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PubblicatoNatale Riva Modificato 11 anni fa
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Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura AUSL N.1 AGRIGENTO
Caso Clinico Disturbo Bipolare LA STORIA DI MARIA Dr. Antonio Tagliarini Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura AUSL N.1 AGRIGENTO
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STORIA FAMILIARE Maria è una donna di 39 anni, nubile.
Nata in Svizzera da genitori italiani ivi ha vissuto fino all’età di 8 anni, allorquando alla morte del padre è ritornata in Sicilia con la madre e la sorella più grande Ha continuato gli studi già intrapresi riuscendo a conseguire la maturità magistrale e l’abilitazione all’insegnamento Non ha mai svolto attività lavorative
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FAMILIARITA’ Pregressa storia di disturbi psichici veniva riferita in famiglia: la nonna materna, la sorella, uno zio e una zia materna avevano manifestato una sintomatologia ascrivibile ad un disturbo dell’umore
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NOTE ANAMNESTICHE I primi segni di malattia si manifestano all’età di 18 anni con comportamenti disinibiti, irritabilità e disturbi del sonno Maria in quell’occasione è stata trattata con Litio e Aloperidolo, che ha assunto per molti anni riuscendo a contenere in parte la sintomatologia In seguito ad un atto auto-lesionistico, all’età di 24 anni subisce un intervento chirurgico addominale In tale occasione sospende la precedente terapia
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Successivamente Maria viene presa in carico da una struttura pubblica e viene trattata con Oxcarbamazepina, Benzodiazepine e Risperidone Con il tempo viene sostituito il Risperidone con l’Olanzapina, senza tuttavia raggiungere un completo benessere psico-fisico Vengono riferiti durante la terapia con Olanzapina periodi in cui Maria si trascurava, si chiudeva in casa, non mangiava, era annoiata
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IL TSO Maria giunge in reparto in una condizione di agitazione psicomotoria e le viene somministrato clotiapina e diazepam per via parenterale E’ un fiume in piena, mimica vivace, tono di voce elevato, irritabile e scontrosa Il pensiero è improntato alla potenza, alla grandiosità con riferimenti mistico-religiosi Buone sembrano, invece le capacità cognitive La prima impressione clinica è che Maria abbia un disturbo affettivo
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LA SCARSA COMPLIANCE La ricaduta psicotica viene ricondotta alla scarsa compliance della terapia con Olanzapina determinata da un marcato aumento ponderale, che Maria sentiva “inaccettabile”, e che progressivamente aveva aggravato il quadro clinico fino a sfociare in atteggiamenti e comportamenti inadeguati, con manifestazioni di aggressività sia verbale che fisica
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LA TERAPIA INIETTIVA Di fronte ad una paziente non compliante ed in forte stato di eccitamento maniacale, viene iniziata una terapia parenterale con Aloperidolo 6 mg/die e Lorazepam 8 mg/die protratta per 3 giorni Se pur sedata Maria continua a mantenere un’attività frenetica, bizzarra spesso afinalistica, non dorme, disturba e fa continue richieste Pur di evitare le iniezioni, Maria si dimostra disponibile ad assumere una terapia orale
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LE OPZIONI TERAPEUTICHE
Pensiamo di somministrare Olanzapina che Maria aveva assunto già in passato, ma la paziente riconosce le compresse e rifiuta di assumerlo…… ”era il farmaco che mi ha fatto ingrassare molto!” Optiamo per una terapia con Aripiprazolo, vista la scarsa influenza sul peso e la marcata sedazione delle dosi iniziali Aripiprazolo viene somministrato nei primi 2 giorni alla dose di 10 mg/die e successivamente alla posologia di 20 mg/die in associazione con valproato 900 mg/die e lorazepam 2 mg la sera
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L’ESITO:…… ULTERIORE ATTIVAZIONE
Maria, dopo 8 giorni di terapia con Aripiprazolo, non mostra un recupero sintomatologico, anzi si registra un’ulteriore attivazione psicomotoria caratterizzata da stati di irritabilità, impulsività, associati a manifestazioni di scontrosità e litigiosità che emergevano quando ostacolata Rivalutato il quadro clinico optiamo per una terapia con Quetiapina in associazione con Valproato
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LO SWITCH A QUETIAPINA Considerando la necessità di un rapido compenso sintomatologico viene programmato uno switch a Quetiapina con modalità “stop and start” a dosi di 200 mg x 3 volte al giorno Dopo l’assunzione della prima dose, la paziente si addormentava profondamente per gran parte della giornata Vista la marcata sedazione optiamo l’indomani per una titolazione più lenta
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IL PROGRAMMA TERAPEUTICO
Maria prosegue la terapia con Quetiapina seguendo una schema di titolazione che prevedeva: 100 mg la mattina e 100 mg la sera (1° giorno) Incrementi posologici giornalieri pari 100 mg Raggiungimento al 7° giorno di una dose di 300 mg x 3 volte die ( mg) Il Valproato è stato mantenuto alla dose di 900 mg/die Maria assume la terapia, migliora il quadro clinico
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IL COMPENSO Nelle settimane successive si registra un progressivo e stabile miglioramento della sintomatologia produttiva Maria mostra una minore loquacità, diventa più socievole e cordiale acquisendo una parziale consapevolezza della malattia Accetta la madre e si mostra disponibile a tornare a casa
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LA DIMISSIONE Dopo un mese di ricovero Maria viene dimessa con un netto miglioramento del quadro psicopatologico generale Maria mantiene tutt’oggi, a 3 mesi di distanza, un evidente compenso psico-motorio, continuando la terapia con 900 mg/die di Quetiapina e 900 mg/die di Valproato Maria si sente “meno preoccupata per il futuro”
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CONCLUSIONE Quali indicazioni possiamo trarre?
La Quetiapina, in un setting acuto, con una titolazione rapida si è dimostrata efficace e ben tollerata nel trattamento di stati di acuzie maniacali Lo stato di salute fisico dei pazienti è un parametro di attento monitoraggio durante la terapia antipsicotica Importanza della compliance e aderenza alla terapia per ottimizzare la fase di mantenimento
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