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Beni comuni e valori economici di uso e non uso Prospettive teoriche e conflitti distributivi Massimiliano Mazzanti Università di Ferrara Dipartimento.

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Presentazione sul tema: "Beni comuni e valori economici di uso e non uso Prospettive teoriche e conflitti distributivi Massimiliano Mazzanti Università di Ferrara Dipartimento."— Transcript della presentazione:

1 Beni comuni e valori economici di uso e non uso Prospettive teoriche e conflitti distributivi Massimiliano Mazzanti Università di Ferrara Dipartimento di economia istituzioni e territorio & CERIS-DSE CNR Milano

2 Schema della presentazione 1.Alcuni spunti critici sulla teoria economica dei beni comuni e beni pubblici 2.Beni collettivi e valore economico 3.Valori e conflitti distributivi tra stakeholders 4.Policy e meccanismi di mercato

3 Beni comuni / beni pubblici Declinazioni di beni collettivi, ma distinti concettualmente Sandler & Arce (2003), Land economics For the public good scenario, contributors' benefits are public or available to all, while provision costs impact only the contributor. In a commons, crowding costs are public, while benefits affect only the user. Although both problems possess the same game form for their canonical representations, collective-action implications differ

4 Beni comuni / beni pubblici Sintetizzando: –Nei beni comuni, in open access e nello statico lequilibrio usuale di un modello microeconomico dipende dai costi e benefici medi (con profitti nulli), con diritti allocati da costi e benefici marginali (e profitti positivi): nel primo caso lo sfruttamento della risorsa è maggiore –Inoltre nel dinamico in open access non emerge lo user cost intertemproale (costo/esternalità della riduzione dello stock dal periodo t a t+1)

5 Beni comuni / beni pubblici Nei beni pubblici, il problema che conduce alla sotto-produzione privata del bene (fallimento del mercato) è lesternalità positiva tra agenti economici interessati al bene (contribuenti potenziali) – free riding sotto ipotesi di comportamento individuale soggetto alle congetture à la Nash – free riding eccessivo intervento pubblico

6 1. Teoria economica –Judge (2002): New interpretation of Lockes Theory of property this act of mixing labor with a natural resource makes it (the resource) his property lavoro origina proprietà privata (rights), anche before the state creation Il diritto a usare la risorsa è contingente al fatto che sia enough, and as good, left in commons for others Sustainability idea no prejudice to any other man

7 Locke state of nature labor e preferences originano i property rights, ma le rules non mutano rispetto allo stato di natura (common property resource): –The state of nature is not a lawless or an open access free for all….is governed by certain rules assigning rights and duties –Judge (2002): by turning the commons into an open access resource, the neo-lockean tradition creates the problem of externalities

8 Teoria economica Demsetz (1967) riprende Locke –property rights develop to internalize externalities when the gains of internalization become larger than the cost of internalization –individuals will engage in activities to define and enforce property rights proportionate to the ratio of the benefits and costs of establishing those claims

9 Teoria economica –Prospettiva Coasiana (in parte lockiana, ma nel res nullius prevale sempre development su conservation, se non allochiamo diritti a qualche agente, con risultato non socialmente efficiente) –In Locke cè una theory of god (nello stato di natura) che non rende necessaria una theory of the state….

10 Problema aperto, non risolto dalla disamina filosofica: –Il labor può riguardare sia lo sviluppo sia la conservazione…se è presente un conflitto di obiettivi sulla risorsa, CHI ha i diritti di proprieta? Chi arriva prima? –Rimangono aperti problemi eco-nomici (allocativi), riaffrontati da Coase (1960) e dal suo teorema, dove è però lo stato che alloca i diritti….la ratio di efficienza non dipende da chi ha allocati i diritti, se il mercato di scambio dei diritti funziona…

11 2. Valore economico totale di un bene Valori economici –Uso, diretto ed indiretto Uso consumptive e non consumptive –Non uso (passive values) –Valore Economico Totale (VET)= = uso + non uso

