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Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate”

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Presentazione sul tema: "Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate”"— Transcript della presentazione:

1 Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate”
Insegnamento SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI Slides a cura del Docente: dr. Stefano Schena

2 Parte Generale Parte Monografica Indice
Manuale di politica sociale, Borzaga, Fazzi Legge n. 328/2000 Parte Monografica Lavoro per progetti Elementi per un’esercitazione

3 Estratto dal testo C.Borzaga, L.Fazzi, Manuale di Politica Sociale
Parte Generale Estratto dal testo C.Borzaga, L.Fazzi, Manuale di Politica Sociale

4 1. a – Parte Generale Introduzione Politica sociale: materia complessa studiabile da diversi punti di vista Interesse a capire le dinamiche (più che le norme): Attori Bisogni Ruoli

5 1. a – Parte Generale Introduzione L’oggetto: assistenza (sociale, sanità, previdenza, lavoro) Gli attori: Stato Mercato Terzo settore Famiglia

6 DEFINIZIONE DI WELFARE STATE
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI WELFARE STATE “insieme delle garanzie e degli interventi forniti dal governo (P.A.) per assicurare standard minimi di reddito, alimentazione, salute, alloggio ed istruzione ad ogni cittadino come diritto sociale e non come carità e con ciò si può definire anche la Politica Sociale come se questa coincidesse con l’estensione n quantità e qualità delle prestazioni sociali dello Stato ai cittadini”

7 DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (1)
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (1) Istituzione collettiva minima, che, nella pluralità delle sue forme, svolge attività a favore dei propri componenti. All’interno della famiglia si verificano infatti importanti trasferimenti, finalizzati ad assicurare ad ogni componente un certo benessere, sia nella vita di ogni giorno che lungo l’intero ciclo di vita. Inoltre, la famiglia produce al suo interno a favore dei propri membri tutta una serie di servizi, in particolare assistenza ai minori e agli anziani) e di beni per l’auto- consumo.

8 DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (2)
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI FAMIGLIA (2) Secondo l’ONU “a fini censuari la famiglia dovrebbe essere definita nel senso stretto di nucleo familiare, cioè delle persone all’interno di un aggregato domestico che sono tra loro legate come marito e moglie, o genitore e figlio/i (di sangue e adozione) celibe o nubile”.

9 FUNZIONI RIPRODUTTIVA
1. a – Parte Generale FUNZIONI RIPRODUTTIVA Produttiva e di consumo: produce servizi al suo interno Redistributiva: si trasferiscono risorse al proprio interno

10 VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI
1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Bassi costi di produzione e coordinamento delle attività LIMITI Volontarietà Precarietà Ridotta divisione del lavoro

11 DEFINIZIONE DI MERCATO
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Istituzione sociale attraverso cui vengono volontariamente prodotti e scambiati beni e servizi sulla base di prezzi stabiliti generalmente in termini monetari e secondo una logica di equivalenza. Sul mercato si incontrano sia agenti individuali (lavoratori, consumatori, …) sia attori collettivi (le imprese), proprietari delle risorse utilizzate, che interagiscono tra loro motivati prevalentemente o esclusivamente dal perseguimento del proprio interesse (il profitto per le imprese, il salario per i lavoratori, l’utilità dei beni e servizi acquistati con i consumatori).

12 DEFINIZIONE DI MERCATO
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Spesso si confonde: l’ “essere” (cioè il modo di funzionamento dei mercati reali) con il “dover essere” (cioè il come funzionerebbe se fosse come gli economisti lo hanno disegnato). Per evitare questa confusione è opportuno descrivere prima il funzionamento del mercato in astratto e poi analizzarne i limiti.

13 DEFINIZIONE DI MERCATO
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Quando si parla di mercato ci si riferisce ad un certo modo di produrre e scambiare beni e servizi. Nel dettaglio, è bene ricordare che esistono più mercati e in particolare: il mercato dove si producono e scambiano beni e servizi; il mercato dove lavoratori e datori di lavoro si scambiano i servizi di lavoro; il mercato sul quale si incontrano detentori e richiedenti mezzi finanziari.

14 DEFINIZIONE DI MERCATO
1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI MERCATO Su un mercato così concepito, i cittadini possono, almeno in teoria, acquistare non solo beni e servizi di natura privata, ma anche beni e servizi sociali e di interesse collettivo, quali: l’istruzione (scuole private), varie forme di assicurazione, la sanità, l’assistenza e la previdenza.

15 PRODUTTIVA ALLOCATIVA
1. a – Parte Generale FUNZIONI PRODUTTIVA ALLOCATIVA

16 VANTAGGI E LIMITI Il mercato ha il grande vantaggio di:
1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI Il mercato ha il grande vantaggio di: produrre normalmente ciò che i consumatori sono in grado di assorbire; venderlo al prezzo che massimizza il benessere di ognuno e di tutti (benessere sociale); distribuire le risorse (beni e servizi prodotti) in maniera efficiente (cioè assegnando un bene a chi lo valuta maggiormente).

