La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Cenni di teoria economica sui beni culturali

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Cenni di teoria economica sui beni culturali"— Transcript della presentazione:

1 Cenni di teoria economica sui beni culturali

2 Un BENE CULTURALE è un BENE ECONOMICO in quanto:
dotato dei requisiti di UTILITA’ e SCARSITA’ I beni culturali sono utili in quanto capaci di soddisfare due tipologie di bisogno: per il singolo, proprietario del bene che diviene, quindi, oggetto di scambio (bene patrimoniale) per la collettività, per la quale il bene diviene oggetto di servizio, in funzione del suo valore d’uso (bene di servizio) I beni culturali sono scarsi in quanto: unici ed irriproducibili passibili di monopolio deperibili Il bene culturale è anche un insieme elastico ed estensibile: esso, infatti, è sempre passibile di ulteriori aggiunte con il passare del tempo Questo doppio livello di utilità pone i beni culturali in una categoria intermedia: tra i beni privati e quelli pubblici

3 Beni privati e beni pubblici
Sono beni privati: quelli assimilabili agli altri beni acquistabili sul mercato, materialmente trasferibili e di godimento individuale Ciò nonostante il bene culturale privato mantiene inalterati i peculiari caratteri di interdipendenza e comunicatività Sono beni pubblici quelli caratterizzati da: indivisibilità del consumo non esclusività del consumo nel senso che la fruizione individuale non riduce la possibilità della fruizione da parte della collettività

4 Beni “fuori mercato” Beni “meritevoli”
Le modalità di fruizione pongono i beni pubblici al di fuori della logica di scambio del mercato. Infatti l’analisi e la valutazione economica fanno riferimento a paradigmi differenti da quelli dall’economia tradizionale, in cui vi è equilibrio fra produzione e costo Beni “meritevoli” Sono beni meritevoli: quelli destinati a soddisfare bisogni “così meritori” da rappresentare una voce del bilancio pubblico, che li deve comprendere e soddisfare. Ciò giustifica l’intervento dello Stato nella soddisfazione di bisogni collettivi, che si pongono ben al di là delle richieste di mercato del singolo individuo

5 Definizione dei beni culturali e ambientali come beni economici
Ai fini della caratterizzazione economica i beni culturali sono suddivisi in: Beni patrimoniali o fisici o di scambio Beni di servizio (in funzione del valore d’uso) o beni d’uso Sono tali i beni appartenenti alla collettività Sono tali i beni appartenenti ad un singolo proprietario Essi possiedono un valore sociale, in quanto rispondono ai requisiti di quantità e qualità dei benefici netti percepiti dai consumatori diretti, indiretti, futuri e potenziali. Inoltre hanno un valore di mercato, poiché esiste una disponibilità a pagare da parte di tutti coloro che direttamente o indirettamente usufruiscono del bene Per essi la teoria economica prevede che sia il mercato ad allocare razionalmente ed efficientemente le risorse disponibili determinando i livelli ottimali della produzione e dei prezzi per i beni e i servizi scambiati, in base all’interazione tra domanda e offerta

6 Bene fisico o di scambio
A) Rimanendo nell’ambito neoclassico ovvero mercati concorrenziali: si ha la possibilità di attribuire un valore in sé dipendente dalla fruizione turistica, educativa o di ricerca L’equazione di Heilbrun massimizza l’efficienza di ogni tipo di intervento. Nel caso della ristrutturazione (restauro) di un bene architettonico e/o monumentale, è possibile che: Vn – Cn Vo + Do < > Con: Vn = valore di mercato con l’utilizzazione nuova del terreno Cn = costo della costruzione di nuove strutture Vo = valore di mercato con utilizzazione presente del terreno Do = costo di demolizione delle strutture esistenti

