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Dalla Resistenza agli anni Settanta. Società italiana e processi di democratizzazione Maurizio Gusso (Rho, 2 maggio 2011)

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Presentazione sul tema: "Dalla Resistenza agli anni Settanta. Società italiana e processi di democratizzazione Maurizio Gusso (Rho, 2 maggio 2011)"— Transcript della presentazione:

1 Dalla Resistenza agli anni Settanta. Società italiana e processi di democratizzazione Maurizio Gusso (Rho, 2 maggio 2011)

2 Legenda dei colori utilizzati nelle diapositive - In verde: gli elementi caratterizzanti nel modo più esplici- to il processo di unificazione nazionale - In rosso: gli elementi caratterizzanti nel modo più esplicito i processi di democratizzazione - In marrone: le resistenze conservatrici e autoritarie ai pro- cessi di democratizzazione - In grassetto nero: forme di negazione estrema della democrazia e dei diritti fondamentali (es.: totalitarismi) - In giallo: elementi di divisione/differenziazione, ostacoli ai processi di unificazione nazionale e democratizzazione - In blu: limiti dei processi di democratizzazione

3 Indice della comunicazione 1. Premessa 2. Unipotesi di periodizzazione storica 3. Alcune conquiste dei processi di unifica- zione e democratizzazione 4. Limiti dellazione delle forze democratiche 5. Forze antidemocratiche e spinte antiunita- rie 6. Riferimenti bibliografici

4 1. Premessa 1.1 Struttura di questa relazione 1.2 Democrazia e processi di democratizza- zione 1.3 Perché intrecciare processi di unificazio- ne nazionale e di democratizzazione? 1.4 Utilità e limiti delle categorie e dei colori usati

5 1.1 Struttura di questa relazione Questa relazione si articola in quattro parti. La prima (1.) è una premessa metodologica. La seconda (2.) è unipotesi di periodizzazione in- terna allepoca storica considerata (1943-1980). La terza (3.-5.) è una sua sintesi tematica, incen- trata sulla problematicità dei processi di democra- tizzazione/unificazione nel periodo esaminato. La quarta (6.) è una bibliografia essenziale.

6 1.2 Democrazia e processi di democratizzazione 1.2.1 Diverse definizioni di de- mocrazia 1.2.2 La democrazia come pro- cesso aperto e patrimonio 1.2.3 Che cosa significa pro- cessi di democratizzazione?

7 1.2.1 Diverse definizioni di democrazia Nella storiografia e nelle scienze sociali si incontrano diver- se definizioni e concettualizzazioni di democrazia. Cfr. Giovanni Sartori, Democrazia e definizioni, Il Mulino, Bolo- gna, 1987 (I ed.: ivi, 1957); Id., Democrazia: cosa è, Rizzo- li, Milano, 2007 (nuova ed. aggiornata; I ed.: ivi, 1993); Leonardo Morlino, Democrazie e democratizzazioni, Il Muli- no, Bologna, 2003. Per indicare le forme più avanzate di democrazia, Robert A.Dahl usa il termine poliarchia (cfr. R.A.Dahl, Poliarchia. Partecipazione e opposizione nei sistemi politici, Angeli, Milano, 1997, VII ed.; I ed.: ivi, 1981; ed.or.: 1971).

8 1.2.2 La democrazia come pro- cesso aperto e patrimonio (I) Nessun processo storico (tanto meno un processo di democratizzazione) è ineluttabile e irreversibile. Le conquiste democratiche sono il risultato del- limpegno e delle lotte di uomini e donne del pas- sato, a cui dobbiamo riconoscenza e di cui dobbia- mo assumere e trasmettere leredità. La democrazia è una pianta giovane e delicata, che va coltivata attentamente.

9 1.2.2 La democrazia come pro- cesso aperto e patrimonio (II) La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: per- ché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro limpegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costitu- zione è lindifferenza alla politica. […] Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le stra- de di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Piero Calamandrei, La Costituzione e la gioventù, discorso del 26 gennaio 1955 (Società Umanitaria di Milano); la sua registrazione è scaricabile da www.territorioscuola.com/youtube/index.php?key=%22Piero+Calamandrei%22 +%22Università+di+Milano+1955+parte+*%22

