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L’adolescente con ADHD

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Presentazione sul tema: "L’adolescente con ADHD"— Transcript della presentazione:

1 L’adolescente con ADHD
Gian Marco Marzocchi Laura Dentella Ilaria Rota Centro per l’Età Evolutiva - Bergamo

2 Sintesi del percorso L’adolescente con ADHD Le caratteristiche
Interventi scolastici: Strategie di gestione delle difficoltà attentive Strategie di pianificazione e organizzazione La circolare MIUR e la stesura del Piano Didattico Personalizzato

3 L’adolescente con ADHD
Le caratteristiche

4 -Difficoltà Attentive-
Selezionare e focalizzare l’attenzione su stimoli rilevanti nell’ambiente. Gli adolescenti con ADHD che hanno difficoltà a selezionare e focalizzarsi su stimoli rilevanti si trascinano nei compiti e nei lavori noiosi. Vanno nelle loro stanze, forse con le migliori intenzioni di fare i loro compiti quotidiani, ma invece sognano ad occhi aperti, giocherellano con le cose che hanno sulla scrivania, guardano fuori dalla finestra.

5 -Difficoltà Attentive-
Mantenere la concentrazione e resistere alla distrazione. Gli adolescenti con ADHD quando devono iniziare un compito in classe o un compito noioso, a metà strada deviano su qualcosa d’altro lasciando il compito iniziale incompleto o completandolo più tardi in modo inadeguato. Ci vogliono 3 ore per fare un compito di 10 minuti a causa delle frequenti sviste della concentrazione o spostamenti temporanei su altre attività che momentaneamente catturano l’attenzione del ragazzo.

6 -Difficoltà Attentive-
Mantenere lo sforzo attentivo in coerenza con il compito Gli adolescenti con ADHD non sono in grado di eseguire compiti che richiedono uno sforzo cognitivo prolungato nel tempo. Quando è richiesto tale sforzo cercano di sviare. Se costretti a mantenere l’attenzione per lungo tempo, lamentano spesso una certa fatica a livello mentale. Si annoiano facilmente con attività ripetitive o poco stimolanti, specialmente compiti a casa, lavori noiosi, hobbies. Vanno alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti per mantenere vivo il loro interesse.

7 -Difficoltà Attentive-
Organizzazione, dimenticanze, recupero di quanto appreso. Gli adolescenti con ADHD non gestiscono correttamente il tempo e sono incapaci di stabilire le priorità. Hanno una percezione distorta di quanto tempo sia passato, o di quanto tempo necessiti l’esecuzione di un compito. Sono cronicamente in ritardo. Sbagliano nell’annotare sul diario i lavori assegnati e in classe non hanno con loro tutto il materiale necessario. Arrivano in classe impreparati, dimenticano ciò che hanno studiato la notte precedente.

8 -Difficoltà Attentive-
Passaggio da un’attività all’altra Gli adolescenti con ADHD faticano ad abbandonare un’attività per iniziarne un’altra, a causa dell’eccessiva focalizzazione su un solo dettaglio della situazione escludendo tutti gli altri aspetti rilevanti. Trascorrono tutto il tempo sui compiti di matematica e ignorano quelli di italiano e storia oppure si rifiutano di smettere di guardare la tv o di giocare con la play-station quando è ora di andare a letto.

9 -Impulsività- L’adolescenza è caratterizzata da alti livelli di impulsività cioè da una bassa capacità di controllo degli impulsi e da difficoltà ad attivare risposte inibitorie; Gli adolescenti con ADHD mostrano molta più impulsività rispetto agli altri ragazzi.

10 -Impulsività- Dal punto di vista comportamentale:
Vogliono avere le cose immediatamente, non sanno aspettare e possono diventare anche capricciosi; Fanno qualsiasi cosa gli venga in mente; Scelgono il piacere immediato anziché una soddisfazione futura; Non riflettono sulle conseguenze delle proprie azioni prima di agire; Faticano ad adeguare il proprio comportamento alle regole esterne.

