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Pedagogia Generale (M-Z)

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Presentazione sul tema: "Pedagogia Generale (M-Z)"— Transcript della presentazione:

1 Pedagogia Generale (M-Z)
Università degli Studi di Macerata Pedagogia Generale (M-Z) Prof. Domenico Simeone

2 Obiettivi formativi 1 L’obiettivo del corso è riflettere sulla natura e sui limiti della conoscenza scientifico-pedagogica, ossia riflettere sulle strutture logiche inerenti alla metodologia della scienza pedagogica e di illustrare il contributo della pedagogia allo sviluppo della comunicazione e della relazione educativa in diversi contesti formativi.

3 Obiettivi formativi 2 Si cercherà di introdurre gli studenti nella discussione epistemologica contemporanea all’interno della teoria pedagogica, sia rispetto ai problemi di fondazione e legittimazione della disciplina e della sua autonomia scientifica, sia rispetto al suo saldo ancoraggio alla storia e alla società, nell’impegno a interconnettere razionalità e empiria, progettualità presente e futura.

4 Programma del corso Modulo A (Per tutti gli studenti)
La pedagogia generale oggi Aspetti epistemologici della pedagogia La pedagogia come scienza umana Il rapporto educativo come oggetto della pedagogia Modelli pedagogici e interventi educativi Il ruolo della pedagogia nella società attuale Lo sviluppo dell’empowerment familiare La comunicazione nelle relazioni educative familiari Educare all’amore in famiglia Compiti di cura e risorse educative Il sostegno educativo ai genitori Per un nuovo rapporto tra famiglia e scuola M. Corsi, Come pensare l’educazione, La Scuola, Brescia, 1997, pp ; D. Simeone, Educare in famiglia, La Scuola, Brescia, 2008.

5 Programma del corso Modulo B (Per gli studenti della classe L-19)
Il rapporto educativo come oggetto della pedagogia Comunicazione interpersonale e discorso pedagogico Contesti educativi e comunicazione Relazione di aiuto e società complessa Aspetti pedagogico-educativi del processo di consulenza Modalità relazionali per la consulenza educativa Nuove prospettive per la consulenza educativa L. Pati, Pedagogia della comunicazione educativa, La Scuola, Brescia, 1984/2008; D. Simeone, La consulenza educativa, Vita e Pensiero, Milano, 2002.

6 Informazioni Lezioni: Mercoledì 8-11; Giovedì 11-14 Ricevimento:
Indirizzo

7 Per conoscerci meglio A) Precedenti esperienze formative
B) Precedenti esperienze di tirocinio C) Precedenti esperienze di lavoro 1. Aspettative per l’insegnamento di Pedagogia generale: A. Cosa pensa di trovare in questo insegnamento? B. Cosa vorrebbe trovare in questo insegnamento? 2. Quali letture ha fatto sull’argomento? 3. Quali riviste conosce sull’argomento 4. Secondo me la pedagogia è… 5. Mi piacerebbe approfondire i seguenti argomenti:

8 L’educazione: complessità semantiche
Il concetto di educazione veicola sempre una certa ambiguità semantica. Storicamente sono state assunte posizioni diverse a seconda che sia privilegiata l’attenzione al soggetto educatore all’educando alla relazione educativa all’influsso dell’ambiente all’aspetto sociale, psicologico, biologico ai fine e alle tecniche.

9 Che cos’è l’educazione
“ex-ducere”: aiutare a venir fuori Rapporto interumano Intenzionalità, valori e fini Progetto e temporalità Asimmetria Tecnica e arte

10 Rapporto interumano L’educazione è anzitutto rapporto: nessuno dei due soggetti coinvolti, educatore ed educando, può essere concepito separatamente dall’altro, ma deve essere considerato costantemente nella reciprocità di una “relazione sistemica” (De Giacinto, 1977); Il rapporto educativo è un rapporto interpersonale nel senso che l’elemento primario che rende possibile l’educazione è la persona umana che si pone al centro dell’educazione.

11 Intenzionalità, valori, fini
L’evento educativo non è mai causale, ma è il risultato di un’operazione intenzionale; l’educazione implica l’esistenza di una direzione intenzionale: la realizzazione di un telos è inerente la stessa essenza educativa. L’individuazione delle finalità è diretta conseguenza con l’assunzione di determinati valori. L’educazione è quindi collocata nella trascendenza, protesa verso possibilità di realizzare cambiamenti, di produrre maturazione, di trasformare e trasformarsi. Presupposti fondamentali sono, in tal senso, la libertà e la decisione. Il superamento di se stessi, nella volontà dell’oltre (Bertin, 1976) è apertura al possibile.

