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La Scuola in Ospedale “Dal Curare a prendersi Cura”

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Presentazione sul tema: "La Scuola in Ospedale “Dal Curare a prendersi Cura”"— Transcript della presentazione:

1 La Scuola in Ospedale “Dal Curare a prendersi Cura”
PROGETTO ISTITUTO COMPRENSIVO VIRGILIO Sezione Ospedaliera Ospedale Pediatrico “BambinoGesù” ROMA La Scuola in Ospedale “Dal Curare a prendersi Cura” LE BUONE PRATICHE Anna Rita Orsini 16 Aprile 2013

2 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
Le buone pratiche

3 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
Quando un bambino si ammala ed entra in ospedale, tutto il suo mondo subisce dei cambiamenti improvvisi e misteriosi. Le persone, i luoghi, gli oggetti attorno a lui assumono fisionomie e forme nuove, sconosciute. Gli stessi ritmi di vita vengono condizionati dalla routine dell'ospedale e dalle limitazioni imposte dalle malattia. Pur in questa strana atmosfera che assomiglia a volte ad un sogno e a volte ad un incubo, il bambino resta sempre un bambino, con la volontà e la forza di vivere, di giocare, di ridere e conoscere. Un bambino per il quale ci si deve comunque impegnare in relazione a tutti i suoi molteplici e complessi bisogni.

4 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
La presenza della scuola all’interno dell’ospedale favorisce il processo di umanizzazione della realtà ospedaliera ormai in atto da diversi anni La Scuola in Ospedale GARANTISCE due Diritti Costituzionali: Il diritto alla salute e il diritto all’istruzione. INTERVIENE secondo le tipologie dei degenti e la durata del ricovero CONCORRE all’umanizzazione del ricovero e, spesso, diventa parte integrante del programma terapeutico.

5 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
La Scuola in Ospedale è intesa come parte integrante nella cura del bambino o ragazzo degente con il duplice intervento di sostenere a livello scolastico e di rassicurare a livello psicologico Ogni piccolo paziente che entra  in ospedale  non porta  con sé solo una malattia, ma anche il suo "essere   bambino"  collegato a una parte sana e  quindi a una serie di   potenzialità, di abilità e di competenze Così come all'interno  dell'istituzione sanitaria il bambino incontra chi si prende cura della  sua parte malata deve  incontrare anche chi sa identificare  e valorizzare la  parte “sana” della sua persona

6 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
La Scuola si pone come "mediatore tra il mondo interiore del  bambino e  la  realtà esterna",  aiutandolo  ad  orientarsi all'interno di un  mondo sconosciuto,   accompagnandolo lungo la strada  che lo riporterà alla sua realtà  che è fuori dall’ospedale. Instaurare un dialogo con l'alunno senza che  la malattia interferisca ottenendo l'allontanamento momentaneo dalla situazione di ospedalizzazione  e il coinvolgimento nel  vissuto scolastico Accanto alla funzione di "mediazione culturale con l'ambiente"  l'insegnante ne svolge un'altra di segno opposto

7 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”

8 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
agisce su  tre fronti principali PIANO DIDATTICO GARANTIRE la possibilità di continuare a esercitare il diritto allo studio PIANO DELL’IDENTITA’ AIUTARE Il bambino a costruire Il difficile percorso dell’accettazione della nuova realtà PIANO DELLA CONTINUITA' OFFRIRE metodi e strumenti per mantenere il contatto con la realtà esterna: famiglia, amici, scuola

9 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
Una Scuola che volesse ignorare la realtà propria del bambino, del suo passato, del suo presente e del suo futuro per concentrarsi esclusivamente sul lavoro più propriamente contenutistico (la lezione di matematica, seguita da quella italiano e così via) svolgerebbe forse il ruolo di una agenzia dell'istruzione, ma è indubbio che ignorerebbe gran parte dei bisogni del bambino ospedalizzato.