11 -Impulsività- Dal punto di vista cognitivo:
Sono precipitosi nell’esecuzione dei compiti scolastici; Tralasciano dettagli importanti; Commettono errori di distrazione; Trascurano la grafia; Non sono in grado di pianificare le proprie azioni e di attuare procedure di controllo efficaci durante e a conclusione del lavoro.

12 -Impulsività- Dal punto di vista emotivo:
Sono frustrati, agitati, di malumore e/o sovraeccitati; In collera possono avere scoppi improvvisi di rabbia e violenza accompagnati da risposte aggressive fisiche e verbali, sia verso gli altri che verso se stessi.

13 -Iperattività- In adolescenza l’iperattività tipica dei bambini piccoli spesso diminuisce o si trasforma evolvendosi in percezioni soggettive di irrequietezza e agitazione. Ad un’ osservazione esterna l’adolescente con ADHD non appare necessariamente irrequieto, generalmente è una sensazione che prova interiormente: si sente recluso quando è costretto a stare in classe per tante ore o quando deve stare seduto ad una scrivania a studiare per tanto tempo. La logorrea (soprattutto nelle ragazze ) e l’importunare con richieste insistenti sono due manifestazioni aggiuntive dell’iperattività.

14 Interventi scolastici
La gestione dell’attenzione

15 Introduzione L'attenzione può essere considerata un aspetto particolare della percezione, tanto che è definita come il processo mediante il quale si mette a fuoco e si coglie solo una parte del nostro mondo percettivo, trascurando quello che, per il momento, non ha importanza.  L’attenzione è influenzata dalla motivazione. Il tipo di proposta didattica, le modalità di organizzare le lezioni, il coinvolgimento degli alunni modifica radicalmente le prestazioni attentive degli alunni.

16 Le difficoltà di attenzione più comuni
Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne date oralmente o per iscritto Tendenza ad affrontare un lavoro in modo impulsivo senza pianificazione delle azioni Procedure di controllo poco efficaci durante e a conclusione del lavoro

17 A. Alcune idee per mantenere l’attenzione nel tempo
Evitare di richiamare in modo generico all’attenzione gli alunni, piuttosto attivare prima dell’esecuzione di un compito alcuni segnali convenzionali con enfasi (“ora aprite bene le orecchie”) Variare il tono della voce (gridare - sussurrare) Creare aspettativa verso la lezione

18 Usare molto spesso il contatto oculare
Anticipare le fasi di svolgimento del lavoro in classe Assicurarsi che la voce sia sentita da tutti Controllare le fonti di rumore Dare istruzioni brevi e semplici Far ripetere le istruzioni Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche

19 Non richiedere lo stesso livello di attenzione agli alunni per tutta la durata delle lezioni
Predisporre la classe in modo da avere la possibilità di passare frequentemente tra i banchi Dividere i compiti assegnati in unità più piccole Suddividere il lavoro tenendo presente per quanto tempo un ragazzo può mantenere l’attenzione sul compito

20 B. Alcune idee per porre la necessaria attenzione alle consegne
Far rileggere la consegna prima dell’inizio del lavoro Far ripetere con parole proprie cosa bisogna fare Data una consegna complessa è utile condurre con i ragazzi un’analisi delle istruzioni prima che comincino il lavoro

21 Le consegne… “Leggi con attenzione il testo assegnato e cerca di capirlo bene; poi rispondi alle domande riportate dopo la lettura. Stai attento però perché nel brano ci sono delle parole scritte in modo sbagliato: trovale e trascrivile nella tabella in fondo”

22 …schematiche e approfondite…
Ecco cosa devi fare: 1- leggere il testo 2- leggere le domande una alla volta cercando di rispondere e andando a rileggere quando necessario 3- leggere il testo un’altra volta, dando poca importanza al significato, ma facendo attenzione a come sono scritte le parole 4- sottolinea le parole sbagliate 5- riporta le parole nella tabella

23 C. Alcune idee per ridurre l’impulsività nell’affrontare i lavori scolastici
Comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito prima di iniziare il lavoro Valutare alcune possibilità alternative prima di iniziare lo svolgimento Mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro Valutare il tempo richiesto dal compito e quello effettivamente a disposizione Sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie risorse, successivamente quelle dell’insegnante e dei compagni

