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PubblicatoPaolina Chiesa Modificato 11 anni fa
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La concezione del tempo e della storia nel mondo cristiano antico
Dalla cronologia alla storia
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La concezione cristiana del tempo
La concezione cristiana del tempo si basa su tre punti fissi: La Creazione = inizio della storia dell’umanità (circa 4000 a. C.) L’Incarnazione = inizio della storia della salvezza Il Giudizio Universale = fine della storia
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La concezione cristiana del tempo
La concezione cristiana del tempo combina così tre diverse concezioni, a ciascuna delle quali corrisponde un diverso tipo di storia Il tempo circolare della liturgia Il tempo lineare della cronologia Il tempo escatologico della salvezza Solo così la storia acquista un senso e direzione, ma la salvezza avviene fuori dalla storia (anche se attraverso la storia)
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1. Tempo circolare (TEMPUS)
Il tempo circolare, o ciclico - immutabile, ma transeunte - è il tempo profano della vita e della politica. E’ il tempo degli uomini, soggetti a generazione e corruzione, a nascita, decadenza e morte. Segna il succedersi delle generazioni, dei regni e delle dinastie,
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2. Tempo lineare (AEVUM) Il tempo lineare – immutabile, ma non eterno - è il tempo sacro della Chiesa (e per alcuni dell’Impero). Ha un inizio e una fine che coincidono con la storia, ma i suoi cambiamenti non intaccano la sostanza degli esseri.
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3. Tempo escatologico (AETERNITAS)
Il tempo escatologico – immutabile ed eterno - è il tempo di Dio e della salvezza eterna. Si realizza solo dopo il Giudizio Universale e con la fine della storia.
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Storiografia altomedievale
Dalle prime due concezioni del tempo derivano le due forme di storiografia prevalenti nell’alto medioevo, nettamente distinte fra loro: Le storie dei popoli e dei regni (storia profana) La storia della Chiesa (storia sacra)
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Le storie dei popoli e dei regni
Gregorio di Tours (594): Storia dei Franchi Isidoro di Siviglia (630): Storia dei Goti e dei Vandali Beda il Venerabile (720): Storia degli Angli Paolo Diacono (787): Storia dei Longobardi Eginardo (830): Storia del regno di Carlo Magno
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La storia della Chiesa Eusebio di Cesarea (324): Storia ecclesiastica (dalle origini al 324) Agostino d’Ippona (426): De civitate Dei Paolo Orosio (417): Adversus Paganos Cassiodoro (583): Istoria ecclesiastica tripartita Obiettivo polemico di tutta la storiografia ecclesiastica è l’eresia. Il problema centrale è il difficile rapporto con il pensiero classico (pagano).
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Il calendario cristiano
Il Concilio di Nicea (325) fa della domenica (dominica = giorno del Signore) un giorno festivo, in luogo del tradizionale sabato (shabbath = riposo) ebraico e fissa la Pasqua nella prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera (la domenica che segue il quattordicesimo giorno della luna di primavera). Nasce una nuova scienza: il computo ecclesiastico.
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Calendari medievali Nell’alto medioevo sussistono e coesistono a lungo: a) il calendario alessandrino (o dionisiano) proposto nel 525 da Dionigi il Piccolo, Libellum de ratione Pascha, fondato su un ciclo pasquale di 19 anni. b) il calendario britannico, fondato su un ciclo pasquale di 84 anni (abolito solo nel 664 con il Colloquio di Whitby).
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Cronologia Il computo del tempo in base all’era cristiana” (= dopo Cristo) si afferma molto tardi sulla tradizionale cronologia romana (= ab Urbe condita). Nel 525 Dionigi il Piccolo fissa per la prima volta la data della nascita di Cristo nel giorno 25 dicembre 753 ab Urbe condita (= Natale). La cronologia secondo l’era cristiana si impone in Italia nei documenti privati solo a partire dal VII secolo; in Francia e in Inghilterra negli atti regi solo dal IX secolo; si generalizza in tutta Europa dopo il X secolo.
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Tavole pasquali Per stabilire con precisione la data della Pasqua, principale festività della liturgia cristiana, nelle chiese e nei monasteri si diffondono le Tavole pasquali, che prevedono per un certo numero di anni (almeno 19) la data della Pasqua su cui si articola tutta la liturgia.
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I calcoli del tempo Oltre alla data della Pasqua (fissata nella domenica che segue il quattordicesimo giorno della luna di primavera) si indicano anche: - gli anni dell’Incarnazione (annus domini) - le indizioni (dal 297, entro i confini dell’Impero, l’intervallo di 15 anni tra due leve delle tasse) - l’epatta lunare (l’età della luna al 1° gennaio) - il ciclo lunare (la collocazione dell’anno all’interno del ciclo lunare di 19 anni) - la Pasqua ebraica (quattordicesimo giorno della luna che precede la domenica di Pasqua)
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Dalle Tavole pasquali agli Annali
Accanto alla data della Pasqua si introduce poco a poco l’abitudine di annotare gli eventi memorabili di quell’anno. Con la migrazione della tavole di monastero in monastero, le annotazioni prendono forma di veri e propri annali (Annales minores). Solo in questo ambito, tra il VI e il VII secolo, si incomincia ad usare la cronologia cristiana ab anno Domini.
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