7 Se il valore di mercato della nuova costruzione (territorio e strutture architettoniche e monumentali), valutato sulla base del livello ottimale di produzione del bene (visto come manutenzione e restauro), è maggiore del valore di mercato attuale più il costo di demolizione (proprio perché è maggiore la ricaduta economica che ne consegue), si procederà alla sostituzione: Vn – Cn > Vo + Do ma se risulta inferiore, la struttura esistente verrà mantenuta Vn – Cn < Vo + Do

8 B) Nel caso di fallimento del mercato ovvero mercati imperfetti
al bene culturale può essere attribuito un valore in sé indipendente dalla fruizione turistica o educativa o di ricerca. Si attribuisce allora un valore all’esistenza e alla conservazione del bene indipendentemente dalla sua reale funzione Si procederà, quindi, alla sostituzione se Vn – Cn + An > Vo + Do + Ao non si interverrà sul bene (per es. con il restauro) se Vn – Cn + An > Vo + Do + Ao con: An = valore estetico del nuovo Ao = valore estetico dell’esistente

9 Vsoc = f [ α1 ( Σ Bm + Σ B'e), α2 Σ B"e ]
Bene d’uso Nel caso di un MUSEO si ha: Vsoc = f [ α1 ( Σ Bm + Σ B'e), α2 Σ B"e ] con: Vsoc = valore sociale del bene culturale Bm = benefici oggetto di scambio sul mercato a vantaggio degli utenti diretti: scambio fra servizio offerto e scambio del biglietto B'e = benefici esterni non scambiabili sul mercato ed esprimibili in termini monetari: se il visitatore migliora il livello di istruzione e il proprio reddito B"e = benefici esterni non scambiabili sul mercato ed esprimibili in termini quantitativi ma non monetari: il piacere estetico o esoterico (intimistico) che promana dall’opera d’arte α1 α2 = coefficienti di sconto in relazione al numero di anni attraverso i quali si svolgerà il flusso dei benefici

10 Valutazione economica dei beni culturali:
elementi conoscitivi sulle TECNICHE DI VALUTAZIONE La valutazione economica consente di stimare in che misura l’allocazione di risorse al settore dei beni culturali possa rappresentare un benessere, tangibile ed intangibile, per la collettività, rispetto ad un uso alternativo Esiste però una difficoltà di fondo nella valutazione del bene culturale, legata alla definizione degli attributi che caratterizzano il bene: le definizioni operative di storico, artistico e culturale Si ricorre, pertanto, alla valutazione economica delle attività collegate al patrimonio culturale considerato come risorsa

11 servizi per il mercato e servizi fuori mercato
Un primo approccio alla valutazione dei beni culturali si basa sulla disponibilità a pagare i servizi e le attività collegati al settore. Essi si distinguono in due tipologie: servizi per il mercato e servizi fuori mercato per essi esiste una disponibilità a pagare da parte del settore privato, in quanto soddisfano i bisogni: del turismo culturale di prestigio personale del collezionismo della sponsorizzazione derivano da necessità di natura collettiva, essi soddisfano: il bisogno di tutelare l’integrità del bene l’istruzione e la formazione, anche permanente 3. lo studio e la ricerca in questi casi la valutazione avviene: a) sulla base della valutazione tradizionale per quanto riguarda i servizi per il mercato b) per i servizi fuori mercato si utilizza il concetto di disponibilità a pagare da parte del singolo

12 si ricorre alla quantificazione costi-ricavi-profitti
Un secondo approccio alla valutazione dei beni culturali è quello del costo-opportunità: Si pongono a paragone due costi-opportunità: l’opportunità messa a disposizione dalla fruizione di un bene, del quale non si conosce il prezzo il costo di un’opportunità di mercato che si ritiene paragonabile, della quale si conosce il prezzo , di solito costituita dall’uso privato di un bene/servizio Impiegando tale valutazione si ricorre al confronto con il mercato, mentre se un bene soddisfa esclusivamente bisogni fuori mercato si ricorre alla quantificazione costi-ricavi-profitti Tale tipo di valutazione presenta i seguenti svantaggi: - il concetto di alternativa è opinabile e porta ad una notevole generalizzazione l’alternativa può essere influenzata da un’attribuzione impropria ad un bene fuori mercato