24 D. Procedure di controllo poco efficaci
I ragazzi con problemi di autoregolazione non controllano la correttezza del lavoro sia durante il compito che a lavoro terminato Il problema principale è la gestione dello sforzo, dopo aver speso energie attentive Va concordato in anticipo con l’alunno che al termine del lavoro è obbligatorio controllare Bisogna trovare degli accordi con l’alunno affinchè applichi il controllo a fine lavoro Può interrompere prima della fine del compito per avere le risorse attentive necessarie per il controllo Se controlla ha diritto a fare un “giretto” in più fuori dall’aula

25 Cosa si deve evitare Lavori lunghi e ripetitivi anche se semplici e comprensibili Spiegazioni da parte dell’insegnante senza il coinvolgimento attivo degli alunni disattenti Spiegare le consegne di tutti gli esercizi insieme Interrogazioni che richiedono formulazioni di discorsi articolati Dire di stare attenti senza specificare cosa devono fare esattamente i ragazzi

26 Meta-attenzione con gli alunni
È utile che anche con gli alunni si propongano esercizi di consapevolezza dell’attenzione Cosa vuol dire, secondo te, stare attento? Che cosa fa un bambino attento? E che cosa fa un bambino disattento? Quali sono i compiti in cui ci vuole più attenzione, secondo te? Secondo te, per quanto tempo riesci a stare molto attento a scuola? A scuola è necessario stare sempre molto attenti? Cosa fanno gli insegnanti quando si accorgono che un bambino non sta attento? E cosa potrebbero fare gli insegnanti per fare stare più attenti i bambini? E’ faticoso per te stare attento? Ci riesci sempre? 26

27 Leggi le affermazioni e decidi se si adattano al tuo caso; scrivi:
M se si adatta molto al tuo caso A se si adattano abbastanza P se si adattano poco Quando devo stare attento per molto tempo mi annoio Riesco a stare attento anche per molto tempo Quando sono stanco non riesco a mantenere l’attenzione Riesco a capire se sono attento Per stare attento cerco di evitare le cose che mi disturbano Di fronte a compiti che non mi piacciono, cerco di trovare il loro lato divertente Di fronte ad un compito che può sembrare noioso, penso che proverò soddisfazione quando avrò finito Di fronte ad un compito difficile, penso che organizzandomi non solo impiegherò meno tempo, ma anche mi stancherò di meno Per non affaticarmi e per portare a termine il mio lavoro a casa,mi propongo delle pause con attività piacevoli

28 Esercizio Pensando alla mia classe, quali strategie di gestione dell’attenzione ho adottato? Cosa ha funzionato? Perché? Cosa invece non ha funzionato? Perche?

29 Interventi scolastici
Strategie di Pianificazione e Organizzazione

30 Pianificazione Con il termine pianificazione si intende la programmazione temporale, spaziale e dei materiali. La pianificazione comprende: che cosa fare, come farlo, dove farlo, quando farlo, in che sequenza farlo. Gli adolescenti con ADHD hanno difficoltà di pianificazione, non tanto perché non conoscono le azioni da svolgere, quanto perché non riescono a coordinarle tra loro durante l’organizzazione del lavoro intrapreso.

31 Pianificazione Temporale
Una delle cose che più ostacolano una buona organizzazione è sbagliare le valutazioni relative ai tempi di svolgimento e/o alla difficoltà di un compito. E’ possibile intervenire sulla capacità di compiere corrette stime sul tempo. Per es. dopo aver dato le consegne alla classe, prima di prendere in mano la penna per svolgere l’esercizio, avviare considerazioni sulla difficoltà del compito e sul tempo di svolgimento.

