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a Carmelo, amico fraterno

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Presentazione sul tema: "a Carmelo, amico fraterno"— Transcript della presentazione:

1 a Carmelo, amico fraterno

2 Vibration Energy in Sports – Rome, September 11th 2009
Roberto Bonomi Scienze Motorie - Tor Vergata - Roma La corsa veloce è l’unica specialità sportiva le cui prestazioni sono legate all’utilizzazione di tutte le espressioni di forza di cui la muscolatura è capace, risulta, quindi, facile capire quanto questo fenomeno, del tutto insolito e singolare, richieda una articolazione più complessa dei mezzi dell’allenamento ed una loro organizzazione sempre più sofisticata ed artificiosa, rispetto alle strategie metodologiche adottate dalle discipline di forza per antonomasia, quali il sollevamento pesi ed i lanci dell’atletica. Overload and vibration metod in elite sprint runners

3 Sovraccarico e Vibrazione
Diventa essenziale, quindi, un metodo che non incida molto sulla ipertrofia muscolare, ma stimoli principalmente il Sistema Nervoso Centrale ad emettere salve di treni di stimoli di sempre più elevata frequenza, per accrescere il “reclutamento istantaneo” di una maggiore quantità di unità motrici. Roberto Bonomi

4 L’EFFICIENZA MUSCOLARE
Il miglioramento dell’efficienza muscolare è da attribuire, principalmente, a fattori neuromuscolari quali: reclutamento, sincronizzazione, coordinazione intra-muscolare, Questi fattori sono tutti collegati ad una più fine modulazione delle afferenze propriocettive. E’, inoltre, opportuno ricordare che le esercitazioni di forza massimale e di forza esplosiva sono prodotte da violente accelerazioni esercitate contro la forza di gravità. (Bosco, 1992) Roberto Bonomi 4

5 DALLA PEDANA A TUTTO IL CORPO
La stimolazione fisica meccanica con vibrazione total body (Whole Body Vibration) porta alla sollecitazione di tutte le afferenze propriocettive i cui effetti si evidenziano: sull’apparato locomotore e muscolare sul sistema neuromuscolare, neuro-ormonale e circolatorio Bosco 1996 Roberto Bonomi

6 Le pedane vibranti, al pari di manubri, bilancieri e cavi vibranti, permettono di applicare al corpo o alle sue diverse parti un sovraccarico gravitazionale, per mezzo di elevate e ripetute accelerazioni. Queste accelerazioni sono simili a quelle che si ottengono con le esercitazioni che prevedono contrazioni muscolari pliometriche, cioè contrazioni concentriche precedute da un velocissimo allungamento della fibra muscolare. (Bosco e Cotelli 1995) Tali modificazioni della risposta neuromuscolare, accompagnate da variazioni ormonali, sono connesse sia al tipo di lavoro svolto che alla velocità di esecuzione. (Guezenec et al Bosco et al ) Roberto Bonomi

7 Anni di esperienze nell’ utilizzo della vibrazione quale mezzo per il miglioramento della prestazione hanno portato all’integrazione dei metodi di allenamento della forza veloce finora impiegati, con sistemi atti a produrre vibrazioni. Ciò ha permesso la formalizzazione di due metodi (Bonomi-Cotelli) che sommano la caratteristiche della vibrazione a quella delle esercitazioni con sovraccarico dove l’effetto di carico è determinato una volta da un sovraccarico fisico (bilanciere) e l’altra da una contrapposizione isometrica.

8 Il metodo a “velocità variabile” “Metodo a velocità variabile”
Uno dei sistemi più utilizzati da molti anni, per allenare la “forza veloce ciclica”, è frutto di esperienze e discussioni condotte con il Prof. Vittori e va sotto il nome di: “Metodo a velocità variabile” Bonomi –Vittori Nel 2005 è stata fatta una comunicazione che è stata, in seguito, pubblicata, su “Atletica studi”, n° 3-4/2006, ed anche se fa riferimento diretto alla velocità, pur tuttavia, è indice di una filosofia operativa che può essere facilmente traslata su realtà diverse. Roberto Bonomi

