La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Magia e Superstizione.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Magia e Superstizione."— Transcript della presentazione:

1 Magia e Superstizione

2 Magia nell’antica Roma
Il pensiero e le pratiche magiche sono attestate a Roma con testi archeologici. Erano strumenti del potere sacerdotale e politico; si annoverano scritti di intellettuali che documentano processi con accusa di stregoneria, pratica dell’occulto e magia nera a danno della società. Sia nel mondo romano pagano sia in quello cristiano era considerata una devianza dalla normalità sociale.

3 I contesti magici di Roma sono da riunire in dei filoni precisi:
MAGIA ROSSA MAGIA NERA MAGIA BIANCA MAGIA VERDE MALEDIZIONI I riti e le pratiche che avevano a che vedere con il divino, il tempo e l’astronomia erano regolamentate e ammesse per i giusti fini, ma quelli legati ai demoni, spiriti o alterazioni della realtà mediante energie esterne erano severamente condannate come “reati civili e sociali”. Tuttavia la superstizione popolare, come sostengono gli autori antichi, era alimentata dal fascino e dall’ignoranza della sfera esoterica e paranormale.

4 LA MAGIA BIANCA La divinazione
La divinazione ai tempi dell’antica Roma assolveva a funzioni ben distinte e la più importante era la l’arte augurale che a quei tempi era ritenuta una vera e propria scienza. Consisteva nell’osservare gli eventi naturali dal tuono all’eclissi, il volo degli uccelli e il loro comportamento e altri fattori per poi, attraverso gli auguri, ottenere l’approvazione divina in relazione alle azioni che dovevano intraprendere capi di stato, politici e militari. Arrivavano al punto che se gli auguri risultavano negativi, sia le battaglie che le elezioni, le consacrazioni o dichiarazioni di guerra, venivano sospese e aspettavano diventassero propizie prima di intraprenderle. I sacerdoti avevano il potere di influenzare pesantemente le azioni degli uomini, dei cittadini e della politica, nonchè il destino di intere comunità. Gli auguri degli antichi romani basavano molte delle loro pratiche sulla più antica civiltà e credenze etrusche.

5 Anche Giulio Cesare era un esperto di chiromanzia.
LA CHIROMANZIA E’ l'arte di descrivere la personalità e prevedere il destino di un individuo attraverso lo studio del palmo della sua mano. Si divide in due discipline principali: la chirologia, che si occupa dello studio delle linee del palmo, e la chirognomia, che si occupa dello studio della forma della mano, analizzando le diverse linee: della vita, della fortuna,del sole, della salute, della testa,del cuore e di Venere. Anche Giulio Cesare era un esperto di chiromanzia. 5

6 MAGIA ROSSA Amatoria pocula: si chiamavano così nell’antica Roma i filtri d’amore. Erano considerati potenti veleni e il loro utilizzo malefico era già vietato nelle antiche leggi delle XII tavole. Come ci riferisce Svetonio, anche l’imperatore Caligola impazzì a causa di un filtro d’amore somministrato dalla moglie Cesonia. Il filosofo Apuleio fu invece accusato di aver circuito una ricca vedova, di circa dieci anni più grande di lui, costringendola a sposarlo grazie a un potente filtro a base di strani pesci magici.

7 Amatoria pocula Gli ingredienti delle bevande magiche erano disparati: nelle ampolle delle fattucchiere non mancavano le viscere di rana e di rospo, le piume di gufo e barbagianni, serpenti ed erbe sepolcrali. Ovidio ricorda filtri d’amore a base di vino e piretro, oppure realizzati con pepe nero e semi di ortica.

8 MAGIA VERDE Fin dai tempi più remoti la magia si serve delle piante che per essa sono uno strumento importante. Nelle piante sono presenti il bene e il male. Sin dall’antichità l'uomo si è rivolto alle piante, ha capito che in esse sono presenti delle energie che si possono opportunamente e sapientemente sfruttare. Queste energie possono essere riconosciute in quanto si esprimono creando nelle piante delle forme precise. Per questo motivo la magia e l'antica fitoterapia si basavano sulla somiglianza delle piante con parti del corpo umano, con gli animali e con tutte le forme presenti in natura. La magia non si ferma però all'analisi delle forme esteriori, ma va oltre comprendendo che la materia è il risultato e il prodotto di forze più sottili e più potenti. Anche gli odori sono una vera e propria energia, da sempre sfruttata nelle Arti magiche.

9 ERBARIO L’INCENSO (OLIBANUM) LA MENTA
E’ un validissimo supporto per qualsiasi tipo di consacrazione e purificazione grazie alle sue incomparabili virtù magiche. Propizia ogni incantesimo e pratica occulta stimolando la volontà e le facoltà psichiche dell'operatore. LA MENTA Il nome di questa pianta deriva dal nome della ninfa Mintha, amata dal Dio Ade, che per gelosia Proserpina tramutò in erba. Il suo profumo accresce la forza psico-fisica e la volontà favorendo al tempo stesso il benessere e l’ottimismo. Nell’antica Roma veniva adoperata soprattutto nei rituali di guarigione e purificazione. Questa pianta profumata è posta sotto l'influenza di Giove.

