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METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIALE a.a. 2012-13 Contatti: Ricevimento: Giovedì, 11.30-13.

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1 METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIALE a.a. 2012-13 Contatti: alessia.bertolazzi@unimc.it alessia.bertolazzi@gmail.com Ricevimento: Giovedì, 11.30-13

2 Modalità d'esame FREQUENTANTI: prova scritta (facoltativa) al termine del corso NON FREQUENTANTI: esame orale Si consiglia di consultare le slides utilizzate durante il corso e reperibili nella pagina web della docente, all'interno dell'insegnamento di Metodologia della ricerca sociale

3 Testi Cipolla C. Il ciclo metodologico della ricerca sociale Franco angeli 2003 » Pagine/Capitoli: Bertolazzi A., Strizzolo N. Internet e società. Realtà, rappresentazioni e ricerca sociale online Franco angeli 2013

4 Programma da 6 CFU: Dal testo “Il ciclo metodologico della ricerca sociale": cap. da 1 a 7, 9 Dal testo "Internet e società": Parte II Programma da 8 CFU: Dal testo "Il ciclo metodologico della ricerca sociale": cap. da 1 a 7, 9, 13, 15 Dal testo "Internet e società": Parte II

5 Programma a. I paradigmi della ricerca sociale: realismo e costruttivismo b. Le 4 fasi del ciclo metodologico della ricerca sociale: co-istituzione dell’informazione elementare; trattamento ed elaborazione dei dati; interpretazione dei dati; diffusione e spendibilità dei risultati c. Il disegno di ricerca e i tipi di ricerca sociale d. La ricerca quantitativa - Il sondaggio e l'inchiesta campionaria - Il campionamento: campioni probabilistici/non probabilistici - Procedure per la costruzione del questionario: organizzazione e modalità di rilevazione; formulazione delle domande: i contenuti e la struttura; - Problemi di fondo della ricerca attraverso questionario: standardizzazione, distorsioni cognitive e “false opinioni” - L’analisi monovariata: le variabili (tipi e caratteristiche) - Introduzione all’analisi bivariata e multivariata - Indici e indicatori sociali

6 e. La ricerca qualitativa - L’intervista qualitativa: tipi di intervista; analisi del materiale empirico -L’osservazione partecipante e la ricerca etnografica: campi di applicazione e sviluppi dell’osservazione; osservazione palese e dissimulata; costruzione dei dati; analisi della documentazione empirica - tecniche di sociologia visuale (intervista con foto-stimolo, produzione soggettiva di immagini, ricerca video-fotografica sul campo) - Le tecniche di gruppo (focus group, gruppo Delphi, Nominal Group Technique)

7 f. La ricerca sociale online - questioni metodologiche ed etiche - il campionamento - la ricerca quantitativa online: web survey - la ricerca qualitativa online: nethnography; interviste e tecniche di gruppo mediate dal computer - analisi secondaria di dati online - la ricerca online applicata: casi di studio Per il programma da 6 CFU, restano esclusi i seguenti argomenti: indici e indicatori sociali; tecniche di sociologia visuale; le tecniche di gruppo (focus group, gruppo Delphi, Nominal Group Technique)

8 Un richiamo ad una delle affermazioni più importanti della moderna scienza del XX secolo……. Δx ● Δp ≥ h (Heisenberg, 1927) Principio di indeterminazione di Heisemberg. Egli si chiese: come possiamo determinare la posizione di un elettrone? Guardandolo. Ma guardarlo con un potente microscopio significa colpirlo con una particella di luce, un fotone. Dato che la luce si comporta come una particella, essa modificherà inevitabilmente la quantità di moto della particella sotto osservazione. Dunque, anche solo osservandolo lo si cambia

9 Nessuno strumento di ricerca è immune da distorsione. Questionari e interviste vanno quindi supportate da metodi che testino le medesime variabili sociali ma che abbiano debolezze metodologiche differenti