12 Progetto e temporalità
L’educazione è un evento dinamico, di costruzione, di evoluzione, di sviluppo, di processo che si colloca nella temporalità ed è volta alla dimensione del futuro. Il futuro è la dimensione temporale a cui è rivolta l’intenzionalità modificatrice che tende, accogliendo il passato, a trasformare la situazione presente pro-gettandosi nel futuro. L’educazione non è tale se non produce cambiamento.

13 Asimmetria Il rapporto educativo ha come suo presupposto la differenza di esperienze, di conoscenze, di spessore esistenziale, di patrimonio culturale, di saggezza: la non parità è costitutiva del rapporto. L’asimmetria si deve sempre accompagnare a una simmetria sul piano esistenziale e umano (Iori, 1988)

14 Tecnica e arte L’educazione, in quanto si avvale di strumenti per raggiungere le proprie finalità, è tecnica ma se non vuole risolversi in tecnicismo, non può fare a meno della sua componente artistica. La valenza scientifica e tecnica si accompagnano al fare artigianale e alla trovata artistica: l’educazione è tecnica e arte insieme.

15 La pedagogia L’etimo greco (pais, paidos = fanciullo e ago = conduco) è certamente divenuto troppo riduttivo rispetto alle modificazioni che il concetto ha subito nel corso dei secoli: l’educazione è considerata un evento permanente dell’esistenza umana, non si rivolge solo ai fanciulli, ma a tutte le età della vita; i concetti di condurre, guidare esprimono prevalentemente il momento pratico dell’azione educativa, mentre la pedagogia ha anche un’intrinseca valenza teorica; La relazione tra chi conduce e chi è condotto rimanda a una concezione di passività dell’educando oggi abbandonata a favore di una maggiore articolazione del rapporto interattivo.

16 Teoria e Prassi La pedagogia è una riflessione teorica “sulla” o “per la” pratica educativa, volta a renderla meno incerta, provvisoria, estemporanea e a modificare la situazione data verso una crescita esistenziale e umana La pedagogia non può mai prescindere dalla prassi perché, al pari della medicina (a cui è stata più volte paragonata), è una scienza volta alla prassi (De Giacinto, 1983), all’esperienza viva e concreta dell’educare; Vi è una perenne circolarità tra teoria e prassi; Questa circolarità produce una crescita e un arricchimento reciproco tra educazione e pedagogia, quindi possiamo parlare di un rapporto a spirale (Bertolini, 1988)

17 Apprendere dall’esperienza
FORMAZIONE FARE IMPARARE TEORIA PRASSI RICERCA

18 Livelli di teorizzazione
Ogni riflessione deve porsi in continuo rapporto dialettico con la prassi per non insterilire in astratta speculazione, entro schematismi semplificatori, vuote astrattezze o retoriche asserzioni. La pedagogia si colloca quindi sempre in bilico tra i due poli di teoria e prassi, che possono assumere, estremizzati, la valenza di un’oscillazione tra astrattezza ed empiria.

19 Pedagogia: sapere ermeneutico
Il sapere pedagogico è un sapere ermeneutico, in quanto interpretazione problematica e continuamente aperta del rapporto educativo e delle nodali richieste di senso e di fondamenti etici, nella direzione della trasformazione della realtà

20 Teoria e metateoria Quanto si riflette sulla concreta esperienza educativa, sulle sue molteplici componenti, sui suoi fini, e sulle modalità con cui si realizza il rapporto educativo, ci si pone nella dimensione teoretica. Oltre che sul suo oggetto (la pratica educativa), la pedagogia riflette infatti sulla sua identità disciplinare e sulle teorie pedagogiche: in questo senso è stata definita metapedagogia (Brezinka, 1980), poiché si colloca a livello metateorico, diventando teoria della teoria. La pedagogia sarebbe quindi una riflessione teorica di primo grado quando studia l’evento educativo, e di secondo grado quando produce riflessioni sulle teorie pedagogiche e cerca di analizzare il suo statuto epistemologico.

21 La pedagogia: scienza umana, “pratica” ed autonoma
La pedagogia, come teoria, deve presentarsi da un lato quale organizzazione rigorosa di eventi e, in quanto tale, essere descrittiva e diagnostica; dall’altro deve assumere l’aspetto di schema concettuale di riferimento o paradigma scientifico: un paradigma che permetta non solo un’esatta interpretazione e organizzazione dei fatti osservati, ma anche l’attivazione di un atteggiamento prognostico. La pedagogia deve allora caratterizzarsi come “scienza pratica” per quel tanto che muta le situazioni di fatto ed “umana” perché suo principale oggetto è il rapporto umano: scienza “pratica” e “umana”, dunque, che proprio per essere tale deve connotarsi ed essere autonoma.

