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Implicature.

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Presentazione sul tema: "Implicature."— Transcript della presentazione:

1 Implicature

2 Detto I N T E N Z I O N A L I T A’ D e t t o
D e t t o n o n - d e t t o Significato Implicato Non convenzionale Significato convenzionale Significato Implicato Convenzionale Presupposizioni Pragmatica delle Inferenze suggerite Semantica delle Condizioni di verità

3 Condizioni per delimitare ciò che è esplicitamente detto
È detto ciò che è disponibile senza sforzo, sulla superficie del discorso È detto ciò che può essere messo in discussione, criticato e rifiutato facilmente

4 Implicature vs presupposizioni
Diversamente dalle presupposizioni, le implicature non hanno la natura di uno sfondo dato per scontato, ma aggiungono una informazione, che corregge o sostituisce quelle fornite esplicitamente dal testo. Diversamente dalla presupposizione, l’implicatura non coincide mai con qualcosa che il testo, nello stesso segmento testuale che attiva l’implicatura, formula anche esplicitamente. La presupposizione economizza, le implicature arricchiscono: completano, complicano, colorano, sfumano Le presupposizioni ricattano tacitamente l’interlocutore, le implicature lo seducono, inducono il ricevente a recuperare il messaggio anziché imporglielo. (Sbisà 2007)

5 Implicatura convenzionale
rivela qualcosa che non viene detto ma fatto intendere utilizzando convenzioni linguistiche Legata all’impiego di certe parole, dotate di più significati (es.: “e”, con valore di congiunzione e di avversativo: E proprio tu me lo dici? E sai che sforzo! Altre implicature convenzionali: cioè, infatti, quindi, ma Poveri ma belli Implicatura conversazionale rivela qualcosa che non viene detto ma fatto intendere utilizzando il contesto della conversazione Occasionale, legata al contesto di enunciazione Ha origine nei principi generali che regolano l’interazione comunicativa Minimalismo semantico

6 Grice, Logic and Conversation, 1967 (trad. it
Grice, Logic and Conversation, 1967 (trad. it. in Gli Atti linguistici, a cura di M. Sbisà, Feltrinelli, 1978, pp ) Il significato è un’intenzione complessa del parlante e comprende sia il dire che l’implicare L’implicatura è sostanzialmente un significato (un’intenzione comunicativa) aggiuntivo rispetto a quanto viene detto esplicitamente, cioè rispetto alla componente vero-condizionale dell’enunciato Con le indagini sulle implicature, Grice va oltre il problema del significato come condizione di verità, fino a comprendere nella teoria del significato anche gli aspetti pragmatici.

7 Cosa vuol dire comunicare?
Produrre intenzionalmente certi effetti (credenze e azioni) su qualche altro essere umano, e far sì che il destinatario riconosca le intenzioni comunicative dell’emittente. E’ essenziale che l’intenzione del parlante sia riconosciuta dall’interlocutore: raggiungere lo stato di conoscenza reciproca di una intenzione comunicativa è essere riusciti a comunicare (Bazzanella 2005:171) La comunicazione è per Grice essenzialmente la produzione intenzionale e razionale da parte di un emittente di credenze e azioni in un destinatario (Cosenza 1997: 12)

8 Logica della conversazione (Grice)
Intenzione riflessiva Parlante A Ascoltatore B Comprensione: riconoscimento delle intenzioni di A

9 Significato e intenzionalità
Significato del parlante (Snn): BY AX Con l’espressione x A intende indurre in B la credenza y attraverso il riconoscimento da parte di B della intenzione di A: Quando un parlante dice qualcosa dotato di senso, intende produrre un effetto, una credenza in chi lo ascolta e far sì che chi lo ascolta riconosca che il parlante intende produrre tale effetto.

10 Significato naturale e non naturale
Significato naturale: prodotto non intenzionalmente Es. rosso di sera…, orme, sintomi Significato non naturale (convenzionale): prodotto intenzionalmente Es. bandiera rossa sulla spiaggia, campanello di chiamata, discorso ecc.

