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Cinquant’anni di telecomunicazioni: uno sguardo al passato

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Presentazione sul tema: "Cinquant’anni di telecomunicazioni: uno sguardo al passato"— Transcript della presentazione:

1 1960-2010 - Cinquant’anni di telecomunicazioni: uno sguardo al passato
per una prospettiva sul futuro In onore di A. Bernardini, P. Mandarini, A. Roveri Umberto de Julio 1 luglio 2010 Roma

2 L’Italia degli anni ‘60 – Il miracolo economico e l’industrializzazione del Paese
Indice dei corsi azionari secchi deflazionato con l'indice dei prezzi al consumo Indice Il Boom Economico Dopo il decennio post bellico e l’avvio di programmi di ricostruzione indispensabili per superare la crisi dell’industria e la profonda arretratezza culturale del Paese, con la fine degli anni ‘50 prende il via il fenomeno del “miracolo economico”. Generato in primis dal basso costo del lavoro, segna un rapido e costante sviluppo del sistema paese che passa da nazione prevalentemente agricola e sottosviluppata a livelli di benessere mai conosciuti prima. La riforma agraria del dopoguerra che divide in lotti troppo piccoli i terreni del Mezzogiorno, spinge molti lavoratori della terra a migrare altrove in cerca di miglior fortuna. Grandi flussi migratori spostano lavoratori dal Sud al Nord d’Italia. Nel 1961 vi fu lo storico sorpasso degli addetti all’industria sui lavoratori agricoli: rispettivamente il 40% e il 29% della popolazione attiva. E’ il periodo del boom: demografico, economico, dei consumi, delle infrastrutture. Esplodono i consumi privati: televisore, frigorifero, lavatrice, gli elettrodomestici entrano nelle case degli italiani. Nel ‘56 in Italia ci sono di telefoni; nel 1960 sono già e nel 1965 sono Nel 1958 si contano circa di apparecchi televisivi e di automobili. La Fiat 600, simbolo del boom economico italiano degli anni 60 Storico sorpasso degli addetti all’industria sui lavoratori agricoli: rispettivamente il 40% e 29% della popolazione attiva Anni Fonte: Ufficio Studi Mediobanca, 2009

3 Anni 60 – La diffusione della telefonia, la produzione elettromeccanica
Nasce il monopolio nazionale. La SIP – società del gruppo STET (IRI) – assorbe le 5 concessionarie telefoniche (Stipel,Telve,Timo, Teti, Set) ASST e Italcable gestiscono il traffico a lunga distanza e internazionale Boom dei telefoni: nel 1956 nel 1960 nel 1965 Tecnologia elettromeccanica sviluppata da 5 grandi gruppi nel mondo (Western Electric, ITT, GTE, Siemens, Ericsson) Un selettore Una centrale elettromeccanica Agf. che pesava cento volte di più di una centrale elettronica di oggi e occupava uno spazio trenta volte maggiore. Di pari passo con lo sviluppo industriale del paese e con l’estensione del benessere a fasce sempre più ampie della società, cresce la domanda di servizi pubblici e di infrastrutture di telecomunicazioni. L’industria delle telecomunicazioni è chiamata a rispondere a una richiesta di maggiore qualità delle comunicazioni telefoniche e a un uso crescente del telefono in tutti i settori della società industriale. Cinque grandi gruppi nel mondo mettono a punto centrali elettromeccaniche, primo motore della rete telefonica: Western Electric (ossia AT&T), Itt, Gte, Siemens e Ericsson. La tecnologia Siemens, quella cui attingeva l’italiana Sit Siemens poi Italtel, era basata su due componenti originali; il selettore a motore Smn e il relè Esk. Furono le centrali interurbane della famiglia Smn-cc (a comando centralizzato), sviluppate da Sit Siemens, a equipaggiare in Italia i centri di distretto delle aree in tecnica Siemens consentendo a Sip - società che nel gruppo STET (IRI) aveva assorbito tutte e cinque le concessionarie telefoniche (Stipel, Telve, Timo, Teti, Set) - di completare puntualmente, nel 1970, la telesezione integrale da utente, secondo il programma stabilito nella convenzione del 1968 con il Ministero Pt. Questo risultato collocò l’Italia tra i soli 5 paesi nel mondo che allora disponevano della teleselezione automatica nazionale (motivo di orgoglio per il gruppo Stet e per la manifatturiera Sit Siemens che a inizio anni ’60 era, per giro d’affari, tra le prime 10 al mondo. Sip aveva diviso il territorio nazionale italiano in zone, all’interno delle quali si montava omogeneamente una tecnica, così da semplificare la manutenzione. Sit Siemens, con tecnica Siemens, aveva circa il 40% di market share; circa il 25% era in tecnica Ericsson e minori quote ad Alcatel (che aveva rilevato il gruppo ITT con la Face Standard) e GTE. Costruire tutti i componenti (relè) per mettere in campo le centrali elettromeccaniche era molto oneroso in termini di mano d’opera; le quattro aziende fornitrici di SIP di centrali elettromeccaniche tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo avevano ingrossato il proprio organico in modo molto accentuato. Telefono anni 60 Cresce la domanda di servizi pubblici e infrastrutture di telecomunicazioni