9 Tale metodo, si prefigge l’obiettivo di
Obiettivi del metodo Tale metodo, si prefigge l’obiettivo di elevare le punte delle varie espressioni di forza e per quanto possibile di diminuire i tempi della loro estrinsecazione, ed offre il grande vantaggio di abbreviare i tempi della traduzione delle capacità di forza in capacità di compiere movimenti veloci, rispetto all’esecuzione in “successione”. Roberto Bonomi

10 Strategia metodologica
La doppia esigenza, dell’incremento della forza e della velocità della sua manifestazione, viene soddisfatta contestualmente nella stessa unità di allenamento e per ciascuna delle diverse espressioni, scegliendo, di volta in volta ed a seconda delle esigenze dell’atleta, una delle due opzioni: dimezzamento del carico, qualora nell’alternanza si usasse lo stesso esercizio 2) apertura dell’angolo di lavoro al ginocchio, come risulta dalle tre posizioni di: squat, di squat orizzontale e di ½ squat in modo che a fare la differenza metodologica, per favorire una maggiore velocità, sarà, una volta, la diminuzione del carico e, l’altra, la difformità del piegamento al ginocchio. Quale che sia la scelta operata le due esecuzioni si alternano, eseguendo prima quella con carico elevato che influenza di più la forza e, dopo l’altra che stimola di più la velocità. Roberto Bonomi

11 I mezzi utilizzati si rifanno a tre esercizi:
lo squat completo = piegamento massimo degli arti inferiori 2) lo squat parallelo = piegamento parziale con cosce orizzontali 3) il mezzo squat = semipiegamento con cosce a 90° al ginocchio Facilmente si comprende come, il solo passaggio dall’esercizio di squat completo agli altri, mantenendo lo stesso carico, permetta una maggiore velocità d’esecuzione purché, nell’esecuzione, si mantenga sempre massima l’intensità dello sforzo. Roberto Bonomi

12 La Vibrazione Circa dieci anni orsono, perché poco soddisfatto dei risultati ottenuti sugli atleti di alto livello del settore velocità nell’utilizzo della vibrazione a carico naturale, in accordo con il prof Bosco, cominciai a sperimentare l’utilizzo di mezzi che riproducono le variazioni delle forze gravitazionali attraverso l'applicazione di vibrazioni meccaniche (pedana vibrante Nemes) in aggiunta alle esercitazioni con sovraccarico. Questi sistemi erano stati utilizzati, in passato, nel campo della clinica medica dove gli stimoli vibratori venivano applicati per studiare la risposta dei propriocettori neuromuscolari alle perturbazioni meccaniche indotte. Frequenza (Hz) EMG [mV] (arbitrario) Roberto Bonomi Animal model; Rubin et al., 2001, Nature Risposta elettromiografica del tibiale anteriore sottoposto a stimoli vibratori a frequenza variabile

13 Riflesso da Vibrazione
Durante il trattamento vibratorio sia il corpo che i muscoli vengono sottoposti a piccole variazione di lunghezza (stiramento-accorciamento). Il prestiramento rapido di un muscolo elettricamente attivo favorisce la stimolazione del riflesso miotatico ed il conseguente potenziamento muscolare durante la fase di contrazione che segue lo stiramento (Burke e coll.). I riflessi da vibrazione operano prevalentemente o esclusivamente direttamente sul neurone motoneurone (alfa), e non viene utilizzata la medesima via efferente di origine corticale come avviene usualmente durante una contrazione volontaria. Gli studi di Carmelo Bosco, Atko Viru e Roberto Bonomi ( ) hanno dimostrato come le vibrazioni producono risposte adattative da parte dell’apparato neuromuscolare umano sia di tipo metabolico che meccanico sulla stiffness muscolare. Roberto Bonomi

14 Durante esercitazioni di ½ squat jump con sovraccarico uguale alla metà del peso del corpo, sono stati registrati miglioramenti varianti dal 7% al 10% nella prestazione di salto in atleti nazionali del settore velocità quando venivano utilizzate vibrazioni. Anche la potenza meccanica dei muscoli estensori delle gambe durante esecuzione di squat paralleli con carico uguale al 150% del BW risulta migliorata in presenza di vibrazioni. Roberto Bonomi