11 Significato dell’enunciato e significato del parlante
Distinzione tra ciò che l’enunciato dice e ciò che il parlante implica usando quel determinato enunciato in quel determinato contesto. Il significato dell’enunciato è una questione semantica, e si ottiene combinando il significato degli elementi sulla base di regole sintattiche Il significato del parlante è tutto ciò che il parlante potrebbe voler dire con il suo proferimento, ed è una questione pragmatica.

12 Significato letterale e non letterale
Significato letterale: convenzionale (piano semantico) Significato non letterale: non convenzionale, dipendente dal parlante e dalla situazione enunciativa (piano pragmatico) Analisi dell’implicito, del non-detto: come si può calcolare il significato del parlante e di ciò che si vuole intendere quando non coincide con il significato dell’enunciato e con ciò che si dice? Come si possono riconoscere le intenzioni del parlante in un quadro di razionalità?

13 Principio di cooperazione
Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato. Presupposto: condivisione di uno scopo La conversazione è un’attività sociale regolata, basata sul principio di cooperazione e il possesso di uno scopo comune (Grice, Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato e comunicazione, il Mulino, 1993; ed. or. 1989) Venier, Il potere del discorso,2008:41: «Come non vedere nel principio di cooperazione di Grice una generalizzazione a tutti i tipi di conversazione dell’accordo preliminare che è per Perelman garanzia del discorso retorico?»

14 Massime conversazionali
Quantità Dai un contributo tanto informativo quanto è richiesto Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto Qualità Tenta di dare un contributo che sia vero Non dire ciò che credi falso Non dire ciò di cui non hai prove adeguate Relazione Sii pertinente Modo Sii perspicuo: Evita l’oscurità di espressione Evita le ambiguità Sii breve Sii ordinato nell’esposizione

15 Pragmatica e retorica Nelle massime si ritrovano le nozioni proposte dalla retorica classica come requisiti di una comunicazione efficace: la prima è l’equivalente del quantum opus est e del quantum satis est; la seconda allude alla verosimiglianza della retorica classica; la terza era stata sviluppata dalla retorica classica nelle casistiche relative alla narrazione e alla argomentazione: non divagare (anche se le digressioni sono parte delle strategie retoriche centrate sul mantenimento dell’attenzione) relativamente alla quarta, gli accostamenti sono molti: la perspicuitas era considerata una delle virtù dell’eloquenza, così la brevitas (figura di pensiero); la dispositio si occupa dell’ordine del discorso; sull’ambiguità gli antichi retori hanno molto discusso (Mortara Garavelli, Manuale di Retorica, il Mulino, 1994, pp ). Su pragmatica e retorica: F. Venier, Il potere del discorso, Retorica e pragmatica linguistica, Carocci, 2008

16 Relazione e pertinenza
Sperber e Wilson considerano sufficiente la massima di Relazione, fondata sul principio di Pertinenza. Tale principio sarebbe innato e verrebbe seguito automaticamente dalla mente, che tende a processare tutti gli stimoli che riceve per ricavarne il massimo di informazione con il minimo sforzo. Critiche di Sbisà a questo appiattimento delle massime, che riduce le strategie argomentative a supporto degli impliciti. La teoria di Sperber e Wilson è una teoria cognitiva della comprensione, una ipotesi sul funzionamento effettivo della mente Quella di Grice è una ricostruzione razionale dei percorsi di comprensione, che si interroga sulla legittimità di certe attribuzioni di senso implicito e sui modi a disposizione del parlante per giustificarle.

17 Punti di orientamento in una interazione cooperativa e razionale
1. Quantità: ci si aspetta un contributo alla interazione commisurato alla richiesta (né più né meno); 2. Qualità: ci si aspetta un contributo autentico, non falso, menzognero; 3. Relazione, connessa al grado di congruenza fra i contributi: ci si aspetta un contributo pertinente alla fase della interazione; 4. Modalità: ci si aspetta che il contributo sia esplicito, eviti ambiguità, confusioni.