4 Anni 70 – La telefonia per tutti
Indice dei corsi azionari secchi deflazionato con l'indice dei prezzi al consumo ’69-’73: l’occupazione delle industrie di telecomunicazioni cresce al ritmo di quasi il 19% annuo contro la media del 4,7% del settore elettromeccanico nazionale Profonda trasformazione delle società di telecomunicazioni e nascita di poli di ricerca nazionale (Italtel da SIT-Siemens, Telettra, …) Si diffonde la trasmissione numerica Si decide il passaggio diretto dalla commutazione elettromeccanica all’elettronica Indice Una centrale elettronica Anni Fonte: Ufficio Studi Mediobanca, 2009 Elettronica e informatica entrano di prepotenza nello scenario tecnologico. Grande progresso della microelettronica e in parallelo grande avanzamento dei calcolatori, che erano diventati tutti allo stato solido, tranne le memorie. Le telecomunicazioni assumono un ruolo di infrastrutture nevralgica nella crescita del sistema economico. Gli inizi del decennio, SIP voleva giungere alla TSU, teleselezione da utente, poi raggiunta nel La TSU provocò una grande crescita della domanda e STET/SIP sottoscrisse una “convenzione aggiuntiva” che le imponeva di realizzare programmi di sviluppo per eliminare la domanda giacente. Per soddisfare questa richiesta, le aziende fornitrici assunsero personale a ritmi sostenutissimi. Nel quinquennio ’69-’73, l’occupazione delle industrie di telecomunicazioni cresce al ritmo di quasi il 19% annuo contro la media del 4,7% del settore elettromeccanico nazionale nel suo complesso. Va anticipato però che mentre si assumevano tante persone per costruire e montare la commutazione elettromeccanica, in laboratorio si lavorava a progettare un sistema di commutazione per produrre il quale sarebbe bastata una popolazione operaia di dieci volte più piccola. Questo fenomeno avrebbe coinvolto in prospettiva tutte le aziende di Tlc. Nel 1970 i telefoni in Italia sono ; i televisori circa , le auto Nel 1975 i telefoni sono Il 1974 è l’anno della crisi petrolifera e dell’austerity, che cambia le abitudini degli italiani e interrompe il sogno della crescita infinita. Nel 1974 la SIP, a seguito della recessione economica provocata dalla crisi del petrolio, con conseguente inflazione e blocco delle tariffe, avvia un periodo di riduzione degli investimenti. Grande slancio nella ricerca e nell’innovazione: in tutto il mondo si formarono laboratori di elettronica per progettare sistemi di commutazione del nuovo tipo. Il primo gruppo di ricerca al mondo ad ottenere un risultato positivo nel progetto di una centrale a comando elettronico fu quello dei Bell Laboratories, che installarono a Succasumma, nel 1965, dopo un primo tentativo fallito nel 1962, la ESS n.1 (Electronic Switching System n. 1). Negli anni ’70, furono realizzate, anche fuori dagli USA, centrali semielettroniche; in particolare la ESK di Siemens, la prima AXE di Ericsson, la SP1 di Northern Telecom (Canada) ed il D10 di NEC (Nippon Electric Company). Anche in Italia le notizie di queste ricerche procuravano fervore e interesse tra i ricercatori di Sit Siemens, quasi tutti provenienti dal Politecnico di Milano dove docenti come Dadda e Carassa accoglievano con grande entusiasmo i nuovi sviluppi tecnologici legati all’avvento della tecnica digitale. Le imprese italiane ampliano i propri laboratori di ricerca e sviluppo dove trovano lavoro ingegneri usciti dalle università (la facoltà di Ingegneria Elettronica di Milano era nata nel 1962), giovani programmatori e addetti allo sviluppo del software per uso di telecomunicazioni. La ricerca si rivolge progressivamente allo sviluppo di progetti e tecnologie “originali” e non più solo all’adattamento o al perfezionamento al mercato nazionale di prodotti di altri. Protagoniste dello sviluppo dei sistemi di commutazione elettronica in Italia furono Sit Siemens (poi Italtel) e Telettra. Dai laboratori della prima nacque, dopo una gestazione durata diversi anni, il progetto di commutazione pubblica in tecnica elettronica, a divisione di tempo, denominato Proteo. Da quelli di Telettra, che in quegli anni si era orientata anche verso il settore della commutazione pubblica, uscì il sistema sperimentale Sintel e la centrale interamente elettronica di tipo analogico a divisione di spazio DST1. Lo sviluppo dei sistemi di commutazione elettronica occupò buona parte degli anni ’70, tutti gli anni ’80 e parte degli anni ’90. Gli investimenti in R&S ed in industrializzazione, furono macroscopici: la Italtel arrivò ad occupare, solo in questo settore, un gruppo di oltre duemila ricercatori e circa cinquecento ne arrivò ad occupare la Telettra. Luglio 1965: la centrale semielettronica Seam di Sit Siemens attivata in servizio sperimentale a Roma. Realizzata con relè Esk e con organi di comando elettronici e fu un esempio di collaborazione tra SIT Siemens e Siemens AG. Questa centrale semielettronica, che fu una delle prime tre installate in Europa e ricevette una visita molto accurata dai tecnici del PMG britannico, rappresentò una maniera per introdurre l’elettronica nella commutazione; in effetti le matrici a divisione di spazio con relè, rimasero competitive per molto tempo. Verso la seconda metà degli anni ’70 si accende un dibattito sull’eccessivo numero di sistemi di commutazione presenti nella rete italiana rispetto ad altri paesi europei, con conseguenti maggiori costi di manutenzione e aggiornamento. Le tecnologie presenti sono Sit Siemens, Face Standard (Itt), Fatme (Ericsson), e Gte Italiana. Entra nella mischia come nuovo fornitore di Sip anche Telettra, che, spinta dal nuovo azionista Fiat, decide di puntare sulla commutazione pubblica e riesce a far inserire il suo prodotto nelle bozze preparatorie del Piano nazionale delle telecomunicazioni del Ministero PT del Non potendosi permettere di escludere il nuovo fornitore dal novero dei candidati, nonostante non fosse chiaro se il suo sistema fosse completo o meno, Sip esorta Telettra a collaborare con Sit per lo sviluppo di un sistema di commutazione comune. I negoziati per la messa a punto di un accordo tra Italtel e Telettra vennero portati avanti per diversi anni. Si parlava di “collaborazione globale”. Un memorandum d’intesa tra le due aziende (per Italtel partecipava come condirettore generale Marisa Bellisario) venne siglato nel Fissava i criteri di lavoro comune quale la costituzione di un Comitato di Attuazione composto pariteticamente dalle due aziende, e l’attuazione di un master plan rispettivamente affidato per la commutazione a Italtel e per la trasmissione a Telettra. Da queste lunghe trattative vedrà poi la luce, nel decennio seguente il Polo Nazionale sulla commutazione. Nel 1970 l’Italia è tra i soli 5 paesi nel mondo a disporre della teleselezione automatica nazionale

