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Guido Vallino urbanista, libero professionista

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Presentazione sul tema: "Guido Vallino urbanista, libero professionista"— Transcript della presentazione:

1 Guido Vallino urbanista, libero professionista
Il sistema economico locale: analisi delle caratteristiche e delle prospettive dell’economia novarese salone C.C.I.A.A., Novara, 21 giugno 2002 Lo “spazio” economico-territoriale nel processo di decentramento amministrativo La “strutturazione” territoriale della Provincia di Novara Guido Vallino urbanista, libero professionista

2 Lo “spazio” economico-territoriale nel processo di decentramento amministrativo
1. Alcune considerazioni sul “contesto di riferimento” 2. Le principali caratteristiche del processo di decentramento amministrativo in atto 3. Il “territorio” nel processo di decentramento amministrativo in atto 4. Attività economico-produttive e decentramento amministrativo 5. Una esemplificazione: la definizione di ambiti per la programmazione economico- territoriale con valenza “amministrativa” in Provincia di Novara

3 Alcune considerazioni sul “contesto di riferimento”
il fenomeno della c.d. “globalizzazione” dell’economia, ha generato una frattura crescente tra “ambito e contenuto” dei poteri di intervento dello Stato, da un lato, e la rilevanza ormai trasnazionale dell’economia dall’altro viene sempre più considerato quell’insieme di “costi” riconducibili da un lato alla “quantità e qualità” delle “regolamentazioni pubbliche dell’economia”, dall’altro alla complessità degli “adempimenti burocratici” ad influire sulle politiche di investimento oltre alle cosiddette “diseguaglianze economiche”, incidono sempre più i c.d. “dislivelli di statalità”. in questo quadro, il peso e la forza del governo locale, oltre a risultare assai limitato, rischia di essere sempre più “spiazzato” diviene quanto mai strategica l’assunzione, in sede locale, di una “chiara progettualità” ottenuta con un’applicazione coerente del metodo degli accordi e dell’intesa tra differenti istituzioni e/o competenze

4 Le principali caratteristiche del processo
di decentramento amministrativo in atto La c.d. “riforma Bassanini”, avviatasi con la legge n° 59 del 15/3/97, e più in particolare con il D.Lgs. n° 112 del 31/3/98, vede espressamente affermati i principi di “efficienza ed economicità” dell’azione amministrativa; si pone l’obiettivo di conseguire il “massimo decentramento ammissibile a costituzione invariata”; criterio direttivo ed ispiratore di questa complessa operazione di riforma, è il principio di “sussidiarietà” intesa sia in senso verticale che orizzontale quindi non solo “delegificazione” (si veda l’emanazione di numerosi “testi unici”) e “semplificazione” dei numerosi adempimenti burocratici ma anche “deamministrativizzazione” (soppressione di organi e di procedimenti amministrativi) e “liberalizzazione” (sostituzione di provvedimenti espressi con il c.d. “silenzio-assenso” o con l’istituto della “denuncia di inizio attività”), con la valorizzazione delle c.d. “autonomie funzionali”

5 Il “territorio” nel processo di decentramento amministrativo in atto
La salvaguardia dell’ambiente, in un’accezione più vasta del “territorio”, è inserita quindi tra i valori che rappresentano “limite” ed al contempo “orientamento” al progresso del sistema produttivo, che assume il carattere di “interesse pubblico primario”. nel campo delle competenze della pianificazione territoriale, assumono ancor più rilevanza, nell’ambito dei meccanismi propri della legislazione in via di evoluzione, i modelli di “autonomia” e di “autogoverno” il “governo del territorio” rimane comunque competenza concorrente Stato/Regioni: materia a cui “spetta allo stato determinare con legge la disciplina generale” si impone al riguardo la necessità di un approfondimento sull’”utilità” e l’”efficacia” dei Piani (a qualsiasi livello amministrativo vengano elaborati)

6 Attività economico-produttive e decentramento amministrativo
il nuovo approccio di tendenziale “liberalizzazione” dell’intervento “pubblico”nei confronti delle attività economiche e produttive, deriva sostanzialmente da una decisiva spinta esercitata negli anni novanta in sede di Comunità Europea modello regolativo praticato = “command and control” la “specificità” del caso italiano porta comunque ad assegnare forte preponderanza ai citati “dislivelli di statalità” nell’ambito delle politiche localizzative della “globalizzazione dei mercati”

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8 Attività economico-produttive e decentramento amministrativo
comma 1 dell’articolo 23 del D.Lgs 112/98: “Sono attribuite ai comuni le funzioni amministrative concernenti la realizzazione, l’ampliamento, la cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti produttivi, ivi incluso il rilascio delle concessioni o autorizzazioni edilizie”. il D.P.R. 447/98 stabilisce le modalità di funzionamento dello sportello unico La citata “rivoluzione copernicana” si fonda sui seguenti principi fondamentali: unicità/onnicomprensività del procedimento amministrativo (che comprende gli aspetti urbanistici, sanitari, della tutela ambientale, ...); trasparenza/accesso al procedimento da parte di “portatori” di interessi diffusi; autocertificazione del rispetto delle normative di settore (con limitazioni nel campo ambientale); assenso tacito in sostituzione del provvedimento espresso qualora i tempi autorizzativi non siano rispettati; concentrazione procedurale con il previsto ricorso diffuso all’istituto della “conferenza dei servizi” ; attribuzione a terzi qualificati ed indipendenti di funzioni di certificazione e collaudo.