10 1.2.2 La democrazia come pro- cesso aperto e patrimonio (III) Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che […] può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli di- venti realtà […]. […] non bisogna lasciarsi vincere dallo scoramento. […] durante la Liberazione e la Resistenza […] Ci sono stati professori e maestri che hanno dato esempi mirabili, dal carcere al martirio. […] E tutti noi, vecchi insegnanti abbiamo nel cuore qualche nome dei nostri studenti che […] hanno dato il sangue per la libertà dItalia. Pensiamo a questi ragazzi nostri che uscirono dalle nostre scuole e pensando a lo- ro, non disperiamo dellavvenire. Siamo fedeli alla Resistenza. Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuità della coscienza morale. Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dellAsso- ciazione a difesa della scuola nazionale (Roma, 11 febbraio 1950), Scuola democratica, suppl. al n.2 del 20 marzo 1950, pp.1-5

11 1.2.3 Che cosa significa pro- cessi di democratizzazione? Si tratta di un concetto usato in modo consa- pevolmente convenzionale per indicare per- corsi non irreversibili di costruzione di una società più giusta, inclusiva e solidale, ri- spettosa dei beni comuni, delle regole de- mocratiche, delle differenze e delle respon- sabilità e dei diritti fondamentali di tutti gli esseri viventi. Cfr. Leonardo Morlino, op.cit..

12 1.3 Perché intrecciare processi di unificazione e democratizzazione? 1.3.1 Necessaria ridefinizione del concetto di identità 1.3.2 Necessaria ridefinizione dei concetti di nazione e identità nazionale 1.3.3 Unificazione nazionale e democratiz- zazione

13 1.3.1 Necessaria ridefinizione del concetto di identità A)Identità personale/sociale come combinatoria globale di differenti tratti di identità individuali/so- ciali (di specie, età/generazione, genere, ruolo, geoambientali, socioeconomici, politici, culturali…) B) Lidentità personale/sociale non è unessenza pura, statica, astorica, decontestualizzata e asso- luta, ma un complesso processo storico, contrad- dittorio/conflittuale, dinamico, non lineare, relativo, contestuale, inevitabilmente meticcio

14 1.3.2 Occorre ridefinire i concetti di nazione e identità nazionale Concetti come nazione, etnia, popolo, patria, carattere nazionale, identità nazio- nale e identità etnica sono usati per lo più in modo non scientifico, ma ideologico, as- soluto/decontestualizzato e astorico. Occorre, quindi, o sostituirli con categorie più scientifiche, o almeno riconvenzionarne i significati in modo critico e trasparente

15 1.3.3 Unificazione nazionale e democratizzazione Per evitare interpretazioni ideologiche (es.: nazionaliste) dei processi di unificazione na- zionale, occorre verificarne il grado di effet- tiva democraticità. Si tratterà, quindi, di esaminare in che misu- ra i processi di unificazione nazionale produ- cano società più democratiche sul piano lo- cale, nazionale e internazionale

16 1.4 Utilità e limiti delle categorie e dei colori usati Le categorie e i colori sono usati in modo consapevolmente convenzionale. I fenomeni storici, per la loro complessità, contraddittorietà e ambivalenza, sfuggono alle classificazio- ni troppo rigide e alle colorazioni troppo nette e univoche. Tuttavia, se usate con prudenza, relativismo e ironia, cate- gorizzazioni, classificazioni e colorazioni possono servire a esplicitare e rendere trasparenti alcune categorie e ipotesi interpretative. Un gioco interessante potrebbe essere quel- lo di salvare in nero il PowerPoint e provare a colorarlo, e- splicitando categorie e legenda relative ai colori introdotti.

17 2. Unipotesi di periodizzazione 2.1 Dalla Resistenza alla Costituzione (1943-1947): la transizione dal fascismo e dalla monarchia alla democrazia repubblicana e lavvio del- la Ricostruzione 2.2 Guerra fredda, rottura dellunità antifascista e centrismo a guida DC, fra Ricostruzione e Boom (1947-1960 ca.) 2.3 Da uneconomia primaria-secondaria-terziaria a una secondaria- terziaria-primaria: il Boom (1958-1963); passaggio dal Centrismo al Centro-sinistra 2.4 Dalla Congiuntura (1963-1964) e dalla crisi del Centro-sinistra al 68-69 2.5 Dalla strage di Piazza Fontana (1969) e dalla crisi petrolifera (1973) alla sconfitta delle Brigate Rosse e alla ripresa economica degli anni 80: strategia della tensione, stragismi, terrorismi, decentra- mento produttivo e sorpasso del terziario sul secondario