18 Possibili violazioni delle massime
Non esplicita (intenzione di ingannare) Uscita esplicita dal raggio di azione della massima e del principio di cooperazione (es. “questo è tutto quello che posso dire”) Conflitto tra il rispetto di una massima (ad es. della Quantità) e quello di un’altra (ad es. del Modo): tra richiesta di esaustività e criterio di economicità Ostentazione della violazione: implicatura conversazionale, tipo di inferenza intenzionale, esterna al contenuto semantico dell’enunciato.

19 “…l’ambizione fondamentale di Grice è quella di rendere conto in un’unica teoria complessiva e sistematica sia del modo in cui le intenzioni dei singoli individui entrano in gioco nella comunicazione, sia del modo in cui questa è determinata da convenzioni e pratiche regolari.” (Cosenza, Intenzioni, significato, comunicazione, 1997: 13)

20 Implicature convenzionali

21 Si tratta di impliciti già cristallizzati nell’uso di certe espressioni, che non richiedono, per essere capiti, l’assunto che il parlante stia uniformandosi al principio di cooperazione. Sono attivati da inferenze agganciate alla semantica, alla comprensione del significato. La presenza di alcune parti del discorso obbliga il destinatario a ricostruire la parte mancante della sequenza.

22 Connettivi Rapporti di equivalenza (coreferenza, sinonimia e parafrasi) e di esemplificazione Rapporti di spiegazione (causale o motivazionale) e di conseguenza logica Rapporti di obiezione e contrapposizione

23 Rapporti di equivalenza ed esemplificazione
Cioè per esempio Insomma: Il primo dato […] emerge dalla “scala dei valori” del campione interrogato. Al primo posto trionfa la famiglia (83,1%). Seguono l’amore (81,9%), l’amicizia (76,1%), la libertà e la democrazia (62,5%). Il sesso si attesta soltanto al quinto posto (57,3%). Insomma questi ragazzi non sognano avventure ed esperienze spericolate, ma un focolare confortevole con tivù e stereo in salotto e angolo cottura.

24 Rapporti di spiegazione
Ambiguità delle spiegazioni, che possono servire a fornire: un sapere su cause e ragioni di uno stato o di un evento Una motivazione o giustificazione di un proprio atto linguistico. Le motivazioni e le giustificazioni possono essere basate su: Preferenze psicologiche Relazioni causali Relazioni di conseguenza logica.

25 Infatti: In questa fine millennio […] sembra cambiare anche il clima. Infatti, la chimica della troposfera si sta modificando > il fatto che il clima sembra cambiare è causato dal fatto che la chimica della troposfera si sta modificando. CdS , p. 14 La cancellazione del contratto ha gettato nel panico la provatissima signora Sinclair, uscita giovedì dall’udienza in tribunale sorretta dalla figliastra Camille. La giornalista televisiva, moglie del politico francese, in questi giorni è stata infatti costretta a fare la spola tra tribunali, avvocati, immobiliaristi e banche.

26 Pertanto, dunque segnalano rapporti di spiegazione, causale oppure logica
Nell’enunciato: “È inglese, quindi è coraggioso” La corretta interpretazione del “quindi” obbliga a ricostruire la parte mancante della sequenza: “tutti gli inglesi sono coraggiosi” (doxa) Le leggi romane vietavano alla nobiltà di dedicarsi al commercio […] Questi mestieri dunque venivano esercitati da un’altra classe: i cavalieri.

27 Rapporti di obiezione e di contrapposizione
Ma con funzione controargomentativa (Ducrot 1972): ciò che viene dopo il ma va in una direzione opposta a quella che ci si aspetta Ma spinge a ricostruire uno scenario argomentativo in cui l’enunciato potrebbe funzionare come obiezione. Analoghi a ma: però, tuttavia

28 Es. (Antelmi): La ragazza di Marco è bella ma intelligente
Giulio è ricco ma generoso Senza esplicitarlo il ma implica nel primo caso che le ragazze belle sono stupide, nel secondo che i ricchi sono avari IL Giornale p. 4, T: Ma sono gli industriali a dover fare di più p. 7, T: Ma così moriremo democristiani