10 “…Non ci sono metodi non affetti da errori…” Webb et al, 1966

11 Nessun primato di un approccio sull’altro Alla base resta la logica dell’integrazione metodologica

12 Per sapere è indispensabile chiedere! Questo il convincimento che per molti anni è stato al centro della ricerca sociale Eppure l’esordio dei sondaggi d’opinione non era stato proprio così entusiasmante dal punto di vista dei risultati…

13 1936: Elezioni presidenziali americane La rivista Literary Digest organizza uno dei più massicci sondaggi pre- elettorali della storia. Dieci milioni di elettori ricevono a casa un fac- simile di scheda elettorale e ben due milioni simulano il proprio voto rispedendo la scheda elettorale alla rivista. Il risultato?

14 Il 31.esimo Presidente degli Stati Uniti d’America sarebbe stato il repubblicano Alf Landon, con il 59% dei voti.

15

16 Come tutti certamente sanno, il 31° Presidente Usa non è stato Landon, ma… Franklin D. Roosvelt ( e con il 61% dei voti, circa….)

17 Non sempre, insomma, basta chiedere per sapere….O meglio a volte si chiede e si ottengono risposte “altre” rispetto alla realtà…. “Nei fatti somministrare un questionario è facile: le informazioni che si raccolgono sono determinate dalle domande poste – da come sono poste – e da ciò che esse richiedono al rispondente. Disegnata in modo appropriato un’intervista consente di raccogliere fatti e opinioni ipotizzate” Clark e Shoberg, Asking questions and Influencing Answer, 1982

18 “Does it seem possible or does it seem impossible to you that the Nazi extermination of the Jews never happened?” 22% said it was possible “Does it seem possible to you that the Nazi extermination of the Jews never happened, or do you feel certain that it happened?” 1% said it was possible

19 Ma nel sondaggio d’opinione – e sul uso/abuso che oggi se ne fa anche in ambiti non propriamente scientifici – sta forse quella che possiamo chiamare la metafora della società veloce, a riflessività nulla: il sondaggio permette infatti di raccogliere dati velocemente – anche con tecniche computer/telefoniche – di sapere immediatamente “la verità” per passare un attimo dopo ad occuparsi di altro. Naturalmente…con un altro sondaggio….

20 Quando un individuo sa di essere osservato, può cambiare il suo comportamento. Così, la consapevolezza che le persone hanno di far parte di una ricerca sociale può provocare effetti indesiderati… Si parla di EFFETTO HAWTHORNE o EFFETTO RICERCATORE L’EFFETTO RICERCATORE

21 Cicero, Illinois, Western Electric Company, 1927-1932 Elton Mayo della Business School di Harvard si occupa di aspetti organizzativi aziendali assieme a Roethlisberger e Dickson. Fra le altre cose viene messo in luce che la presenza stessa dei ricercatori porta inconsapevolmente (da parte dei “oggetti” di ricerca) ma sistematicamente ad una distorsione dei risultati.

22 In altre parole, quello che va sotto il nome di Effetto Hawthorne (dal nome del quartiere in cui si trovava lo stabilimento oggetto di indagine) può essere riassunto così: si tratta di iniziali modificazioni che si manifestano in un fenomeno o in un comportamento per effetto della presenza di osservatori, ma non destinate a permanere.

23 Ma ci possono essere una serie innumerevole di problemi “altri” quando si prende la decisione di utilizzare una serie di strumenti per la raccolta delle informazioni. Innanzitutto la consapevolezza che lo stesso intervistatore possa, nella somministrazione di un questionario, influenzare le risposte. Altrimenti perché ci sarebbero tutta quella serie di raccomandazione sulla “standardizzazione” dei comportamenti da parte degli intervistatori?

24 Da questo punto di vista conviene certamente considerare qualsiasi questionario a partire dalla sua “natura burocratica”.