5 Anni 80 – La modernizzazione della rete e il Piano Europa
Indice dei corsi azionari secchi deflazionato con l'indice dei prezzi al consumo Sorpasso degli addetti dei servizi (51%) su quelli dell’industria (39%). In agricoltura lavora il 13% degli attivi. Si comincia a parlare di terziario avanzato Resiste il monopolio in Europa, mentre in America si divide l’AT&T e nascono le baby Bells Un telefono e un computer, prende forma il concetto di multimedialità con l’ISDN e le reti integrate Si diffonde rapidamente la commutazione elettronica (Italtel UT, Fatme Axe, Face 1240) Proposta di un Polo Nazionale manifatturiero con Italtel, Telettra, GTE Nel 1988 Stet e Sip varano il Piano Europa Ml di investimenti straordinari per rinnovare completamente la rete Indice Fonte: Ufficio Studi Mediobanca, 2009 Anni Si accresce la spaccatura che divide in due l’Italia: il Nord industriale e modernizzato e il Sud che rimane arretrato. A inizio degli anni ’80 si registra il sorpasso degli addetti dei servizi (51%) su quelli dell’industria (39%). In agricoltura lavora il 13% degli attivi. I disoccupati sono l’11%, pari a circa Si comincia a parlare di terziario avanzato legato alla tecnologia, all’informazione e alla formazione delle nuove professionalità legate alle tecnologie. Nasce la televisione commerciale con il varo di Canale 5. Nel 1980 in Italia i telefoni sono ; nel 1985 sono diventati Nel 1984 AT&T viene smembrata in 7 imprese (le baby bells) che forniscono i servizi locali e di accesso; ad AT&T viene lasciato il servizio long distance. Da quel momento, in USA, ogni operatore poteva fornire esclusivamente servizi specifici (locali o long-distance), e non un servizio integrato come avveniva in Europa. Fine anni ’80 inizio del mobile su tecnologia non digitale (Tacs) Fine anni 80 nasce il concetto di . Agli inizi degli anni ’80 il Cipe vara un Piano nazionale delle Telecomunicazioni da cui il mercato delle tlc in Italia potè ricavare un quadro chiaro di riferimento che ne rafforzò il processo di sviluppo. Il piano programmava importanti investimenti per circa miliardi di lire fino al 1992 e indicava lo sviluppo delle reti di commutazione pubblica, con focalizzazione sulle nuove centrali elettroniche che si ipotizzò avrebbero dovuto coprire il 50% delle forniture globali nel Il piano stabilì che dovessero essere al massimo due i sistemi di commutazione pubblica elettronica autorizzati (uno di essi nazionale). Questo rafforzò il ruolo di Italtel e del suo sistema Proteo/UT in via di completamento. La ricerca varca sempre più i confini nazionali: Marisa Bellisario si fa promotrice di un accordo di collaborazione in ambito R&S tra Cit-Alcatel (Francia), Italtel (Italia), Plessey (Regno Unito), Siemens (Germania): i quattro gruppi europei che assommavano il 30% dell’offerta mondiale di telecomunicazioni. In ambito europeo prendono il via progetti di collaborazione come Esprit e Eureka, finalizzato allo sviluppo dell’Isdn a larga banda. Nel 1988 STET e SIP varano il Piano Europa. Questo Piano prevedeva che la rete telefonica italiana raggiungesse una penetrazione ed una qualità del servizio, pari a quella dei più avanzati Paesi europei. Negli anni ’88 – ’92, grandi investimenti vengono fatti dal gestore per raggiungere questi obiettivi, provocando nelle aziende fornitrici italiane un periodo di prosperità. Paradossalmente, proprio in questo periodo, comincia la decadenza per l’industria e per la R&S italiana di Tlc. Dapprima (1988) fallisce, per miopi interessi politici, il progetto di fusione Italtel – Telettra (voluto da IRI/STET e FIAT). Le due aziende erano quasi completamente complementari e la loro unione avrebbe potuto creare un player di statura internazionale. E’ evidente che sia la FIAT, la quale, essendo in periodo di crisi tendeva a concentrarsi sul core business, sia la STET, non vedono nelle aziende manifatturiere di Tlc, che sono quelle che sviluppano la tecnologia, un asset strategico. Poco dopo Fiat vende Telettra (che aveva raggiunto una leadership internazionale nella trasmissione elettronica ed esportava oltre il 60% della produzione) a Alcatel. Poco prima, GTE International aveva venduto GTE Telecomunicazioni a Siemens AG. La telefonia diviene servizio universale. Nasce negli Usa il concetto di rete intelligente. Si sviluppa la telematica: commutazione elettronica per l’impresa (centralini). Non un mercato captive come le tlc ma un mercato aperto. Nella seconda metà del decennio inizia un processo di consolidamento dei gruppi industriali nelle tlc favorito dalla standardizzazione e dal fatto che per sostenere gli investimenti in R&S occorrono sempre maggiori volumi di mercato.

