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EZIOLOGIA: Ortomyxovirus Virus a RNA a singola elica, di 90-120 nm, sferoidali, provvisti di un capside proteico (PROTEINA M) e di un pericapside lipoproteico.

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1 EZIOLOGIA: Ortomyxovirus Virus a RNA a singola elica, di 90-120 nm, sferoidali, provvisti di un capside proteico (PROTEINA M) e di un pericapside lipoproteico da cui sporgono "SPINE" glicoproteiche: EMOAGGLUTININA (HA) e NEURAMINIDASI (NA) INFLUENZA In base agli antigeni interni (proteina M) si distinguono 3 tipi: TIPO A TIPO B TIPO C

2 INFLUENZA – tipi di virus TIPO A Infetta sia l'uomo che gli animali (suini, equini, volatili) Gli antigeni HA e NA presentano:  VARIANTI MAGGIORI che compaiono con una periodicità di 20-40 anni determinando la comparsa di SOTTOTIPI virali (es. AH1N1; AH2N1; AH5N1; ecc.)  VARIANTI MINORI che compaiono con una periodicità di 2-3 anni determinando la comparsa di CEPPI virali (es. AH1N1 Genova 1/89; AH3N2 Sydney 5/97; ecc.)

3 INFLUENZA – tipi di virus TIPO B Infetta solo l'uomo. Gli antigeni HA e NA presentano solo VARIANTI MINORI che compaiono con una periodicità di 4-5 anni. TIPO C Infetta solo l'uomo con casi sporadici. Attualmente i ceppi A in circolazione appartengono ai sottotipi AH1N1 e AH3N2 Il ceppo B in circolazione è B Shanghai 361/2002.

4 INFLUENZA – QUADRO CLINICO Incubazione: 1-2 giorni Sintomi: febbre e senso di prostrazione, compromissione respiratoria (da una modica flogosi rino-faringea a laringite e tracheo-bronchite); dolori muscolari ed ossei; inappetenza, a volte nausea, vomito, diarrea. I sintomi scompaiono in 3-6 giorni lasciando astenia per 1-2 settimane. Complicanze: - broncopolmoniti batteriche (75-80%) o da virus influenzale (20-25%) - sindrome di Reye - scompenso cardio-circolatorio in cardiopatici cronici, fibrotici, diabetici

5 INFLUENZA – QUADRO CLINICO Mortalità: è legata alle complicanze ed interessa soprattutto gli anziani (> 65 anni). Le pandemie del passato hanno provocato:  1918: stima di 20.000.000 di morti, soprattutto tra anziani e bambini.  1969-70: eccesso di morti in Italia di 40.000 unità, soprattutto tra gli anziani. Letalità: prima dell'avvento della terapia antibiotica (complicanze batteriche) era dell'1-3% e raggiungeva il 10-20% nei gruppi a rischio. Malattia di importanza sociale per:  numero di persone colpite durante le epidemie  aumento della mortalità generale nei periodi influenzali  onere connesso con l'assistenza medica e farmaceutica  assenza dal lavoro

6 INFLUENZA – EPIDEMIOLOGIA Fonte d'infezione: portatore precoce e malato fino a 4-5 giorni dopo l'inizio della malattia Via di trasmissione: aerea Età e sesso: la morbosità è maggiore nei bambini (5-14 anni); la mortalità aumenta in età avanzata, 85-90% delle morti oltre i 65 anni. Non ci sono differenze di sesso. Stagione: invernale L'andamento epidemiologico è dinamico e non sempre prevedibile. E’ condizionato da diversi fattori.

7 FATTORI CHE INFLUENZANO L’ANDAMENTO EPIDEMIOLOGICO 1) Varianti virali VARIANTE MINORE ------> EPIDEMIA VARIANTE MAGGIORE ------> PANDEMIA Le epidemie possono essere da virus A o B, colpiscono dal 2 al 20% della popolazione ogni 1-2 anni (A) o 4-6 anni (B) Le pandemie sono provocate solo da virus A. Nel secolo scorso ce ne sono state 3. Sono in genere indipendenti dalla stagione e colpiscono più del 20% della popolazione (fino al 70%) 2) Stato immunitario della popolazione determinato dai precedenti contatti con le varianti virali 3) Condizioni climatiche (stagione invernale) e ambientali (affollamento in luoghi chiusi); nelle zone temperate l'influenza compare alla fine dell'autunno e raggiunge il suo acme in pieno inverno