10 L’ALLORO Stimola la volontà e l’energia fisica, propiziando il successo e la riuscita. Fornisce una pozione di chiaroveggenza tra le migliori. Le sacerdotesse di Esculapio inalavano il profumo del Lauro bruciato prima di profetizzare ed effettuare viaggi fuori dal corpo. E’ posto sotto l’influenza del Sole e associato al Dio Apollo. L’ORTICA Il nome di questa pianta deriva dal latino "urere" bruciare, irritare, a causa delle sue proprietà urticanti. Le virtù protettrici dell’Ortica sono conosciute fin dall’antica Roma: per respingere un maleficio bisognava indossare un sacchetto talismanico contenente foglie e radici di Ortica. Fumigazioni di questa pianta eliminano inoltre le negatività presenti in un ambiente e allontanano i nemici.

11 Magia Nera Nel periodo antecedente alla nascita di Cristo la magia e la stregoneria erano ignote, ma si compivano rituali malefici. Ne parlava anche la “Legge dei Decemviri delle Dodici Tavole”, fatta per separare il diritto civile da quello religioso. Nell'81 a.C. fu promulgata la “Lex Cornelia de sicariis et veneficiis”, voluta da Silla. Con essa si cercava di porre rimedio alle pratiche di magia bassa e ad avvelenamento, aborto e assassinio per stregoneria, condannando i colpevoli alla crocifissione o a finire nell'anfiteatro con i leoni.

12 MALEDIZIONI Nell'antica Roma veniva praticata solo la defissione, maledizione descritta dallo storico Plinio il Vecchio. Si praticava scrivendo su una lamina di piombo il nome della persona da maledire e la disgrazia che gli si voleva augurare; in seguito si arrotolava questa lamina, la si chiudeva con un chiodo e la si poneva in una buca che si credeva potesse comunicare con gli Inferi. Oltre alla perfetta messa in opera della maledizione veniva anche intrapresa un’azione maggiormente persuasiva, e cioè una violenza fisica, magari spinta fino al delitto.

13 stregoneria La nostra parola “strega” deriva dal latino strix, strige; indicava un uccello dall'aspetto orrendo, con artigli taglienti, becco affilato a forma di uncino e seni simili a quelli femminili, contenenti una sostanza velenosa che i mostri davano ai neonati per ucciderli. Una variante del loro comportamento, come sosteneva anche Ovidio, era di succhiare il sangue dei bambini. I problemi per maghi e stregoni cominciarono quando il Cristianesimo fu imposto come unica religione ufficiale da Teodosio; furono infatti proibiti riti pagani, sacrifici agli dei, ingresso nei templi, divinazione, necromanzia e magia. ll Cristianesimo dovette fare i conti con le divinità, i riti e le usanze locali: in particolare nelle aree rurali, le credenze popolari e le tradizioni magiche esistevano da secoli.

14 STREGHE TRIVIA È la dea-strega accostata a cani paragonabili ai fantasmi notturni che si credeva l’accompagnassero durante le sue apparizioni e potevano portare l’uomo alla pazzia. CERERE era la divinità della terra e della fertilità, tutelava i raccolte le nascite. Si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi. Era rappresentata come una matrona severa e maestosa con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro di grano e di frutta nell'altra.

15 LA SUPERSTIZIONE Gli antichi romani vivevano immersi nella superstizione: era presagio di sventura se un cane nero entrava in casa, o una serpe cadeva dal tetto nella corte, se una trave di casa si spaccava, se si rovesciava vino, olio, acqua; se si incontravano muli carichi di ipposelino, erba che era ornamento dei sepolcri; se un topo faceva un buco in un sacco di farina. Peggio se un simulacro divino sudava sangue, se dei corvi beccavano l’immagine di un dio…

16 I LEMURES I Lemures sono gli spiriti dei morti, anime che non riescono a trovare riposo a causa della loro morte violenta. Secondo il mito tornavano sulla terra a tormentare i vivi, perseguitando le persone sino a portarle alla pazzia. Si credeva che queste creature vagassero senza posa per le strade come anime in pena, in una sorta di limbo dopo una morte prematura o violenta. Per tenere lontani questi spiriti erano state istituite delle feste chiamate Lemuria, che ricorrevano il 9, 11 e 13 maggio: il rituale prevedeva che il Pater familias gettasse alle sue spalle alcune fave nere recitando per nove volte le parole “le gitto e me redimo e i miei con queste fave. Ombre degli avi uscite.”