32 -------------------
Poco tempo Tempo Medio Molto tempo

33 ORGANIZZO IL MIO TEMPO PER STUDIARE! QUANTO TEMPO PENSO MI SERVIRA’?
POMERIGGIO DI STUDIO: Guardo il mio diario, quali compiti devo svolgere? ORGANIZZO IL MIO TEMPO PER STUDIARE! MATERIA QUANTO TEMPO PENSO MI SERVIRA’? ORA DI INIZIO ORA DI FINE TEMPO IMPIEGATO Come ti è sembrato il compito? FACILE MEDIO DIFFICILE

34 Pianificazione dei Materiali
Spesso il ragazzo: non ha con sé tutto il materiale necessario alla lezione; perde parte di quello che è stato reperito per lui; disturba i compagni chiedendo con insistenza i materiali; non ha cura del proprio materiale scolastico. L’insegnante può: aiutare gli alunni creando una tabella in cui sia indicato il materiale necessario per quell’ora di lezione.

35 Dall’ Orario Scolastico…….

36 ….al materiale necessario!

37 Organizzazione Gli alunni con ADHD hanno difficoltà a prevedere le conseguenze del proprio comportamento, prova ne è il fatto che spesso non sanno valutare il pericolo di alcune situazioni. Gli insegnanti possono intervenire aiutando in vari modi il ragazzo a prevedere le conseguenze di determinati eventi prima di agire. Quanto più organizzato e strutturato è il contesto in cui lavora l’alunno, tanto più prevedibile diventa l’ambiente e quindi più regolato sarà il comportamento del ragazzo. Organizzare la classe Organizzare la lezione Organizzare il lavoro a scuola e a casa

38 La classe L’alunno con ADHD deve essere vicino agli insegnanti
In posizioni in cui non può essere disturbato da altri stimoli distraenti Non vicino ad altri alunni iperattivi o vivaci Non in banchi in cui, alzandosi, può disturbare altri alunni Non nelle ultime file in cui si distrae continuamente In posizioni facilmente raggiungibili dagli insegnanti per guardarlo, sollecitarlo, avvicinarlo e toccarlo per attivargli l’attenzione.

39 La lezione All’inizio dell’ora esplicitare ciò che si farà;
Presentare gli argomenti in modo stimolante con figure, audiovisivi, ponendo agli alunni degli interrogativi (le domande rendono gli alunni attivi, quindi più motivati); Strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure necessarie per il loro svolgimento; Usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi; Alternare compiti attivi, che richiedono agli alunni di agire e compiti passivi come per es. l’ascolto di una spiegazione.

40 e per l’alunno con ADHD? Accorciare i tempi di lavoro, spezzettando con brevi pause un lavoro lungo; Ricorrere spesso a stimoli verbali, gestuali e/o visivi per indicare all’alunno che il suo comportamento non è corretto o al contrario che è quello che ci si aspetta da lui; che richiamino la sua attenzione o che gli indichino la procedura da seguire.. Concordare tempi e modalità dei momenti di pausa; Attribuirgli compiti di responsabilità permettendogli così il movimento finalizzato a scopi positivi.

41 Il lavoro a scuola…. Strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure necessarie per il loro svolgimento; Inizialmente è indispensabile la guida dell’insegnante per: esplicitare le procedure; monitorarne la “messa in atto”; verificare quanto svolto. È molto importante inoltre chiedere continuità di strategie anche a casa o a chi segue il ragazzo durante i compiti pomeridiani;

42 Es. 1: Scrivere un TEMA Fare un brainstorming sull’argomento ovvero scrivere su un foglio tutte le idee che vengono in mente; Analizzare tutte le informazioni che sono state scritte e decidere quali possono essere raggruppate sotto la stessa categoria (utilizzare i colori); Scrivere il paragrafo iniziale, che descriverà brevemente il contenuto del testo in modo tale che possa essere un pro-memoria per il ragazzo. Si può aiutare lo studente attraverso una serie di domande in relazione a ciò che ha scelto di scrivere o con una domanda generica: “Cosa vuoi che le persone pensino dopo aver letto il tuo testo?” oppure “Perché le persone dovrebbero leggere il tuo brano?” Partendo dalle categorie individuate, ampliare il discorso aggiungendo tutti i dettagli; Rileggere il testo ed apportare modifiche se necessario.