18 2.1 Dalla Resistenza alla Costitu- zione (1943-1947) (I) A)La Resistenza come fenomeno complesso e unitario/differenziato: - lotta per lindipendenza nazionale dalla Germania nazista, conflitto di classe, guerra civile, scelta etico-politica e solidale di persone di classi, generazioni, provenienze geografiche e generi diversi; - complessi rapporti fra Resistenza armata (minoranze), Resistenza civile (più diffusa), CLN, Alleati, Chiesa cattolica e Regno del Sud; - patriottismo (interpretazione della Resistenza come secondo Risorgimento), interclassismo (operai, contadini, intellettuali, studenti ecc.), classismo, euro- peismo (cfr. Altiero Spinelli), internazionalismo e Stati guida o paesi allegorici (USA, URSS, Gran Bretagna); - la svolta di Salerno e il partito nuovo togliattiano (trasformazione del Partito Comunista dItalia, sezione italiana della Terza Internazionale, in Partito Comu- nista Italiano) - complesso apprendistato democratico e problema della violenza

19 2.1 Dalla Resistenza alla Costitu- zione (1943-1947) (II) B) La transizione dal fascismo e dalla monarchia alla democrazia re- pubblicana: governi di unità nazionale antifascista, unità sindacale, suf- fragio femminile, referendum istituzionale (ma nel Sud prevale il voto per la monarchia); gli elementi di continuità con il fascismo C) La Costituzione come frutto maturo di fine stagione e di un accordo fra componenti politiche e ideali diverse dellAssemblea Costituente, accomunate dalla pregiudiziale antifascista e repubblicana D) Alcune questioni di frontiera (le questioni adriatica e altoatesina e lintreccio fra separatismo siciliano e mafia) e la perdita delle colonie. Listituzione della Regione Siciliana (1946) E) Il Neorealismo nel cinema, nella letteratura e nelle arti

20 2.2 La rottura dellunità antifascista e il Centrismo (1947-1960) (I) A) Scissione del PSI (9 gennaio 1947) e nascita del PSLI (poi PSDI) B) Dottrina Truman (marzo 1947), Piano ERP/Marshall (1947) e inizio della fase più acuta della guerra fredda (1947-1953) C) Esclusione delle Sinistre (PCI e PSI) dal primo governo centrista De Gasperi (31 maggio 1947) D) Sconfitta del Fronte democratico popolare (PCI-PSI) e vittoria della DC nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948 E) Scissione sindacale del 1948 e nascita di CISL, UIL e CISNAL F) Governi a guida DC di centro o centro-destra (1947-1962) G) Scomunica dei comunisti da parte del papa Pio XII H) Adesione dellItalia alla NATO (1949) e alla CEE (1957) I) Repressione delle occupazioni delle terre a opera di agrari, polizia e mafie; riforma agraria (Legge-stralcio Segni: 1950) e Cassa per il Mezzogiorno (1950); crisi del mondo contadino L) Limitazione dei diritti sindacali nelle fabbriche (es.: reparti-confino)

21 2.2 La rottura dellunità antifascista e il Centrismo (1947-1960) (II) M) Ripresa delle migrazioni interne e dellemigrazione europea e trans- oceanica per motivi economici e/o politici (es.: esodo giuliano-istriano- dalmata) N) Congelamento o rallentamento della attuazione della Costitu- zione (istituzione della Corte Costituzionale nel 1955) e denigrazione della Resistenza O) Sconfitta del progetto di premio maggioritario (Legge truffa: 1953) P) Dopo il trauma del XX Congresso del PCUS e dei fatti di Ungheria (1956) e il passaggio dal disgelo (1953-1956) alla coesistenza pacifi- ca, il PSI, a partire dal Congresso di Venezia (1957), abbandona lunità frontista col PCI per unipotesi di Centro-sinistra con DC, PSDI e PRI Q) Costituzione delle Regioni autonome Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle dAosta (1948) R) La TV affianca rapidamente radio e cinema S) La crisi del Neorealismo nel cinema, nella letteratura e nelle arti

