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I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE TRADIZIONI RELIGIOSE

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Presentazione sul tema: "I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE TRADIZIONI RELIGIOSE"— Transcript della presentazione:

1 I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE TRADIZIONI RELIGIOSE
IPERTESTO CLASSI III E IV(a.s.2000/2001) CON LA COLLABORAZIONE DEGLI OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO DI S. CROCE I NONNI RACCONTANO…. PRESENTAZIONE TRADIZIONI RELIGIOSE TRADIZIONI POPOLARI VITA QUOTIDIANA LAVORO DOMESTICO LAVORO NEI CAMPI VECCHI MESTIERI NOMI -DETTI POPOLARI

2 PRESENTAZIONE Quest’anno noi alunni delle classi terza e quarta della scuola elementare di Rango, abbiamo deciso di realizzare un lavoro sul periodo dei nostri nonni. Per fare questo è stato importantissimo l’aiuto dei nostri nonni e degli ospiti della casa di riposo di S.Croce. Essi, con infinita pazienza, ci hanno raccontato molte cose interessanti del loro passato. Ci è stato così possibile conoscere il modo di vivere, la tradizione e le abitudini di un tempo, per noi, assai lontano,( dal 1910 al 1945). Ci hanno aiutato le nostre maestre: Fausta Chemotti, Michela Armani e Luigina Perini. Menù

3 LA RELIGIONE LA QUARESIMA LA QUARANTINA LA SETTIMANA SANTA
La Religione occupava un posto molto importante nella vita di tutti i giorni. Il periodo certamente più osservato era la Quaresima. LA QUARESIMA LA QUARANTINA LA SETTIMANA SANTA SABATO SANTO Vanessa R. Menù

4 LA QUARESIMA Il Mercoledì delle Ceneri gli scolari andavano a scuola solo al pomeriggio perché al mattino partecipavano alla Messa. Stefania I. Menù

5 LA QUARANTINA Menù Lorenzo S.
A partire dal primo giorno di Quaresima tutti gli scolari costruivano una corda con 40 nodi (1 per ogni giorno di Quaresima). Ogni giorno recitavano una serie di preghiere indirizzate alla madrina “gudazza”: alla fine della giornata tagliavano un nodo, in modo tale da terminare la corona per la Pasqua. La ricompensa da parte della “gudazza” era un pezzo di stoffa con la quale le bambine confezionavano un grembiule e i bambini una camicetta. Lorenzo S. Menù

6 LA SETTIMANA SANTA Dal Giovedì Santo al Sabato Santo, tutti partecipavano ai Mattutini (salmi) e alle varie funzioni. Essendo la Chiesa a lutto non si cantava né si suonava: i bambini durante le celebrazioni battevano le “racole” e i “baticiòc”. In processione si portavano i simboli della Passione ( il gallo): poi venivano lasciati in Chiesa dove rimanevano fino a Pasqua Ornella e Mirko G. Menù

7 SABATO SANTO Menù Viviana B.
Dopo la Messa del mattino, in tutte le famiglie, c’era l’usanza di tagliare una focaccia e di brindare con del vino bianco. Sulle focacce c’era un rametto d’ulivo, in segno di pace, e venivano scambiate tra le famiglie. Silvia D. Menù

8 TRADIZIONI POPOLARI La caserada El filò Trato el marz El dì che ….
Menù

9 LA CASERADA Il latte prodotto dalle mucche veniva portato al caseificio. Il “casaro” , il signore che lavorava il latte, toglieva la panna del latte e la metteva nella zangola per fare il burro. Quel giorno il casaro lavorava il latte per una sola famiglia. Giulia B. Menù

10 FORMAGGIO Menù Silvia R.
Intanto nella caldera veniva fatto bollire il latte con il caglio, successivamente questo prodotto si raccoglieva in forme: ecco il formaggio! La “poina” ,la ricotta, era ciò che rimaneva di questa lavorazione: era un formaggio povero e veniva messa in sacchettini di tela e appesa ad asciugare sulla cappa del camino. Era usata grattugiata sulla pasta. Silvia R. Menù