12 Obiettivo socio-economico –Massimizzare VET (scegliere opzione di investimento a maggiore benessere sociale) Scelta allocativa tra opzioni di investimento alternative, private e pubbliche –Problemi: 1) Valutazione beni e servizi extra mercato (non uso, uso indiretto) valore economico eventualmente tramutabile in valore finanziario (capture)

13 Conflitti valoriali 2) Conflitti tra valori economici diversi, tra – valori di uso diretto ed indiretto –Tra uso diretto / indiretto e non uso –Conflitto infra generazionale e/o intergenerazionale –Conflitto che può riguardare la stessa political jusrisdiction o diverse jurisdictions Economic e political jurisdiction non si sovrappongono, il valore economico va oltre i confini istituzionali usuali (Loomis, 2000)

14 Il problema della valutazione economica (elementi del TEV) e della gestione dei conflitti caratterizza, ad esempio, i beni culturali (heritage) e le risorse ambientali, due aree di usuale intervento pubblico dove diviene rilevante la valutazione e la gestione del conflitto, su più livelli, tra categorie valoriali

15 TEV e conflitti/trade off Il conflitto rende non semplicemente additivo il TEV, occorre gestire trade off Questi trade offs tra categorie valoriali sono superiori, mediamente, nel campo delle risorse ambientali (patrimonio ambientale) rispetto a quelle culturali –Luso del bene è meno erosivo, a volte luso è necessario per fini conservativi…. –In ogni caso può esserci spesso stretta integrazione tra beni culturali e ambientali

16 Le risorse ambientali sono anche più rilevanti per analisi di beni collettivi/comuni, ma la disaggregazione valoriale e la classificazione di diversi conflitti distributivi fa emergere (almeno) due casi: –Un caso forse più usuale e più facile per le policy, dove il conflitto è solo sulluso intertemporale della risorsa

17 Esempio da libro di testo: Fishery/forestry exploitation & management –Azioni di policy: creazione di diritti di proprietà al posto dello scenario open access, mediante mercato delle quote (fishery) o strumenti fiscali che facciano emergere il valore economico legato allesternalità intertemporale –In open access non emerge il costo duso intertemporale (riduzione dello stock) –Ogni agente non ha di fronte sul mercato questo user cost (problema cooperativo con effetti esterni negativi intergenerazionali)

18 Altre esternalità valoriali Questo è un tipico problema legato strettamente alla sostenibilità delluso delle risorse, ma non è il solo… Nella fishery tipica, e negli esempi coasiani, gli agenti sono omogenei rispetto al valore-beneficio, che è di uso diretto Ma fishery e forestry (idealtipi) possono caratterizzarsi per altri valori del TEV

19 Altre esternalità valoriali Valore di uso indiretto e non uso di fishery e foreste Concettualmente, e per le azioni di policy, il problema valoriale e distributivo è distinto dal mero discorso sulla esternalità intertemporale negativa Es. –Fishery cetacei –Forestry turismo, biodiversità

20 Altre esternalità valoriali In tali casi, al problema della esternalità negativa legata al management di una risorsa in open access nello scenario di natura Si aggiunge un conflitto infra- generazionale (fra stakeholders e jusrisdictions) di valenza nazionale, locale o anche globale

21 Esempio: Whales economic management –Da fishery a bene economico misto con diversi valori economici e conflitti emergenti, dagli anni settanta –Ruolo IWC: da gestione del pescato (whale as a fish) a gestione di conflitti e policy Mazzanti, 2001, Ecological economics & Journal of environmental planning and management –I nuovi valori economici che emergono cambiano le istituzioni, la loro governance e gli obiettivi

22 New Whales economic management La usuale esternalità legata a open access ha portato allestinzione o quasi di molte specie (Small, 1971) La mancata innovazione dellistituzione ha portato allo stallo, con conflitto non gestito economicamente (vedi i Bans), che può portare anche esso a ulteriori perdite di stock, causa defezioni e non accettazione del ban (Islanda, giappone, norvegia, comunità locali)