22 2.3 Il sorpasso del secondario sul primario: il Boom (1958-1963) A) Durante il Boom leconomia italiana si trasforma da primaria-secon- daria-terziaria (censimento del 1951) in secondaria-terziaria-primaria (censimento del 1961): un modello di sviluppo e i suoi limiti (aggravarsi degli squilibri ambientali e territoriali come il dualismo Nord – Sud) B) Coesistenza pacifica: Krusciov (1953-64) e Kennedy (1961-63) C) Papato di Giovanni XXIII (1958-1963) e Concilio Ecumenico Vatica- no II (1962-1965) D) Fatti del luglio 1960: caduta del governo di centro-destra Tambroni E) Primo governo di centro-sinistra Fanfani, con lappoggio esterno del PSI (febbraio 1962-aprile 1963): nazionalizzazione dellenergia elettrica e riforma della scuola media F) Istituzione della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia (1963) G) Unificazione linguistica ad opera di industrializzazione, società dei consumi, media (TV), scolarizzazione e intense migrazioni interne H) Rappresentazioni critiche (letterarie, filmiche e musicali) del Boom

23 2.4 Dalla Congiuntura e dalla crisi del Centro-sinistra al 68-69 (I) A) La Congiuntura (1963-1964) favorisce il boicottaggio delle spinte riformiste più avanzate del Centro-sinistra e progetti di golpe (cfr. Piano Solo del gene- rale De Lorenzo e del SIFAR: 1964), B) Culmine di un ciclo di lotte operaie nella riunificazione sindacale, nellautun- no caldo del 1969 e nelle conquiste dellabolizione delle gabbie salariali (1968) e della pensione sociale (1969) C) Culmine di un ciclo di lotte studentesche nel 68 D) Solidarietà internazionalista e antimperialista con - i movimenti di decolonizzazione, la rivoluzione cubana (1959), la rivoluzione culturale cinese (1966), i vietnamiti contro gli USA (1963-73); - gli oppositori alla dittatura militare greca (golpe del 1967) e ai regimi di Franco in Spagna e di Salazar e Caetano (dal 1968) in Portogallo - la Primavera di Praga (specie dopo loccupazione della Cecoslovacchia, ini- ziata il 21-22 agosto 1968 dalle truppe del Patto di Varsavia); ma anche influenza di modelli mitizzati (terzomondisti, maoisti, castristi, terzin- ternazionalisti, marxisti volgari, leninisti, stalinisti…)

24 2.4 Dalla Congiuntura e dalla crisi del Centro-sinistra al 68-69 (II) E) Movimenti antiautoritari in molti settori socioeconomici e culturali (pubblico impiego, servizi, industria culturale ecc.) e istituzioni (famiglia, Chiesa, magistratura, ospedali, eser- cito, manicomi, carceri ecc.) F) Concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965), papati di Giovanni XXIII (1958-1963) e Paolo VI (1963-1978) e radi- calizzazione di molti cattolici progressisti (ACLI, FUCI, Cri- stiani per il socialismo; teologia della liberazione) G) Rappresentazioni letterarie, filmiche e musicali delle lot- te operaie e dei movimenti giovanili, studenteschi, antimpe- rialisti e antiautoritari

25 2.5 Da Piazza Fontana e dalla crisi del 73 alla ripresa del 1980 (I) A) Con la strage di Piazza Fontana (12.12.1969) la strategia della tensione sfocia nella stagione degli stragismi e terrorismi di estre- ma destra/estrema sinistra: cfr. la strage di Piazza della Loggia (1974), luccisione di Moro (1978) e la strage alla Stazione di Bologna (1980) B) Le lotte operaie, studentesche (cfr. il 77), antimperialiste, antiautori- tarie, tuttavia, proseguono, intrecciandosi col neofemminismo, e favori- scono varie conquiste: es.: - lo Statuto dei lavoratori (1970) e le 150 ore (1973); - la legge sullobiezione di coscienza (1972) e le vittorie dei no allabro- gazione delle leggi sul divorzio (1970) e sullaborto (1978) nei referen- dum del 1974 e 1981, il nuovo Codice di famiglia (1975), lanticipo a 18 anni della maggior età (1975) e la legge sulla parità di trattamento lavo- rativo tra uomini e donne (1977); - la Legge Basaglia (1978) e il Servizio Sanitario Nazionale (1978); ma a sinistra si accentuano le divisioni fra PSI, PSIUP, PCI e gruppi extraparlamentari e le derive pansindacali/massimaliste/corporative C) Istituzione delle Regioni a statuto ordinario (1970)

