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Dai problemi alle soluzioni

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Presentazione sul tema: "Dai problemi alle soluzioni"— Transcript della presentazione:

1 Dai problemi alle soluzioni
I MODELLI DECISIONALI

2 Le alternative Decidere, dal latino de caedere, significa “tagliare via”. I problemi impongono di scegliere tra soluzioni diverse e talora alternative La decisione, la scelta, è un processo

3 I meccanismi della decisione
Decidere = scegliere tra opzioni e quindi affrontare conflitti (e risolverli) In qualsiasi decisione collettiva operano più meccanismi che permettono di decidere, in combinazioni diverse La decisone è una scelta tra corsi d’azione Le scienze sociali si occupano di scelte sociali e scelte pubbliche

4 Le scelte pubbliche Si tratta di decisioni che sono rivolte ad influenzare la assegnazione autoritativa dei valori; Le loro disposizioni si applicano a tutti i membri di una comunità e possono essere imperative; Sono assunte formalmente da autorità pubbliche; Sono rivolte a risolvere problemi pubblici, rilevanti per la comunità.

5 Modelli decisionali Sono individuati quattro principali modelli decisionali: Modello della razionalità olimpica o sinottica; Modello della razionalità limitata; Modello incrementale (e dell’incrementalismo disgiunto); Modello bidone della spazzatura (garbage can)

6 Modello razionale Una decisione è assunta secondo il modello razionale quando l’attore: Fissa gli obiettivi secondo un ordine di priorità; Conosce tutte le soluzioni alternative; Dispone di tutte le informazioni necessarie; Valuta tutte le conseguenze possibili all’azione; Sa valutare i costi e i benefici di ciascuna alternativa; Sceglie l’alternativa che massimizza il rapporto tra costi e benefici

7 Razionalità limitata (“bounded”)
L’attore non è in grado di esaminare tutte le soluzioni possibili e di considerarle simultaneamente; L’attore non è in grado di valutare tutte le possibili conseguenze; L’attore cerca di realizzare risultati soddisfacenti, dati i limiti informativi e di calcolo

8 Uno sguardo non sinottico Un brano di Tolstoj, Guerra e Pace, libro III, parte III
A chi è abituato a pensare che i piani delle guerre e delle battaglie vengono compilati dai comandanti nello stesso modo in cui ciascuno di noi, standosene nel suo studio dinanzi a una carta geografica, immagina e riflette come si regolerebbe in un determinato combattimento, si presentano vari interrogativi: perché Kutuzov nella ritirata non abbia agito in questo e in quest'altro modo, perché non abbia assunto una posizione prima di Fili, perché non si sia ritirato subito sulla strada di Kaluga, perché abbia abbandonato Mosca e via di seguito. Chi è abituato a pensare in questo modo dimentica e non conosce la serie di circostanze inevitabili in cui sempre si svolge l'azione di ogni comandante supremo. L'azione di un comandante supremo non somiglia minimamente a ciò che noi possiamo immaginarci standocene comodamente seduti nel nostro studio ad analizzare sulla carta geografica una data campagna di guerra con un dato numero di truppe da una parte e dall'altra, in una data località, e cominciando le nostre riflessioni da un dato momento. Un comandante supremo non si trova mai in quelle condizioni di inizio di un certo avvenimento da cui noi invece partiamo sempre per esaminare l'avvenimento stesso. Un comandante supremo si trova sempre nel mezzo di una serie mobile di eventi, in modo tale che mai, in nessun momento, è in grado di valutare a fondo il significato di ciò che sta avvenendo. Il significato più profondo di un avvenimento in corso si va delineando impercettibilmente, istante dopo istante, e in ogni momento di questo continuo e concatenato delinearsi di avvenimenti, il comandante supremo si trova al centro di un assai complesso gioco di intrighi, di preoccupazioni, di relazioni di dipendenza e d'autorità, di progetti, di consigli, di minacce, di inganni, si trova costantemente nella necessità di rispondere a un'infinita quantità di questioni; che gli vengono poste, tutte in contraddizione fra loro.