22 Modelli e scienza Le scienze per procedere non possono non servirsi di modelli, intesi in senso lato come schemi rappresentativi. I modelli stanno alla scienza come ad un palazzo in costruzione sta la sua armatura. Il modello deve rispondere a determinati requisiti. Fra i criteri di valutazione di un modello quelli maggiormente rilevanti sono: La corrispondenza ai fenomeni; Il potenziale esplicativo; L’utilità scientifica L’utilità pratica

23 Modelli di formazione L’ermeneutica in pedagogia
Pedagogie personalistiche Pedagogia e fenomenologia Razionalismo critico Il problematicismo pedagogico Esistenzialismo pedagogico Pedagogia e nichilismo

24 L’autonomia scientifica delle scienze umane
Le scienze umane possono rivendicare la loro dignità di scienze a due precise condizioni: Che sia molto ben precisato il loro oggetto d’indagine; Che sia ben delineato lo schema di riferimento (il modello)

25 L’osservazione Si tende a pensare che l’osservazione empirica si risolva in una pura e semplice riproduzione della realtà esterna. In realtà le cose non stanno così giacché a guidare l’osservazione empirica e un orientamento selettivo (si osservano soltanto le cose che pregiudizialmente si vogliono osservare). Il fatto è, pertanto, significativo solo quando venga collocato all’interno di uno schema di riferimento.

26 La funzione della teoria nelle scienze umane
Nelle scienze umane le teorie non sono solo una descrizione dei fatti, una teoria pedagogica non può soltanto descrivere, ma deve anche costruire. La bontà di una teoria si misura non già in ordine alla quantità di fatti scoperti, bensì alla molteplicità dei fatti costruiti.

27 Il fine delle scienze umane
Un fine essenziale delle scienze umane (al pari delle scienze della natura) di fissare leggi generali che possono valere da strumenti per la spiegazione sistematica ed per le predizioni, per quanto possibile, sicure.

28 Il ruolo delle teorie Non è possibile prescindere dalla teoria, se non si vuole procedere alla cieca. Senza teoria, l’analisi dei fenomeni umani diventa o mera casistica o mera intuizione. Definiamo teoria quella e soltanto quella congerie di enunciati che siano in grado di fornire spiegazioni di un numero abbastanza elevato di fatti.

29 La teoria Una teoria ha lo scopo non già di descrivere la realtà ma piuttosto di spiegarla; Una teoria è tanto migliore quanto maggiore è il numero di fatti che spiega; Sulla base dei due enunciati precedenti, ci sembra lecito affermare che non esiste una teoria ottima, ma che esistono piuttosto teorie migliori di altre; Il processo di costruzione delle teorie, tendente dal buono al meglio, non già dal pessimo all’ottimo, riproduce il carattere potenzialmente illimitato del progresso conoscitivo, che si propone alla stregua di una ricerca senza fine.

30 I 4 requisiti della Pedagogia
1. La pedagogia ha per oggetto i fatti educativi; i fatti educativi sono, per definizione ed essenza, non oggetti ma eventi

31 I 4 requisiti della Pedagogia
2. La pedagogia è una scienza normativa e ha un riferimento empirico; la pedagogia contiene un nucleo forte costituito dalla strettissima relazione tra normatività ed empiria (le norme pedagogiche sono ispirate al carattere progettuale del processo educativo)

32 I 4 requisiti della Pedagogia
3. La pedagogia va intesa come un’interrelazione di diverse discipline pedagogiche che coabitano al suo interno; ma va intesa, altresì, come forte rapporto tra la pedagogia e le altre discipline. La pedagogia è unica anche se si articola in differenti discipline, ma la pedagogia è anche il rapporto egemonico che la nostra scienza intrattiene con tutte le scienze umane.

33 I 4 requisiti della Pedagogia
4. La teoria pedagogica prevede di essere utilizzata a fronte dell’evento educativo. È anche vero che l’evento educativo nasce sovente all’interno della stessa proposta teorica formulata.

