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L’età di Pericle il primo grande “Rinascimento” Prof.ssa Monica Ratti

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Presentazione sul tema: "L’età di Pericle il primo grande “Rinascimento” Prof.ssa Monica Ratti"— Transcript della presentazione:

1 L’età di Pericle il primo grande “Rinascimento” Prof.ssa Monica Ratti
Prof.ssa Lia Provezza Prof Mario Sartor

2 L’età di Pericle (Prof.ssa Monica Ratti)
La cultura (Prof.ssa Lia Provezza ) L’acropoli di Atene (Prof. Sartor Mario) Riferimenti bibliografici

3 Perché “età di Pericle”?
Tra gli anni compresi tra la fine delle guerre persiane e l’inizio delle guerre del Peloponneso Atene divenne una potenza dominante. L’uomo che impersonò questo grandioso momento – va dal 480 al 430 a.C. circa- fu Pericle.

4 Cronologia 477 a.C Costituzione della lega di Delo
471 a.C. Ostracismo di Temistocle 462 a.C. Spedizione ateniese in aiuto di Sparta 461 a.C. Ostracismo di Cimone. Efialte e Pericle iniziano l’attività riformatrice (Efialte viene assassinato) a.C. Prima guerra del Peloponneso 449 a.C Pace di Callia tra Ateniesi e Persiani 445 a. C. Pace trentennale tra Sparta e Atene 428 a.C. Morte di Pericle

5 Atene e Sparta dopo le guerre persiane
Dopo le guerre persiane Atene e Sparta furono le vere vincitrici del conflitto Sparta sfruttò solo in parte la situazione favorevole, confermando la sua tradizionale tendenza a una politica estera prudente Atene fu ben più dinamica, prontissima a sfruttare il grande prestigio conquistato nella lotta contro Serse.

6 La Lega di Delo e il predominio di Atene
Per proseguire la guerra contro i Persiani, nel 477 a. C. si costituì la Lega di Delo, che comprendeva Atene e tutte le poleis ioniche La direzione della Lega venne affidata ad Atene e le altre poleis contribuirono fornendo navi oppure versando un tributo in denaro, che alimentava il tesoro comune custodito presso il santuario di Apollo nell’isola di Delo.

7 Fine dichiarato della Lega era la lotta contro i Persiani, ma nella realtà essa si trasformò in uno strumento che permetteva ad Atene di esercitare una pesante egemonia sull’Egeo e sulle stesse città alleate

8 Sparta accetta tacitamente il primato marittimo di Atene
La situazione del Peloponneso era fortemente instabile gli Spartiati erano disposti a concedere mano libera ad Atene nella politica estera per concentrare le proprie energie nella repressione dei movimenti rivoluzionari e nella difesa dell’ordine interno

9 L’egemonia di Atene si scontra con l’opposizione di Sparta
Temistocle, capo del partito democratico ateniese, propone di approfittare delle difficoltà di Sparta e di attaccarla appoggiando gli Iloti e le città peloponnesiache subalterne Prevalgono i conservatori, che ostracizzano Temistocle e consolidano l’alleanza con Sparta, da loro considerata baluardo contro tutti i movimenti popolari e democratici del mondo

10 La lotta politica ad Atene da Cimone a Pericle
I conservatori sono battuti da Efialte e da Pericle, che guidano il partito progressista Cimone, capo dei conservatori, viene colpito da ostracismo Pericle assume la guida della città

11 Pericle

12 Chi era Pericle? Un aristocratico convertitosi alla democrazia, dotato di grande intelligenza e abilità politica. Eletto stratega una prima volta nel 460 a.C., a soli trent’anni, tenne di fatto la vita politica della città fino alla morte, avvenuta nel 428 a. C..

