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VALUTAZIONE DEL PROFILO CLINICO PRODROMICO ALL’ESORDIO PSICOTICO

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Presentazione sul tema: "VALUTAZIONE DEL PROFILO CLINICO PRODROMICO ALL’ESORDIO PSICOTICO"— Transcript della presentazione:

1 VALUTAZIONE DEL PROFILO CLINICO PRODROMICO ALL’ESORDIO PSICOTICO
Dati preliminari di uno studio catamnestico su 207 pazienti M. Bensi1, M. Armando1, L. Marzano1, G. Lo Cascio2, P. Fiori Nastro1 1Dip. Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica, “Sapienza” Università di Roma; 2 Casa di Cura “Villa dei Fiori”, Roma. RISULTATI INTRODUZIONE Tabella 2. Confronto tra i diversi EPS all’interno del campione Inserendoci nella corrente di pensiero di una parte della ricerca psichiatrica contemporanea, che considera l’individuazione precoce dei primi sintomi e lo studio della fase che precede lo sviluppo dell’esordio psicotico franco come foriere di nuove possibilità di conoscenza della malattia mentale e come apportatrici di nuove possibilità di cura, nel presente studio abbiamo cercato di verificare se prima dell’esordio di una psicosi erano state poste altri tipi di diagnosi e abbiamo valutato retrospettivamente la presenza/assenza di sintomi prodromici precoci (early prodromal symptoms; EPS), la loro tipologia e il periodo di tempo intercorrente tra la comparsa di questi sintomi e l’esordio psicotico (psychotic onset; PO) in 207 pazienti ricoverati in regime di ricovero volontario ai quali è stata posta una diagnosi nell’ambito delle “psicosi non affettive”. Riteniamo che le proposizioni emergenti dalla ricerca psichiatrica che focalizza la propria attenzione sulla dinamica di sviluppo della malattia potrebbero portare a notevoli conseguenze sul piano scientifico arrivando ad intaccare l’idea Jaspersiana di processo e imponendo un cambio di paradigma nel campo della salute mentale. Questo è ancor più vero se si considera che partendo dall’individuazione precoce della malattia e passando attraverso una maggiore comprensione dei meccanismi psicopatologici che ne sono alla base si potrebbero aprire nuove strade verso diverse possibilità di trattamento e presa in carico. La cronicità, a lungo ritenuta esito ineluttabile della malattia mentale grave potrebbe quindi essere ripensata come eventualità prevedibile e, di conseguenza, prevenibile e modificabile. La nuova ottica che si genera da questa impostazione metodologica è estremamente seducente, soprattutto perché sembra portare con sé una necessità nuova nell’ambito della psicologia umana, quella di modificare l’attuale modalità di osservazione della malattia, con l’intento di rendere evidente ciò che al momento attuale non si riesce ancora ad evidenziare. La presenza di EPS è stata riscontrata in 87 pazienti pari al 41.5% del campione. I sintomi depressivi sono risultati essere i più frequenti (50 pz pari al 57.5% di quelli con EPS), seguiti dai sintomi ansiosi (26 pz pari al 29.9% di quelli con EPS), di gran lunga inferiori i sintomi ossessivi e quelli DCA pari rispettivamente al 9.2% e 3.4%. 5±3.9 6±5 8±2.8 4.7±4.3 4.9±3.6 Periodo EPS-PO 27.1±11 25.6±10.8 22±3.4 25±11 28.8±11.7 Età media PO 20.21±6.2 18,17±4,79 15,00±1,4 18,29±4,5 22,56±7 Età media EPS 39 4 1 12 22 Femmina 48 2 14 28 Maschio Totale Snt ossessivi Snt alimentari Snt ansiosi Snt depressivi L’età media d’esordio psicotico (Psychotic onset, PO) all’interno del nostro campione è risultata essere di 27.1±11 anni. L’esordio più precoce riguarda i pz con pregressi sintomi DCA, seguiti dai pz con sintomi ansiosi e ossessivo-compulsivi, mentre l’età d’esordio più tardiva riguarda i pz con pregressi sintomi depressivi. L’età media d’esordio degli EPS è di 20.21± 6.2 anni. L’età d’esordio dei sintomi depressivi appare essere quella più tardiva, mentre quella più precoce riguarda i sintomi DCA. Il tempo trascorso tra la comparsa dei primi EPS e la diagnosi di psicosi non affettiva è stato pari a 5±3.9 anni. Nello specifico risulta essere più lungo nel caso di EPS assimilabili a disturbi del comportamento alimentare e più breve nel caso di sintomi ansiosi e depressivi. Tabella 3. Diagnosi precedenti l’esordio psicotico - 74,4 154 Assenza di diagnosi 100,0 25,6 53 Totale 3,8 1,0 2 Dist personalità 7,5 1,9 4 DOC DCA 30,2 7,7 16 Disturbo d'ansia 54,7 14,0 29 Disturbo dell'umore Valid Percent Percent Frequency Diagnosi precedenti, diverse da quella di psicosi non affettiva, sono state riscontrate in 53 pazienti (25.6%). Tra questi nel 54.7% dei casi si è trattato di “Disturbo dell’umore”, nel 30.2% di “Disturbo d’ansia”, nel 7.5% di “DOC”, nel 3.8% di “DCA” e nel 3.8% di “Disturbo di Personalità”. Dal campione sono state escluse tutte quelle diagnosi non facenti riferimento ai criteri dell’ICD o del DSM. MATERIALI E METODI Il campione è costituito da 207 pazienti ricoverati presso la Casa di Cura “Villa dei Fiori” di Roma dal 1 Gennaio 2006 al 31 Dicembre 2006 (la durata dello studio è stata di 12 mesi), cui è stata posta diagnosi di dimissione nell’ambito delle “psicosi non affettive” secondo i criteri dell’ ICD-IX. La raccolta dei dati è stata effettuata mediante uno studio catamnestico delle cartelle cliniche ed è stata integrata da colloqui clinici e colloqui con i familiari dei pazienti. I dati raccolti, oltre alle notizie anamnestiche più generali, riguardano: eventuale presenza di EPS (sintomi prepsicotici) e loro caratteristiche; presenza/assenza di diagnosi precedenti diverse da quella di “psicosi non affettiva”; età d’insorgenza degli EPS; periodo intercorso tra la comparsa degli EPS e l’esordio psicotico; valutazione del miglioramento clinico durante il ricovero mediante somministrazione di BPRS all’ingresso e all’uscita. Gli EPS sono stati suddivisi in: sintomi ansiosi, sintomi depressivi, sintomi ossessivo-compulsivi, sintomi tipo DCA. Sintomi come l’apatia e l’abulia non sono stati presi in considerazione in quanto difficilmente distinguibili dai sintomi negativi della schizofrenia al suo esordio. I dati ottenuti in questa prima fase sono stati analizzati mediante il software SPSS . Il software e stato utilizzato innanzitutto per effettuare un’ analisi statistica descrittiva del totale del campione per ogni variabile socio-demografica e clinica presa in considerazione; sono poi state incrociate diverse variabili clinico-epidemiologiche per valutare la presenza di eventuali correlazioni statisticamente significative. CONCLUSIONI I dati emersi da questo studio mostrano che: a) gli EPS sono stati individuati nel 41,5% del campione; b) il 25,5% del campione ha avuto in precedenza diagnosi differenti rispetto a quella di psicosi non affettiva. Abbiamo inoltre riscontrato che: a) i sintomi DCA compaiono in età più precoce 15,00±1,4 anni (3,4% del campione con EPS); b) non esiste una differenza significativa tra l’età di comparsa degli EPS ansiosi 18,29±4,5 anni e quelli ossessivi 18,17±4,79 anni (pari rispettivamente al 29,9% e al 9,2% del campione con EPS); c) i sintomi depressivi (57,5% del campione con EPS), sono quelli che insorgono in età più tardiva 22,56±7 anni. Tabella 4. Età d’esordio della psicosi Il periodo di tempo intercorrente tra la comparsa degli EPS e l’esordio psicotico (EPS-PO) è risultato essere in media pari a 5±3,9 anni, ed è quindi un tempo di latenza molto lungo (Duration of untreated illness; DUI). Nel nostro campione il 61,9% delle psicosi esordisce entro i 26 anni e l’81,0% entro i 35 anni (vedi Tabella 4). La classe di età più colpita è quindi quella dei giovani-adulti e il tempo che intercorre tra la comparsa dei sintomi ansiosi e depressivi e l’OP (psychotic onset), pari rispettivamente a 4,7±4,3 anni e a 4,9±3,6 anni, è più breve del tempo che separa l’emergenza dei sintomi DCA e ossessivi dall’esordio, pari rispettivamente a 8±2,8 anni e a 6±5 anni, questi dati meriterebbero indagini ulteriori. Ci auguriamo pertanto che studi psicopatologici ulteriori, partendo anche da punti di vista diversi, possano apportare maggiori chiarimenti a riguardo. Frequency Percent Valid Percent Cumul. Percent ≤ 14 anni 7 3,4 4,2 ≤ 18 anni 42 20,4 25,0 29,2 ≤ 20 anni 25 12,1 14,9 44,0 ≤ 26 anni 30 14,5 18,0 61,9 ≤ 35 anni 32 15,2 19,2 81,0 ≤ 40 anni 13 6,3 7,8 88,7 ≤ 50 anni 9 4,4 5,4 94,0 ≤ 79 anni 10 5,0 6,0 100,0 Total 168 81,2 - Missing Syst. 39 18,8 207 Tabella 1. Tipologie diagnostiche del campione Caratteristiche epidemiologiche del campione 100,0 207 Total ,5 1 Psicosi agitata 9,2 19 Stati paranoidi 30,0 62 Schizofrenia NAS 22,7 47 Schizofrenia schizoaffettiva 10,6 22 Schizofrenia residuale 1,0 2 Episodio schiz acuto 17,9 37 Schizofrenia paranoide Schizofrenia catatonica 6,8 14 Schizofrenia disorganizzata Schizofrenia semplice Percent Frequency Diagnosi di dimissione Il campione è costituito per il 58.9% da uomini e per il restante 41.1% da donne; l’età media è di 48.8±13.7 anni; lo stato civile nella maggioranza dei casi (71%) corrisponde a celibe/nubile; la scolarità nel 70% dei casi non supera il diploma di medie inferiori e più del 64% del campione risulta pensionato (nella maggior parte dei casi si tratta di pensioni di invalidità civile dovute allo stato della malattia). La distribuzione delle diagnosi all’interno del campione e riportata in tabella 1.


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