10 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
La Scuola, se vuole esercitare il proprio ruolo di comunità educante anche all'interno dell'ospedale, deve sapersi adattare a svolgere una serie di attività (tra le quali anche quella curriculare più tradizionale) adatte ad aiutare i bambini e i ragazzi a creare un percorso cognitivo, emotivo, sociale che gli consenta: Comprendere, naturalmente in maniera adeguata, la realtà dell'ospedale Mantenere i legami con il proprio ambiente di vita

11 MODELLI DIDATTICI DI RIFERIMENTO
La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura” MODELLI DIDATTICI DI RIFERIMENTO Il modello didattico di riferimento, quando si opera in una sezione ospedaliera, non può essere solo quello dell'insegnamento bisogna prevedere un cambio di PARADIGMA verso DIDATTICHE DI TIPO TUTORIALE e l’attivazione di due livelli di intervento: Il PEER LEARNING e il RECIPROCAL TEACHING Il ONE-TO-ONE

12 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
PEER LEARNING e RECIPROCAL TEACHING Ricorrere pratiche di apprendimento tra pari e di reciproco insegnamento in cui il ragazzo più esperto si fa trainer del meno esperto. Strategie tipiche delle cultura partecipativa giovanile che si aggregano nel social network: un elemento in più per adottarle nella didattica ONE-TO-ONE Ricorrere a tutte quelle tecniche di aiuto individuale che nel linguaggio del costruttivismo sono indicate come scaffolding, cognitivo ed emotivo.

13 L’USO DELLA TECNOLOGIA NELL’INSEGAMENTO IN OSPEDALE
La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura” L’USO DELLA TECNOLOGIA NELL’INSEGAMENTO IN OSPEDALE LA TECNOLOGIA o meglio LE ATTIVITA’ CHE NE PREVEDONO L’USO hanno una funzione motivazionale e di supporto agli apprendimenti e all’attività didattica. Non è infatti dando un I-pad a ogni ragazzo che si possono ottenere risultati, ma progettando attività interessanti di cui l'I-pad sia il baricentro. Il primato non va dato alla tecnologia, ma alla condivisione delle pratiche

14 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
IL PROGETTO “Pezzettino, uguale differente come me” a cura di Anna Rita Orsini – Alberto Antinori

15 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
L’intento del progetto “Pezzettino” è stato quello di introdurre un elemento di diversità rispetto alla situazione di ospedalizzazione affinché fosse possibile lasciare nel tempo una traccia positiva nel ricordo di un vissuto doloroso come quello di un ricovero in ospedale 15

16 La Scuola in Ospedale: “Dal Curare a prendersi Cura”
Pezzettino Uguale differente come me Il progetto ha mirato alla creazione di un spazio dedicato alla lettura, alla musica ed alla drammatizzazione ed è nato dalla convinzione che un libro di qualità potesse costituire per i bambini ed i ragazzi uno strumento valido per svagarsi, divertirsi, incuriosirsi, lasciarsi trasportare dalla fantasia e dall’immaginazione.

17 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
Molto è possibile progettare per migliorare le condizioni di vita in un ospedale pediatrico, ma il punto fondamentale è che professionisti di formazione diversa sappiano lavorare al progetto comune di accompagnare e di sostenere il percorso di crescita dei bambini, che potrebbe risultare impedito o rallentato dalla malattia sia a livello fisico sia a livello emotivo e sociale. Promuovere il loro benessere fa parte della cura e bisogna offrire un messaggio di fiducia per il futuro.

18 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
I bambini/ragazzi ricoverati presso il reparto di Neuropsichiatria sono per molto tempo lontani dalla propria casa, dalla scuola, dagli amici; la loro vita viene scandita dai tempi delle terapie. Abbiamo ritenuto quindi che favorire e promuovere l’interesse per la lettura, la musica, la drammatizzazione, le attività più creative potesse contribuire a fornire ai bambini/ragazzi che frequentano la scuola in ospedale un’opportunità di crescita a livello cognitivo, emotivo ed espressivo che altrimenti gli sarebbe venuta a mancare, proprio a causa di queste prolungate assenze dai luoghi dove normalmente queste attività vengono promosse o incoraggiate

19 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
OBIETTIVI Concedere momenti di svago e di divertimento Promuovere il piacere della lettura, della musica della drammatizzazione Stimolare la curiosità, l’immaginazione e la creatività Facilitare l’espressione delle paure, dei dubbi e dei sentimenti Fortificare i bambini incoraggiandoli ad uscire dal loro isolamento Conferire autonomia e responsabilità Favorire uno strumento e uno spazio di relazione affettiva e di collaborazione tra i bambini/ragazzi e gli adulti Supportare didatticamente, attraverso laboratori espressivi, le attività scolastiche svolte presso il reparto di Neuropsichiatria. Realizzare un cartone animato 19