13 Politica di Pericle POLITICA INTERNA
Assume la guida della città e attua una riforma della costituzione ispirata a principi radicalmente democratici RIFORMA DELL’AREOPAGO COMPENSI PER TUTTI COLORO CHE SVOLGONO FUNZIONI PUBBLICHE SORTEGGIO ESTESO A QUASI TUTTE LE MAGISTRATURE

14 Politica di Pericle POLITICA ESTERA IMPERIALISMO
Lotta contro Sparta per affermare il primato ateniese in Grecia Lotta contro i persiani per estendere a tutto il Mediterraneo orientale l’egemonia già conquistata nell’Egeo IMPERIALISMO

15 PERICLE NON FU MAI UN TIRANNO, NE’ CERCO’ DI MANTENERE IL POTERE CON ASTUZIE E VIOLENZE: FU SEMPRE REGOLARMENTE RIELETTO E NON ANDO’ MAI OLTRE I POTERI CHE LE ASSEMBLEE DEI CITTADINI GLI ASSEGNARONO

16 Luci ed ombre della democrazia ateniese
LA STRUTTURA POLITICA DI ATENE DEL V SEC.RAPPRESENTA UNO DEI PIU’ RADICALI E DUREVOLI ESEMPI DI DEMOCRAZIA DIRETTA DEL MONDO ANTICO L’UGUAGLIANZA TRA I CITTADINI NON COINVOLGEVA TRE AMPIE CATEGORIE DI INDIVIDUI: stranieri donne schiavi

17 Atene sotto la guida di Pericle
LA CITTÀ SI INGRANDÌ E SI ARRICCHÌ DI MONUMENTI STRAORDINARI: PITTORI, SCULTORI, POETI, SCIENZIATI, FILOSOFI CELEBRARONO ATENE CON OPERE CHE RESTANO TRA LE PIÙ GRANDI MAI COMPIUTE DALL’UOMO.

18 LA CULTURA NELL’ETA’ DI PERICLE

19 LA DEMOCRAZIA E LA PAROLA
Pericle, attuando una riforma radicalmente democratica, riesce a rimuovere tutti gli ostacoli che rendevano difficile la partecipazione dei suoi concittadini alla vita politica. La società ateniese diventa, così, una società fondata sulla parola, per le rappresentazioni teatrali periodiche di commedie e tragedie, processi giudiziari frequenti e per la politica fondata su strutture assembleari e sul dibattito.

20 “L’uomo si distingue dagli animali perché ha le mani”.
La democrazia diretta, organizzata da Pericle, quindi incoraggia le ambizioni di molti poiché il successo non appare più legato alla provenienza familiare, ma può venire dal lavoro, dall’apprendimento e dalla valorizzazione delle capacità del singolo individuo La cultura ateniese si adegua: dal punto di vista filosofico Anassagora, intellettuale amico di Pericle, afferma: “L’uomo si distingue dagli animali perché ha le mani”.

21 Anassagora si riferisce alle tecniche (technai), intese non solo come un sapere pratico- scientifico, ma anche in senso lato, alla cultura in generale, che può conferire virtù (aretè) e successo. Solo con i sofisti (i sapientissimi), però, si giunge alle estreme conseguenze di questo assunto: la virtù non deriva più dalla tradizione familiare, ma può essere appannaggio di tutti coloro che sono dotati di talento, perché la virtù si può insegnare.

22 I sofisti quindi sfruttano le opportunità offerte dalla democrazia ateniese: cercano di soddisfare la crescente richiesta di una cultura che permettesse di operare efficacemente nell’ambito della vita pubblica e privata, al fine di ottenere il successo sociale. I sofisti, per lo più stranieri, quindi si presentano come maestri, come insegnanti di virtù e si propongono di far conseguire ai loro allievi, tramite l’insegnamento, successi professionali equivalenti a quelli dei bravi artigiani.

23 I sofisti operano una grande rivoluzione culturale: la sapienza non è più appannaggio degli dei o dei pochi intellettuali d’élite ma può essere accessibile a tutti e riorganizzano il sapere attraverso tecniche di apprendimento. Essi si propongono inoltre come insegnanti professionisti e si fanno pagare, spesso lautamente. Organizzano conferenze pubbliche, dove esibiscono le loro capacità dialettiche, allo scopo di farsi pubblicità.

24 La rottura con il passato è evidente: la cultura era appannaggio familiare quindi trasmessa gratuitamente di padre in figlio, oppure concessa dagli dei, oppure trasmessa, sempre gratuitamente, dal maestro ai propri discepoli. L’ultima grande novità della sofistica riguarda la percezione della verità: la verità (aletheia) è appannaggio solo degli dei, non degli uomini. L’uomo quindi si deve accontentare dell’opinione (doxa). Non è quindi la verità che si impone agli uomini perché autoevidente o perché comunicata dalla divinità, ma è quell’opinione che, espressa con gli opportuni accorgimenti retorici, suscita consenso e approvazione.

