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“Il Dialogo interreligioso”

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Presentazione sul tema: "“Il Dialogo interreligioso”"— Transcript della presentazione:

1 “Il Dialogo interreligioso”
ITN "DUCA DEGLI ABRUZZI" “Il Dialogo interreligioso” (Buddhismo) Antonio Izzo

2 Il Buddhismo Il Buddhismo, si è sviluppato tra il sec. VI a.C. e l'VII d.C.Oggi è praticamente la quarta comunità religiosa mondiale, dopo Cristianesimo, Islam e Induismo, e conta almeno milioni di seguaci. Antonio Izzo

3 Siddharta Gautama La letteratura buddista attribuisce la nascita del movimento al principe indiano Siddharta, poi conosciuto col nome di Gautama, che sarebbe vissuto nel VI sec. a.C. (pare sia nato intorno al 563 a.C.), cioè in un periodo storico già caratterizzato dalla disgregazione della primitiva comunità indiana, cui veniva sostituendosi una società basata sullo schiavismo e sulla divisione in classi sociali contrapposte. Antonio Izzo

4 Siddharta Gautama Nel suo primo sermone a Benares in India, il Buddha espone per la prima volta la sua dottrina, organizzandola nelle famose quattro nobili verità: ►La sofferenza è universale ► L’origine della sofferenza ► La sofferenza può essere soppressa ►La Via della soppressione della sofferenza Antonio Izzo

5 SENTIERO DELLE 8 VIRTU’ Il cammino che conduce alla soppressione del dolore è quello dell’ottuplice sentiero: ► Retta fede ► Retta decisione ► Retta parola ► Retta azione ► Retta via ► Retto sforzo ► Retto ricordo ► Retta concentrazione mentale Antonio Izzo

6 IL NULLA E LA FELICITÀ Il cammino delle Otto virtù ha un punto di arrivo: il Nirvana. E’ questa l’idea fondamentale del buddismo. Nirvana è una parola del sanscrito che si può tradurre con “eliminazione”, “annullamento”.Solo eliminando ogni causa di desiderio e di piacere, solo staccandosi completamente dal mondo e da se stesso, l’uomo può essere felice. Antonio Izzo

7 IL SENTIERO DELLE 8 NOBILI VIRTU’
Il vero seguace di Buddha vive come un eremita: non deve sposarsi, non deve compiere nulla di male, deve invece controllare al massimo tutte le proprie forze fisiche e mentali. Solo l’uomo che raggiunge il Nirvana è liberato anche dal grave rischio di tornare a nascere ( cioè di tornare a soffrire ) come insegnava il Vedismo. Il Nirvana è perfezione, serenità felicità. Antonio Izzo

8 L’ETICA BUDDHISTA I cinque precetti per i “Laici”:
►Non fare violenza a esseri viventi (nemmeno a se stessi) ► Non rubare ► Non avere una condotta sessuale scorretta ► Non mentire ► Non prendere sostanze che alterino la mente Antonio Izzo

9 I precetti per i “Novizi” e i “Monaci
Oltre ai primi cinque precetti i “Novizi” devono: ►Digiunare nel pomeriggio ► Astenersi dalle danze e divertimenti ► Astenersi da ornamenti e profumi ► Evitare seggi e onori ► Non toccare denaro I “Monaci”, invece, oltre a questi dieci precetti devono rispettare 227 regole. Le “Monache” ne hanno invece 500 Antonio Izzo

10 I TESTI SACRI I Testi Sacri del buddismo sono quelli che riportano gli insegnamenti del suo fondatore, morto verso il 480 a.c. Tuttavia i buddisti non ritengono che Buddha abbia scritto i testi di suo pugno. Piuttosto che siano stati compilati dai suoi seguaci dopo la sua morte. Solo due secoli dopo la morte del Buddha ci fu un accordo per riconoscere quali testi fossero attendibili e quali no: fu così stabilito un Canone, una lista di titoli, denominato Canone dei tre Canestri. Antonio Izzo

11 IL CANONE DEI TRE CANESTRI
►il Canestro sulla disciplina monastica, che contiene le regole della comunità e brani della leggenda del Buddha; ►il Canestro dei discorsi didascalici, che contiene prevalentemente i discorsi del Buddha ordinati secondo la lunghezza; ►il Canestro della dottrina superiore della salvezza, in cui troviamo una serie di osservazioni e di riflessioni teologiche sulle idee del buddismo. Antonio Izzo

12 IL Loto della buona religione
Un altro tipo di Buddismo non accetta il Canone dei tre Canestri e considera sacri altri testi, fra cui ricordiamo il Loto della buona religione, preferendo piuttosto riflessioni su quello che Buddha ha insegnato alla semplice trasmissione delle sue parole. Antonio Izzo

13 CONSIDERAZIONI SULLA FIGURA DEL BUDDHA
Il buddhismo, almeno in origine, è senza dio. Tuttavia va osservato che sul piano del comportamento dei fedeli, si registra ben presto una progressiva trasformazione della figura del Buddha. Successivamente alla sua scomparsa, il fiorire di racconti e leggende ne amplifica le dimensioni fino a farne una figura mitica. Antonio Izzo

14 CONSIDERAZIONI SULLA FIGURA DEL BUDDHA
Ci si avvia a lunghi passi verso la concezione di un Buddha “puro spirito” la cui presenza corporea fu solo strumentale, finalizzata alla diffusione del suo messaggio. Si sviluppano forme di culto; si moltiplicano i pellegrinaggi alle diverse località teatro dei principali avvenimenti della vita del Buddha; conosce un certo successo il culto delle reliquie e di oggetti sacri Antonio Izzo

15 Il Buddhismo ha anche altre caratteristiche diverse dalle altre religioni:
►non pensa che l’uomo abbia un’anima distinta dal corpo ► non ha riti di sacrificio; ► la meditazione e la comunità dei monaci hanno un ruolo centrale, grande importanza viene attribuita all’elemosina fatta ai monaci, a forme di preghiera e di devozione che si svolgono nei templi, alla venerazione e al culto verso la statua del Buddha Antonio Izzo

16 Il Buddhismo ha anche altre caratteristiche diverse dalle altre religioni:
►non ha il problema dell’Aldilà: dopo la morte, l’uomo perfetto che ha raggiunto il Nirvana entra in modo definitivo nella felicità. Altrimenti si torna a nascere, a soffrire, ad essere dunque infelici. Antonio Izzo

17 I VALORI DEL BUDDHISMO “Nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto. ” (NOSTRA AETATE n.2, DICHIARAZIONE SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA CON LE RELIGIONI NON CRISTIANE) Antonio Izzo


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