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Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci.

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Presentazione sul tema: "Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci."— Transcript della presentazione:

1 Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci

2 Riferimenti giuridici e culturali
Costituzione della Repubblica italiana Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Competenze – Chiave CE

3 Parole - chiave IDENTITA’ AUTONOMIA COMPETENZE CITTADINANZA

4 “La competenza è come un iceberg” L. M. Spencer – S. M. Spencer

5 Il bambino che cresce diventa competente
Apprendimenti informali – non formali - formali Il concetto di competenza è legato alla capacità di usare consapevolmente ed efficacemente le conoscenze in rapporto a contesti significativi, che riguardano anche la soluzione di problemi. richiede la capacità non solo di fare, ma di spiegare come si fa e perché.

6 Nel caso dei bambini da 3 a 5 anni
sono rintracciabili aspetti “cognitivi” e “affettivi”, poiché il concetto di competenza coinvolge anche atteggiamenti (es: la disponibilità ad impegnarsi nel campo in cui ci si sente competenti,) e motivazioni (es: la spinta ad agire con successo ed efficacia).

7 Nella scuola dell’infanzia:
“Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere, negoziare i significati.”

8 Fattori e attori dell’apprendimento
I bambini sono ricchi di potenzialità, ma oggi è difficile crescere: la scuola deve rinnovarsi Le famiglie sono portatrici di risorse, ma devono essere aiutate, valorizzate e sostenute L’ambiente di apprendimento: - scuola: contesto di relazione, di cura (don Milani) e di apprendimento - pedagogia attiva e delle relazioni - capacità degli insegnanti di: 1. dare ascolto e attenzione a ciascun bambino 2. cura dell’ambiente, dei gesti e delle cose 3. accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli - vengono definiti il curricolo implicito e il curricolo esplicito

9 Curricolo esplicito Apprendimento attraverso: L’esperienza
L’esplorazione I rapporti tra i bambini I rapporti con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni Rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze Attività ludiche

10 Curricolo implicito Spazio accogliente Tempo disteso
Documentazione (tracce, memoria, riflessione, progressi) Stile educativo (osservazione, ascolto, progettualità) Partecipazione (corresponsabilità, dialogo. Cooperazione)

11 I campi di esperienza Ogni campo d’esperienza presenta un primo inquadramento concettuale, in forma narrativa, ed una analitica individuazione dei traguardi di competenza da conseguire, al termine di ogni livello scolastico. Rappresentano l’avvio del percorso verso i traguardi disciplinari

12 Esempio di progressione verticale
NEL CORSO… IL PASSAGGIO… CLASSE QUINTA CLASSE TERZA Usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati … utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana Capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso Comprende e usa in modo appropriato le parole del vocabolario di base Campo di esperienza: i discorsi e le parole Disciplina: italiano Aspetto di competenza: padronanza lessicale (acquisizione e produzione del lessico ricettivo e produttivo)

13 Esempio di progressione verticale
INFANZIA PRIMARIA SEC. I GRADO SEC. II G. BIENNIO SEC. II G. TRIENNIO Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia nei percorsi più familiari (CAMPO DI ESP. IL SE’ E L’ALTRO) Usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazionii (disciplina Storia) L’alunno si informa in modo autonomo su fatti e problemi storici anche mediante l’uso di risorse digitali Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto tra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto tra aree geografiche e culturali Correlare la conoscenza storica generale agli sviluppi delle scienze delle tecnologie e delle tecniche negli specifici campi professionali di riferimento

14 L’osservazione del processo verso i traguardi
- perché osservare? -> obiettivi osservazione; - chi osservare? -> insegnanti, bambino, bambini; - che cosa osservare? -> contenuti da individuare; - come osservare? -> strategie e metodologie da utilizzare; - con quali strumenti osservare? -> strumenti e tecniche; - chi osserva? -> Attori dell’osservazione; - quando osservare? -> quali momenti e per quanto tempo; - dove osservare? -> spazi e ambienti da individuare; - come documentare -> l’osservazione?

15 L’osservazione sistematica
- frutto di un preciso progetto di indagine, caratterizzata da intenzionalità; - delimita il fenomeno da osservare cogliendo le caratteristiche di un evento, di un insieme di eventi o di un individuo attraverso una griglia di registrazione dei comportamenti messa a punto secondo l’uso di strumenti e di criteri precisi; - rinforza il fare quotidiano; - raccoglie e cataloga dati significativi per il portfolio o per altro strumento.

16 Cosa osservare L’oggetto principale delle nostre osservazioni è il bambino: i suoi messaggi verbali e non verbali; i suoi elaborati (soprattutto grafico pittorici); i suoi comportamenti; il suo punto di vista; le sue risorse e le sue potenzialità; i suoi traguardi di sviluppo e di apprendimento; le sue relazioni.

17 Come osservare Osservazione selettiva: si sceglie cosa, quando, in che momento osservare

18 Fasi focalizzazione: definire ambiti, situazioni precise e/o oggetti e motivazione; scelta strumenti: in funzione di ciò che si vuole conoscere e comprendere; definizione di tempi, spazi, eventi e soggetti; formulazione di ipotesi; raccolta dati; 6. analisi dei dati e verifica ipotesi formulate; documentazione.

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