29 L’implicatura convenzionale può derivare da una implicatura conversazionale.
Esempio: l’uso avversativo della congiunzione e scaturisce dal fatto di utilizzarla al posto dell’avversativo ma oppure della semplice enunciazione in sequenza di due eventi. Se sottolineo con un elemento linguistico la concomitanza temporale è perché ho lo scopo di metterla in risalto. Vedi anche il caso di mentre (dal valore temporale al valore avversativo). Sta piovendo e non ho l’ombrello E le stelle stanno a guardare E il pompiere levò le braccia verso il cielo (CdS , T) E Giuliano pensa allo sprint finale (RE, , p. 9) E ora nelle città brillano “le 5 stelle” (RE, , p. 12)

30 Altri esempi Arriva la guerra atomica e noi pensiamo al Trota (A.Socci, «Libero», ) Una vita di tragedie / “Ma il tempo è dalla mia” («La Stampa», ) T. Giudici e politici: “E’ stato fatto il possibile / ormai sappiamo tutto” St. Ma il Gip Salvini è stupito: hanno assolto un reo confesso («La Stampa», ) Ma ora l’approvazione del patto è a rischio persino in Germania («L’Unità», ) Ma dentro le carte c’è la verità storica sulla tragedia della tensione («L’Unità, ) Ma a cavalcare la tigre antipolitica cominciò il Pds (E. Macaluso“L’Unità, , p. 17)

31 E e Ma all’inizio del titolo
E quella notte scomparve l’Urss Ma la Borsa argentina vola (La Repubblica ) Ma i falchi del Cavaliere ora agitano lo spettro del ‘94 (la Repubblica, ) E lunedì scioperano i bancari E adesso si salvi chi può (Il manifesto ) E in Italia vacilla il secondo pilastro (La Repubblica, Affari e finanza ) Ma in questa crisi ha fallito lo Stato

32 Per Piazza della Loggia come per Piazza Fontana non ci sono responsabili / eppure i documenti processuali raccontano protagonisti e dinamiche di quanto accaduto in Italia in quegli anni e i pian segreti per stabilizzare terrorizzando («L’Unità», )

33 Implicatura generalizzata
Sono indipendenti dal contesto Tra la quantificazione universale (tutti) e quella esistenziale (alcuni, certi) più informativa è la prima: Se è vero che Sono tutti bravi E’ vero anche che Alcuni sono bravi Tuttavia il ricorso al quantificatore esistenziale implica la negazione della prima Alcuni sono bravi Dunque: non tutti sono bravi Articolo indeterminativo “un” implica che ciò cui si riferisce l’articolo non è identificabile. L’implicatura è che il parlante che usa “un” non è in condizioni tali da poter essere specifico: mancata soddisfazione della prima massima della Quantità.

34 Implicature conversazionali

35 Inferenze prodotte dagli interlocutori a partire dal presupposto del rispetto del principio di cooperazione e delle massime conversazionali: quando le massime non vengono rispettate, gli ascoltatori ricercano un livello più profondo sulla cui base, con un procedimento inferenziale, poter calcolare il significato inteso dal parlante (significato occasionale). Diversamente dalle implicature convenzionali, attivate da meccanismi semantici, le implicature conversazionali sono attivate da meccanismi pragmatico-retorici. Secondo Venier (Il potere del discorso. Retorica e pragmatica linguistica, Carocci, 2008:40) la teoria dell’implicatura “potrebbe essere riletta come teoria del recupero delle parti non esplicite dell’entimema”.

36 Implicature di prevenzione
Le implicature di prevenzione si attivano di fronte al fatto che il parlante ha detto qualcosa ma quanto detto è apparentemente in contrasto con il contesto del discorso, incoerente o contraddittorio (casi diffusi negli usi quotidiani). Es. A. Dov’è Carlo? B. C’è una VW gialla davanti alla casa di Anna (Levinson 1985:114) La risposta di B è apparentemente incoerente (violazione della massima della relazione), ma segnala un intento cooperativo: rispondere pur non possedendo informazioni sufficienti. Secondo Sbisà queste implicature sono più frequenti nei testi informativi.