26 2.5 Da Piazza Fontana e dalla crisi del 73 alla ripresa del 1980 (II) D) La solidarietà internazionalista prosegue a favore - degli oppositori alle nuove dittature (Cile: 1973; Argentina: 1976; Uru- guay: 1976), nonostante una mitizzazione eccessiva della guerriglia; - dei processi di democratizzazione in Spagna (dalla morte di Franco nel 1975 alle prime elezioni democratiche nel 1977), Portogallo (rivo- luzione dei garofani dellaprile 1974) e Grecia (1974-1975: inizio del ritorno alla democrazia con la crisi del regime dei colonnelli); - delle vittime dellinasprirsi dei conflitti nel Vicino Oriente (quarta guer- ra arabo-israeliana nel 1973; dirottamenti aerei e attentati dellOLP; guerra civile libanese nel 1975-1978) e nellIrlanda del Nord (1969- 1976), nonostante una certa mitizzazione di IRA e OLP E) Il censimento del 1971 certifica il sorpasso del settore terziario nei confronti del secondario; lItalia si sta trasformando in una società post-industriale

27 2.5 Da Piazza Fontana e dalla crisi del 73 alla ripresa del 1980 (III) F) Risposta capitalistica alle lotte e alla crisi petrolifera del 1973 (es.: repressione, licenziamenti, decentramento, nuove forme di organizza- zione del lavoro); marcia dei quarantamila FIAT a Torino (1980) G) La crisi del 73 mette a nudo alcuni processi degenerativi della so- cietà italiana (borghesia di stato; divaricazione fra le tre Italie ecc.) H) La strategia del segretario (1972-1984) del PCI Berlinguer (Com- promesso storico: 1973; governo di solidarietà nazionale dopo il se- questro Moro) viene contestata sia dal movimento del 77, sia dal se- gretario (1976-1992) del PSI Craxi; lavanzata elettorale del PCI (ele- zioni politiche del 1976) non si conferma nelle elezioni del 1979 I) Mentre lo stragismo di Stato e fascista resta impunito, sindacati e Sinistra storica contrastano il terrorismo di estrema sinistra, culmi- nante nelluccisione di Moro (1978), ma destinato alla sconfitta (a. 80) L) Graduale soffocamento delle aperture del Concilio Ecumenico Vati- cano II, specie durante il papato di Giovanni Paolo II (1978-2005)

28 3. Alcune conquiste dei processi di unificazione e democratizzazione A) Liberazione dalloccupazione tedesca e dal nazifascismo B) Repubblica e Costituzione; partecipazione a ONU e CEE C) Diritti umani: adesione dellItalia alle Carte internazionali dei diritti D) Diritti delle donne e nuovo diritto di famiglia: diritto di voto per le donne (1945); nuovo Codice di famiglia (1975); leggi su divorzio (1970) e aborto (1978); parità di trattamento lavorativo donne/uomini (1977) E) Diritti dei minori: asili nido, riforma della scuola media ecc. F) Diritti dei lavoratori: libertà sindacali, Statuto dei lavoratori (1970), 150 ore (1973) G) Diritti civili e politici: libertà sindacali, di opinione, informazione; plu- ripartitismo; suffragio universale; Senato elettivo; obiezione di coscien- za (1972); riduzione della maggior età da 21 a 18 anni (1975) ecc. H) Welfare State: pensione sociale (1969); Servizio Sanitario Nazionale (1978) I) Istituzione della Corte Costituzionale (1955) e delle Regioni a statuto speciale (1946-1948 e 1963) e ordinario (1970)

29 4. Limiti dellazione delle forze democratiche (I) A) Divisioni interne alle forze sociali e politiche democratiche (es.: fra riformisti e rivoluzionari, fra PC, PSIUP, PSI e gruppi) e debole po- litica delle alleanze B) Limiti della defascistizzazione C) Limiti della difesa della laicità dello Stato e lenta o mancata attuazio- ne della Costituzione e delle Carte internazionali dei diritti D) Eccessiva dipendenza della DC da Vaticano e USA e del PCI dal PCUS E) Limiti delleuropeismo italiano (intrecciati con la debolezza della CEE) F) Mitizzazione di USA e/o URSS e/o Cuba, Cina, Vietnam, OLP, IRA ecc. G) Scarsa coscienza del problema della violenza e scarsa diffusione della cultura di pace e della gestione costruttiva dei conflitti e dei pro- cessi partecipati H) Limiti della lotta contro le mafie e la degenerazione partitocratica