13 dal valore della disponibilità a pagare e/o del costo-opportunità
Ai fini della valutazione economica dei beni culturali le due tecniche finora analizzate – quella della disponibilità a pagare e del costo-opportunità – rappresentano la base fondamentale per lo sviluppo di tutte le tecniche di valutazione socio-economica Una tecnica di valutazione specifica per i progetti pubblici inerenti ai beni culturali - la stessa applicata in ogni altro settore di intervento pubblica nell’economia - è l’analisi costi-benefici : Essa fornisce una valutazione economico-finanziaria degli interventi da effettuare mediante la stima: della domanda d’uso rivolta dalla collettività (turismo, ricerca, ecc.) dal valore della disponibilità a pagare e/o del costo-opportunità dei costi di recupero, gestione e manutenzione l’analisi tiene conto dell’utilità e beneficio che la collettività ricava da tali investimenti: essendo il bene culturale “meritorio” e pubblico si avrà una preponderanza dei benefici sui costi

14 La tecnica del costo del viaggio
Analizza le relazioni complementari realmente osservabili tra consumo del bene culturale e consumo dei beni privati necessari all’attività di fruizione stessa, stimando solo il valore dei benefici connessi alla fruizione La tecnica della valutazione contingente “si basa sulla tecnica del sondaggio, analizzando i comportamenti dei beneficiari del patrimonio culturale, in un contesto virtuale strutturato secondo precise indicazioni teoretiche e metodologiche” Ciò individuando preliminarmente la popolazione di riferimento da cui estrarre il campione di indagine Tutte le tecniche di valutazione economica di un bene culturale-oggetto d’uso descritte finora si basano su: l’individuazione e la quantificazione dei benefici offerti alla collettività

15 Ai fini della caratterizzazione economica, quindi, i beni culturali
possono essere considerati simili alle risorse naturali “estraibili”. Di qui lo stabilire: la convenienza economica o non della loro “estrazione” (ovvero se intraprendere o no i costi relativi al restauro, conservazione, ecc.) Se si considerano invece i costi conseguenti alla loro fruizione (congestione turistica, costi del degrado conseguenti al loro massiccio consumo), allora, in una valutazione effettuata mediante la tecnica di analisi costi/benefici, potrebbero risultare non economici Se sono visti come risorse e quindi creano una domanda in crescita rispondendo all’offerta, allora essi risultano economici Ma per l’alto valore in sé del Bene Culturale, la prerogativa di bene pubblico ed il carattere meritorio, ne deriverà una preponderanza dei benefici sui costi

16 Schema della valutazione economica del bene culturale
Oggetto di scambio BENE CULTURALE Oggetto di servizio servizi per il mercato servizi fuori mercato Redditi e profitti Impatti e ricadute economiche - turismo culturale - prestigio personale - collezionismo - sponsorizzazione - tutela - istruzione - ricerca Bisogni Risorse finanziarie Usi alternativi: costi ricavi benefici Interventi: necesità utilità efficienza ed efficacia

17 La leva dei prezzi I beni culturali sono beni ibridi, non appartengono cioè completamente né alla categoria dei beni pubblici né a quelli privati. Inoltre essi presentano un carattere di non rivalità al consumo: possono essere fruiti contemporaneamente da più soggetti Sono escludibili: possono essere resi non liberamente accessibili Perciò è possibile applicare delle discriminazioni sui prezzi, che possono essere applicati in quei casi in cui i fruitori sono disposti a pagare un prezzo più alto per usufruire di un servizio: ad es. nel caso di uno spettacolo teatrale il pagamento di una poltrona piuttosto che un loggione.