6 Anni 80 – Italtel La Linea UT
Prodotto interamente sviluppato nei laboratori di Ricerca e Sviluppo italiani Denominato inizialmente Proteo e poi Ut 10/3, il sistema di commutazione elettronica di Italtel venne ufficialmente chiamato Linea UT nel 1985 A fine anni ‘80 nella rete nazionale erano installate circa 5 Milioni di linee UT La quota di Italtel dell’intero settore di commutazione pubblica (inclusi sistemi tradizionali) era pari al 60% del mercato globale italiano Il sistema UT è presente nelle reti di telecomunicazioni di importanti operatori in una decina di paesi tra cui Russia, Argentina, Spagna, Vietnam Complessivamente sono state installate oltre 20 milioni di linee nel mondo Sono sempre più frequenti fenomeni di associazione di società diverse per condurre la ricerca in comune. Un esempio importante riguarda Italtel i cui tecnici, dopo un viaggio in USA scoprirono l’ABC di Dallas con a capo John Israel, fantasioso e dinamico progettista di PABX, senza alcuna esperienza di centrali pubbliche, che però, invece, Italtel conosceva bene. I due gruppi avevano quindi un certo grado di complementarietà. Dai vari colloqui Italtel/ABC scaturì il progetto della UT10/3. L’UT fu concepita come una centrale urbana o di transito cui si potessero collegare da alcune centinaia fino a diecimila linee di utente e fino a tremila giunzioni. Fu adottata la tecnica PCM con una codifica per linea; quindi la rete di connessione era totalmente numerica (del tipo TST). Per implementare questo progetto, fu creato a Dallas un gruppo misto di ingegneri americani ed ingegneri italiani provenienti dal gruppo Proteo. Nel gennaio ’81 una missione STET/SIP/CSELT si recò in visita a Dallas e trovò una piccola centrale in corso di collaudo. Il grosso del progetto americano fu trasferito, nell’autunno 1981, nei laboratori milanesi di via Valtorta (mentre al Quadrifoglio di Castelletto continuava in parallelo il progetto del Proteo di prima generazione) e un prototipo di UT10/3 fu installato in rete nella centrale di via Stelvio, sempre a Milano. Contemporaneamente alla svolta progettuale nel sistema di commutazione, Italtel ebbe una fondamentale svolta a livello di vertice con la nomina a AD di Marisa Bellisario che scelse Salvatore Randi come direttore generale. Presidente rimase Carassa. Nel 1982 da questo management fu dato l’avvio all’accordo con Telettra e GTE per formare il Polo Nazionale che sosteneva il Sistema Italiano di commutazione. Fu stabilita una ripartizione dei costi fra i tre attori e quindi della titolarità del Sistema Italiano. Si stabilì pure che, per le centrali medio piccole si puntava sull’UT10/3, mentre per quelle urbane o di transito di grandi dimensioni, fino a linee e giunzioni, si sarebbe usato il sistema della GTE internazionale, ossia il GTD5, adattato allo standard CEPT europeo. Fu anche definito che il Sistema Italiano atteso sul medio termine sarebbe stato composto dall’UT10/3 con l’aggiunta di moduli addizionali atti sia ad espandere la capacità fino a linee/ giunzioni, sia a fornire nuove avanzate prestazioni (servizi a valore aggiunto). Nel 1984 SIP validò il progetto di macchina UT. Anche il Proteo di prima generazione entrò in servizio in rete con esemplari di TN e di CT2T2. I laboratori di commutazione Italtel lavoravano allo sviluppo dell’UT 100. Nell’ambito del Polo Nazionale, Telettra assunse l’impegno di sviluppare l’unità remota di concentrazione MIC240 e di alcuni moduli specifici per l’UT100 quali il sistema di segnalazione a canale comune CCITT n.7. La GTE Telecomunicazioni si occupò dello sviluppo della piastra d’utente dell’UT e della europeizzazione del GTD5, usato in rete in attesa dell’UT100. Nel marzo del 1985 il sistema di commutazione elettronica di Italtel assunse il nome di Linea UT. A fine 1985 nella rete nazionale erano in esercizio 124 centrali UT e un totale di linee elettroniche. Metà delle linee di commutazione prodotte nell’anno erano in tecnica elettronica. Italtel deteneva il 52% dell’intero settore della commutazione pubblica (inclusi i sistemi tradizionali). Sempre nel 1985 ci fu un progetto, poi fallito, da parte di Stet e Fiat di dare vita a una nuova azienda, la Telit, dalla fusione tra Italtel e Telettra. Centrale Linea UT Italtel

7 La convergenza delle 4 C (Computer, Communication, Content, Consumer)
Anni 90 – L’esplosione del mobile e di internet, la concorrenza, le privatizzazioni Indice dei corsi azionari secchi deflazionato con l'indice dei prezzi al consumo Indice 1990: viene lanciato il servizio mobile (TACS) 1995: ci sono più di 6 milioni di utenze mobili; a fine decennio superano i 30 milioni 1996: concorrenza nel mobile (Tim/Omnitel) e lancio GSM 1997: concorrenza nelle telecomunicazioni fisse 1998: privatizzazione di Telecom Italia e delle Telco Lancio delle prime offerte di accesso free a Internet (Virgilio, Tiscali, …) Anni Fonte: Ufficio Studi Mediobanca, 2009 Nel 1995, le utenze mobili sono di cui con carte prepagate. A fine decennio le utenze mobili superano i e di queste con carte prepagate. Introduzione del radiomobile e diffusione mondiale della rete Internet: cambia la qualità della vita delle persone. Le aziende italiane avranno un ruolo marginale nello sviluppo delle reti per questi servizi, come pure le classiche aziende multinazionali. Dal punto di vista tecnologico, diviene sempre meno importante l’hardware e sempre più importante il software, usato sia per l’intelligenza di rete, sia per supportare i servizi. Qualunque informazione (scritta, parlata, cantata, fotografata, filmata) può essere trasformata in una sequenza di bit (N. Negroponte, “Being Digital” 1995). Convergenza delle 4C: computer, communication, content, consumer. Nel ’96 sono definiti gli standard GSM e UMTS. L’Europa riesce a imporre il proprio standard GSM sugli standard delle imprese americane. A fine decennio esplode il concetto delle reti dati e emerge l’Adsl. Dopo il passaggio in mani straniere negli anni ’80 di Telettra e GTE, nel 1995, anche STET cede il 50% di Italtel (che era nel pieno della produzione ed installazione dell’UT100 e che, con questa macchina aveva avuto qualche successo anche all’estero, particolarmente in Russia) alla Siemens AG. Fusione fra Italtel e Siemens Telecomunicazioni Italiana (ex FIMM ed ex GTE) che dura fino al 1999, anno nel quale le due aziende si riseparano. Le aziende di punta delle Tlc italiane, persero, negli anni ’90, la loro autonomia, dovendo dipendere da partners o azionisti esteri e vedendo ugualmente condizionata la loro attività nei mercati internazionali (che erano i punti di forza di Telettra e GTE Telecomunicazioni e stavano diventando promettenti anche per Italtel, che finalmente poteva esportare una centrale di sua progettazione). Università e industria I successi dell’industria italiana di telecomunicazioni sono molto legati ad importanti personaggi del mondo accademico. Vanno ricordate la collaborazione di Carassa con FIMM/GTE e quella di De Castro e Cariolaro con Telettra. In tempi più recenti va ricordata la collaborazione del Prof. Martinelli con la Pirelli per i sistemi ottici e del prof. Aldo Roveri della Sapienza di Roma, sia con la Telettra sia con l’Italtel, con il reparto Ricerca Centrale. A Milano viene avviata una forma nuova di collaborazione Università-Industria: le aziende di Tlc ed informatica stipularono con il Politecnico un accordo per creare un laboratorio riguardante queste due discipline che poi sarebbero confluite nella ICT (Information and Communication Technology). Parteciparono a questo progetto, oltre alle istituzioni (il Comune di Milano e la Regione Lombardia), l’Assolombarda di Ottorino Beltrami, la Bull di Carlo Peretti, l’IBM di Ennio Presutti, la Italtel di Marisa Bellisario e Salvatore Randi, la Pirelli di Gavino Manca e Giovanni Nassi, la Telettra di Raffaele Palieri e Guido Vannucchi ed ovviamente il Politecnico di Milano di Emilio Massa. Il progetto si chiamò CEFRIEL. Venne scelto a Direttore Scientifico il Prof. Maurizio Decina. Decina, che era ordinario di Telecomunicazioni alla Sapienza di Roma fu chiamato da Carassa al Politecnico di Milano. Decina aveva esperienza accademica ed industriale, avendo passato un periodo di lavoro presso i Bell Laboratories in Illinois e quattro anni come Direttore della Ricerca in Italtel, proprio nel periodo caldo della progettazione del sistema di commutazione. La convergenza delle 4 C (Computer, Communication, Content, Consumer)