9 Una esemplificazione: la definizione di ambiti per la programmazione economico-territoriale con valenza “amministrativa”, in Provincia di Novara diviene quanto mai strategica una coerente “congruenza” tra livelli di competenza amministrativa ed “ambito spaziale” di riferimento, per poter efficacemente integrare, coordinare (ma soprattutto “finalizzare”) le necessarie funzioni, procedure e risorse della pubblica amministrazione. si è compiuta una verifica originale volta ad evidenziare la “traduzione territoriale” dei diversi ambiti utilizzati, ai sensi della legislazione “settoriale” vigente, per implementare politiche di programmazione economica, del mercato del lavoro, di localizzazione produttiva all’interno dei confini della Provincia di Novara. L’analisi condotta sulle ripartizioni territoriali “istituzionali” ha riguardato i tre approcci che si sono ritenuti prevalenti nel strutturare le attività economiche sul territorio: a) la programmazione economica e del mercato del lavoro b) la pianificazione territoriale c) il ”supporto” alla localizzazione ed all’avvio delle attività

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12 La “strutturazione” territoriale della Provincia di Novara
1. Il quadro di riferimento 2. L'evoluzione territoriale della Provincia di Novara 3. La risposta "istituzionale" 4. Le "dinamiche" edilizie degli anni novanta 5. La "strutturazione" delle aree per le destinazioni produttive

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15 L’evoluzione territoriale della Provincia di Novara
L’analisi condotta costituisce la base di partenza per una verifica dell’efficacia delle politiche territoriali condotte (o non condotte) a scala locale, per favorire consone opportunità di consolidamento e/o di “attrattività” degli insediamenti produttivi: al contempo le rappresentazioni planimetriche elaborate consentono di valutare quanto le dinamiche “spontanee” di evoluzione delle specifiche localizzazioni funzionali sul territorio, siano indirizzate o meno ad un’effettiva strutturazione delle rispettive “economie di scala” di livello comprensoriale di medio periodo

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17 La risposta “istituzionale”
Per valutare l’efficacia della risposta “istituzionale”, vale a dire gli strumenti ufficiali messi in campo da parte degli enti competenti in materia di pianificazione territoriale per “governare” i processi di trasformazione insediativa ed infrastrutturale già richiamati, ci si è riferiti ai seguenti Piani: a) Piano Territoriale Regionale approvato con D.C.R. n° del 19/06/1997; b) Piano Territoriale Regionale - Area di approfondimento “Ovest Ticino” approvato con D.C.R. n° del 23/07/1997; c) Piano Territoriale Provinciale adottato con D.C.P. n° 5 del 08/02/2002.

18 Le “dinamiche” edilizie degli anni novanta
Fabbricati residenziali e non: concessioni edilizie rilasciate (mc. di volume)

19 Fabbricati non residenziali di nuova costruzione secondo
la destinazione d’uso: concessioni edilizie rilasciate (mc. di volume)

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21 “attività immobiliari” (70) sono passate da 587 addetti a 1346
I censimenti ISTAT 1991 / 1996 è parso opportuno evidenziare alcuni dati specifici già contenuti nel data base di raffronto 1991/1996 a scala provinciale: il settore “K attività immobiliari noleggio informatica professionali imprenditoriali” ha avuto tra il 1991 ed il 1996 un incremento di addetti di ben 2413 unità, nello specifico le “attività immobiliari” (70) sono passate da 587 addetti a 1346 (incremento di +759, +130%), e le “attività in materia di architettura ingegneria ed altre attività tecniche” (74.20) sono a loro volta passate da 1066 addetti a 1790 (incremento di +724, +68%).

22 La “strutturazione” delle aree per la destinazione produttiva

23 si è elaborata la tabella (qui riportata nella sintesi a scala provinciale), ove sono riportate (per Comune) le quantità di superficie territoriale di aree industriali “esistenti” e “libere” (tratte dalla ricerca “Le aree industriali nei Comuni della Provincia di Novara”, C.C.I.A.A. 1994), le superfici dei territori comunali, gli addetti manifatturieri al 1996, la popolazione residente al 1996

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