11 A TAVOLA Il giorno della caserada il casaro era ospite della famiglia e per lui si cucinavano gli gnocchi con il burro fuso. La padrona di casa quella sera metteva in piattini del burro e della ricotta, in pignatte del latte: i bambini lo portavano a chi ne aveva bisogno in cambio ricevevano la “torta de lat”. Silvia D. Menù

12 EL FILO’ …. Dopo cena, al caldo nella stalla la famiglia con i bambini, i parenti e gli amici si incontravano: le donne filavano la lana, raccontavano storie ai più piccoli; gli uomini parlavano tra di loro di lavoro e i bambini giocavano o ascoltavano i discorsi dei grandi. Durante questi momenti si inventavano soprannomi per i compaesani, satire, e si pensavano scherzi. Paola C. Menù

13 FILO’ Menù

14 ATTREZZI PER LA FILATURA
Menù

15 “TRATO EL MARZ” Menù Trato el Marz Trato, trato marz
che fevrèr l ’è già passà. Spuntano le viole per maridar ste bèle fiòle. Chi èla chi no èla l’è la Rosina la pù bela. A chi la ghente mai da dar, al Toni che l’è da maridàr! Silvia D. Menù

16 EL DI’ CHE ………. In autunno c'era la fiera di S.Croce ed era tradizione comperare un maialino. Veniva tenuto in una piccola stalla (stalòt) e veniva alimentato con un pastone di patate e farina messi nell’ "albi" ( un tronco incavato tipo bacinella). Mirko G. Menù

17 A carnevale si faceva festa: il maiale veniva ucciso e diviso in parti
A carnevale si faceva festa: il maiale veniva ucciso e diviso in parti. Era il padrone di casa che decideva cosa fare della carne. A mezzogiorno, la padrona di casa, preparava una grande polenta con il fegato di maiale. Il sangue dell'animale veniva cotto e tagliato in pezzi; Cristiano F. Menù

18 Con la carne mescolate a "droghe" (spezie) si preparavano salami, ciuighe ( un salame particolare con le rape e la carne del maiale).... venivano poi infilate in un bastone e fatte asciugare prima sotto la cappa del camino, poi in una cantina asciutta. La padrona di casa metteva in alcuni piatti un po' di polmone, di sangue, di fegato, di cuore dell'animale, e li distribuiva alle famiglie più povere. Tommaso T. Menù

19 MENU’: vita quotidiana
LE ABITAZIONI LA SCUOLA I GIOCHI I TRASPORTI Menù

20 LA CASA Le case di una volta erano fatte di sassi, i tetti di paglia, i pavimenti di legno o di mattonelle di terra cotta. Le cucine erano grandi riscaldate con la stufa o il focolare, le camere non erano quasi mai riscaldate.C'erano le stalle e i solai. In casa non c’era l'acqua corrente e non c'era il bagno. Marco B. Menù

21 NELLA CASA Nelle case non c’erano i servizi igienici: ogni tanto le persone di una famiglia si facevano il bagno in una tinozza chiamata mastela: tutti dal più piccolo al più grande, nella stessa acqua. Stefania I. Menù

22 Licia F. Menù

23 Menù

24 Menù

25 LA SCUOLA Al tempo dei nonni la scuola aveva 2 o 3 aule grandi, con un solo maestro molto severo per più classi. La scuola era obbligatoria per 8 anni, alcune classi venivano ripetute.I banchi e le sedie erano da 2 mentre la cattedra e la lavagna erano rialzate. Ilaria R. e Michele C. Menù

26 LA SCUOLA A scuola usavano cartelle di stoffa o cartone, astucci di legno con pennino inchiostro liquido, matite, gomma, un quaderno a quadretti, un quaderno a righe, un sussidiario e un catechismo. Erika D. Menù

27 I GIOCHI Menù Giorgia Riccadonna
Al tempo dei nonni si giocava a nascondino, trichet (campana) e le-ci (i sassolini). Anche un altro gioco che si chiama gioco del frate (conta) poi si giocava a tombola e il vincitore riceveva una caramella. Licia F. Menù