37 Implicature di riparazione
Le implicature di riparazione sono attivate quando il parlante “fa mostra di dire qualcosa”, ma lo fa attraverso una violazione ostentata della massima conversazionale -> es. Tropi Secondo Sbisà queste implicature sono più frequenti nei testi letterari e poetici.

38 Implicature e figure retoriche
La riflessione sul detto non-detto consente di spiegare anche la figuralità come ostentazione di un non dire, mette in luce cioè la funzionalità argomentativa delle figure Tautologia, ironia, metafora, litote, eufemismo, e iperbole (tutte tropi, cioè trasferimenti di significato da un elemento a un altro) possono essere rilette in termini di implicatura. Se non si può immaginare un grado zero del nostro dire, rispetto a cui la figuralità sarebbe una sorta di sovrastruttura, il funzionamento delle figure può essere però spiegato in base a una competenza strutturata secondo regolarità che definiscono e delimitano il campo operativo del parlante e l’orizzonte di attesa dell’ascoltatore, consentendo così di marcare lo scarto, che dipende sempre da testo e contesto.

39 Implicature connesse alla massima di Quantità
1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto 2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto

40 1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto
Di fronte a un enunciato che presenta un basso grado di informatività, ci si chiede se e a quali condizioni l’informazione fornita può essere considerata sufficiente, e altrimenti perché il parlante si è limitato a fornire informazioni in quella quantità.

41 All’Onu si era rivolto sabato anche il capo del Fronte di salvezza islamico (Fis, illegale) algerino, Abassi Madani, che ha fatto sapere di essere pronto a lanciare “immediatamente” un appello perché si ponga fine alla violenza in Algeria. Punta l’attenzione su una fase dell’agire solo preparatoria (vedi analisi semiotica): l’effettiva esecuzione non è inclusa e viene implicato che non ha ancora avuto luogo.

42 […] in Francia […], antichi vulcani, attivi circa un milione di anni fa, hanno dato origine a una catena di rilievi tondeggianti, chiamati Pays[…] Non specificando se i vulcani attivi un milione di anni fa sono attivi tuttora, si comunica implicitamente che tali vulcani non sono più attivi. G. Ferrara, «Il Giornale», “Di Rosa Russo Jervolino so poco. So quanto basta” Davide Boni, intervistato a «Radio 24», , h 8,20 D: Speranze di vittoria, ci sono? R: Guardi, noi abbiamo l’indicazione di portare la partita fino in fondo

43 Tautologia La tautologia (“la guerra è guerra”) è totalmente non informativa, perciò è una evidente violazione della massima della Quantità. È dunque informativa a livello di ciò che si implica, e il fatto che l’ascoltatore identifichi il loro contenuto informativo a questo livello dipende dalla sua abilità di spiegare il fatto che il parlante abbia selezionato questa particolare tautologia. R. Zaccaria, «L’Unità», Poi le elezioni sono andate come sono andate.

44 Litote Litotes = semplicità, diminuzione, attenuazione. Finge di indebolire l’espressione per renderla più forte e perché dice il meno per intendere di più (es. Sono un po’ stanco, per “sono sfinito”). Già Fontanier (Le figure del discorso, ) descriveva la litote come “l’arte di mostrare di attenuare, mediante l’espressione, un pensiero di cui si vuole conservare tutta la forza. Si dice meno di ciò che si pensa; ma si farà intendere più di quanto si dica”. La forza di cui parla Fontanier è l’eccedenza di senso, il plusvalore comunicativo, che caratterizza il livello retorico dell’enunciazione. (Mortara Garavelli, Manuale di retorica, il Mulino, p. 179). Implicatura di riparazione. La litote è violazione sia della massima della Quantità che della massima della Qualità. L’esempio di Grice è “Sapendo che un tale ha spaccato tutti i mobili, dire di lui “Era un po’ brillo”