30 4. Limiti dellazione delle forze democratiche (II) I) Scarsa democratizzazione di settori chiave (imprenditoria, finanze, commercio, università, media, Chiesa, esercito, forze dellordine ecc.) L) Insufficiente lotta contro levasione fiscale, il clientelismo, la specula- zione edilizia, gli omicidi bianchi, la disoccupazione ecc. M) Insufficiente cultura dello sviluppo sostenibile (cfr. Icmesa a Seveso: 1976), del dialogo interculturale e delle politiche sociali e migratorie N) Maschilismo e limiti di diffusione del neofemminismo O) Ritardo culturale nella comprensione delle grandi trasformazioni (industrializzazione, terziarizzazione, nuovi media e tecnologie) e nella capacità di opporre alla manipolazione dellimmaginario forme efficace- mente democratiche di elaborazione del simbolico

31 5. Forze antidemocratiche e spinte antiunitarie A) Continuità fascismo – neofascismo B) Condizionamenti della politica estera italiana da parte di USA e NATO (guerra fredda) e della politica del PCI da parte del PCUS C) Egemonia USA nei media e nei modelli di consumo e culturali D) Condizionamento della politica interna italiana da parte del Vaticano e della Chiesa cattolica; soffocamento delle aperture del Concilio Ecu- menico Vaticano II ad opera di papa Giovanni Paolo II (1978-2005) e dellintegralismo cattolico E) Le mafie come AntiStato nello Stato F) Blocco storico formato da rendita fondiaria e urbana, interesse e profitto G) Degenerazione clientelare del sistema dei partiti (incline alla partito- crazia) H) Tentativi di golpe, strategia della tensione, stragismi/terrorismi I) Crisi del Welfare State in seguito alla crisi petrolifera L) Derive corporative e trasformistiche di alcune lotte sociali

32 6. Riferimenti bibliografici 6.1 Testi su alcuni campi semantici e con- cetti chiave 6.2 Scritti su identità nazionale e carattere degli italiani 6.3 Testi storiografici chiave sulla storia ita- liana fra 1943 e 1980

33 6.1 Testi su alcuni campi semantici e concetti chiave 6.1.1 Democrazia e processi di democratiz- zazione 6.1.2 Etnia, nazione, patria, identità naziona- le/etnica

34 6.1.1 Democrazia e processi di democratizzazione (I) - Aa.Vv., Rapporto 2002 su Lo sviluppo umano. 13. La qualità della democrazia, United Nations Development Programme – Rosenberg & Sellier, Torino, 2002 (ed.or.: 2002) - N.Bobbio, Il futuro della democrazia, Einaudi, Torino, 2005 (III ed.; I ed.: ivi, 1984) - Id., Liberalismo e democrazia, Simonelli, Milano, 2006 (I ed.: Angeli, Milano, 1985) - R.A.Dahl, I dilemmi della democrazia pluralista, Il Saggiatore, Milano, 1988 e 1996 (ed.or.: 1982) - Id., Poliarchia. Partecipazione e opposizione nei sistemi politici, Ange- li, Milano, 1997 (VII ed.; I ed.: ivi: 1981; ed.or.: 1971) - Id., Politica e virtù. La teoria democratica nel nuovo secolo, a c. di S. Fabbrini, Laterza, Roma-Bari, 2001 (ed.or.: 1997)

35 6.1.1 Democrazia e processi di democratizzazione (II) - Id., Sulla democrazia, ivi, 2010 (II ed.; I ed.: ivi, 2000; ed.or.: 1998) - S.P.Huntington, La terza ondata. I processi di democratizzazione alla fine del XX secolo, Il Mulino, Bologna, 1995 e 1998 (ed.or.: 1991) - H.Kelsen, La democrazia, a c. di M.Barberis, ivi, 2010 (nuova ed.) - J.J.Linz – A.Stepan, Transizione e consolidamento democratico, ed.it. a c. di L.Morlino, ivi, 2000 (ed.or.: 1996) - L.Morlino, Democrazie e democratizzazioni, ivi, 2003 - G.Sartori, Democrazia e definizioni, ivi, 1987 (I ed.: ivi, 1957) - Id., Democrazia: cosa è, Rizzoli, Milano, 2007 (nuova ed. aggiornata; I ed.: ivi, 1993) - J.A.Schumpeter, Capitalismo, socialismo, democrazia, ETAS, Milano, 2009 (V ed.; I ed.: Edizioni di Comunità, Milano, 1955; ed.or.: 1943) - G.Zagrebelsky, Imparare democrazia, Einaudi, Torino, 2009 (VIII ed.; I ed.: ivi, 1995) - D.Zolo, Il principato democratico. Per una teoria realistica della democrazia, Feltrinelli, Milano, 1996 (II ed. riv.; I ed.: ivi, 1992)

