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Cap. 3 Verso una concezione comunitaria ed equilibrata di impresa 1.Limpresa come nesso di contratti 2.La teoria degli stakeholders 3.Per una cultura dimpresa.

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1 Cap. 3 Verso una concezione comunitaria ed equilibrata di impresa 1.Limpresa come nesso di contratti 2.La teoria degli stakeholders 3.Per una cultura dimpresa

2 Introduzione -le teorie dellimpresa sono legate allevoluzione storica delle istituzioni e delle tecnologie produttive

3 -gli aspetti organizzativi e tecnici esprimono significati e valori partecipati -limpresa capitalistica come ambito di relazioni umane, la creazione di valore è basata su sistemi culturali e su ideali

4 3.1.Limpresa come nesso di contratti -nellapproccio classico ci si riferisce ad un mercato ideale con infiniti produttori, gli eventi si svolgono in un sistema di equilibrio, ove i comportamenti possono essere previsti e sono guidati dalla razionalità economica

5 -nellapproccio neoclassico limpresa opera in condizioni di incertezza, tecniche econometriche per il continuo mutamento, limpresa è posseduta dagli azionisti con il fine di accrescere il valore delle azioni, obblighi etici solo verso gli azionisti, Friedman

6 -a partire dagli anni 50 si cercano teorie più adeguate: managerialista, comportamentista, contrattualista -negli ultimi decenni riacquista vigore la teoria neoclassica. La nuova teoria neoclassica si intreccia con il contrattualismo di Coase

7 3.1.1. Ragionamento contrattualista e teoria dei giochi cooperativi -impresa come istituzione in cui gli ordinamenti sono gestiti attraverso relazioni di autorità basate su un contratto sociale

8 -i protagonisti sono i concreti portatori di investimenti specifici che attraverso contratti incompleti subiscono rischi -si fa ricorso alle teorie dei giochi cooperativi, nei quali i giocatori adottano piani di azione comune

9 -il contributo individuale alla produzione dei vantaggi non è separabile dal contributo degli altri individui. Gli interessi devono essere almeno parzialmente comuni. Il fine comune è ridotto ai fini separati dei giocatori -decisione di cooperare costantemente rinnovata. Rischio dellopportunismo

10 -lo schema della costituzione dellimpresa prevede diritti e doveri: -la delega al proprietario di prelevare il residuo e di delegare il management allimpiego delle risorse, funzione di controllo -la responsabilità del proprietario verso gli altri stakeholders e i loro diritti, impresa come nesso di contratti bilaterali

11 3.1.2.Contratto di scambio e soggettività dimpresa -si passa dalla soggettività imprenditoriale alle istanze sistemiche e organizzative -i soggetti dellimpresa non sono essenziali in un sistema di transazioni, si disperdono in un insieme di contratti, lidentità spaziale e temporale dellimpresa è persa

12 -sono rimosse le intenzionalità, le finalità, i valori -il motore che identifica limpresa è la competizione che seleziona le transazioni efficienti, il contratto di scambio misura lefficienza

13 -lorganizzazione è ridotta ad una variabile dipendente dal calcolo di convenienza dei costi di transazione -sono enfatizzati i diritti individuali e lintegrità personale, limpresa è un gruppo di individui che si impegna in un tipo di relazione contrattuale

14 4.1.3. Limpresa è un aggregato -limpresa è il prodotto di attori economici razionali -limiti della teoria: le imprese possono avere proprietà che non sono semplici aggregati di proprietà individuali

15 -la teoria non spiega la realtà dellesperienza quotidiana: subordinazione dellindividuo ai fini collettivi, assunzioni di doveri obbliganti, motivazioni diverse dallautointeresse -risposta: motivazioni che alla fine sono interessate -un individuo autointeressato può agire per altruismo?