18 Il ricorso alla leva dei prezzi è in contrasto con la natura meritoria di essi.
Vale a dire che i beni culturali sono utili alla collettività e, in quanto tali, deve essere garantita la loro fruizione indipendentemente da un domanda congrua esercitata dal mercato. Tale carattere determina il bisogno di equità dei prezzi, tali da garantire la fruizione alle diverse fasce di reddito I beni culturali generano una serie di benefici diretti ed indiretti, definiti esternalità. Sono benefici diretti: l’appagamento dei bisogni del fruitore Sono benefici indiretti: quelli generati sul livello culturale e sulla qualità della vita di un territorio. Questi ultimi sono difficili da quantificare e non corrispondono ad alcun pagamento da parte dei potenziali fruitori (la collettività).

19 La presenza di benefici indiretti produce la divaricazione tra benefici sociali e privati e porta al fallimento del mercato. In quanto il mercato è in grado di tenere conto solo delle domande individuali alle quali può associare un valore, un prezzo. I benefici indiretti non generano incremento, le risorse sono allocate in modo non efficiente. Tutto ciò porta alla richiesta di finanziamento pubblico. Sono stati creati ad hoc per questo dei criteri di valutazione per determinare i costi ed i benefici connessi all’attivazione degli interventi di finanziamento pubblico e privato al settore culturale. I due principali approcci sono: Monetari: analisi costi-benefici Multicriteriali

20 La corretta metodologia per la valutazione dei benefici diretti e indiretti è essenziale allo scopo di attivare l’intervento dello stato a favore della valorizzazione del settore culturale. Infatti, una stima sottodimensionata di tali apporti ha orientato l’intervento a favore di altri settori socialmente utili (scuola e sanità), che hanno mostrato una maggiore attitudine a creare occupazione Una metodologia di analisi utilizzata a livello internazionale per valutare i riflessi economici dovuti alla presenza di un sito di interesse culturale all’interno di un dato territorio è: La Valutazione di Impatto Economico (VIE)

21 La valutazione di impatto economico (VIE)
È una metodologia di analisi utilizzata per stabilire le ricadute, dirette ed indirette, dovute alle imprese culturali sul territorio. Serve a programmare le politiche culturali ma anche a valutare e controllare le stesse. Complementare al VIE è la Valutazione di Impatto Sociale (VIS), che mira a valutare gli effetti culturali sulla società, da un punto di vista prettamente qualitativo. L’impatto diretto sul territorio è riconducibile a flussi di ricchezza che l’impresa trasferisce alle persone sotto forma di: Stipendi

22 L’impatto indiretto è relativo alla domanda di beni e servizi che l’impresa attiva nei confronti di operatori esterni ad essa. Determinando la creazione, il mantenimento e lo sviluppo di posti di lavoro. Si tratta di: Acquisti da fornitori esterni (domanda di beni e servizi che l’impresa culturale attiva verso l’esterno) Aumento dei flussi di ricchezza attivati dall’impresa grazie ai meccanismi di spesa Incentivo verso nuovi investimenti e imprese L’impatto indotto Attrazione del turismo e ricadute su operatori del settori (ristorazione, alberghi, attività commerciali, ecc.) L’impatto derivato è costituito dal potere d’acquisto di coloro che abbiamo elencato sopra, i loro consumi si riverberano sul territorio dando un input a nuovi guadagni ed investimenti, con un effetto “a cascata” L’impatto fiscale deriva dal pagamento dell’imposizione tributaria, che trasferisce nuovamente parte della ricchezza prodotta al settore pubblico dal quale percepisce le maggiori risorse finanziarie

23 Miglioramento del livello culturale
Altre ricadute positive per la collettività consistono nei benefici intangibili: Miglioramento del livello culturale Notorietà ed immagine di un territorio che può essere sfruttata in termini di marketing territoriale, nonché rafforzamento dell’identità territoriale in un’analisi economica essi sono però difficilmente quantificabili, pertanto non vengono prese in considerazione dal VIE, il quale risulta, quindi, sotto-dimensionato


Scaricare ppt "Cenni di teoria economica sui beni culturali"

Presentazioni simili


Annunci Google