8 Anni 90 – Le aziende italiane si espandono all’estero
Grazie al GSM l’Europa conquista la leadership a livello mondiale nella tecnologia e nei servizi mobili Con il sistema TACS prima e il GSM poi, l’Italia è leader a livello internazionale A fine anni ’90 le aziende di Tlc italiane spendevano mediamente più dell’8% del fatturato in R&S, contro il totale del settore industriale in Italia che era pari allo 0,8% Le aziende italiane si espandono all’estero nei mercati in cui si va affermando la presenza di Telecom Italia Pubblicità nascita TIM Il logo WWW Le reti mobili Sul sistema radiomobile, numerose aziende italiane hanno fatto sforzi di R&S, anche significativi, sia nei radiomobili pubblici, sia nei sistemi più ristretti privati/professionali. Italtel sviluppò ed attivò un sistema radiomobile pubblico in gamma UHF, prima degli anni ’90, anche con concezioni originali. Il sistema, che era coevo dell’analogo NMT della Ericsson, funzionava, ma ebbe una limitata diffusione. L’Italia capì che non era opportuno aspettare la definizione delle apparecchiature in standard GSM ed anticipò la diffusione del radiomobile, rispetto ad altri Paesi europei, adottando il sistema analogico TACS (Total Access Communication System), per cui, quando il GSM fu diffondibile, l’Italia aveva già alcuni milioni di utenti collegati al sistema analogico. Italtel da sola e, dopo il 1995 in collaborazione con Siemens Telecomunicazioni, sviluppò due generazioni di sistemi cellulari completi di tipo GSM. Questo sistema ebbe un buon successo commerciale in Cina, per altro frenato dall’opposizione dell’azionista Siemens AG, che vedeva Italtel, come concorrente, fuori dal mercato italiano. Molto lavoro fu speso peraltro per cercare di rendere coerenti i due sistemi di provenienza Italtel e Siemens per il mercato italiano. Siemens, precedentemente, su questo tema aveva fatto una collaborazione con Marconi Italiana, sviluppando stazioni radio base GSM. Telettra, in collaborazione con Matra, sviluppò una generazione di stazioni radio base GSM, prima di confluire nel Gruppo Alcatel. OTE, società di Firenze, poi confluita nella Selex Communications, si specializzò in sistemi radiomobile completi professionali per Polizia, Forze Armate, ecc., anche del tipo Tetra. Anche SIAE Microelettronica sviluppò, parallelamente ad un analogo sviluppo di Italtel, un sistema nazionale multiaccesso (RIAM) per ENEL. Motorola creò a Torino un gruppo di Ricerca sul tema radiomobile, arrivato a 400 persone e dismesso nel Infine la Telital di Trieste sviluppò e produsse terminali di vario tipo, poi chiuse l’attività. La rete Broadband ISDN e la nascita di Internet In Europa, a metà degli anni ’90, molti ricercatori esperti di reti di Tlc, perseguivano, con un approccio dogmatico e di continuità, un percorso di ricerca mirante alla creazione di una rete digitale integrata nelle tecniche – trasmissione e commutazione – e nei servizi – fonia, dati, video. Questa rete era chiamata Broadband ISDN (Integrated Services Digital Network) e si basava sulla tecnologia ATM (Asyncronous Transfer Mode). La tecnologia ATM fa uso di un pacchetto fisso di byte, è guidata da un sistema di segnalazione in modo da creare una commutazione di circuito “virtuale”. In alcune industrie Tlc si lavorava su questa rete: per esempio la ricerca centrale Italtel progettò ed installò con successo degli autocommutatori ATM. Purtroppo questo disegno ha sottovalutato il gap esistente tra la piattaforma ATM e le applicazioni ed i terminali che si collegano alla rete per accedere ai servizi di telecomunicazione ed informatica; inoltre le industrie europee non riuscirono a sostenere con efficacia la soluzione ATM. Negli Stati Uniti, prima in ambito universitario (con la rete ARPANET), nacque e si sviluppò una rete basata sul protocollo IP (Internet Protocol) a commutazione di pacchetto, che ha il vantaggio di agganciare con semplicità la sua piattaforma alle applicazioni informatiche, garantendo inoltre l’interlavoro tra i sistemi informatici e tra reti eterogenee. Questa è una via creata per comunicazioni tra calcolatori, con servizi a pacchetto in modalità “best effort. Si è creato uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo, proprio a partire dalla metà degli anni ’90, che è la rete Internet, con il modello WWW (World Wide Web), Lo sviluppo dell’utenza della rete Internet è stata nel mondo come un’inondazione. In Italia, lo sviluppo della rete, contrariamente a quanto è successo per il servizio radiomobile, è stata inferiore alla media dei Paesi EU. Le classiche aziende di Tlc, sia europee, tutte orientate all’ISDN Broadband, sia anche nordamericane, sono state penalizzate dallo sviluppo radipo e enorme della rete. Le liberalizzazioni nelle tlc Nel 1997 ASST confluisce nel Gruppo STET formando con SIP ed Italcable un’unica società, che prenderà il nome di Telecom Italia. Si crea così un unico grande operatore monopolistico, che però dal 1^ gennaio 1998 si trova ad operare in un mercato liberalizzato, nel quale nascono numerosi nuovi operatori primo tra questi Fastweb che anticipando i tempi costruisce una intera rete in fibra ottica per l’accesso agli utenti. Telecom viene totalmente privatizzata ed inizia un periodo di bassissimi investimenti per la rete fissa. Nel 1996 negli USA il Telecommunications Act concente agli operatori di espandersi in segmenti di business diversi: ciò porta ad un’ondata di M&As perché adesso ognuno può operare sia a livello locale, che sulla lunga distanza. In soli 3 anni si assiste ad importanti fusioni tra baby bells ed acquisizioni varie che portano alla nascita di colossi come Verizon, Qwest e Cingular (il maggior operatore di telefonia mobile americano). Scheda prepagata Omnitel, formato grande Il periodo d’oro delle telecomunicazioni italiane