28 Un altro gioco che divertiva i nostri nonni era guardiaeladri, moscacieca, libera (prendi-prendi) e palla. Le bambine invece giocavano con le bambole di stoffa,di legno o con le panocchie. Un gioco che si faceva tutti insieme erano le biglie di creta fatte dai bambini. Altri giochi erano: cavallina, cuculot (con le pigne)lumachine, ruota e bastone.Giocavano anche con animali fatti di patate e stuzzicadenti. Caterina B. Menù

29 MEZZI DI TRASPORTO Menù Davide D.
Ci si spostava a piedi, con le bici, con i carri e per i viaggi più lunghi con la corriera. Menù

30 LAVORO DOMESTICO Menù Jenny R. e Ilaria A.
Le signore andavano a lavare i panni alla fontana. Jenny R. e Ilaria A. Le donne lavoravano nei campi, accudivano i figli e tenevano in ordine la casa, senza l’aiuto degli gli elettrodomestici Menù

31 UTENSILI Giorgia M. Lucia G. Menù

32 FOTO UTENSILI Menù

33 Menù

34 IL LAVORO NEI CAMPI Menù Lara D. eOrnella G.
Il lavoro nei campi si svolgeva tutto a mano e perciò era molto faticoso. Lara D. eOrnella G. Menù Documentazione di supporto

35 Menù Documentazione di supporto Fabrizio D. T. - Mirko G.
Nei nostri campi si coltivavano soprattutto le patate. Venivano seminate in primavera e raccolte a fine estate con l’aiuto dei buoi. Menù Documentazione di supporto

36 BACHI DA SETA Nelle nostre zone si allevavano bachi da seta che venivano alimentati con le foglie di gelso Ilaria C.

37 ARATURA DEI CAMPI Menù

38 ATTREZZI AGRICOLI Menù
Mirko C. e Nicola B.: per trasportare il fieno usavano un carretto e una slitta tirata con una corda. Emiliano G. e Eliane F.: I contadini per sfalciare il fieno usavano il “fer da segar”. Quando il fer non tagliava più lo affilavano con la “preda” che poi riponevano nel “coder”. Ogni tanto battevano il fer con le “piantole”Il fieno veniva raccolto con il “retel” Documentazione di supporto Menù

39 ATTREZZI AGRICOLI Menù Ruben B.
Il binario serviva per fare dei solchi nei campi e poi seminare le patate. La “sgranera” serviva per spelare le pannocchie. Ruben B. Menù

40 FOTO ATTREZZI Menù

41 VECCHI MESTIERI Menù

42 FABBRO Menù

43 EL MOLETA EL CAREGHETA Menù

44 EL PAROLOT SPAZZACAMINI Menù

45 NOMI Menù CALIARI: da calièr (calzolaio).
BONOMI: da boni Omeni (buoni uomini) FUSARI: da forgiare, fondere. (i metalli) FREROTTI: da frer (strumento per lavorare il ferro) BOSETTI: (diffuso + nel Banale) da Bòsem, liquido che si passava sul filo di lana (canapa o cotone) per poterlo tessere con maggiore facilità. IORI: da bello - ricco RICCADONNA: da nobil donna PARISI: dalle truppe francesi al tempo della loro presenza nella zona; probabilmente da PARIGI. Menù

46 SOPRANNOMI Menù POINIEL: da poina, ricotta;
RANCI: da cosa che fermenta; BOGI: da robusti; MONEGHI: da sacrestani; QUAROT: da cacciatori di quaglie; MOLETE:da arrotini Menù

47 DETTI Menù - Bisogna fidarsi di tuti e nessùn.
- I dis che la ricchezza no la dà felicità, emmaginàrse po’ la miseria. -A cavàl donà no se ghe varda ‘n boca. -Tuti i sassi i va a le marògne. -La ròba robàda la gà pòca stràda. -Chi se lòda se ‘mbròda. -Vòia de laoràr sàlteme adòss. -Varda che vègn quel dal formài. -La volp la perde el pèl, ma no ‘l vìzi Menù


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