17 LE DATE I romani ritenevano nefasto sposarsi nel mese di maggio, perché, come dice Plutarco, esso era dedicato alla cerimonia di purificazione più importante dell’anno, quella degli Argei, bianchi fantocci che venivano gettati nel Tevere; Consideravano non fausti il secondo giorno del mese, le none (quinto o settimo), le idi (tredicesimo o quindicesimo); ritenevano favorevoli i numeri dispari, specialmente il tre ed i suoi multipli, al contrario di quelli pari. Il tredici settembre, nel tempio capitolino, presso la cella di minerva, piantavano un chiodo credendo che con questo gesto si potesse evitare che eventi rovinosi, quali una carestia, inondazioni o un’ epidemia, potessero colpire la comunità.

18 IL NUMERO 17 Anche la nostra diffidenza nei confronti del numero 17 proviene dall’antica Roma. Dal punto di vista matematico il 17 è il numero che segue il 16, che era considerato il numero perfetto, in quanto risultato dell’elevamento alla quarta di 2. L’elemento aggiunto era considerato un elemento di disturbo, di squilibrio, pertanto negativo. Inoltre a Roma, seguendo il sistema di scrittura dei numeri allora in uso, il 17 si scriveva XVII, che anagrammato si può leggere VIXI, cioè vissi, ho vissuto, al passato e non nel tempo Presente.

19 AMULETI MAGICI Numerosissimi e di varia natura ed aspetto gli amuleti, capaci di preservare dalle malattie e dai malefici e di stornare i cattivi influssi. La maggior parte degli amuleti in pietra e in metallo veniva portato sotto forma di gioielli ed ornamenti da collo come collane o pendenti, oppure come braccialetti ed anelli. Erano soprattutto diffuse le Lunule e i Crepundia, medaglioni-sonagli di varia forma, che si appendevano al collo dei bambini per tenere lontani i demoni con il suono delle pietruzze in essi contenute. Le pietre preziose hanno, ciascuna, una specifica valenza magica e campo d’applicazione. Per esempio, come afferma anche Plinio, l’agata sarebbe efficace contro i morsi di ragni e scorpioni, l’ametista preserverebbe dall’ebrezza, lo smeraldo allontanerebbe le tempeste e preserverebbe dai veleni.

20 I FUNERALI Il pater familias veniva chiamato al capezzale al capezzale del moribondo. I funerali delle persone eccellenti venivano affidati ai Libitinarii.Vi erano delle processioni pubbliche dove i partecipanti indossavano maschere con le fattezze del defunto. Al termine della processione, quando il corteo giungeva al foro, veniva pronunciata la Laudatio funebris del defunto. Mimi,danzatori, prefiche venivano assunti dalle imprese funebri per prendere parte ai funerali.

21 RITI FUNERARI Nove giorni dopo la sistemazione della salma, avvenuta mediante seppellimento o cremazione, veniva data la coena novendialis in occasione della quale veniva versato del vino sulla tomba o sulle ceneri, in questi giorni la casa era considerata funesta e veniva ornata di rami di cipresso o tasso affinchè i passanti fossero avvertiti. Alla fine la casa veniva purificata dal fantasma del defunto.

22 SUPERSTIZIONE E ANIMALI
IL PORCOSPINO Plinio ci riferisce che era in grado di scagliare come frecce magiche i propri aculei per difesa, mentre era inseguito o lottava. LA CORNACCHIA Incarnava la fedeltà; veniva perciò donata alla coppia di sposi e rappresentava la vita stessa. Si credeva fosse il messaggio del mondo degli Spiriti e che potesse cambiare forma quando desiderasse. Era veggente e si sperava che mangiandone il cuore si acquisissero i suoi poteri profetici.

23 IL GATTO Avendo aura soprannaturale e prediligendo la vita notturna, si pensava predicesse catastrofi o pericoli come terremoti. Fu evitato e perseguitato anche perché era l’animale di streghe e sibille. LA CIVETTA Uccello profetico sacro ad Atena, simbolo della saggezza. Si credeva che il suo lugubre verso annunciasse l’ingresso della morte.

24 Il lupo Ambivalente era il rapporto con il lupo, che da un lato era datore di vita e di fecondità (la lupa che nutre i gemelli Romolo e Remo; la barba di lupo che si attaccava dietro la porta per salvarsi dai sortilegi), dall’altro è legato al mondo degli inferi, alla violenza, alla malvagità. C’era la credenza nella possibilità che alcuni uomini potessero trasformarsi in lupi e di notte andassero a seminare morte e terrore negli ovili. Tali esseri (versipelles, cioè capaci di mutare, di trasformarsi, o anche lupi hominari, da cui “lupi mannari”) sono descritti da vari autori, come Ovidio, che nelle sue “metamorfosi” narra la trasformazione di Licaone, re di Arcadia, il quale, in onore di Zeus, uccise un giovinetto e si cibò delle sue carni.

25 THE END!

26 Questo progetto è stato presentato da
Giulia Perrotta Eleonora Natale VALENTINA CARLETTI Sara Iacovetti Myriam Mont


Scaricare ppt "Magia e Superstizione."

Presentazioni simili


Annunci Google