45 Belpietro, «Libero», Il governo non attraversa uno dei suoi periodi migliori, come sempre accade ad un esecutivo a metà legislatura, quando è esaurita la luna di miele e gli elettori ancora non vedono gli effetti delle decisioni prese (Litote+presupposizioni). Paolo Rodari,« Il Foglio», , p. 5 La notizia non è di poco conto (litote). La comunità cistercense, infatti, è una presenza storica a Roma (implicatura convenzionale) […] +Tematizzazione esplicita della violazione della massima della Quantità: […]C’è un dispaccio vaticano che parla di «problemi nella conduzione della comunità». Mentre diverse voci anonime riferiscono di rapporti di amicizia «non del tutto ortodossi» tra alcuni monaci. Che può significare tanto ma anche nulla

46 Implicature associate alla negazione (di prevenzione)
Casi in cui si può essere incerti se il riferimento corretto sia alla Quantità o alla Relazione: un enunciato negativo, per risultare pienamente cooperativo, deve giustificare la sua pertinenza oppure riscattare il suo scarso grado di informatività. Dal punto di vista di chi è in cerca di informazioni sul mondo, un enunciato negativo non dà la quantità di informazione desiderata, a meno che non lo si possa integrare con una opportuna implicatura di prevenzione che potrà prendere due direzioni: Giustificare il fatto che l’informazione richiesta è proprio quella negativa (perché le circostanze richiedono di escludere una ipotesi piuttosto che di affermarne un’altra) Suggerire una alternativa positiva allo stato di cose negato (che tipicamente consisterà nella affermazione dello stato di cose contrario)

47 Interpretazione alla luce della massima della Relazione: l’enunciato negativo comunica implicitamente che l’ipotesi negata deve essere in qualche modo saliente e suggerisce anche perché (per esempio, perché qualcuno l’ha avanzata). Sette bambini e un impero come quello pilotato dal marito Steven Spielberg, che la rende partecipe di ogni decisione, non impediscono a Kate Capshaw, 46 anni, di avere una vita autonoma.

48 2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto
2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto. La quantità di informazione fornita non deve essere eccessiva rispetto agli scopi della comunicazione: Es. Sbisà, p. 137: Sparta era governata da un’aristocrazia di guerrieri che sfruttavano il lavoro di popolazioni locali ridotte in servitù, gli iloti. - > L’aristocrazia di guerrieri che governava Sparta non era locale. Anche il riferimento all’etnia nel caso di attori criminali può attivare l’implicatura che i cittadini provenienti da un certo paese siano tendenzialmente criminali

49 Pleonasmo La massima della Quantità viene violata anche dal pleonasmo, ridondanza stilistica retoricamente marcata: distrae l’attenzione e complica il discorso con il rischio di renderlo equivoco (Se a me mi cambia l’editore, a me non me ne importa nulla: da un intervista televisiva a Montanelli, , cit. in Mortara Garavelli 1988:297) Spesso associato al DIL (La Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene). Analoga al pleonasmo è la perissologia: l’enunciazione sovrabbondante e superflua di informazioni già espresse o implicate dal senso di ciò che si sta dicendo, perifrasi che fa zavorra, ridondanza che disturba la comunicazione invece di favorirla. Come amplificazione stilisticamente e semanticamente giustificata, la perissologia si manifesta in figure della sinonimia e dell’accumulazione (Mortara Garavelli, 1988:121-2)

50 Implicature secondo la Qualità
La massima della Qualità può essere violata in molti modi: Se l’informazione fornita non può essere ritenuta attendibile perché non appare giustificata (con prove o ragioni adducibili a sostegno) Se il contributo si presta a una interpretazione contraddittoria ed è impossibile costruire un quadro coerente della informazione fornita Se c’è il sospetto che il parlante non eviti con sufficiente rigore di dire cose che ritiene false La comprensione cooperativa legge cooperativamente le potenziali contraddizioni, in modo che non risultino tali.