9 50 anni di evoluzione delle tecnologie
La RETE IP (FTTH/LTE) Le reti mobili TACS GSM 3G Le reti integrate ISDN ATM La rete telefonica VOCE Le Comunicazioni mobili La Commutazione numerica La Trasmissione numerica Video e Web 2.0 Internet Le Reti dati ‘60 ‘70 ‘80 ‘90 2000

10 50 anni di evoluzione del contesto
ANNI ‘70 e ‘80 ANNI ‘90 e 2000 Monopolio nazionale degli operatori Competizione crescente nei servizi Stabilità del modello di business (telefonia prevalente) Esplosione del mobile Panorama “stabile” dei technology vendor Esplosione di Internet Anni 70/80 Anni ‘90/2000 Monopolio nazionale degli operatori competizione nei servizi Telefonia prevalente esplosione del mobile Evoluzione delle tecnologie esplosione della rete Panorama “stabile” dei technology vendor Stabilità del modello di business La leadership dell’Europa Il periodo felice delle tlc italiane La leadership dell’Europa Il periodo felice delle tlc italiane

11 Il “Cycle Model” dell’industria delle Telecomunicazioni
Fonte: Infonetics Research Long Term Forecast: Capex, Revenue and Capex by Equipment Type Worldwide (Dic. 2008) Il “Cycle Model” dell’industria delle telecomunicazioni è caratterizzato da diverse fasi: attualmente siamo in piena fase di “crisi finanziaria”, con una curva in flessione che potrà trasformarsi nei prossimi anni in una curva in crescita se i governi sosterranno in modo opportuno la ripresa attraverso progetti infrastrutturali di ampio respiro Il “Cycle Model” dell’industria delle telecomunicazioni è caratterizzato da diverse fasi: attualmente siamo in piena fase di “crisi finanziaria”, caratterizzata da una curva “in leggera flessione che potrà trasformarsi un curva di crescita se i governi sosterranno la ripresa attraverso progetti infrastrutturali di ampio respiro. sTRICTLY CONFIDENTIAL

12 La catena del valore dei fornitori di tecnologia
Fonte: Arthur D.Little, Telecoms Supplier Infrastructure Outlook, Novembre 2008 I fornitori di tecnologia subiscono pressioni sulla loro catena del valore a causa di : Politiche di pricing dei nuovi vendor asiatici Consolidamento a monte della catena dei propri clienti storici Dirottamento degli investimenti infrastrutturali verso le applicazioni I mercati cedono il passo alle reti e la proprietà è sostituita dall’accesso: lo scambio sul mercato dei titoli di proprietà fra venditori e compratori non è più il fulcro della vita economica. Prende il via l’era dell’accesso (J. Rifkin). Cresce il divario sociale tra i popoli: un quinto dell’umanità sta migrando verso il ciberspazio, il resto non ha il necessario per campare e metà della popolazione mondiale non ha mai usato il telefono. Già da fine anni ’90 si parla di Digital Divide e di Digital Inclusion. A fine decennio la larga banda diviene il nuovo servizio universale, come un tempo era stata la telefonia. La rivoluzione della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, e la trasformazione sociale che l’accompagna, è un momento di discontinuità epocale nella modalità di sviluppo delle società umane. L’esperienza del tempo viene alterata, lo spazio riorientato e riorganizzato dalla logica dei flussi della società in rete, la società comunica e consuma mediante la rete in base a processi che diffondono istantaneamente simboli e conoscenze. Il tutto modifica in profondità le espressioni culturali e cambia radicalmente le forme del potere politico e della mobilitazione sociale. (Manuel Castells) Ci si muove rapidamente verso un modello internet, in cui il protocollo IP abilita la convergenza e le informazioni sono trattate in modo integrato. Confluenza voce/dati/immagini in un’unica rete di tipo internet (paradigma IP). Completa integrazione di reti mobili, fisse, satellitari. Reti di accesso a larghissima banda con architettura IP e approccio di tipo multi servizio. Dal Software ai Servizi: per gli utenti Web, le applicazioni sono viste come servizi. Cambiamo modelli di business e contesti competitivi: negli USA gli operatori telefonici si trovano a competere, oltre che tra loro, con le società televisive via cavo, come Aol-Time Warner e Comcast e con le web company tipo Google, Ebay, Yahoo e Microsoft che stanno lanciando le proprie offerte VoIP (tecnologia ce consente la trasmissione della voce via internet). Telecom Italia è il primo operatore a realizzare una rete internazionale IP con Sparkle e la prima a realizzare una rete di transito nazionale IP backbone. Nasce lo standard IMS che va oltre la voce su IP e consente compatibilità di comunicazioni tra reti fisse e mobili. IMS invece che uno stimolo allo sviluppo si rivelerà un freno poiché è do difficile gestione e gli operatori non sanno capire se e quando investire. Sul modello Vonage nascono altre start up che offrono servizi di telecomunicazioni senza infrastrutture o quasi: è il caso di Skype. Nel 2007 l’arrivo dell’iPhone sconvolge il mercato: per la prima volta i servizi sono imposti dal fornitore del device e non più dall’operatore. Si comincia a parlare di Web 2.0: una nuova generazione di applicazioni Internet caratterizzate da partecipazione, collaborazione e condivisione tra utenti che acquisiscono valore al crescere dell’utilizzo. Partecipazione è la parola d’ordine delle relazioni tra utenti del web: la rete è una piattaforma attraverso cui gli utenti possono rendere disponibili informazioni e dove, componendo API si possono sviluppare servizi che integrano dati e funzioni da diversi siti (Expoure e Mash up). sTRICTLY CONFIDENTIAL