25 Vogliamo parlare anche dell’influenza che gioca il genere dell’intervistatore? Al termine di una indagine longitudinale compiuta fra il 1962 e il 1966 negli Stati Uniti è stato rilevato come certamente “gli intervistati tengono conto, nel fornire le risposte, del genere dell’intervistatore, comportandosi in modo differente a seconda che si tratti di un maschio o di una femmina”. Padfield e Procter, 1966

26 E poi ci sono tutti i problemi legati all’ambito denominato “wording questions” La vasta gamma di questi problemi e quelle che sono state definite sorprese semantiche – l’intervistato risponde ad una domanda diversa da quella che il ricercatore gli pone – sono un classico degli studi connessi alla ricerca sociale. Rugg ’41, Stouffler ’50, Payne ’51, Noelle-Neumann ’70, Sudman e Bradburn ’73, ’74 e ’82, Clark ’77, Tusini 2004 ….solo alcuni dei riferimenti bibliografici…

27 ..ancora una serie di problemi… Quelli legati all’uso delle scale di misurazione degli atteggiamenti e dei valori, con tutti i rischi connessi alla fedeltà del dato che poi viene trattato statisticamente… (fra gli altri Marradi 1990, Gasperoni 1996…)

28 Ultimo esempio di come l’intrusività possa modificare la situazione oggetto di studio….. Alcuni ricercatori hanno rilevato come essere oggetto di ricerca possa addirittura far cambiare atteggiamenti e comportamenti nel caso di studi longitudinali…. “….far parte della ricerca può cambiare i comportamenti stessi da parte degli intervistati..” (Veroff et al, 1992).

29 Ricercatore “oggetto” di ricerca La prospettiva metodologica della co-istituzione dell’informazione elementare di una ricerca Flusso comunicativo

30 UN OB An. Contenuto Fonti, An. Secondarie, simulazione, Informazioni di natura collettiva Informazioni di natura individuale Tracce fisiche Visual Diari Oss. Partecipata Intervista libera Intervista Semi- strutturata Questionario Focus Storie di vita

31 3 questioni di fondo 1. La realtà sociale esiste? 2. E’ conoscibile? 3. Come può essere conosciuta?

32 L’orientamento epistemologico della ricerca sociale Epistemologia come riflessione della scienza su se stessa Perchè parlare di epistemologia? Problema: deficit di astrazione epistemologica

33 Conseguenze: 1.Incapacità della ricerca empirica di innovazione “Una sociologia priva di orientamento epistemologico osserva il proprio rapporto con il mondo esterno attraverso il senso comune” 2. La tecnica è considerata autosufficiente ed esaurisce la ricerca, ne costituisce il fondamento ultimo.

34 Come comprendere la natura degli orientamenti epistemologici? A partire dalle distinzioni fra SOGGETTO/OGGETTO OSSERVATORE/OSSERVATO

35 REALISMO Come interpreta la realtà? La realtà studiata (osservata) è oggettiva e indipendente dallo studioso (dall’osservatore), che deve limitarsi a coglierne la natura intrinseca, senza inquinarla con la propria soggettività. REALTÀ oggettiva, esterna ed indipendente SCIENZA oggettiva ed estranea alla realtà

36 REALISMO Come interpreta il soggetto? 1.La soggettività dell’osservatore non ha alcuna influenza sulla realtà 2.L’agire soggettivo è subordinato all’esperienza della realtà oggettiva 3.Il realismo non può essere eliminato: la scienza DEVE ammettere l’esistenza di una realtà indipendente dall’osservatore

37 REALISMO PROBLEMA: Quale ruolo per il soggetto osservatore? Ha soltanto un ruolo di neutralità? CONCEZIONE AMBIVALENTE: Il soggetto deve essere “affettivamente neutrale”, non deve interferire con l’oggettività del reale, ma gli viene comunque attribuita la responsabilità della scoperta scientifica. Il realismo si colloca tra la fiducia nell’oggettività del reale e la fiducia nella competenza tecnica del soggetto che osserva.