43 Es. 2: Il problema matematico
Prima di tutto devi leggere attentamente il testo per capire di cosa si sta parlando. Dopo la lettura del testo devi riconoscere qual è la domanda e cosa ti viene richiesto. Devi cercare le informazioni utili e i dati indispensabili per arrivare alla soluzione del problema. Devi riflettere per scegliere l’operazione aritmetica adeguata e fare i calcoli correttamente. Devi rileggere la domanda e formulare la risposta completa e adatta alla situazione

44 Una casa viene assicurata per una somma di 40
Una casa viene assicurata per una somma di € con un’assicurazione a pieno rischio. Un incendio produce un danno stimato di €. Ad incendio avvenuto la società stima in € il valore dell’alloggio. A quanto ammonterà la somma rimborsata? 1. Prima di tutto devi leggere attentamente il testo per capire di cosa si sta parlando. 2. Dopo la lettura del testo devi riconoscere qual è la domanda e cosa ti viene richiesto. 3. Devi cercare le informazioni utili e i dati indispensabili per arrivare alla soluzione del problema. Scrivi i dati: ……………………………………………………………….. 4. Devi riflettere per scegliere l’operazione aritmetica adeguata e fare i calcoli correttamente. Calcola:……………………………………………………………………… 5. Devi rileggere la domanda e formulare la risposta completa e adatta alla situazione:

45 …e a casa Molti adolescenti con ADHD non sono nelle condizioni di eseguire correttamente da soli i compiti per casa. È necessario esercitare un controllo. Se però nelle questioni scolastiche il rapporto tra il ragazzo e i genitori “si è inceppato” è opportuno ricorrere ad un’altra persona che li segua durante i compiti. Qualcuno che gli insegni strategie di apprendimento, gli faccia vedere come si esegue un compito mirando ad ottenere un risultato e pianificando il lavoro. Qualcuno che gli impedisca di mollare troppo in fretta, che incoraggi e rinforzi i segnali positivi (tutor). L’esperienza insegna che soprattutto la prima fase del lavoro è pesante. Quando si superano le resistenze e il ragazzo si “immerge” nella materia le cose vanno meglio.

46 La preparazione dei compiti in classe
La preparazione dei compiti in classe è di fatto efficace se viene eseguita relativamente vicino alla scadenza. Molti alunni riescono a suddividersi il lavoro e prepararsi bene; per un ragazzo con ADHD uno studio efficace e motivato è possibile solo quando si sente “sotto pressione”. Solo così il ragazzo è maggiormente disponibile e riesce a recepire i contenuti. Prima di un compito in classe e/o un’interrogazione occorre, nei giorni precedenti, accordarsi sul tempo necessario alla preparazione.

47 Le strategie di apprendimento
VISUALIZZARE Ad es. per studiare geografia sul tavolo non deve esserci solo il libro, bensì anche fogli con matite colorate, un atlante e un dizionario in modo che i contenuti siano resi visibili. ANTICIPARE Prima di iniziare un capitolo, leggere titolo, osservare immagini e didascalie… Cosa mi aspetto di trovare scritto nel paragrafo? Conosco già qualcosa di quest’argomento? Se sì, cosa?  FARSI DELLE DOMANDE Pensare a quali domande l’insegnante potrebbe farmi per verificare lo studio e provare a rispondere.

48 La circolare MIUR e la stesura del Piano Didattico Personalizzato

49 Circolare MIUR su ADHD

50 Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Che cos’è? Un progetto il cui scopo è il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’apprendimento dell’allievo, che prevede la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe. Viene redatto in forma scritta dal consiglio di classe nei primi 2 mesi dell’anno e condiviso con i genitori. Ai dirigenti scolastici spetta il compito di assicurare la realizzazione di questi impegni.

51 Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)
E’ necessario stabilire gli obiettivi attesi e prevedere le modalità e i tempi di verifica dell’efficacia del progetto al fine di apportare eventuali modifiche. Che differenza c’è rispetto al PEI? Il PDP viene redatto per studenti le cui difficoltà sono più moderate, non comporta la modifica degli obiettivi didattici e nemmeno la perdita del valore legale del titolo di studio (per la scuola secondaria).