16 3.1.4. La relazione di agenzia -Lo schema teorico della relazione di agenzia per elaborare risposte ai problemi organizzativi: un soggetto (lagente) ha certi obblighi in rappresentanza di un altro attore (il principale) in virtù di una reciproca relazione economica -limpresa è vista come un nesso di contratti tra agenti e principali

17 A)presupposti: desideri e fini del principale e dellagente si contrastano. Il problema di agenzia è che è costoso per il principale controllare ciò che lagente fa. -essi hanno atteggiamenti diversi verso il rischio e sono impegnati in un comportamento cooperativo

18 -Ross: una delle più comuni forme codificate di interazione sociale; le organizzazioni come finzioni legali che comprendono entro i propri confini porzioni di mercato

19 -si enfatizza laspetto legale contrattuale dellimpresa, rimane in ombra laspetto umano personale e il quadro motivazionale non pecuniario -lorganizzazione è più che linsieme dei contratti

20 B)la relazione principale e agente si estende a tutti coloro che cooperano allo svolgimento delle attività economiche (stakeholders) -Aspetto positivo: si focalizza il problema organizzativo del conflitto di interesse tra i partecipanti allazienda. Risposta: prevenzione del conflitto attraverso gli incentivi

21 -crit: alcuni conflitti sono di natura sociopolitica, -il successo dellimpresa si misura sulla capacità di mantenere nel lungo periodo il potenziale cooperativo

22 -la teoria non coglie il problema dellutilizzo potenzialmente illimitato dei subordinati da parte dei capi, asimmetria del potere C)-gli individui sono visti come opportunisti e propensi ad ingannare, necessità di controllo

23 -se tutte le motivazioni sono ridotte allegoismo, lagente non ha ragioni per essere fedele al principale, nessun ruolo per i principi normativi -lassunzione dellegoismo va contro la massimizzazione dellefficienza, maggiori controlli, si preclude la fiducia: per guadagnarla bisogno darla

24 -gli studi evidenziano una serie più larga di motivazioni nellorganizzazione -aspetti positivi:importanza degli incentivi e dellinteresse individuale, linformazione come merce, le implicazioni delle preferenze di rischio, teorie finanziaria dellimpresa

25 3.2. La teoria degli stakeholders -approcci non massimizzanti nel senso che denunciano i limiti della visione dellimpresa come massimizzante, molti comportamenti imprenditoriali non hanno obiettivi economici e razionali -la teoria degli st. si propone di superare la concezione privatistica, riconoscimento dei molteplici soggetti: azionisti, dirigenti lavoratori, clienti, consumatori, fornitori… -visione più comprensiva come ampia rete di relazioni, anche conflittuali, ordini di priorità

26 3.2.1. La base normativa della teoria A)da una prospettiva descrittiva, impresa come costellazione di interessi cooperativi, relazioni definite da contratti impliciti ed espliciti tra i diversi soggetti b)da un punto di vista strumentale, associazione tra responsabilità sociale e risultati finanziari, ma un giusto profitto è un felice risultato che deriva dal seguire i principi della teoria degli st.

27 C)la base normativa della teoria: gli st hanno legittimi interessi, gli interessi di tutti sono di valore intrinseco -la teoria neoclassica rispetta i diritti degli altri st al fine di accrescere i profitti -per la teoria degli st. i principi etici vincolano linteresse individuale, letica non può essere spiegata attraverso il modello razionale

28 5.2.2.La giustizia come centro normativo -partiamo dal processo di creazione di valore senza separare laspetto etico da quello economico e sul presupposto delluguaglianza tra i contraenti -Freeman: giustizia, autonomia, solidarietà come mutualità -obblighi di giustizia tra i partecipanti allo schema cooperativo in proporzione dei benefici accettati

29 -lidentità dello stakeholder come cooperatore, interazioni economiche come schemi cooperativi più che competitivi -corporation come decentralizzata, con la partecipazione degli st. alle decisioni strategiche, imprese associate -asp posit: ideale della giustizia ma non fino alla qualità giusta del volere

30 3.2.3. Lidentificazione degli stakeholders -definizione larga: chi ha un interesse o è toccato dallimpresa -defin media: chi assume qualche grado di rischio nellattività dellimpresa -defin stretta: chi ha una relazione primariamente economica con limpresa -st. primari e secondari, volontari e involontari, scambio reciproco con limpresa

31 -modi e mezzi di rappresentazione degli st nella misura del loro investimento, meccanismi di partecipazione per i creditori, le comunità, i clienti

