque nel 1469 nell’attuale Pakistan. NOVEMBRE Matrimonio del Guru Tegh Bhadur:il Guru Tegh Bhadur, il nono Guru, fu giustiziato nel 1675 dall’imperatore Aurangzeb.

55 IL MATRIMONIO SIKH I riti del matrimonio durano circa cinque o sei giorni. Il matrimonio sikh è considerato l’unione non solo di due persone, ma anche di due famiglie. Le usanze del matrimonio derivano dalla cultura punjabi. Il primo giorno: si porta a casa il libro sacro (GuruGranth Sahib) e il granthi, il celebratore, inizia a leggerlo Il secondo giorno: si continua a leggere il libro sacro e si fa il chock, (disegno sul pavimento con i colori e i fiori, per fare il rito della maia). Maia è un preparato, si dice questo renda gli sposi ancora più belli Il terzo giorno: i granthi finiscono di leggere il Guru Granth Sahib lo stesso giorno s’invitano parenti e amici. Dopo la cerimonia si fa di nuovo il rito della maia. Di sera viene fatto un altro rito che è lo jago (è un oggetto con delle candele che si porta sulla testa). Con lo jago si fa il giro del paese, in questa sera si balla e si fanno i fuochi d’artificio Il quarto giorno: inizia il matrimonio. La sposa e lo sposo siedono di fronte al Guru Granth Sahib mentre granthi spiega loro i doveri della vita matrimoniale. Viene recitato il Lavan, l’inno scritto dal Guru Ram Das sull’unione dell’anima con Dio, e la coppia dopo ogni versetto compie un giro attorno al Guru Granth Sahib, sono quattro giri. Dato che la cerimonia ha luogo di fronte al Guru Granth Sahib, non è necessario alcun contratto. Il matrimonio ideale è così descritto nel Guru Granth Sahib: “marito e moglie, un solo spirito in due corpi”. Nello stesso giorno, o il giorno dopo, viene invitato un cantante famoso indiano. Prima ballano gli sposi e poi gli altri si aggregano a loro. Il quinto giorno: gli sposi vanno a casa della sposa, pranzano e di sera ritornano a casa.

56 I diritti dell'infanzia
Art. 24.: 1) Gli stati riconoscono il diritto del minore.Si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali diritti. 2) Gli stati si sforzano di adottare adeguati provvedimenti per: a) diminuire la mortalità tra i bambini lattanti e i fanciulli; b) assicurare a tutti i minori l’assistenza medica e le cure sanitarie necessarie; c) lottare contro le malattie e la malnutrizione; d) garantire alle madri adeguate cure prenatali; e) fare in modo che tutti i gruppi della società, ricevano informazioni sulla salute e sulla nutrizione del minore; f)sviluppare le cure sanitarie preventive, l’educazione e i servizi in materia di pianificazione familiare. 3) Gli stati adottano ogni misura per abolire le pratiche tradizionali per la salute del minore. 4) Gli stati si impegnano a favorire e incoraggiare la cooperazione internazionale. Oltre 200 milioni di bambini sotto i 5 anni,nei paesi in via di sviluppo sono malnutriti, infatti metà bambini sotto i 15 anni muoiono per malnutrizione. Milioni di sopravvissuti presentano invalidità fisiche o mentali permanenti, hanno maggiori possibilità di morire per malattie comuni a causa di un sistema immunitario defaticato..

57 Donne e bambini devono recarsi a prendere l’acqua lontano da casa; la mancanza di igiene all’interno e all’esterno delle case contribuisce la diffusione della diarrea infantile e delle malattie infettive.Molte persone sono prive di acqua potabile e di impianti igienici adeguati. La mancanza di vitamine, nel periodo dalla gravidanza allo sviluppo del bambino, se non compensati da integratori alimentari, provoca gravi conseguenze. Ogni anno quasi 600 mila donne muoiono a causa della gravidanza. Le anemie di carenze di iodio, abbassano il quoziente intellettivo di milioni di bambini, determinando uno spreco di intelligenza umana che può considerarsi criminale. Zinco e vitamina A sono i nemici della malaria, che colpisce almeno 300 milioni di persone in tutto il mondo e ne uccide 2 milioni all’anno.Ogni anno uccide circa 600 mila bambini, un altro milione muore per patologie associate: uno ogni 30 secondi. Un bambino che mette in bocca un dito sporco, può ingerire uova di ascaridi, ma l’infezione potrebbe essere ridotta o eliminata con una dose di farmaci al costo di 3 centesimi. L’allattamento al seno potenzia il sistema immunitario e le difese delle mucose, rendendole più resistenti alle infezioni delle vie respiratorie dell’apparato digerente.Le madri siero positive, corrono però il rischio di trasmettere il virus al nascituro. Si prevede che all’inizio del prossimo millennio tra i 4-5 milioni di bambini (specialmente in Africa) saranno affetti da HIV. In diverse culture donne e bambini mangiano i resti del pasto degli uomini, lavorando dalle 20 alle 30 ore settimanali per le faccende domestiche non retribuite. La gravidanza precoce comporta rischi per la madre e il bambino, perpetuando il ciclo di una crescita insufficiente.

58 Sottopeso e ritardo nella crescita degli adolescenti
EREDITARIETÀ DELLA CRESCITA INSUFFICIENTE CRESCITA INSUFFICIENTE Sottopeso e ritardo nella crescita degli adolescenti Gravidanze Precoci Nascite sottopeso Donne in bassa statura

59 L’UNICEF Compie delle iniziative positive per migliorare i livelli nutrizionali dell’infanzia. Non esiste un rapporto diretto tra crescita economica e crescita dei livelli di nutrizione. Importante però è l’istruzione. In Tanzania, nonostante la crisi economica degli anni 80 e la crisi di cibo, l’istruzione quasi universale, compresa quella degli adulti, ha permesso la partecipazione degli abitanti dei villaggi di zone povere al controllo trimestrale del peso dei bambini e al miglioramento dell’alimentazione ,dei servizi sanitari e dell’igiene. Anche in Senegal, la malnutrizione è diminuita notevolmente grazie alla creazione di un comitato di donne del villaggio con il sostegno dell’UNICEF. Miglioramenti si sono verificati anche in Brasile e Pakistan.Ogni anno 30milioni di persone muoiono di fame e 800milioni soffrono di sottoalimentazione cronica.


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