17 VANTAGGI E LIMITI accresce la disuguaglianza
1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI accresce la disuguaglianza è in grado di produrre solo alcuni beni che interessano alla collettività non è mai perfettamente concorrenziale Limiti risolvibili (parzialmente) con regole e controllo pubblico

18 1. a – Parte Generale DEFINIZIONE DI STATO Tutti gli enti pubblici con potere coercitivo ai diversi livelli: centrale (federale o statale), regionale (amministrazioni regionali) e locale (Provincie e Comuni).

19 FUNZIONI Regolamentare (legislativo)
1. a – Parte Generale FUNZIONI Regolamentare (legislativo) Ridistribuire (reddito, mezzi, opportunità) Assicurare (previdenza) Produrre (beni e servizi direttamente)

20 VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Universalità No vincoli di bilancio LIMITI
1. a – Parte Generale VANTAGGI E LIMITI VANTAGGI Universalità No vincoli di bilancio LIMITI Difficoltà a rilevare le preferenze Inefficienza produzione Funzione distributiva

21 POLITICHE SOCIALI politiche previdenziali politiche sanitarie
1. a – Parte Generale POLITICHE SOCIALI Principali ambiti (o campi di intervento): politiche previdenziali politiche sanitarie politiche del lavoro politiche socio-assistenziali

22 POLITICHE DEL LAVORO la contrattazione;
1. a – Parte Generale POLITICHE DEL LAVORO Principali campi di intervento: la contrattazione; la regolamentazione del mercato del lavoro; i sussidi di disoccupazione; le politiche attive del lavoro. 22

23 POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
1. a – Parte Generale POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO Principali strumenti: i servizi per l’impiego; i sussidi per l’occupazione; la formazione e l’addestramento professionale; la creazione di posti di lavoro; i programmi di inserimento lavorativo. 23

24 SERVIZI PER L’IMPIEGO accoglienza; orientamento e consulenza;
1. a – Parte Generale SERVIZI PER L’IMPIEGO Funzioni: accoglienza; orientamento e consulenza; servizi di incontri domanda e offerta di lavoro; attività amministrative. 24

25 POLITICHE SANITARIE l’assistenza ospedaliera;
1. a – Parte Generale POLITICHE SANITARIE Tipologie di servizi: l’assistenza ospedaliera; l’assistenza medico-generica e specialistica; l’assistenza farmaceutica. 25

26 POLITICHE SANITARIE modello pubblico (o a prevalenza pubblica);
1. a – Parte Generale POLITICHE SANITARIE Modelli di produzione: modello pubblico (o a prevalenza pubblica); il modello misto; il modello privato. 26

27 POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI
1. a – Parte Generale POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI Principali programmi di protezione socio-assistenziale basati su trasferimenti monetari: le allocazioni familiari; le prestazioni di invalidità; l’assistenza al reddito; il sostegno alle spese per l’alloggio. 27

28 Parte Generale Estratto dal testo F.Dalla Mura, “Pubblica Amministrazione e non profit”

29 FONDAMENTI LEGGE n. 328/2000 Diritti sociali Sussidiarietà
1. b – Parte Generale FONDAMENTI LEGGE n. 328/2000 Diritti sociali Sussidiarietà Programmazione Gestione

30 PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (1/2)
1. b – Parte Generale PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (1/2) I contenuti obbligatori del Piano di Zona sono: gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la realizzazione; le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali; le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo sociale; le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni;

31 PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (2/2)
1. b – Parte Generale PIANO DI ZONA: contenuti obbligatori (2/2) le modalità per realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria e della giustizia; le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti nell’ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità; le forme di concertazione con l’azienda unità sanitaria locale e con i soggetti non profit.

32 Parte Monografica Lavoro per progetti

33 Il Lavoro per Progetti: Definizione
2. a – Parte monografica Il Lavoro per Progetti: Definizione Una o più azioni (attività) che, utilizzando specifiche risorse, limitate nel tempo e nello spazio, sono finalizzate al conseguimento di uno specifico obiettivo, preventivamente dichiarato, in risposta ad un bisogno.

34 Perché Lavorare per Progetti
2. – Parte monografica Perché Lavorare per Progetti Forte esigenza di innovazione, sperimentazione verifica, necessità di flessibilità; Necessità di evitare inadeguatezze e sprechi nella divisione del lavoro per funzioni (v. crisi del modello funzionalista/adozione modelli a matrice); Esigenza di sviluppare collaborazioni e partnership con altre organizzazioni sulla base di accordi e obiettivi comuni; Necessità di sviluppare “lavoro di rete” tra servizi; Modalità prevalente di accesso a risorse finanziarie (convenzione con enti locali sulla base di progetti, finanziamenti su base legislazione regionale e nazionale, co-finanziamenti Comunità Europea, ..)