32 -st. con pretesa di vedere migliorata la propria posizione, diritto di partecipazione -st. secondari con una relazione che permette di contribuire a rafforzare la politica dellimpresa, partecipaz alle decisioni, es, i rappresentanti degli interessi econom della comunità locale

33 -st.sovrani non solo con il diritto di sovrintendere alla realizzazione degli obiettivi ma di porre quegli obiettivi. Sono i dipendenti e gli azionisti: diritto a partecipare ai progetti in cui il loro sforzo è investito. Così lattività di produzione diventa unattività significativa -gli interessi derivati presuppongono gli obiettivi dellimpresa

34 3.2.4. Il modello di impresa -lintuizione: alcuni st.sono in relazione stretta con limpresa da avere diritti di decisione -conflitti circa lestensione che deve essere data ai vari interessi

35 -attenzione alle relazione e priorità a quelli che hanno relazioni più strette -creare valore per ogni st. sviluppando forme di cooperazione e di potere decentralizzato

36 -conseguenze: limpresa è costituita da reti di relazioni con i suoi st., le decisioni basate sulla responsabilità inerenti ad ogni relazione, la gerarchia struttura lorganizzazione al servizio di pratiche umanizzanti -la razionalità economica non è sufficiente -tener conto dei fattori personali, degli obiettivi divergenti, del dialogo e cooperazione per raggiungere i fini di ciascuno

37 -la prospettiva postmoderna di Calton e Kurland: reti di relazione al posto della gerarchia, legittimazione consensuale dei fini, organizzazioni più fluide, azione collettiva e comunicazione sostituiscono il conflitto e la competizione, amministrazione decentralizzata, acquisizione locale del potere

38 Conclusione: si tende ad una visione pluralistica e partecipata dellimpresa, nella solidarietà degli st., visione che identifica i problemi morali -superare le distanze tra gli st. facendo sperimentare linterconnessione dei loro interessi e provvedere opportunità per la comunicazione: importante per i rapporti con i dirigenti -è possibile così un modello alternativo alla public company

39 3.2.5. Le obiezioni alla teoria degli st. A)lobiezione libertaria. Maintland: se limpresa è la somma dei contratti conclusi da tutti, già riflette gli interessi di tutti, gli st sono liberi di scegliere altre imprese -risposta:esistono solo imprese possedute dagli investitori -controrisposta: perché sono preferite dagli st.

40 -risposta: il potere di mercato non è assente. Cè bisogno di un contratto giusto e non solo libero, ed implica anche la partecipazione alle decisioni Obiezione: le imprese hanno lobbligo di non danneggiare ma non lobbligo di promuovere il benessere degli st.

41 B)lobiezione utilitarista alla teoria degli st. -la moderna impresa è più efficiente di altri modi di organizzare le risorse e consente di soddisfare le richieste degli st. -sorgenti dellefficienza: economizza sui costi di controllo e crea pressioni per la riduzione dei costi di produzione

42 -risposta: la ricchezza è più che il denaro e consiste nella qualità della vita e delle relazioni -tutto questo durante il processo di produzione e non solo dopo

43 -obiez: la teoria degli st. trascura la competizione come una forza che struttura i meccanismi dellimpresa, presume che le imprese si riformino dallinterno allocando i diritti e doveri tra i diversi st., le forze del mercato puniscono le imprese che non si strutturano per massimizzare lefficienza

44 -le economie reali hanno hanno considerevoli rallentamenti che dipendono da fattori culturali (contributi alle charities, ai partiti…). Alcuni di questi rallentamenti possono essere usati per conciliare gli interessi degli st. -obiezione: riconoscere le pretese degli st. danneggia il benessere delleconomia -risposta: non ci sono prove che le imprese che riconoscono qualche diritto agli st siano meno competitive

45 Obiezione: se i dirigenti sono responsabili per gli st.non sono responsabili di nessuno perché gli interessi sono divergenti -è possibile armonizzare alcune divergenze attraverso votazioni, il dialogo, la partecipazione accresciuta, il bene comune è preso in conto -la questione: quale estensione concedere alle forze del mercato e quale alle considerazioni sociali. Stakeholder society: intere società che cercano un equilibrio tra azionisti e st a livello regionale nazionale…