9 Uno sguardo non sinottico Un brano di Tolstoj, Guerra e Pace, libro III, parte III
Gli esperti militari argomentano con la massima serietà che Kutuzov avrebbe dovuto spostare le truppe assai prima di Fili sulla strada di Kaluga, e che qualcuno aveva persino proposto questo piano. Ma di fronte a un comandante supremo, specie in un momento grave, ci sono sempre, non uno solo, ma decine di piani. E ciascuno di questi piani, basati sulla strategia e sulla tattica, è in contrasto con l'altro. Sembrerebbe che il compito di un comandante supremo consista soltanto nello scegliere uno dei tanti piani proposti. E invece non può fare nemmeno questo. Gli avvenimenti e il tempo non aspettano. Supponiamo che gli propongano di portarsi il 28 sulla strada di Kaluga, ma ecco che arriva un aiutante di campo da parte di Miloradovic e gli domanda se si debba ingaggiare subito battaglia con i francesi o ritirarsi. Deve dare l'ordine subito, in quello stesso momento. Ma l'ordine di ritirarsi lo distoglie dal progetto di conversione sulla strada di Kaluga. E, subito dopo l'aiutante, c'è un intendente che chiede dove dirigere le salmerie e il comandante degli ospedali che domanda dove trasportare i feriti, e poi un corriere, da Pietroburgo, recapita una lettera del sovrano in cui non è ammessa l'eventualità di abbandonare Mosca, intanto il rivale del comandante supremo, quello che gli sta scavando il terreno sotto i piedi (simili personaggi ci sono sempre, e non uno, ma parecchi), propone un nuovo progetto, diametralmente opposto a quello di trovare uno sfogo sulla strada di Kaluga; le energie del comandante supremo richiedono sonno e ristoro, uno stimatissimo generale a cui ci si è dimenticati di conferire una decorazione, viene a protestare, gli abitanti invocano protezione; I'ufficiale mandato a ispezionare la località fa ritorno e riferisce completamente il contrario di ciò che aveva detto l'ufficiale mandato prima di lui, mentre un informatore, un prigioniero e un generale che è stato in ricognizione descrivono tutti in modo diverso la posizione dell'esercito nemico. Le persone abituate a non capire o a dimenticare queste circostanze, che inevitabilmente condizionano le decisioni di ogni comandante supremo suppongono che il 1° settembre il comandante supremo fosse completamente libero di decidere se abbandonare o difendere Mosca. In che momento, in realtà, si decise tale questione? Già a Drissa, a Smolensk, e già, soprattutto, il 24 agosto a Sevardino, e il 26 a Borodino, e poi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della ritirata da Borodino a Fili.

10 Il modello incrementale
Gli amministratori non seguono il metodo sinottico I mezzi determinano i fini La valutazione al margine Comparazioni limitate e successive L’accordo Il mutuo aggiustamento “partigiano” Il coordinamento negoziale Ridondanza e duplicazioni Decisioni incrementali

11 Il modello incrementale
E’ un insieme di stratagemmi di semplificazione e messa a fuoco che si sostengono reciprocamente: L’analisi si limita a poche alternative di policy Vi è più interesse per i difetti da eliminare che per gli obiettivi da raggiungere Nel tempo si ridefiniscono gli obiettivi, adattati ai mezzi Vi è una sequenza di tentativi e di revisioni, di compromessi Si valutano solo alcune delle conseguenze possibili E’ un processo di costruzione continua e di adattamento

12 Obiezioni al modello incrementale
Inerzia – conservatorismo Adattamento alla (cattiva) pratica dei politici e degli amministratori Non tutti gli interessi sono uguali Non tutte le scelte sono reversibili

13 Modello “bidone della spazzatura”
Le preferenze degli attori non sono stabili, coerenti ed esogene; La partecipazione degli attori è fluida e incostante Soluzioni e problemi sono costrutti intercambiabili Più problemi premono su più occasioni di scelta

14 Modello “bidone della spazzatura”
L’incontro tra problemi, soluzioni, attori e scelte è casuale Il fattore tempo: la simultaneità Le opportunità di decisione sono “un bidone della spazzatura in cui i partecipanti gettano i vari problemi. L’insieme della spazzatura in ciascun bidone dipende in parte dalle etichette attaccate sui bidoni alternativi; ma dipende anche dalla spazzatura che viene prodotta in un certo momento, dall’insieme dei bidoni disponibili, dalle abitudini e dalle conoscenze sul servizio dei cittadini, e dalla velocità con cui la spazzatura viene raccolta” (March e Olsen)

15 Decidere le politiche pubbliche
Modelli Decisore Ricerca soluzioni Modalità di scelta Criterio decisionale Razionalità sinottica Unitario Analisi completa alternative Calcolo Ottimizzazione Razionalità limitata Analisi sequenziale Confronto rispetto livelli di aspettativa Soddisfazione Incrementale Decisori partigiani Comparazioni limitate successive Mutuo aggiustamento partigiano Accordo Bidone della spazzatura Decisori variabili Nessuna in particolare Incontro tra problemi e soluzioni Caso


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