51 Delegare una enunciazione a un’altra fonte enunciativa implica una violazione della massima della Qualità (che attiva implicature di prevenzione). Ad esempio nelle recensioni di un libro, di un film, di uno spettacolo: “Al pubblico è piaciuto” (implicatura: “non del tutto a me”): il distanziamento dalla responsabilità enunciativa implica che non condivido pienamente il giudizio. Interpretabile anche come enallage: sganciamento dell’origine deittica dalle coordinate personali e spazio-temporali. Ma la violazione può essere interpretata anche come indicativa di una scarsa autoconsiderazione dell’enunciatore, che non ritenendosi sufficientemente competente, delega il parere a un esperto, al pubblico ecc.

52 La metafora Es. di Sbisà:
Si basa sullo sfruttamento della massima della qualità, in quanto comporta una falsità categoriale (che attiva implicature di riparazione). Es. di Sbisà: […] l’asimmetria è presente anche nelle particelle elementari […] tanto che Chien Shiung Wu, fisico di notevole valore che lavora alla Columbia University, ha commentato che Dio dev’essere mancino. L’enunciato Dio dev’essere mancino viola la massima della Qualità e dunque va interpretato in modo metaforico. Scalfari su RE, […] la fascinazione mediatica del Cavaliere di Arcore è ormai diventata una logora liturgia che non riesce più a sedurre i fedeli ormai in libera uscita.

53 Paolo Rodari, «Il Foglio», 21.5.2011, p. 5
Di certo c’è un fatto: non era tutto oro quello che brillava attorno a Simone Fioraso. Paradosso: un fatto certo viene presentato attraverso una metafora

54 L’ironia Grice colloca l’ironia tra le violazioni della massima della qualità Si tratta anche di una forma di disconferma, di svalutazione della parola altrui Va ricondotta al fenomeno della polifonia: presenza nello stesso enunciato di due voci, di cui una si oppone all’altra (Mizzau, L’ironia. La contraddizione consentita, Feltrinelli, 1984).

55 «Il Foglio», 3.5.2011, Andrea’s Version
Avranno anche restituito un po’ di orgoglio all’America, ridato ossigeno all’amor proprio, sollevato entusiasmi, avranno pure messo la parola fine a quello che dopo l’11 settembre sembrava un incubo inafferabile. Avranno forse dimostrato che le barbe finte della Cia sanno ancora combinare qualcosa e saranno riusciti, probabilmente, a convincere i più scettici che doveva pur esistere qualche motivo, se nemmeno Obama aveva accettato di chiudere Guantanamo. Potrà avere talune ragioni anche Hillary Clinton, a dire che Bin Laden era altresì un mortale nemico dell’Islam, e a sostenere che la storia dovrà ricordarsi di come il principale tra i terroristi sia stato tolto dalla scena “mentre nel mondo arabo avanzavano le richieste di libertà e di democrazia”. Sarà tutto vero, tutto giusto, tutto soddisfacente e sarà quindi inevitabile che, da sinistra a destra, tutti, ma proprio tutti, applaudano. Noi vorremmo semplicemente far notare, dopo l’animata discussione cui abbiamo assistito, che quei crumiri dei Navy Seal hanno lavorato il 1° maggio.

56 S. Rodotà, RE, Sia lode al presidente del Consiglio. Con la disinvoltura che lo contraddistingue ha svelato le vere carte del governo sul nucleare, carte peraltro niente affatto coperte.

57 N. Porro, Il Fatto, Bertelli solo pochi mesi fa consegnava ad Aldo Cazzullo, sul Corriere della sera, alcune considerazioni che riportiamo: «L’impresa deve insegnare a collaboratori e dipendenti l’appartenenza, a essere compartecipi di un processo che porta risultati, che mantiene famiglie, cha manda bambini a scuola, che trasmette l’orgoglio di far parte di un Paese. La politica deve ricreare le condizioni dell’appartenenza, che sono fondamentali per chiunque: l’identità italiana, il rischio d’impresa, lo sviluppo, la ricerca». Belle parole, non c’è che dire. Magari, sapendo che si stava preparando a vendere un quinto della propria azienda ai cinesi, per spuntare legittime condizioni e prezzi migliori, la pappina sull’«orgoglio del paese», l’«identità italiana» poteva risparmiarcela.


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