34 Dalla metodologia alla teoria
La pedagogia è strumento e non regola per l’educatore. La pedagogia non si esprime attraverso rigide scritture di applicabilità immediata, le quali sono capaci di ordinare un evento ripetibile. La pedagogia è qualificata da un insieme concettuale e dottrinale inteso ad arricchire le facoltà e le funzioni dell’educatore. Le dottrine pedagogiche sono linee scientifiche per la pratica, ma non sono affatto “istruzioni per l’uso”, non sono cioè tecnologie.

35 La pedagogia come scienza umana
La pedagogia è una scienza, dunque presenta delle teorie Una teoria pedagogica deve proporsi, al pari di ogni altra scienza, come “un insieme di proposizioni interconnesse in modo sistematico, comprendendo alcune generalizzazioni aventi forma di legge e suscettibili di prova empirica” Questa ambizione, come alle altre scienze, nella pedagogia non è mai soddisfatta Non per questo è ambizione sbagliata. La pedagogia nutrendo tale ambizione, enfatizza il carattere strumentale e pratico dei suoi concetti

36 La pedagogia: scienza autonoma e pratica
La pedagogia è una scienza autonoma dotata di un rango egemonico nei confronti delle altre scienze umane È una scienza pratica, non già per l’impossibilità di acquietarsi nel dominio della teoria, ma proprio per la sua capacità di formulare e mettere a punto costantemente nuove teorie

37 La pedagogia: metateoria delle teorie pedagogiche
Teorema di rappresentazione che prefigura l’estrema plasticità e modificabilità degli eventi educativi, prefigurando, altresì, l’estrema plasticità e modificabilità degli insiemi di enunciati di volta in volta messi a punto La metateoria va in cerca della maggiore congruenza possibile: essa trasforma il pedagogista in un pescatore che modifica e rammenda continuamente le reti in cui raccoglie la molteplicità degli eventi educativi.

38 L’oggetto della pedagogia
Il rapporto educativo (dimensione assoluta che si manifesta nella relatività delle sue forme storiche)

39 Il rapporto educativo Il rapporto educativo ha due lati, l’uno identificabile come evento, l’altro visualizzabile nella forma in cui si verifica l’evento. I due lati sono intrinsecamente connessi e non può darsi l’uno senza che si dia l’altro, ma, sotto il profilo logico, la forme è anteriore, un vero a-priori rispetto all’evento che si manifesta in essa.

40 Pedagogia e modelli La pedagogia non può fare a meno delle altre discipline, giacchè i sui modelli esigono un insieme di elementi analitici che sono propri di altre discipline, speciale e specifico compito del pedagogista è quello di elaborare modelli che vengano forniti all’educatore e all’educando per il concreto operatore educativo.

41 La teoria pedagogica come modello
Il pedagogista elabora modelli diagnostici e modelli prognostici. Modello diagnostico: ricerca classificatoria su un dato evento per evidenziarne aspetti, qualità e caratteristiche comuni ad un certo numero di rapporti educativi. Modello prognostico: formulazione di un’ipotesi (modello predittivo)

42 Pedagogia: patrimonio e promessa
La scienza pedagogica è, insieme, patrimonio e promessa. È il patrimonio delle conoscenze e delle riflessioni formulate ai fini di una sintesi superiore È la promessa della possibilità di trasmissione di questo patrimonio medesimo (promessa di aiuto che renda l’attività educativa sempre più accurata e precisa).

43 Lo schema di riferimento pedagogico
Struttura in cui vengono collegate e connesse tutte le osservazione sugli aspetti educativi degli eventi umani. Lo schema si propone come un quadro organico ed articolato con sue proprietà caratteristiche.

44 Il linguaggio non formalizzabile della pedagogia
Il linguaggio della pedagogia non può essere un linguaggio formale. La pedagogia è la scienza che decodifica tutte le notizie desunte dalle altre scienze trasformandole da notizie in informazioni e in progetti. La pedagogia accetta responsabilmente il suo destino di essere equivocata quanto al suo lessico, dal momento che l’unico contenuto di cui può disporre con assoluta sicurezza è non già il sapere che cosa sia l’uomo, ma il chiedersi costantemente che cosa l’uomo voglia essere

45 La pedagogia come teoria rivoluzionaria
Una teoria pedagogica, che sappia coniugare la sua fruibilità nel presente con la formazione di una prospettiva per il futuro, è, per definizione ed essenza, una teoria rivoluzionaria.

46 I temi “alti” della riflessione pedagogica
Il progresso L’individuo La società Il potere

47 La teoria pedagogica come strumento di controllo di qualità delle agenzie educative e come progetto di educazione La teoria pedagogica come laboratorio del sistema formativo integrato .


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