38 COSTRUTTIVISMO Come interpreta la realtà? 1.La realtà studiata e la scienza che la studia hanno ugualmente un’origine SOGGETTIVA 2.La realtà è un’oggettività inafferrabile: esiste in sé 3.La possiamo cogliere soltanto attraverso la COSTRUZIONE che ne fa il soggetto-osservatore

39 COSTRUTTIVISMO Come interpreta il soggetto? Il soggetto (osservatore) non è estraneo alla realtà, ma facendone parte egli DETERMINA l’osservazione 2 teorie sull’osservatore -Costruttivismo radicale: la realtà è inconoscibile quanto l’osservatore -Costruttivismo che ammette una teoria dell’osservatore (costruttivismo individuale VS costruttivismo sociale)

40 Quali conseguenze per la RICERCA SOCIOLOGICA EMPIRICA? Per il REALISMO La ricerca è orientata esclusivamente a se stessa, perché l’astrazione realista non ammette l’astrazione dal “dato”; per questo si impiegano procedure di ricerca altamente standardizzate e tecnicizzate. Il miglioramento continuo delle procedure permette di raggiungere UN’OGGETTIVITÀ PURA E COMPLETA

41 Per il REALISMO Quale tecnica adottare? La STATISTICA: essa “lascia parlare” l’oggetto. Una tecnica di traduzione della realtà oggettiva ed indipendente in un linguaggio noto. Consente un’elaborazione dell’oggetto neutrale, priva di connotazioni soggettive. Il ricercatore deve “trattare” l’oggetto di studio senza influenzarlo.

42 Per il REALISMO Altre tecniche Scopo: non contaminare l’oggettività con la soggettività Ad esempio: tecniche qualitative sconsigliate perché lasciano troppo spazio alla soggettività nell’interpretazione dell’osservatore

43 Per il REALISMO Quali rischi? Rischio nell’attività di SINTESI Il realismo è costretto a tentare di rispecchiare una realtà frammentata e dispersa, ma può farlo solo in modo sintetico Le tecniche quantitative riconducono le parti al tutto, “l’insieme dei mattoni alla casa”

44 LIMITI DEL REALISMO 1.Per riprodurre il mondo, il realismo opera una sintesi; ma la sintesi è comunque una COSTRUZIONE 2.Fa coincidere il mondo stesso alla sintesi, credendo che anch’essa sia oggettiva 3.Per arrivare alla sintesi ricorre a procedure standardizzate, alterando la soggettività fino a renderla oggettiva (OSSERVATORE DE- SOGGETTIVIZZATO)‏

45 PER IL COSTRUTTIVISMO Dipendenza dell’osservazione dall’osservatore Non è possibile elaborare “grandi narrazioni”; la conoscenza della realtà è una costruzione di chi la osserva. Fine della normatività scientifica e del dogma della razionalità della conoscenza Fine del primato delle osservazioni di primo ordine; primato dell’osservatore e delle osservazioni di secondo ordine Quali conseguenze per la RICERCA SOCIOLOGICA EMPIRICA?

46 PER IL COSTRUTTIVISMO Non è più sufficiente affidarsi alle tecniche per ottenere risultati certi La realtà non viene negata, ma manca una DISTINZIONE ORIENTATIVA che rende impossibile indagare in un mondo di contingenza TUTTO è ARBITRARIO L’OGGETTIVITÀ NON è RAGGIUNGIBILE

47 Analisi di REALISMO e COSTRUTTIVISMO a partire da tre principi metodologici 1.Quantità/Qualità 2.Induzione/Deduzione 3.Individuale/Sociale

48 Ciclo metodologico della ricerca sociale L’utilizzo di un tipo di tecnica di ricerca piuttosto che un altro dipende dallo scopo che gli studiosi si prefiggono. Tuttavia, ogni ricerca sociale può essere scomposta lungo 4 fasi, denominate CICLO METODOLOGICO DELLA RICERCA SOCIALE: 1. co-istituzione dell’informazione; 2. trattamento dell’informazione; 3. interpretazione 4. diffusione e spendibilità

49 I 3 principi che regolano il ciclo metodologico La logica integrata: il ciclo è una sequenza ordinata ed integrata di passaggi obbligati; il processo di ricerca e le fasi che lo costituiscono devono essere scientificamente rigorosi; i vari passi che costituiscono la ricerca sociale non sono elementi autonomi, ma sono in necessario collegamento tra di loro. L’ interdipendenza delle fasi: tutti le fasi del processo di ricerca sono strettamente legate tra loro; le scelte o gli errori compiuti in un passaggio si ripercuotono sul successivo; nessun passo può essere compiuto senza tenere conto degli altri. L’importanza imprescindibile di ogni fase: il ciclo è una sequenza logica e coordinata; nessuna fase può essere saltata, pena la perdita di scientificità della ricerca.