20 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
La Storia è stata liberamente tratta dalla favola di Pezzettino di Leo Lionni Sviluppo Attraverso la narrazione , e la drammatizzazione della fiaba di Pezzettino abbiamo affrontato con i bambini ed i ragazzi il tema della disabilità o della diversità che può essere causata anche da una malattia. Numerose sono state le riflessioni ed i pensieri elaborati dai ragazzi durante le conversazioni

21 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
OBIETTIVO FINALE: REALIZZARE UN CARTONE ANIMATO L’obiettivo che ci siamo posti insieme ai i ragazzi nel voler realizzare il cartone animato di Pezzettino è stato quello di trasmettere agli altri il loro lavoro e far diventare questa storia un valido strumento di sostegno nel percorso di acquisizione di competenze e di consapevolezze, trovando numerosi spunti per valorizzare le storie ed i saperi spontanei di ognuno fornendo così uno strumento per crescere.

22 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
UN CARTONE ANIMATO per COMUNICARE Il cartone animato che abbiamo realizzato con i bambini e i ragazzi degenti presso il reparto di neuropsichiatria è la narrazione di una fiaba che vuole farsi strumento per concorrere al cambiamento, attraverso la spiegazione, facilmente fruibile, della disabilità e della diversità che ne è conseguenza e delle cause che possono determinarla, in modo da affrontare le paure, le curiosità ed i dubbi che gravitano intorno alle malattie.

23 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
UN CARTONE ANIMATO per COMUNICARE LA RAPPRESENTAZIONE DI UN RACCONTO CHE AIUTI A TROVARE LA VIA DI CASA E lo scopo ultimo del lavoro in ospedale dovrebbe essere proprio questo: lasciare dei sassolini, cioè delle tracce, dei segnali, che aiutino chi entra in ospedale per la prima volta ad assicurarsi una via di uscita, a ritrovare la strada che conduce al proprio mondo, divenuto improvvisamente così lontano e remoto. L’idea di traccia, di segnale, ci richiama il concetto di comunicazione. E per comunicare bisogna anzitutto avere un linguaggio (cioè un modo di lasciare e leggere le tracce) simile, o quantomeno comprensibile da chi ci ascolta.

24 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
La narrazione della fiaba, servendosi di archetipi e di immagini simboliche, ha offerto ai bambini e ai ragazzi la possibilità di immedesimarsi nel protagonista suscitando emozioni, sentimenti attraverso cui comprendere il disagio e le limitazioni a cui è sottoposto un bambino diversamente abile. PRIME ATTIVITA’ REALIZZATE LABORATORIO DI LETTURA

25 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
Realizziamo uno StoryBook

26 LABORATORIO DI MUSICA INSIEME

27 IL PROGETTO: “Pezzettino, uguale differente come me”
LABORATORIO GRAGICO PITTORICO Attraverso il racconto della fiaba di Pezzettino i ragazzi hanno rafforzato le loro competenze ed elaborato attivamente e consapevolmente le loro conoscenze.

28 IL COLLAGE

29 LA PROGETTAZIONE DEI PERSONAGGI

30 I PERSONAGGI IL SUO NOME ERA PEZZETTINO
Tutti i suoi amici erano grandi e coraggiosi e facevano cose meravigliose. Pezzettino invece era piccolo e di sicuro era un pezzetto di qualcuno, pensava un pezzetto mancante. Molto spesso si chiedeva di chi fosse il pezzettino. E un giorno decise di scoprirlo!

31 Quello-Che –Vive -Sulle Montagne
I SUOI AMICI Quello-Che -Nuota Quello-Che -Corre Quello-Forte Quello-Che -Vola Quello-Saggio Quello-Che –Vive -Sulle Montagne Quello-Che Striscia Quello-Che - Canta

32 I FOTOGRAMMI DELLA STORIA

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34

35 Giovani Ricercatori Crescono

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37 Anna Rita Orsini


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