23 Approccio economico –Valutare i nuovi valori in gioco, di non uso e uso indiretto E relativa Disponibilità a pagare (DAP) degli stakeholders, conservazionisti e non –Trovare lo scenario a maggiore TEV (conservazione come ottimo?...difficile una soluzione di angolo se si accetta la DAP marginale decrescente per i vari usi…)

24 Schemi di gestione economica del conflitto –Coase market Ma il teorema cade se gli agenti sono eterogenei per effetti di reddito, problema DAP/DAC –Contrattazione Utilitarista Massimizzazione TEV con conflitto valoriale sulluso della risorsa –Contrattazione à la Nash Massimizzazione TEV con conflitto valoriale e comportamento strategico (minacce strategiche) Nash (1950, 1953), Luce and Raiffa (1967), Games and Decisions

25 –Utilitarian bargaining Nella massimizzazione del TEV con due elementi in conflitto (sviluppo/consumo vs conservazione/tutela), la soluzione ottima dipende dai pesi (discount rates degli agenti, cioè le loro preferenze intertemporali) e dalla loro relativa DAP/valore (che influenza i relative present values) I peso in termini di saggi soggettivi di sconto intertemporali (diversi dal problema anche esso intertemporale dello user cost) crea un cuneo tra ottimo sociale usuale (pesi =, o single owner solution) e ottimo contrattato sulla risorsa collettiva Variando i pesi da 0 a 1, si trova una frontiera paretiana delle possibili distribuzioni come soluzioni del conflitto

26 La soluzione allutilitarian bargaining dipende dalla possibilità di effettuare una compensazione (side payment) tra agenti –Es. da conservazionisti a sviluppisti o vice versa –Chi detiene i property rights influenza laccettabilità/efficacia dello scambio –(sotto certe condizioni non la sua efficienza) –Non accettabilità di pagamenti a sviluppisti per ridurre uso della risorsa –Allopposto abbiamo il problema della valutazione della DAC (sovrastima da property right bias), o non accettazione di una compensazione per accettare più sviluppo/uso della risorsa (stock)

27 Nash bargaining Concetto di threat points minacce potere contrattuale dipende da credibilità minacce Es. IWC gestisce minacce commerciali verso paesi balenieri e minacce di uscire da IWC….. –Il ban può non essere self enforcing nel tempo..e nemmeno socialmente ottimale –Soluzione di Nash è sempre sulla frontiera di efficienza, ma la distribuzione diversa da quella utilitarista che dipende dai valori e preferenze degli agenti

28 Minacce vs compensazioni Un sistema di Nash threats può guidare lequilibrio verso allocazioni che non massimizzano il VET Un sistema economico di compensazioni può invece guidare il sistema verso una allocazione sostenibile che rispecchia i valori e le preferenze sulla risorsa Gli agenti si dividono il VET, trovando un punto di equilibrio tra uso e non uso, sorretto da compensazioni (più o meno) esplicitate in contratti

29 Meccanismi compensativi In tutti gli schemi, il conflitto fa emergere la necessità di meccanismi compensativi che dipendono dal valore associato alle opzioni –Schema di Kaldor-Hicks vs criterio di Pareto Un meccanismo di mercato potenzialmente può guidare luso della risorsa verso uno scenario di sostenibilità e minimizzazione del conflitto

30 La direzione della compensazione dipende non dallesistenza di diritti di proprietà, esistenti e legati alluso- preferenza, ma dalla loro gestione allocazione istituzionale, o loro formalizzazione

31 Problemi –Valutazione di valori di non uso e uso indiretto (prezzi ombra, preferenze latenti, non sempre tracciate da comportamenti effettivi, quindi giochi strategici) –Accettabilità della compensazione (problema della Disponibilità ad accettare in cambio di…) –Possibilità della compensazione Servono comunque istituzioni che medino nel caso di stakeholders di regioni o aree diverse del globo, con interessi divergenti in parte o in toto…. –IWC, international conventions –Kyoto Carbon funds/trusts