50 Fase 1: co-istituzione dell’informazione elementare 1. Non possiamo vedere e osservare i nostri oggetti se prima non abbiamo idee intorno ad essi. LIVELLO OSSERVATIVO + LIVELLO TEORICO I processi cognitivi sono un’autonoma elaborazione del soggetto, che si confronta con altri soggetti dotati della stessa capacità di elaborazione. 2. Perché CO-ISTITUZIONE? L’informazione nasce dalla collaborazione tra soggetto che guarda (ricercatore) e oggetto che è guardato (singolo attore, gruppo sociale, fenomeno sociale…), oltre che dalla mediazione fra l’osservazione e il quadro teorico attraverso il quale l’osservatore interpreta il mondo. 3. Perché INFORMAZIONE ELEMENTARE? La nostra percezione non ci rimanda un dato certo, ma un’informazione che deve essere interpretata.

51 Analisi delle teorie precedenti Elaborazione di un quadro teorico sull’oggetto di studio Formulazione di ipotesi necessarie per individuare quali informazioni elementari sono da rilevare. Scelta dello strumento di rilevazione più adatto al fenomeno da studiare (tenendo conto anche delle fasi successive dell’indagine). Fase 1: co-istituzione dell’informazione elementare: i passaggi

52 Fase 1 co-istituzione dell’informazione elementare: gli strumenti di rilevazione Metodi statistici Tipo di informazione elementare: numerica Strumenti: questionario, griglia di rilevazione Vantaggi: - strumenti sintetici e semplificati, che fanno ottenere informazioni in modo standardizzato su campioni anche molto ampi; - Economia di tempo e di denaro; Svantaggi: - Meno informazioni su più persone; - Fotografano una situazione ad un tempo definito; - Si concentrano su ciò che è manifesto ed esplicito.

53 Metodi empatici Tipo di informazione elementare: orale, letteraria o iconica (visiva e osservativa) Strumenti: intervista (colloquio con un soggetto sulla base di una griglia di argomenti) storia di vita (racconto della propria esistenze: orale o scritta; integrale o topica) osservazione partecipante (presenza del ricercatore nell’ambiente sociale studiato) sociologia visuale (usa l’immagine come strumento di conoscenza: videoregistrazione dell’intreazione; produzione soggettiva di immagini; intervista con foto-stimolo) Fase 1 co-istituzione dell’informazione elementare: gli strumenti di rilevazione

54 Vantaggi: - Informazioni più accurate su numero limitato di soggetti - I soggetti sono colti nella loro interezza: rilievo al vissuto soggettivo Svantaggi: - Numero ridotto di casi studiati - Risultati non generalizzabili oltre i confini storico- geografici della ricerca - Maggiore impegno di tempo Fase 1 co-istituzione dell’informazione elementare: gli strumenti di rilevazione

55 Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati Una volta co-istituita, l’informazione deve venire elaborata. Il trattamento serve “a far dire più di quello che appare” alle nostre informazioni. Le informazioni elementari raccolte devono essere trasformate in elementi leggibili, ordinati, sintetici e comparabili.