15 contrapposizione isometrica
La Contrazione Massima Forzata (CMF) è stata ottenuta mediante un reclutamento della massima forza degli arti inferiori in posizione piegata, aiutata dalla azione delle braccia in controresistenza su di un manubrio: in sintesi facendo fulcro sulle mani si riesce ad esercitare una “iperforza” di tipo prevalentemente isometrico. Nel secondo metodo, che va sotto il nome Bonomi-Cotelli, l’effetto del carico è determinato da una contrapposizione isometrica Particolare della Pedana vibrante con manubrio adatto a creare la “CONTRAZIONE MASSIMALE FORZATA” Roberto Bonomi

16 Test vibratorio mediante CMF dai 25 Hz sino ai 50 Hz
In condizioni di Contrazione Massima Forzata, è stato effettuato un test e registrata l’attività elettrica (EMG) del vasto laterale e vasto mediale di entrambe le gambe senza vibrazione e subito dopo con vibrazione per valutare l’effetto della vibrazione sull’attività elettrica muscolare (EMG). Durante la fase di contrazione massima forzata (CMF) con vibrazione a 35 Hz, l’attività media del vlsx è migliorata del 48%, quella del vldx del 52%, mentre l’attività media del vmsx è migliorata del 21%, quella del vmdx è del 23%. Roberto Bonomi 16

17 Registrazione EMG e degli spostamenti meccanici della
Contrazione Massima Forzata (CMF) Durante la fase di contrazione massima forzata (CMF) con vibrazione a 35 Hz, l’attività media del vlsx è migliorata del 48%, quella del vldx del 52%, mentre l’attività media del vmsx è migliorata del 21%, quella del vmdx è del 23%. Registrazione EMG e degli spostamenti meccanici della “pedana vibrante con manubrio“ (CMF) Roberto Bonomi 17

18 Analisi elettromiografia (EMG)
L’analisi dei risultati dimostra che la contrazione massimale forzata (CMF) gestisce e controlla lo spostamento verticale della pedana (smorzamento) tanto meglio quanto più si passa dai 25 ai 35 Hz; in questo range i soggetti riescono a contrastare efficacemente lo spostamento verticale esercitato dalla pedana vibrante, mentre a frequenze più alte la gestione del movimento verticale diviene sempre più difficile. Oltre i Hz, nella maggior parte dei casi, il soggetto subisce le vibrazioni e quindi l’allenamento risulta essere meno redditizio. Durante la fase di contrazione massima forzata (CMF), l’attività EMG media del vasti laterali e mediali può aumentare dal 100% al 200%. Roberto Bonomi

19 Tali rilievi, mostrano che la condizione più allenante risulta essere quella in cui l’atleta riesce a gestire integralmente i movimenti della macchina stessa: tanto più subisce le vibrazioni della macchina, tanto minore è il rendimento biomeccanico, sia per l’allenamento che per la rieducazione. Per avere un elevato rendimento biomeccanico tutti i gruppi muscolari preposti devono lavorare in modo estremamente coordinato e cioè i muscoli agonisti devono contrarsi velocemente, mentre gli antagonisti si devono rilasciare completamente tranne quando deve iniziare la necessaria azione frenante. Se così non succede, avviene quello che si chiama “co-contrazione” durante la quale i muscoli antagonisti, non perfettamente decontratti, ostacolano l’espressione di forza degli agonisti portando ad una riduzione dell’efficienza di quel movimento.

20 Questi risultati sono espressione di un fenomeno neuromuscolare che trova ancora difficoltà ad essere spiegato. È possibile pensare che entrambe i metodi coinvolgano, molto verosimilmente, il sistema neuromuscolare centrale e le strutture nervose riflesse oltre la naturale soglia di attivazione. Roberto Bonomi

21 Grazie per l’attenzione
Roma, 11 Settembre 2009 Grazie per l’attenzione Roberto Bonomi “A volte mi chiedo come sia accaduto che sia stato io a formulare la teoria della relatività. La ragione, credo, è che un adulto non si ferma mai a riflettere sui problemi dello spazio e del tempo, perché queste sono cose su cui ha pensato da bambino. Ma il mio sviluppo intellettuale fu tardivo, e di conseguenza io cominciai a interrogarmi sullo spazio e il tempo quando ero già adulto.” A. Einstein


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