52 Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Quali informazioni dovrebbe contenere? Dati relativi all’alunno (dati anagrafici) e alla diagnosi specialistica; Caratteristiche del processo di apprendimento (punti di forza e di debolezza); Strategie metodologiche e didattiche adottate; Strumenti compensativi e dispensativi; Criteri e modalità di verifica e valutazione dell’apprendimento; Patto con la famiglia (compiti a casa, eventuali riduzioni…).

53 Il PDP: il caso di Andrea
1) Dati relativi all’alunno e alla diagnosi specialistica Cognome: Nome: Andrea Data e luogo di nascita: Residente a In via Telefono: Frequentante l’istituto: Scuola secondaria…………………… Classe II Sezione:

54 Il PDP: il caso di Andrea
Diagnosi specialistica: ADHD (Disturbo di Attenzione e Iperattività) Redatta da dott. Marzocchi presso Centro per l’Età Evolutiva in data ……………. Specialisti di riferimento: dott. Marzocchi 54

55 Il PDP: il caso di Andrea
2) Caratteristiche del processo di apprendimento Lettura: sufficientemente automatizzata sia in termini di velocità sia correttezza Comprensione:Non adeguata per scarsa competenza sintattica e difficoltà nel compiere inferenze lessicali (capire i significato di parole nuove in base alla frase in cu isono inserite) Scrittura: Errori ortografici nella norma della classe frequentata Capacità di organizzare le informazioni e le conoscenze: Scarsa pianificazione dei concetti da esporre. Nella fase dello studio conosce un numero limitato di strategie e le applica in modo poco autonomo, richiesta costante del supporto dell’adulto. Impulsività nel formulare risposte senza valutare le conseguenze delle risposte errate date. Area logico-matematica: Procedure del calcolo a mente e scritto, recupero di fatti numerici adeguato. Difficoltà nella comprensione dei testi e incapacità nell’organizzare dati.

56 Il PDP: il caso di Andrea
3) Strategie metodologiche e didattiche adottate - 1 ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE A. è sempre seduto in prima fila, nella zona di fronte la cattedra, lontano dalla finestra. Viene sempre scelto un compagno di banco con buone capacità di autocontrollo e responsabilità in modo da evitare distrazioni e contemporaneamente che possa essere per lui un supporto e sostegno nelle attività di classe. A. viene richiamato con lo schiocco delle dita o con la voce in modo da essere sollecitato senza continui rimproveri. In caso di intervento impertinente o non contestualizzato A. viene sollecitato a ragionare sull’opportunità e necessità dell’intervento stesso ai fini della lezione. In caso di incapacità nel risolvere una situazione (ho sbagliato, ho finito il foglio, non ho il quaderno o il materiale) A. viene sollecitato a risolvere la situazione ponendo delle domande affinché impari a non cercare sempre l’appoggio e la soluzione nell’adulto.

57 Il PDP: il caso di Andrea
3) Strategie metodologiche e didattiche adottate - 2 FOCALIZZARE L'ATTENZIONE Compatibilmente con l’organizzazione didattica e la progettazione individuale di ogni docente si prediligerà il lavoro a gruppi, a coppie, attività di apprendimento cooperativo. La lezione è svolta inserendo il maggior numero possibile di esemplificazioni e dimostrazioni pratiche riducendo le spiegazioni orali di tipo frontale. Si impostano le lezioni introducendo poche regole e concetti per volta, seguiti sempre da un'esemplificazione (esercizi alla lavagna, in particolare per materie come matematica, geometria, lingua straniera, grammatica...); in alcune materie si utilizza un quaderno delle regole ( geometria, aritmetica,…) 57

58 Il PDP: il caso di Andrea
3) Strategie metodologiche e didattiche adottate - 3 MANTENERE L'ATTENZIONE Si programmano lezioni ben strutturate, evitando tempi vuoti, che possono favorire la perdita di concentrazione. Si alternano attività impegnative ad attività che richiedono meno sforzo attentivo, possibilmente dedicando alle prime i momenti iniziali della lezione. Si forniscono indicazioni chiare ed esplicite sulle procedure da seguire. Assegnando una scaletta con i punti essenziali da svolgere. 58

59 Il PDP: il caso di Andrea
4) Strumenti compensativi e dispensativi Si utilizzano quando possibile supporti visivi: parole chiave sulla lavagna, schemi semplici, mappe concettuali (magari da costruire insieme, con il contributo attivo di ogni alunno). Possono essere particolarmente utili per materie di studio come storia e geografia. Si definisce una quantità inferiore dei compiti assegnati o si fissa un tempo di lavoro per ogni disciplina (questo sottocontrollo di qualcuno che svolga in affiancamento i compiti con A. per garantirne l’efficienza).