35 Progettare nel Sociale: alcune caratteristiche
2. a – Parte monografica Progettare nel Sociale: alcune caratteristiche Si producono servizi alle persone; Gli operatori sono dei professionisti o para professional; Molteplicità degli attori e frammentazione competenze istituzionali; Molteplicità e pluralità delle tipologie organizzative, delle culture organizzative e delle culture professionali; Complessità dei fenomeni oggetto di intervento; Forte dipendenza dai finanziamenti pubblici.

36 Le Tappe di un Progetto Versione L.Leone, M.Prezza
2. a – Parte monografica Le Tappe di un Progetto Versione L.Leone, M.Prezza 1a tappa IDEAZIONE 2a tappa ATTIVAZIONE 3a tappa PROGETTAZIONE 4a tappa REALIZZAZIONE 5a tappa VERIFICA

37 2. a – Parte monografica Percorso di un Progetto di Intervento realizzato secondo un approccio concertativo 1a tappa: IDEAZIONE Iniziativa interna al servizio Decodifica delle emozioni Analisi delle relazioni Analisi dei dati Se viene accolta una richiesta esterna: Decodifica della domanda 2a tappa: ATTIVAZIONE Consolidamento e allargamento della committenza Prima lettura del contesto locale Definizione del “contratto” tra i diversi soggetti: ruoli e funzioni Analisi del bisogno Analisi della comunità locale (storia e cultura locale, profilo demografico ed economico, ecc..) e delle relazioni tra i soggetti interessati Individuazione di ipotesi comuni di interpretazioni del disagio Individuazione delle finalità di intervento e dei destinatari

38 2. a – Parte monografica Percorso di un Progetto di Intervento realizzato secondo un approccio concertativo 3a tappa: PROGETTAZIONE Stesura di una prima bozza di progetto Condivisione tra i diversi soggetti coinvolti della bozza di progetto Stesura progetto definitivo 4a tappa: REALIZZAZIONE Realizzazione dell’intervento 5a tappa: VALUTAZIONE Verifiche periodiche del progetto Riprogettazione eventuale di ulteriori interventi

39 A cosa serve la tappa attivazione
2. a – Parte monografica A cosa serve la tappa attivazione A sviluppare partnership e alleanze significative con altre organizzazioni; Ad individuare e attivare possibili risorse. Risorse umane, capacità professionali, competenze organizzative, risorse finanziarie, legittimità sociale e visibilità, consenso, …; Ad individuare ed esplicitare le strategie alla base del progetto; A sviluppare una costruzione sociale della definizione di problema insieme ad altri attori locali.

40 Il Lavoro Per Progetti: LE FASI versione Schena
2. a – Parte monografica Il Lavoro Per Progetti: LE FASI versione Schena Fase 1: Analisi Macro variabili a. rilevazione dei bisogni b. conoscenza delle opportunità/risorse economiche c. incrocio bisogni e opportunità Fase 2: Analisi micro variabili (= capacità di messa a punto del progetto) a. conoscenza dettagliata del programma e delle azioni previste b. conoscenza dei vincoli e delle opportunità (es. soggetti elegibili, scadenze, vincoli economici, ..)

41 Il Lavoro Per Progetti: LE FASI
2. a – Parte monografica Il Lavoro Per Progetti: LE FASI Fase 3: Redazione del progetto a. analisi del formulario b. compilazione del formulario e della documentazione da allegare approvazione Fase 4: Realizzazione (Fasi o azioni) Fase 5: Valutazione Fase 6: Messa a regime

42 GLOSSARIO 2. a – Parte monografica
Finalità: è lo scopo ultimo (obiettivo strategico) Obiettivi: generali (si esprimono sempre attraverso verbi) analitici (di dettaglio) Articolazione: Fasi: obiettivi: contenuti: è l’oggetto, sono gli argomenti, le materie strumenti: sono tangibili, solitamente vanno oggettivati (per la valutazione, didattica, di ricerca,…..) metodi: sono intangibili oppure Fasi: azioni oppure Fasi: moduli Valutazione: nelle diverse fasi (Risorse) Preventivo: con vincoli pre-determinati o no

43 Parte Monografica Elementi per un’esercitazione

44 2. b – Parte monografica

45 2. b – Parte monografica

46 Corso integrato “Promozione delle attività motorie adattate”
Insegnamento SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI Slides a cura del Docente: dr. Stefano Schena


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