13 SIEMENS ITALTEL MARCONI
L’evoluzione dell’industria manifatturiera – Europa vs USA 1 Usa Europa MOTOROLA IBM HP DEC AT&T LUCENT NORTEL ERICSSON ALCATEL SIEMENS ITALTEL MARCONI OLIVETTI BULL Confronto USA vs Europa e Italia  Fino agli anni ’90 nel settore ict l’Europa e l’Italia erano indietro rispetto agli USA ma c’erano comunque grandi aziende che potevano “corrispondere” a analoghi grandi gruppi americani. Oggi questo non è più vero. Negli Usa ci sono molte grandi produttori e in Europa non c’è nulla di equivalente. Fino agli anni 80 c’è corrispondenza tra l’industria ICT in Europa e Usa

14 APPLE MICROSOFT ORACLE GOOGLE EBAY CISCO YAHOO …
L’evoluzione dell’industria manifatturiera – Europa vs USA 2 INDUSTRIA UNIVERSITA’ FINANZA APPLE MICROSOFT ORACLE GOOGLE EBAY CISCO YAHOO … In Europa è - mancato il rapporto stretto tra mondo università, mondo dell’industria e finanza che invece c’è stato nella Sylicon Valley. Quindi è fondamentale, per guardare al domani, al dopo, ai giovani, aggiungere alla didattica il rapporto con il mondo del lavoro. - mancata la dimensione del mercato: l’Europa non è stata e non è ancora un unico grande mercato di dimensioni adeguate a favorire lo sviluppo delle imprese. Persistono politiche economiche e industriali a livello di singole nazioni. Certamente alcune aziende europee, purtroppo non italiane, riescono a tenere il mercato sulla concorrenza ma con un modello tradizionale cioè grazie a tecnologia, prodotto, flessibilità sul mercato, controllo dei costi. A partire dagli anni 90 si afferma negli Stati Uniti una nuova industria dell’ ICT che non trova corrispondenti in Europa