25 Dal punto di vista filosofico essi spezzano la convergenza tra realtà e pensiero/linguaggio (essere e logos). Propongono quindi il relativismo gnoseologico e culturale (esempio: Protagora), contro l’assolutismo filosofico della tradizione. Studiano le strutture logico-verbali del discorso e i meccanismi e gli usi della parola; si propongono soprattutto come insegnanti di retorica e di eloquenza.

26 La cultura sofistica si configura come una vera rivoluzione culturale che fu giudicata scandalosa da molti aristocratici e dai conservatori e contro il successo dei sofisti furono mosse critiche roventi: essi furono accusati di spregiudicatezza morale e scarsa serietà scientifica poiché si divertivano a demolire qualsiasi credenza e principio (esempio Gorgia, L’Encomio di Elena).

27 GLI INTERVENTI SULL’ACROPOLI DI ATENE AL TEMPO DI PERICLE
Il termine ACROPOLI indica la parte alta (akra) della città, circondata da mura e luogo sacro per eccellenza.

28 Secondo la leggenda il luogo era stato abitato da:
L’acropoli di Atene fu abitata fin dal periodo preellenico, infatti essa fu sede di un palazzo miceneo. Secondo la leggenda il luogo era stato abitato da: Cecrope, eroe nato dalla stessa terra dell’Attica; Eretteo, nato sull’Acropoli da Gea e Efesto; Atena, protettrice della città. La conquista persiana del 480 a.C. la ridusse a un ammasso di rovine. Ricostruzione assonometrica dell’Acropoli di Atene Le macerie vennero rimosse e servirono per spianare i dislivelli sui quali sorsero i nuovi templi. Questi strati di macerie, noti come colmata persiana, costituiscono un riferimento per la datazione dei monumenti dell’acropoli, prima del 480.

29 Nel 449 a.C. Pericle, diede, grazie alle enormi ricchezze dei tributi delle città alleate, avvio ai lavori di sistemazione che si protrassero fino al 406 a.C. Pericle affidò il grandioso progetto a Fidia ( a.C.), scultore attico, che divenne l’episkopos, cioè l’intendente e il direttore dei lavori. La collaborazione tra Pericle e Fidia ad Atene riguarda, la statua di Atena Parthénos, l’impianto urbanistico generale, la decorazione del Partenone, i Propilei, la costruzione delle Ricostruzione planimetrica dell’Acropoli di Atene mura tra Atene e il Pireo e l’Odeon. La nuova acropoli “tutta di marmo” doveva diventare il cuore di tutta la Grecia, assumendo così un significato anche politico.

30 IL PARTENONE è considerato il più importante dei templi greci.
Opera di Ictino e Callicrate, con statue e decorazioni di Fidia. Di stile dorico, periptero, octastilo, è percorso internamente da un fregio ionico che rappresenta la Processione delle Panatenèe. Dedicato ad Atena Parthenos, cioè Atena Vergine. Veduta del Partenone, 447 – 438 a.C,in marmo pentelico. Al suo interno le vergini tessevano a turno il peplo. Nella cella era conservata la grandiosa statua crisoelefantina Atena Parthenos, opera di Fidia. schema

31 I PROPILEI Costituiscono l’entrata monumentale all’Acropoli.
La direzione dei lavori ( ) venne affidata a Mnesicle. Il progetto per eccesso di grandiosità, fu realizzato solo in parte. La pianta in origine era asimmetrica, fatto questo inconsueto per l’ architettura greca. Alla severità delle colonne doriche della facciata, si contrappone l’eleganza di quelle ioniche dell’interno del corridoio. Veduta dei Propilei dalla scalinata di accesso I Propilei sono uno dei primi esempi della combinazione dell’ordine dorico con quello ionico. schema