36 6.1.2 Etnia, nazione, patria, identità nazionale/etnica (I) - B.Anderson, Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi, Manifestolibri, Roma, 2009 (nuova ed.; I ed.: ivi, 1996; ed.or.: 1983 e 2006) - É.Balibar, La forma nazione. Storia e ideologia, in É.Balibar – I.Wal- lerstein, Razza nazione classe. Le identità ambigue, Edizioni Associa- te, Roma, 1990, pp.96-116 (II ed. riv.: ivi, 1996; ed.or.: 1988) - W.Connor, Etnonazionalismo. Quando e perché emergono le nazioni, Dedalo, Bari, 1995 (ed.or.: 1994) - U.Fabietti, Lidentità etnica. Storia e critica di un concetto equivoco, Carocci, Roma, 2010 (nuova ed.; I ed.: La Nuova Italia Scientifica, Ro- ma, 1995) - E.Gellner, Nazioni e nazionalismo, Editori Riuniti, Roma, 1997 (III ed.; I ed.: ivi, 1985; ed.or.: 1983) - F.Goio, Teorie della nazione, Quaderni di Scienza Politica, 1994, n. 2, pp.181-255

37 6.1.2 Etnia, nazione, patria, identità nazionale/etnica (II) - E.J.Hobsbawm, Nazioni e nazionalismi dal 1780. Programma, mito e realtà, Einaudi, Torino, 2002 (nuova ed.; I ed.: ivi, 1991; ed.or.: 1990 e 1992) - E.J.Hobsbawm – Th.Ranger (a c. di), Linvenzione della tradizione, ivi, 2002 (I ed.: ivi, 1987; ed.or.: 1983) - J.G.Kellas, Nazionalismi ed etnie, Il Mulino, Bologna, 1993 e 2000 (ed.or.: 1991 e 1998) - S.Lanaro, Patria. Circumnavigazione di unidea controversa, Marsilio, Venezia, 1996 - J.J.Linz, Costruzione dello stato e costruzione della nazione, in J.J. Linz, Democrazia e autoritarismo. Problemi e sfide tra XX e XXI secolo, ed.it. a c. di M.Tarchi, Il Mulino, Bologna, 2006, pp.61-94 (ed.or.: 1993) - A.Melucci – M.Diani, Nazioni senza Stato. I movimenti etnico-naziona- li in Occidente, Feltrinelli, Milano, 1992 (I ed.: Loescher, Torino, 1983)

38 6.1.2 Etnia, nazione, patria, identità nazionale/etnica (III) - D.Petrosino, Stati, nazioni, etnie. Il pluralismo etnico nella teoria so- ciologica contemporanea, Angeli, Milano, 1991 - G.Pollini, Appartenenza nazionale. Tra localismo e cosmopolitismo, Studi di sociologia, 1991, n.2, pp.27-38 - P.Scarduelli, Stati, etnie, culture, Guerini e Associati, Milano, 1996 - A.D.Smith, Il revival etnico, Il Mulino, Bologna, 1984 (ed.or.: 1981) - Id., Le origini etniche delle nazioni, ivi, 1992 e 1998 (ed.or.: 1986) - Id., Le origini culturali delle nazioni. Gerarchia, alleanza, repubblica, ivi, 2010 (ed.or.: 2008) - M.Viroli, Per amore della patria. Patriottismo e nazionalismo nella sto- ria, Laterza, Roma-Bari, 1995 e 2001

39 6.2 Scritti su identità nazionale e carattere degli italiani (I) - A.Abruzzese – G.Scurti, Lidentità mediale degli italiani. Contro la repubblica degli scrittori, Marsilio, Venezia, 2001 - W.Barberis, Il bisogno di patria, Einaudi, Torino, 2002 e 2004 - G.Bechelloni, Diventare italiani. Coltivare e comunicare la memoria collettiva, Ipermedium, Napoli, 2003 (II ed. riv. e ampliata; I ed.: Diventare italiani, ivi, 2001) - R.Bodei, Il noi diviso. Ethos e idee dellItalia repubblicana, Einaudi, Torino, 1998 - G.Bollati, Litaliano. Il carattere nazionale come storia e come invenzione, ivi, 1996 (I ed.: ivi, 1983) - G.Calcagno (a c. di, Bianco, rosso e verde: lidentità degli italiani, Laterza, Ro- ma-Bari, 1993 e 2005 - U.Cerroni, Lidentità civile degli italiani, Manni, Lecce, 1997 (II ed. ampliata; I ed.: ivi, 1996) - M.De Giorgio, Le italiane dallUnità a oggi. Modelli culturali e comportamenti sociali, Laterza, Roma-Bari, 1993 (II ed.; I ed.: ivi, 1992)