46 C) una minaccia allo status privato dellimpresa? La teoria diluisce lobbligo fiduciario verso gli azionisti estendendolo a tutti gli st. lmpresa diventa una pubblica istituzione -si crede che ci sia o un privato settore con lapproccio massimizzante o la perdita del settore privato a motivo di un approccio multifiduciario

47 -la sfida è di costruire una relazione multifiduciaria in cui non sparisca la specificità della relazione principale- agente tra dirigenti e azionisti -Sharplin-Phelps: gli azionisti sono portatori di rischio residuale, garantiscono la realizzazione dei contratti, di qui il loro diritto al controllo dei dirigenti

48 -il rischio residuale è il rischio della differenza tra i profitti dellimpresa e i promessi pagamenti agli altri soggetti. I dipendenti sono garantiti per la durata del contratto -la separazione tra proprietà e direzione porta tensione tra coloro che dirigono e coloro che sopportano i costi se limpresa va male. La speciale vulnerabilità degli azionisti implica una speciale relazione con i dirigenti

49 -va notato che il singolo azionista investe poco della sua ricchezza nellazienda mentre i dipendenti investono molto capitale umano -è più facile per lazionista disinvestire -è legato lazionista allimpresa solo da motivi economici -laspetto fondamentale: la differenza tra società e associazione. Mentre i membri della società hanno diversi obiettivi e valori, i membri dellassociazione perseguono uno o più obiettivi simili

50 -questo significa che ogni tentativo di equilibrare gli interessi tra quelli che sono toccati da essa sarà attraversato da un altro bisogno: soddisfare il fine per cui lassociazione esiste. La società ha il fine di bilanciare i diritti di base. Gli interessi che unassociazione serve sono una serie più ristretta di quelli della società. -lassociazione non può mai soddisfare i bisogni della società, gap tra giustizia sociale e obiettivi dellazienda

51 -sia la teoria classica che la teoria degli st. ci chiedono di focalizzare gli interessi della persona. La prima ci chiede di guardare ad un investitore di capitale che ha un diritto, la seconda alla persona come ad un cittadino in una comunità -le teorie mancano di cogliere che dentro limpresa i diritti di ogni st. sono variabili e vulnerabili. Limpresa esiste per servire gli interessi delle persone, interessi che dipendono dalla connessione con il bisogno dellimpresa

52 3.3. Il confronto tra i due approcci: convergenze e possibili approcci - in radice è un conflitto tra visioni economiche ed eticisti -i due filoni differiscono per gli assunti, i livelli di analisi, la visione della motivazione e per le indicazioni pratiche

53 3.3.1. Il principio di autodeterminazione -disaccordo sulle valutazioni circa lefficacia del mercato a proteggere il diritto di autodet degli st., se le imprese reali sono coerenti con il principio (neoclassici) o no (t. degli st.) -la partecipazione alle decisioni appartiene a tale diritto di autod. (t.degli st.) -limpresa è il risultato dellesercizio di quel diritto. La protezione degli st. è lesistenza di altre imprese (neoclassici)

54 3.3.2.Fiducia e cooperazione -ambedue le teorie accettano limpresa come un nesso di contratti -neoclass: solo i contratti legali o impliciti, rete interna e esterna -t.degli st.:anche i contratti sociali e morali, gestire le relazioni di fiducia conduce a vantaggi più alti per gli st.,incentivi e controlli sono usufruibili come opzioni e dipendono dalle relazioni tra gli st.

55 3.3.3. i diritti di proprietà oggetto di divergenza tra le due teorie -neoclassici: relazione fiduciaria negli interessi degli azionisti, perché i diritti di proprietà devono essere protetti -Donaldson: la giustizia distributiva basata sul bisogno giustifica i diritti di proprietà, ma questi non sono assoluti, ma sono sempre insieme ad altri diritti -il diritto di proprietà include i doveri verso gli st.

