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EDUCARE AL…LA VITA INTERIORE

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Presentazione sul tema: "EDUCARE AL…LA VITA INTERIORE"— Transcript della presentazione:

1 EDUCARE AL…LA VITA INTERIORE
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI EDUCARE AL…LA VITA INTERIORE 4° GIORNO Anno Pastorale

2 Il futuro giace nell’interiorità
La frase del giovane da cui è partita la mia rifles­sione pone in evidenza la chiusura del futuro: «Non vedo un futuro». Possiamo chiederci: dov’è il futu­ro? Dove possiamo cercarlo? L’antropologo Marc Augé, nel libro Che fine ha fatto il futuro?3, annota che ormai il presente è diventato egemonico: 3. MARC AUGÉ, Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontem­po, Elèuthera, Milano 2009.

3 «Agli oc­chi dei comuni mortali esso [cioè, il presente] non è più frutto della lenta maturazione del passato, non lascia più trasparire i lineamenti di possibili futuri, ma si impone come un fatto compiuto, schiacciante, il cui improvviso sorgere fa sparire il passato e satu­ra l’immaginazione del futuro»4. 4. Idem, 27.

4 Del resto il consu­mo, vero dominus del nostro oggi (occidentale) ren­de il mondo autosufficiente: il mondo del consumo basta a se stesso, non ha bisogno di ieri né di doma­ni, è tutto nell’oggi, nel momento stesso del consu­mo. Il consumo consuma anche il tempo. Sembra spegnersi il tempo come principio di speranza.

5 Allora, dove cercare il futuro
Allora, dove cercare il futuro? Occorre risco­prirne la dimensione interiore. Potremmo parlare di futuro interiore. Il futuro, di cui siamo alla ricer­ca, forse non è così lontano da noi: c’è una dimen­sione interiore del futuro.

6 Certo, questa è solo una dimensione del tempo, non è unica, ma indubbia­mente, da Agostino a Minkowski5, è un aspetto che può vantare una lunga tradizione nel pensiero occi­dentale. Questo futuro, dunque, giace nell'interio­rità, è a portata di mano se solo si osa l’avventura della vita interiore, della conoscenza di sé, e dunque dell’educazione, del primato accordato ai valo­ri umani. 5. Si pensi al libro XI delle confessioni di Agostino e al testo di EUGÈNE MINKOWSKI, Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia, Einaudi, Torino 2004.

7 Se si osa la forza dell’immaginazione a livello personale e collettivo, a livello individuale come sociale e politico, se si osa ancora formulare a li­vello collettivo l’utopia di un mondo senza paure e senza ingiustizie, se si osa ancora l’utopia della pace e della condivisione dei beni (che secondo Marcel Mauss sarebbe anche la soluzione più economica per l’umanità), se si ha ancora l’audacia di pensare un avvenire portatore di sensatezza e felicità.

8 Que­sta dimensione riguarda tanto i giovani quanto gli adulti
Que­sta dimensione riguarda tanto i giovani quanto gli adulti. In effetti, il futuro è potenzialità nei giovani ed è responsabilità negli adulti.

9 Dalla parte dei giovani Innamorarsi
Il futuro non è solo un’estensione dello spirito, un frutto dell’interiorità, vi sono anche i fatti, gli eventi, le situazioni storiche, ma vi è una dimensio­ne di futuro che è a portata di mano dell’uomo. L’innamoramento lo mostra.

10 L’innamoramento è lo sta­to nascente di una storia futura, è un movimento portatore di un progetto e creatore di futuro: por­ta gli innamorati a immaginare e progettare un fu­turo insieme6. 6. Cfr. FRANCESCO ALBERONI, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano 1979.

11 È un tentativo che l’immaginario fa di imporsi sull’esistente
È un tentativo che l’immaginario fa di imporsi sull’esistente. In esso vi è una promessa di senso e di felicità che avvolge e travolge. È crea­zione di futuro a partire dal cuore, dall’interiorità umana, dal desiderio. L’innamoramento parla il lin­guaggio della vita, un linguaggio umanissimo, an­teriore a ogni calcolo, a ogni prudenza, a ogni con­venienza.

12 Nell’innamoramento non si guarda a ciò che l’altro fa o possiede, non si guarda alla casta o al censo, all’etnia o alla religione, alla cultura o allo status sociale, ma si cerca e si desidera l’altro e lo si ama per come è. In questo, l’innamoramento divie­ne anche esplosione del possibile a partire dall’im­possibile.

13 L’innamoramento è linguaggio trasgres­sivo: chi si innamora vi giunge a partire da un mon­do di regole, di divieti, di tabù, di credenze, di rego­lamentazioni sociali, di consuetudini, di strade se­gnate. Le persone innamorate superano le differen­ze culturali e religiose, etniche e sociali in un col­po solo.

14 Si comprendono, sono intimamente certe di capirsi e di essere mosse da un surplus di senso che le guida a voler creare una storia anche a costo di affrontare ostacoli e impedimenti pesanti.

15 Cer­to, queste differenze e le difficoltà che comporta­no nella convivenza non vengono eliminate: esse riemergeranno non appena si passerà dall’innamo­ramento in cui è l’amore che sceglie le persone al­la vita quotidiana insieme, ovvero all’amore come scelta. Tuttavia è innegabile che nello stato di inna­moramento si operi una relativizzazione delle dif­ferenze in nome di un sentimento estremamente vitale e potente.

16 Lo stato nascente che è l’innamo­ramento è capace di riorganizzare il passato e di ri­orientare la vita: l’innamoramento è una rinascita. L’innamoramento rifà il passato, è tipico del giovane, e ridà anche giovinezza a chi giovane non è più. Nell’innamoramento scompare la paura del fu­turo. Esso libera il desiderio e lo pone al centro di tutto.

17 Trasgressivo, l’innamoramento è anche profetico
Trasgressivo, l’innamoramento è anche profetico. Nell’innamoramento tutto è simbolicamente già realizzato e tutto è concretamente ancora da realiz­zare: ma questo «tutto» è dato in mano ai due de­miurghi che sono gli innamorati, i creatori del loro futuro.

18 La potenza dell’innamoramento è più che mai creatrice di futuro, ma proprio per questo essa può suscitare resistenze. E l’innamoramento anno­vera ormai una lunga schiera di martiri.

19 Nell’innamoramento i due intravedono nella loro storia ancora da costruire ma in certo senso già anticipata, già realizzata nel sogno e nell’immaginazione, una promessa di vita straordinaria.

20 Qui il pun­to interrogativo da cui siamo partiti diviene una do­manda precisa: quale promessa di vita le nostre chiese, la nostra società sa mostrare ai giovani? Il punto interrogativo riguarda la nostra capacità di adulti, di società, di Chiesa, di essere in grado di promettere vita e di dare fiducia, ovvero di mettere in pra­tica quelle condizioni grazie alle quali diviene pos­sibile vivere.

21 Desiderare L’innamoramento dà voce al desiderio. E il de­siderio è elemento costitutivo dell’essere umano. L’uomo è homo desiderans. Ma mentre ci chiedia­mo che fine ha fatto il futuro, dobbiamo chiederci che fine ha fatto il desiderio, che di per sé sa crea­re futuro.

22 La società dei consumi ha diffuso l’idea di poter soddisfare tutto e che la felicità consista nell’esse­re saziati, riempiti, colmati, soddisfatti in ogni bisogno. L’Occidente è sempre più una società di obe­si, di «troppo pieni». La sazietà consumistica è una prigione del desiderio, il quale viene ridotto a bisogno indotto da soddisfarsi immediatamente.


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