40 6.2 Scritti su identità nazionale e carattere degli italiani (II) - F.Ferrarotti, LItalia tra storia e memoria. Appartenenza e identità, Donzelli, Roma, 1998 (nuova ed.; I ed.: ivi, 1997) - J.Foot, Fratture dItalia, Rizzoli, Milano, 2009 (ed.or.: 2009) - E.Galli Della Loggia, Lidentità italiana, Il Mulino, Bologna, 2010 (I id.: ivi, 1998) - E.Gentile, La Grande Italia. Il mito della nazione nel XX secolo, Laterza, Ro- ma-Bari, 2006 e 2009 (cfr. La grande Italia. Ascesa e declino del mito della na- zione nel ventesimo secolo, Arnoldo Mondadori, Milano, 1997 e 1999) - Id., Né Stato né Nazione. Italiani senza meta, Laterza, Roma-Bari, 2010 - Id., Italiani senza padri. Intervista sul Risorgimento, a c. di S.Fiori, ivi, 2011 - M.Isnenghi (a c. di), I luoghi della memoria, ivi, voll.3, 2010 (nuova ed. amplia- ta; I ed.: ivi, voll.3, 1996-1997) - S.Patriarca, Italianità. La costruzione del carattere nazionale, ivi, 2010 - P.Pezzino, Senza Stato: le radici storiche della crisi italiana, ivi, 2002 - R.Romano, Paese Italia. Venti secoli di identità, Donzelli, Roma, 1997 (II ed. riv. e ampliata; I ed.: ivi, 1994)

41 6.2 Scritti su identità nazionale e carattere degli italiani (III) - R.Romano – C.Vivanti (coord.), Storia dItalia, vol.I (I caratteri originali), Ei- naudi, Torino, 1989 (I ed.: ivi, 1972) - G.Ruffolo, Un paese troppo lungo. Lunità nazionale in pericolo, ivi, 2009 - G.E.Rusconi, Se cessiamo di essere una nazione: tra etnodemocrazie regio- nali e cittadinanza europea, Il Mulino, Bologna, 1993 - Id., Patria e repubblica, ivi, 1997 - A.Schiavone, Italiani senza Italia. Storia e identità, Einaudi, Torino, 1998 - C.Tullio-Altan, La coscienza civile degli italiani. Valori e disvalori nella storia nazionale, Gaspari, Udine, 1997 - Id., Italia: una nazione senza religione civile. Le ragioni di una democrazia in- compiuta, ivi, 1995 - V.Vidotto, Italiani/e. Dal miracolo economico a oggi, Laterza, Roma-Bari, 2005 - M.Viroli, La libertà dei servi, ivi, 2010 - P.Wilson, Italiane. Biografia del Novecento, ivi, 2011

42 6.3 Testi storiografici chiave sulla storia italiana fra 1943 e 1980 - C.Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resi- stenza, Bollati Boringhieri, Torino, 1991 - S.Peli, La Resistenza in Italia. Storia e critica, Einaudi, Torino, 2004 - P.Ginsborg, Storia dItalia dal dopoguerra a oggi. Società e politica 1943-1988, Einaudi, Torino, 1989 - M.Revelli, Movimenti sociali e spazio politico, in F.Barbagallo (coord.), Storia dellItalia repubblicana, Einaudi, Torino, 1995, vol.II, tomo I, pp. 383-476 - G.Crainz, Storia del miracolo italiano. Culture, identità, trasformazioni fra anni cinquanta e sessanta, Donzelli, Roma, 1996 - Id., Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni ottanta, ivi, 2003 (2005) - Id., Autobiografia di una repubblica. Le radici dellItalia attuale, ivi, 2009 - F.Barbagallo, LItalia repubblicana. Dallo sviluppo alle riforme manca- te (1945-2008), Carocci, Roma, 2009


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