32 Alcuni casi di studio sulla gestione della bio-diversità come global common 1. Tipico conflitto tra local e non local stakeholders –Risorsa: Panda cinese e habitat del Panda –non local (foreign economic jurisdiction) non use values VS local interest in development/use –La valutazione economica dei non use values e la compensazione ai locali possono aiutare la gestione del conflitto (Kontoleon & Swanson, 2003)

33 2. Vi possono essere casi in cui succede il contrario: locali (political/economic jurisdiction) interessati a non use e stranieri a sviluppo/uso diretto (foreign economic jurisd.) Nellapproccio economico ortodosso la soluzione socialmente ottima, e potenzialmente sostenibile, dipende dallassetto delle preferenze (TUTTE le preferenze in gioco, che devono emergere nellarena economico-istituzionale)

34 3. Conflitto tra interessi locali Conservazione di una specie nazionale/regionale (senza valori sovranazionali) con esternalità negative su proprietà privata e preferenze eterogenee Caso Alce finlandese (Horne & Petajisto, 2003) –Le specie sono no ones property e lo stato è responsabile della gestione sostenibile: valori si uso e non uso –Valore pubblico culturale e ambientale della specie per il paese –Esternalità negative su valore proprietà dei landowners (10% popolazione è proprietaria di area forestale), ma distribuite in modo eterogeneo

35 Policy allocazione di definiti permessi venatori (potenzialmente vendibili) ai land-owners nelle aree di conservazione della specie, che (i) finanzia compensazioni monetarie per i danni alla proprietà (effetti eterogenei tra land-owners) e (ii) dovrebbe ridurre caccia illegale (open access scenario) Compensazione non sempre efficace come metodo di gestione del conflitto

36 Alcune conclusioni e riflessioni finali

37 1.È possibile gestire in modo sostenibile risorse in res nullius, o con diritti di proprietà localizzati su diverse economic jurisdictions (vs political) 2.Emerge più rilevante il ruolo della valutazione economica degli elementi del TEV e..

38 3. La gestione dei conflitti con schemi economico-istituzionali (mercato, stato) 4. La soluzione sociale ottimale potrebbe non essere di angolo, ma mista, con diversi obiettivi valoriali da coniugare.

39 5. Il meccanismo compensativo, che dipende da una previa valutazione a fini strumentali dei valori economici, può aiutare a gestire il conflitto, ma non sempre è uno schema istituzionale sufficiente 6. La loro efficacia non è strettamente correlata con una perfetta definizione dei diritti di proprietà (privati), ma dipende da un nucleo più ampio di elementi istituzionali ed economici

40 Bibliografia Horne & Petajisto, 2003, Preferences for alternative moose management regimes among finnish landowners, Land Economics Kontoleon & Swanson, 2003, The WTP for the property rights for the giant panda: can a charismatic species be an instrument for species conservation? Land Economics Judge, 2002, Restoring the commons: towards a new interpretation of Locke theory of property, Land Economics Loomis, 2000, Vertically Summing Public Good Demand Curves: an Empirical Comparison of Economic Versus Political Jurisdictions, Land Economics Luce and Raiffa, 1967, Games and Decisions, wiley, new york Mazzanti, 2001, Global management of whales as a mixed good and shared resource: bargaining and institutions, Journal of environmental planning and management Mazzanti, 2001, The role of economics in global management of whales: re-forming or re- founding IWC? Ecological economics Mazzanti, 2003, Valutazione economica dei beni culturali. Metodi e strumenti di analisi economica, Franco Angeli, Milano Sandler & Arce, 2003, Pure Public Goods versus Commons: Benefit-Cost Duality, Land Economics Swanson, 2003, Introduction to property rights and biodiversity conservation: convergence or conflict? Land Economics


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