15 NOKIA SIEMENS NETWORKS
L’evoluzione dell’industria manifatturiera in Italia negli ultimi 10 anni CISCO …. HUAWEI ZTE ERICSSON ALCATEL-LUCENT NOKIA SIEMENS NETWORKS ITALTEL SIAE M. SELTA …. ENGINEERING REPLY VALUE TEAM …. La riduzione degli investimenti, dimezzatisi nel corso degli ultimi 7/8 anni, e la forte competizione sui prezzi hanno determinato in Italia, come negli altri Paesi, varie ristrutturazioni delle imprese del settore e una drastica riduzione dell’occupazione. Sono però rimasti nuclei di forte competenza in ambiti quali la trasmissione ottica, la trasmissione radio, i sistemi radiomobili avanzati, la tecnologia IP Le aziende manifatturiere in Italia Da metà a degli anni ’60 all’inizio degli anni ’80 leadership nella trasmissione (Telettra, Marconi, Italtel…) Salto da elettromeccanico a numerico nella commutazione (Italtel, Fatme, Face, GTE) Il passaggio all’IP (Italtel) Mantenimento in Italia di alcune eccellenze tecnologiche ex Telettra in ALU ex Cselt in Pirelli, poi in Cisco ora laboratorio ottico Monza Siemens in Value Team OTE in Marconi Telital: chiusa ASST: gruppo Stet poi Telecom Italia In Italia è mancata la capacità di capire le opportunità  SIAE Microelettronica ha rinnovato, con le proprie tecnologie digitali, i propri ponti radio, avendo grande successo nell’export. SELTA ha fornito ai propri clienti (le grandi utilities ENEL, Ferrovie, ecc.) sistemi di telecontrollo e centralini privati. Un settore quest’ultimo, nel quale anche aziende molto più grandi, hanno avuto gravi difficoltà. La consociata SELTASUD si è introdotta nel mondo pubblico IP con tecnologie di accesso XDSL e con particolari applicazioni. IPM acquista nel 2001 la Landys & Gyr Communication (L&G Ginevra), uno dei competitori più forti di telefonia pubblica, diventando leader mondiale del settore. URMET progetta e commercializza, con significativo successo, telefoni fissi e cordless con funzionalità analoghe a quelle dei telefoni cellulari (vedi linea Aladino), inclusa la videoconferenza. Inoltre, la diffusione della rete IP permette ad URMET TLC di fornire apparati di rete, quali Application Server, Dslam, ecc. In fine è opportuno segnalare che negli ultimi anni si è introdotta nel mercato, molto vivacemente, la AETHRA di Ancona, fondata e diretta da Giulio Viezzoli. L’azienda ha sviluppato sistemi per audio e videoconferenza, per i quali ha conquistato un importante market share. A fine anni ’90 si ipotizzava che sarebbero rimaste sul mercato, nel mondo occidentale, solo quattro o cinque grandissime aziende: Alcatel, Siemens, Ericsson, Lucent, Northern Telecom. Abbiamo visto come sono andate le cose. Tutte queste aziende hanno fatto utili straordinari in questi anni. Nessuna delle cinque “vecchie” aziende è leader sul mercato e tutte faticano ad arrivare al break even; persino Ericsson ha ceduto la palma di leader nel radiomobile alla efficientissima finlandese Nokia. Le altre aziende si stanno difendendo utilizzando la solita strategia della ricerca dell’economia di scala: Ericsson si è fusa con Marconi, Lucent si è fusa con Alcatel, Siemens ha scorporato a Monaco la parte Tlc, con tutte le consociate, compresa quella italiana ed ha fatto una fusione con Nokia. Questa è evidentemente l’unica strategia per loro praticabile; per fare delle differenziazioni occorrono nuove idee globali. Northern Telecom è fallita. In un mondo così vario, articolato e mutevole, ci può essere spazio per iniziative italiane? Italtel (che, a parte la proprietà, si può dire ancora nazionale); Siemens Nokia (con quel che rimane dei laboratori di Cassina de’ Pecchi); Alcatel Lucent con i laboratori di Vimercate ed Ericsson Marconi. Selex Telecommunications di Finmeccanica è più orientata al progetto e produzione per impieghi militari o delle Forze dell’Ordine. Con lo svilupparsi della rete IP e dei servizi ad essa collegati, era fondamentale collegare l’utente finale mediante una banda (e quindi una velocità di cifra) sempre maggiore. A questo obiettivo furono dedicate molte delle residue ricerche italiane degli anni 2000. Italtel progettò, a fine anni ’90, il suo Softswitch, una centrale che poteva collegarsi sia alle reti classiche digitali TDM, sia alle reti IP, che ebbe un certo successo. Siemens Telecomunicazioni progettò i nuovi sistemi radio a larga banda, tipo Wimax e contribuì allo sviluppo del sistema UMTS del gruppo Siemens. Italtel, Alcatel, Pirelli ed altre minori, progettarono e fornirono i sistemi ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line), che permettono di aumentare la larghezza di banda inseribile nelle reti di accesso in rame in modo asimmetrico. Marconi Italiana ha avuto un significativo successo con una seconda generazione di DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer). Successivamente la Marconi Italiana, nella sua divisione civile, si è fusa con Ericsson, formando la Ericsson Marconi (mentre la parte militare entra in Selex Communication). Il gruppo Alcatel, grazie ai laboratori ex Telettra, ha sviluppato la tecnologia su fibra ottica SiGe per progettare una famiglia di multiplatori alle varie gerarchie SDH, accoppiati a sistemi di Network Management. Nei ponti radio si mantenne un impegno nello stabilimento di Concorezzo. Con questi sviluppi, il gruppo Alcatel guadagnò una posizione di rilievo nel mercato mondiale della trasmissione digitale in F.O. e ra

16 Italtel negli ultimi 10 anni
Leadership e presidio tecnologico a partire dai primi anni del 2000 nell’evoluzione delle reti IP Progressivo affiancamento di nuove attività nel campo della system integration, dei servizi professionali, dei servizi IT Forte e costante impegno nella ricerca e sviluppo Espansione delle attività all’estero Sviluppo di partnership tecnologiche e commerciali Italtel negli ultimi 10 anni

17 Quali prospettive per il futuro: il mercato
Source: Gartner (March 2010)

18 Quali prospettive per il futuro: un nuovo modo di fare progetti
Ieri, il progetto tipico che negli anni ’90 si faceva in Europa era una rete radiomobile. Il vendor tecnologico vinceva la gara, realizzava il progetto, metteva in campo tutte le componenti (architettura, pianificazione, data base utenti..) I progetti saranno fatti sempre più non solo dai grandi vendor, che fanno i prodotti, ma anche da un corollario di imprese che fanno altre parti: system integration. Oggi il progetto che si realizza per un operatore evoluto è molto più complesso e a portarlo avanti non è un solo attore ma entrano in gioco vari attori, ciascuno con una competenza specifica. Questo è ovviamente più impegnativo per i vendor tecnologici. Ma è indubbiamente positivo per l’ingegno, la creatività che ogni individuo, ingegnere, impresa, può porre all’interno del progetto generale. Messaggio per i giovani: I giovani devono concentrarsi su come “fare” gli ingegneri, come ingegnerizzare la loro attività inventandosi attività di system integration in un mondo dempre più frammentato in cui ci sono meno grandi aziende e molte più piccole aziende dinamiche, innovative, che ricalcano il modello italiano. Il futuro è la system integration: sapere mettere insieme applicazioni nel contesto fisso, mobile, della consumer electronic. Le imprese stanno trasformandosi da venditrici di prodotti a fornitori di soluzioni. La system integration si fa più complessa: è difficile gestirla senza il valore aggiunto dell’esperienza, del sapere che fa da raccordo a nuove e vecchie tecnologie, a sistemi di vendor differenti già presenti sulle reti.

19 Quali prospettive per il futuro: le geografie
Paesi occidentali Servizi Soluzioni Prodotti BRIC (Brasile, Russia,India, Cina) Paesi sottosviluppati  I ruoli della catena del valore sono andati in frantumi. E’ illusorio e irrealistico pensare che in Italia tra 10 o 15 anni si sviluppi un sistema industriale manifatturiero, per quanto moderno, capace di competere a livello globale. Questo non significa che non ci sia spazio per aziende tecnologicamente avanzate che possano essere leader in specifici settori o nicchie o che non ci siano spazi di sviluppo. Il nostro panorama sarà probabilmente caratterizzato da imprese piccole che operano in ambiti di nicchia e che si trovano a operare sui tre tipologie di mercati: mercati dei paesi occidentali mercati BRIC mercati dei paesi sottosviluppati Per ogni mercato occorrono specifici prodotti, progetti o soluzioni

20 In conclusione…. sTRICTLY CONFIDENTIAL

21 grazie Angelo, Paolo e Aldo
sTRICTLY CONFIDENTIAL


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