8 INFLUENZA – PROFILASSI DIRETTA Denuncia obbligatoria solo in caso di isolamento virale (Classe I). Negli altri casi Classe V Isolamento domiciliare (scarsa rilevanza) Accertamento di norma clinico Sorveglianza epidemiologica, atta ad individuare prontamente i virus di nuova circolazione. Esiste allo scopo una rete mondiale di medici e laboratori OMS che, dopo l'individuazione delle nuove varianti virali, raccomanda la composizione del vaccino per la successiva stagione invernale. Gli aggiornamenti OMS sono annuali, in febbraio per l'emisfero nord ed in settembre per l'emisfero sud. Disinfezione non necessaria

9 INFLUENZA – PROFILASSI SPECIFICA Vaccinoprofilassi con vaccini ottenuti da virus coltivati in embrione di pollo e inattivati con formalina (0,4%) o raggi UV. Somministrati per via sottocutanea o intramuscolare. Formulazione del vaccino 1) A virus interi: mal tollerati dai bambini, ben tollerati dagli adulti 2) A sub unità: contengono gli antigeni superficiali (HA e NA), hanno maggior costo e richiedono tempi più lunghi per la preparazione 3) Split: contengono virus frammentati e sono ben tollerati anche dai bambini. Abbinano l'efficacia alla buona tollerabilità ed al costo contenuto 4) Vaccini virosomiali: gli antigeni superficiali (HA e NA) vengono combinati con fosfolipidi naturali e sintetici che costituiscono vescicole che simulano il virus (VIROSOMI)

10 INFLUENZA – PROFILASSI SPECIFICA Strategia di vaccinazione Si consiglia la vaccinazione in:  soggetti di ogni età affetti da: - malattie croniche dell'apparato respiratorio, circolatorio, uropoietico - malattie degli organi emopoietici - diabete, malassorbimento - soggetti che svolgono la loro attività in collettività, in ospedali e cliniche, asili e scuole  soggetti con età > 65 anni  bambini reumatici che, a causa di uso continuativo di salicilati, vanno incontro più facilmente a sindrome di Reye in seguito ad influenza  atleti che svolgano la loro attività prevalente in periodi invernali, soprattutto se praticano sport di squadra

11 INFLUENZA – PROFILASSI SPECIFICA Modalità di vaccinazione Prima vaccinazione nei bambini: 2 mezze dosi a distanza di almeno 4 settimane. In tutti gli altri casi: 1 sola dose Efficacia della vaccinazione A: 40-95%B: 70-90% Durata dell'immunità: circa 1 anno Effetti collaterali del vaccino (frequenza da 1/100 a 1/10) - reazioni locali (indurimento, eritema) - malessere generale, cefalea, febbre Controindicazioni - reazioni di ipersensibilità alle proteine dell'uovo

12 INFLUENZA – PROFILASSI SPECIFICA Il vaccino viene somministrato in autunno (ottobre-novembre nell’emisfero boreale) Il problema principale nella strategia vaccinale è la scelta dei ceppi con cui allestire il vaccino: PERIODI INTEREPIDEMICI Vaccini bivalenti o trivalenti con 1 o 2 ceppi A ed 1 ceppo B che hanno avuto la maggiore diffusione nel periodo precedente. Ogni anno il vaccino viene aggiornato su indicazione dell'OMS e dell'Unione Europea. Per la stagione 2005/2006 l’OMS raccomanda vaccini con ceppi virali: -A/CALIFORNIA/7/2004 (H3N2) -A/NEW CALEDONIA/20/1999 (H1N1) -B/SHANGHAI/361/2002

13 INFLUENZA – PROFILASSI SPECIFICA IN PREVISIONE DI PANDEMIA Vaccino monovalente con sottotipo di nuovo isolamento Gli esperti dell’OMS prevedono che si possa scatenare una pandemia in seguito alla comparsa di un virus AH5N1 (virus dell’influenza aviaria) che acquisti la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Se questo dovesse verificarsi, occorrerebbe in tempi rapidi allestire un vaccino contenente solo questo virus. CHEMIOPROFILASSI Amantadina e rimantadina cloridrato: inibisce la penetrazione intracellulare del virus A; può però dare effetti collaterali quali insonnia, vertigini, atassia Inibitori della neuraminidasi: maggiormente attivi se somministrati come profilassi post- esposizione, vista la loro attività ristretta nelle prime fasi.

14 Virus dell’influenza aviaria


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