56 Elaborazioni statistiche Tipo di informazione elementare: cifre o etichette numeriche Passaggi: - I dati raccolti devono essere ricondotti ad una griglia di elaborazione, dove ogni domanda o caratteristica rilevata corrisponde ad una VARIABILE. - costruzione di una MATRICE DATI gestita su supporto informatico attraverso programmi di applicazioni statistiche (SPSS) - Analisi interna delle variabili (monovariata, bivariata, a tre variabili, …) Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati

57 Elaborazioni empatiche Tipo di informazione elementare: materiale verbale (orale o testuale); fotografie o videoregistrazioni Tipo di elaborazione: ANALISI TESTUALE E DEL CONTENUTO; ANALISI DELLA GESTUALITà E DELLA PROSSEMICA; CARTOGRAFIA POSIZIONALE Elemento comune: EMPATIA Capacità di “mettersi nei panni dell’altro” per cogliere il suo vissuto soggettivo Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati

58 Fase 3: L’interpretazione delle informazioni elaborate È strettamente legata alla capacità del ricercatore di individuare le caratteristiche e le tendenze del fenomeno sociale studiato attraverso la sintesi ottenuta dalle informazioni elementari Interpretare significa andare oltre l’evidenza dei dati, dotare di senso elementi tra loro disgiunti L’inferenza adduttiva cerca di integrare: deduzione (derivazione di conseguenze particolari da asserti generali): induzione (generalizzazione di fatti empirici in asserti impersonali) La fase dell’interpretazione coincide con il confronto tra le acquisizioni della ricerca e le ipotesi e i motivi che hanno dato il via allo studio

59 Fase 4: La spendibilità e/o diffusione dei dati 3 funzioni - controllo intersoggettivo: è la fase in cui i risultati vengono diffusi affinché a chiunque sia possibile ripercorrere gli step che li hanno prodotti - Incremento conoscitivo: apporto alla conoscenza astratto o non immediatamente traducibile in prassi - spendibilità operativa: è la fase in cui si cerca di applicare i risultati all’ambito della ricerca. La spendibilità dell’informazione implica il passaggio dalla comunicazione all’azione.

60 Tipi di ricerca sociale Le ricerche operative RICERCA VALUTAZIONE Non c’è scoperta di nuove conoscenze SCOPO: valutare l’implementazione di specifici interventi sociali Efficacia: capacità di raggiungere un obiettivo Efficienza: capacità di raggiungere un obiettivo minimizzando i costi di risorse finanziarie e umane

61 RICERCA AZIONE Scopo: analisi dei movimenti collettivi Il ricercatore entra nel gruppo, ne diventa parte, e rende trasparenti agli altri membri le proprie convinzioni e i propri fini Massima intrusività del ricercatore

62 RICERCA INTERVENTO Nasce in ambito aziendale (anni 70, grandi industrie) scopo: trovare una soluzione ad un problema organizzativo Creare un MUTAMENTO ORGANIZZATIVO affinchè ci sia un miglior coordinamento tra le parti interne dell’azienda Critiche: non giunge a generalizzazioni; i risultati non sono applicabili in altri ambiti

63 RICERCA PROGETTO Concezione di origine costruttivista (la conoscenza non rispecchia la realtà, ma la costruisce) Si basa sulla SIMULAZIONE SPERIMENTALE (si passa dalla spiegazione causale “se…allora”, alla simulazione “come se…”) Scopo: cerca di adattare uno strumento ad un certo ambiente attraverso una progettazione dello strumento stesso che deve raggiungere lo scopo prestabilito

64 RICERCA SOCIO-TERAPEUTICA Scopo: intervenire su soggetti che mostrano una forma di disagio al fine di stimolare un’analisi del proprio vissuto socio- personale Strumenti: colloqui in profondità costruzione di “tipi ideali” elaborazione di un intervento terapeutico

65 RICERCA FENOMENOLOGICA Scopo: comprendere l’INTENZIONALITÀ del soggetto; penetrare il senso soggettivo che l’oggetto di studio attribuisce agli eventi Principio metodologico: EPOCHÈ, sospensione di ogni credenza su ciò che ci circonda, per cogliere l’oggetto di studio nella sua essenza. No ad astrazioni o tipizzazioni. Soltanto attraverso l’EMPATIA si arriva alla conoscenza, che è conseguenza delle nostre osservazioni empiriche Strumenti: osservazione partecipante, colloquio in profondità, tecniche di sociologia visuale Gli altri tipi di ricerca sociale