32 Il TEMPIETTO DI ATENA NIKE
edificato tra il 432 e il 421a.C; dedicato ad Atena Vittoriosa (Nike); di stile ionico, unisce alla sobrietà dell’architettura la raffinatezza della decorazione; è composto da una cella tra due portici tetrastili - quattro colonne -. Veduta del tempietto di Atena Nike schema

33 L‘ERETTEO L’Eretteo fu l’ultimo edificio realizzato sull’Acropoli su progetto di Filocle, o secondo altri, di Callicrate. E’ un tempio ionico a due celle, con un ampio vestibolo. E’ un santuario multiplo in cui venivano conservate le memorie sacre della città di Atene, l'ulivo di Atena e la polla d’acqua salata di Poseidone. Veduta generale dell’Eretteo, Atene, Acropoli, a.C. L’Eretteo, con le sue parti differenziate e i suoi portici, contrasta con le forme severe del Partenone. schema

34 Loggia delle Cariatidi
La loggetta – che sorge sul luogo della mitica tomba di Cecrope - è sostenuta anziché da colonne, da sei cariatidi (sacerdotesse della Caria), eleganti figure femminili in lunga veste, che si appoggiano su una gamba e tengono le braccia lungo il corpo. Eretteo - Loggia delle Cariatidi, a.C. La figura umana usata come sostegno di un elemento architettonico – trabeazione – e decorazione, è comune nell’arte greca, soprattutto nello stile ionico. Le sei statue sono statiche senza però essere rigide. schema

35 L’ORDINE DORICO è il più antico e il più maestoso e i primi esempi risalgono al VII sec. a.C. La colonna poggia direttamente sul basamento Il fusto è scanalato (20 scanalature a spigolo vivo) e si assottiglia verso l’alto. Il capitello ha forma semplice ed è costituito dall’echino, a forma tronco conica, e dall’abaco a forma di parallelepipedo. La trabeazione è costituita da tre parti: l’architrave, elemento strutturale; Il fregio, elemento decorativo formato dall’alternanza tra metopa e triglifo; la cornice, il cui scopo è quello di proteggere dall’acqua gli elementi decorativi. Schema dell’ordine dorico Partenone - Propilei schema

36 L’ORDINE IONICO Si sviluppò a partire dal VI secolo a.C. nelle isole dell’Egeo E’ caratterizzato da forme eleganti e agili. La colonna poggia su una base, costituita dal toro e dal trochile. Il fusto presenta da 20 a 24 scanalature a spigolo smussato. Il capitello è elaborato; l’echino ha due volute e ovoli, mentre l’abaco è schiacciato. L’architrave risulta tripartita e il fregio continuo. Propilei Tempio Atena Nike - Eretteo schema

37 L’ATENA PARTHENOS Opera di Fidia. La statua era alta 12 metri.
Partenone L’ATENA PARTHENOS Opera di Fidia. La statua era alta 12 metri. Lavorata con la tecnica crisoelefantina, cioè oro e avorio. Rimangono solo poche e piccole copie. La dea si ergeva con il braccio teso su cui stava Nike,a ricordo delle numerose vittorie conseguite. L’altro braccio poggiava sul bellissimo scudo ricoperto dalle scena di una Amazzonomachia. Era armata e rivestita di peplo dorico. Ricostruzione della statua di Athena Partenos, a.C. schema

38 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
A.Camera-R.Fabietti, Corso di storia antica e medievale, vol.I, Ed. Zanichelli. AA.VV., I moduli di storia antica e medievale. Dalla preistoria alla civiltà greca,  Ed. Scolastiche Bruno Mondadori. C.Cartiglia, Il nostro passato. Dalla preistoria al II sec. d.C., Ed. Loescher. AA.VV., Le rane e lo stagno. Antichità mediterranea e Medioevo europeo, Ed. Sei. M.Untersteiner, I Sofisti, Torino, Einaudi, 1949. L.Spina, Il cittadino e la tribuna. Diritto e libertà di parola nell'Atene democratica, Napoli, Liguori, 1986. G.Cricco-P.Di Teodoro, Itinerario nell’arte, Vol. I, Zanichelli, Bologna, 1996. AA.VV., Manuale di storia dell’arte, vol. I, B.Mondadori. AA.VV., Storia dell’arte, Vol. II, I.G.D.A., Novara, 1976. Siti di divulgazione:


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