60 Il PDP: il caso di Andrea
5) Criteri e modalità di verifica e di valutazione Al termine della verifica sollecitarlo a rivedere il tema e svolgere un’autovalutazione. Si programmano le date di" verifiche e interrogazioni”, in modo tale da permettere a A. di dilazionare lo studio e assimilare i contenuti (ad esempi su otto pagine da studiare, suddiviso lo studio nei giorni precedenti e ogni giorno prima di cominciare lo studio della pagina nuova ripasso e ripeto la parte precedente. A parità di tempo riduzione della quantità di esercizi, delle diverse attività nelle prove scritte. Assegnazione di esercizi personalizzati nelle verifiche ma di pari difficoltà Utilizzo di tabelle e schemi Consegnare gli esercizi della verifica uno alla volta

61 Il PDP: il caso di Andrea
6) Patto con la famiglia La scuola si impegna a: Ridurre il carico di studio individuale a casa o riduzione della quantità di esercizi. La famiglia si impegna a: Far seguire A. nello svolgimento dei compiti per tre volte la settimana da una maestra e in altri compiti dalla mamma. Aiutare A. ad organizzarsi nello svolgimento dei compiti in modo più strutturato, ad esempio definendo dei tempi per ogni disciplina ed evitando i compiti la sera. Predisporre uno spazio idoneo in casa eliminando tutte le possibili distrazioni.

62 La favola del Re Trentatrè di Carlo Imprudente
C’era una volta un re che si chiamava Trentatrè. Un giorno Trentatrè pensò che un re deve essere giusto con tutti. Chiamò Sberleffo, il buffone di corte: “Io voglio essere un re giusto - disse Trentatrè al suo buffone - così sarò diverso dagli altri e sarò un bravo re”. “Ottima idea maestà” - rispose Sberleffo con uno sberleffo. Contento dell’approvazione il re lo congedò. “Nel mio regno - pensò il re - tutti devono essere uguali e trattati allo stesso modo”. In quel momento Trentatrè decise di cominciare a creare l’uguaglianza nel suo palazzo reale.

63 Prese il canarino dalla gabbia d’argento e gli diede il volo fuori dalla finestra: il canarino ringraziò e sparì felice nel cielo. Soddisfatto della decisione presa, Trentatrè afferrò il pesce rosso nella vasca di cristallo e fece altrettanto, ma il povero pesce cadde nel vuoto e morì. Il re si meravigliò molto e pensò: “Peggio per lui, forse non amava la giustizia”. Chiamò il buffone per discutere il fatto. Sberleffo ascoltò il racconto con molto rispetto, poi gli consigliò di cambiare tattica.

64 Trentatrè, allora, prese le trote dalla fontana del suo giardino e le gettò nel fiume: le trote guizzarono felici. Poi prese il merlo dalla gabbia d’oro e lo tuffò nel fiume, ma questa volta fu il merlo a rimanere stecchito. “Stupido merlo - pensò Trentatrè - non amava l’uguaglianza”. E chiamò di nuovo il buffone Sberleffo per chiedergli consiglio. “Ma insomma! - gridò stizzito il re - come farò a trattare tutti allo stesso modo?”. “Maestà - disse Sberleffo - per trattare tutti allo stesso modo bisogna, prima di tutto, riconoscere che ciascuno è diverso dagli altri. La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo”.

65 Bilancio finale Cosa mi è servito di questo corso? Perché?
Cosa non mi è possibile applicare? Perché? Quali difficoltà prevedo ritornando al lavoro quotidiano?

66 GRAZIE DELL’ATTENZIONE E… BUON LAVORO!


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