66 RICERCA A FONDAMENTO BIOGRAFICO Descrive il rapporto che esiste fra i soggetti e il loro contesto storico-sociale di appartenenza Soggetto come protagonista, medium della società in cui vive. Tuttavia, non è mero prodotto sociale o culturale. Scopo: ricostruire il percorso “storico-personale”, studiare le influenze della società sul soggetto e le progettualità del soggetto che trascendono i condizionamenti sociali Strumenti: lettere, autobiografie, diari, interviste

67 RICERCA A BASE CONTESTUALE DEFINITA E LIMITATA Scopo: descrivere i modelli culturali, le strutture socio-economiche e le relazioni sociali che caratterizzano un contesto (località o organizzazione) strumenti: osservazione partecipante ed etnografica, direttamente sul campo d’indagine, che deve essere DELIMITATO

68 RICERCA DEL CONTENUTO COMUNICATIVO Scopo: analisi dei messaggi nel campo delle comunicazioni di massa Tre modalità: Analisi del contenuto quantitativa Analisi del discorso Analisi del contenuto come “inchiesta” (questionario + scheda di registrazione)

69 RICERCA PER COMPARAZIONE Scopo: Pone a confronto gli stati di due oggetti di studio su una proprietà. Deve avvenire tra due oggetti “comparabili” Sincronica/diacronica Istituzionale/funzionale

70 RICERCA PER SONDAGGIO / INCHIESTA CAMPIONARIA È un modo di rilevare informazioni attraverso: - Il porre domande - Agli stessi individui oggetto della ricerca - Appartenenti ad un campione rappresentativo - Mediante una procedura standardizzata di interrogazione - Allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili

71 Che cos’è un sondaggio? Un’indagine puramente esplorativa, finalizzata ad accertare l’esistenza e la consistenza di un fenomeno Non va in profondità, è più che altro descrittivo. Rispetto alla elaborazione dei dati, presenta soltanto distribuzioni di frequenza. In genere, è composto da poche domande e dura pochi minuti

72 Che cos’è un’inchiesta campionaria? Si basa su un’ampia problematica teorica. Vuole descrivere un fenomeno in profondità. In genere, consiste in una lunga ed articolata serie di domande. Le elaborazioni dei dati sono più complesse (correlazioni fra variabili, analisi multivariata, ecc.)

73 RICERCA PER SONDAGGIO /SURVEY/ INCHIESTA CAMPIONARIA 1. Formulazione delle ipotesi 2. Campionamento della popolazione 3. Somministrazione questionario 4. Elaborazione statistica dei dati 5. Confronto fra interpretazione dei dati e ipotesi di partenza 6. Diffusione delle informazioni scientifiche ottenute

74 Difficoltà nella costruzione di un questionario: 1. Scelta degli argomenti specifici (Che cosa chiedere agli intervistati?) 2. Elementi soggettivi nella situazione d’intervista (condizioni psicologiche, motivazionali, socio-culturali… dell’intervistato e dell’intervistatore)

75 Dimensioni problematiche del questionario: 1. Dimensione informativa e dimensione relazionale: l’interazione tra intervistatore ed intervistato non è una situazione di “stimolo risposta”, ma una RELAZIONE SOCIALE

76 2. Dimensione cognitiva: È l’insieme dei problemi che lo stimolo fornito dall’intervistatore provoca nell’intervistato (es. comprensione della domanda e processo di selezione della risposta)

77 3. Dimensione comunicativa La comunicazione non si esaurisce con l’atto linguistico, ma implica che un soggetto comunichi qualcosa ad un altro individuo e che egli comprenda ciò che viene detto. Necessità di tenere in considerazione le condizioni emozionali, psicologiche e il contesto socio-culturale dell’intervistato

78 Problema cruciale: La rappresentatività e il campionamento

79 Critiche 1. La soggettività degli intervistati non può essere colta fino in fondo 2. Manca di dinamicità (immagine sincronica della realtà) 3. Ontologia meccanicistica: proiezione di proprietà del campione sull’universo di riferimento


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