56 -dalla prospettiva della giustizia distributiva tre criteri per i limiti e luso della proprietà: il bisogno (t.utilitar), la capacità o sforzo (t.libertaria) e laccordo (contrattualismo) -gli interessi degli st. possono essere giustificati da questi criteri. La teoria degli st. appare coerente con la proprietà priv e la giustizia distributiva da cui le imprese ricevono diritti e doveri, inclusi i doveri verso i diversi st. e non solo verso gli azionisti

57 3.3.4. I tipi di responsabilità - neoclass: solo responsabilità economica tra principali e agenti secondo quattro principi: rispettare gli accordi, non mentire (necessari per far funzionare limpresa), rispettare lautonomia degli altri ed evitare di danneggiarli (condizioni per la libertà e per i mercati) -Jones: i principi morali sono antecedenti al contratto tra princ e agente e fanno funzionare i mercati. La logica dellagenzia è limitata dai principi morali

58 -la t degli st. vede gli interessi dellimpresa come unestensione degli interessi di una comunità più larga e nel loro contributo sociale, obblighi non fiduciari significativi che prevalgono su quelli fiduciari, descritti nei sistemi giuridici e radicati in una relazione antecedente, nessuna immunità da questi obblighi di base che si applicano anche agli azionisti

59 3.3.5. Le chances dellimpresa-comunità A) t.degli st. parziale in quanto rispetta la relazione fiduciaria, e imparziale in quanto rispetta le relazioni multifiduciarie -la relazione speciale con gli azionisti riconosce caratteristiche della vita economica (le imprese hanno una missione economica, lobbligo verso gli investitori e la legge, possibili abusi del potere economico).

60 --altre caratteristiche devono essere considerate: le imprese non sono solo istituzioni economiche, gli obblighi fiduciari sono soggetti a criteri morali, la sola conformità alla legge può essere ingiusta -la t.degli st. si avvicina ma non si identifica con la visione comunitaria ed equilibrata dellimpresa: si concentra sui soggetti a scapito dei contenuti dellattività dellimpresa

61 -limpresa come un soggetto globale per la multidimensionalità della sua gestione, di natura econ, legale, culturale polit et… - si confronta con diverse sfere sociali.. -relazioni durevoli e stabili con gli st.come fondamento della sua sopravvivenza, come dimensione del fine dellimpresa e caratteristica che connota lattività produttiva -limpresa non va convertita in una comunità ma ha da essere non anticomunitaria

62 B)Dorè distingue impresa-società dallimpresa-comunità Limpresa-società è quella anglosassone, in cui gli azionisti godono priorità assoluta Limpresa-comunità è un ente economico e sociale, e gode di un senso di appartenenza e di relazioni di fiducia, con scopi condivisi -è una complessa rete di relazioni tra i suoi membri, con una certa elasticità, reciprocità e complementarietà, cooperazione

63 -senso partecipato di appartenenza, missione e interesse mutuo, con la finalità specifica di produrre ricchezza -linteresse ind è costituito dentro la società e legato alle virtù di cittadinanza. Esprime il desiderio di riconoscimento -Dunfee: teoria dei contratti sociali estesi, limpresa può formare una comunità, con norme morali, teoria integrativa dei contratti sociali

64 C) difficoltà per realizzare una visione comunitaria di impresa: rapidi cambiamenti, comunità virtuali, erosione delle frontiere con la disintegrazione politica e lintegrazione economica -Fort:le imprese sono comunità intermedie, letica si genera dalle esperienze sociali e religiose, le imprese come terreno per le virtù se sono piccole

65 D) il paradigma della struttura intermedia focalizza limportanza della chiesa locale per leducazione ad atteggiamenti di responsabilità e di partecipazione, decentralizzazione e democrazia nella produzione, economie locali ed elementi di base (fiducia, bisogni umani…) -incorporazione dello sviluppo economico come parte della missione della chiesa, critica ai sistemi esistenti di imprese

66 -risorse della chiesa: conoscenza del territorio, partecipazione di membri diversi, impegno per la dignità di tutti -sviluppo della vera soggettività della società Rete di associazioni dentro una democrazia effettiva di libere imprese


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