Psicologia Generale: Apprendimento e Memoria

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I PROCESSI PSICHICI.
Advertisements

Apprendimento e condizionamento
PERCORSI DI ESPLORAZIONE E CONOSCENZA DEL TERRITORIO
Apprendimento e memoria
Cosa faremo? 1. MEMORIA Memoria come sistema multi-componenziale;
Il condizionamento operante
COMPETENZE: CERTIFICAZIONE e...
I processi cognitivi L’Apprendimento

Le teorie dello sviluppo
L’apprendimento osservativo
L’APPRENDIMENTO.
Elaborare le informazioni attraverso il dialogo interno
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
La percezione delle proprie competenze e il grado di fiducia nelle proprie capacità sono altresì importanti per spiegare le differenze di prestazione.
A P R E N D I M T O APPRENDIMENTO.
Percezione Attenzione Memoria
Motivazione allo studio e successo scolastico
PSICOLOGIA SVILUPPO 1) STUDIO CRESCITA FISICA INCLUSI
I MODULO SVILUPPO SOCIALE, SOCIALIZZAZIONE E COMPETENZA SOCIALE
Lo sviluppo della memoria
A cura di Eleonora Bilotta
Apprendimento Eleonora Bilotta.
L’apprendimento: le principali teorie
La scuola Epistemologico-genetica
È il passaggio dal “non saper fare” al “saper fare”
La nascita della psicologia scientifica
Capitolo 8.
Teoria trasformativa: i fondamenti
APPRENDIMENTO Definizione. Approcci teorici Implicazioni pratiche.
I Disturbi dellapprendimento e i disturbi della comprensione del testo scritto Fermo, 12 Marzo 2007.
MODELLI DI APPRENDIMENTO
MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE RISULTA QUINDI UN TEMA
NASCITA DELLA PSICOLOGIA
teoria delle intelligenze multiple:
PROSPETTIVA PSICOLOGICA Azione presume che vi sia un individuo in grado di: 1) rappresentarsi e prefigurarsi il futuro 2) scegliere 3) decidere in modo.
Esempio di ricerca eseguita dagli studenti per focalizzare ulteriormente il concetto di schema secondo Piaget per poter poi preparare un discorso e una.
Psicologia dell’apprendimento
I “Comportamenti Problema” delle persone con autismo
IL fantastico e misterioso MONDO DELLA MEMORIA
Rilievi critici alla teoria di Piaget
Progetto Lauree Scientifiche Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bologna Perché la Matematica approfondimento sulle opere di M.C.
Università degli Studi C. Bo – Urbino Scienze della Formazione Primaria.
LE MAPPE PER INSEGNARE.
Skinner e il condizionamento operante
PROCESSI DI APPRENDIMENTO
Pensiero, Ragionamento & Intelligenza
Modelli di insegnamento Insegnante cognitivista Prof. F
Iniziamo a lavorare sui concetti Concetto Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze/simboli/rappresentazioni di eventi o di oggetti,
Condizionamento Psicologia Anno 2004/5 1a C S.Sociali F.Bisazza
Legame tra fenomeni cerebrali e processi mentali
Memoria.
PSICOLOGIA dell’APPRENDIMENTO
da tenere distinti da cambiamenti:
Le tecnologie al servizio della didattica speciale DOTT.SSA SASANELLI LIA DANIELA.
Pavlov e il condizionamento classico.
Apprendimento e memoria
Perché alcuni bambini non funzionano come gli altri?
Antonella De Luca University of Rome La Sapienza Problemi di Comportamento & Strategie Educative.
Che cos’è l’APPRENDIMENTO?
I principi Gestaltici di raggruppamento
La metacognizione : una “strategia” per la didattica ?
Memoria. Psicologia e metafore dei maestri antichi
Apprendimento.
Motivazione Definizione :ragione per cui un individuo sceglie una attività da praticare, persistendo nell’impegno e vi si dedica con intensità e scrupolosità.
La gestalt Scuola di origine tedesca Principali autori: Koffka, Köhler, Wertheimer, Koffka e Levin Principale ambito di studio: psicologia della percezione.
Come si insegna, come si impara Una cultura, un gruppo, per sopravvivere deve trasmettere ai giovani conoscenze e valori ciò avviene in contesti formali.
Bruner Psicologo statunitense che si è occupato di problemi educativi dagli anni 50 ad oggi Di indirizzo cognitivista, ha una dotazione culturale molto.
La memoria – parte terza Eleonora Bilotta Dipartimento di Scienze dell’Educazione Università della Calabria, Cosenza, Italia Corso on-line.
Transcript della presentazione:

Psicologia Generale: Apprendimento e Memoria Corso Musicoterapia ad indirizzo relazionale

Cos’è l’apprendimento? Il processo attraverso il quale avviene una modificazione del comportamento determinata dall’interazione con l’ambiente, costituisce, quindi, il risultato di esperienze che conducono allo stabilirsi di nuove modalità di risposta agli stimoli esterni

Diversi modi per studiare e descrivere l’apprendimento: sui cambiamenti a carico del comportamento osservabile sui processi responsabili dell’avvenuto apprendimento sia a livello mentale che a livello biologico

COMPORTAMENTISMO Il comportamentismo definisce l'apprendimento una modifica del comportamento che deriva dall'esperienza. Esse si basano sul Condizionamento classico o rispondente di cui il massimo rappresentante è Pavlov, condizionamento operativo o strumentale, definito anche skinneriano.

Il condizionamento classico Ivan Petrovitch Pavlov (1849-1936), che era un fisiologo, studiava i processi digestivi del cane. Per questo misurava la produzione salivare in risposta a vari stimoli gustativi. Nei suoi vari esperimenti aveva notato come l’animale iniziasse a salivare prima di ricevere il cibo, anche alla semplice vista dello sperimentatore. Decise di studiare il fenomeno: Quali erano le variabili responsabili dell’effetto?

Fasi del processo di condizionamento classico SI (cibo) -> RI riflesso innato (salivazione) SN (suono) -> SI -> RI processo condizionamento SC (suono) -> RC (salivazione) Pavlov aveva dimostrato che si era stabilita una associazione tra lo stimolo inizialmente neutro e la risposta di salvazione (inizialmente incondizionata). Attraverso il condizionamento lo stimolo neutro (SN) era divenuto uno stimolo condizionato (SC) e il riflesso di salivazione una risposta condizionata (RC)

Leggi del condizionamento classico Rafforzamento Maggiore è la frequenza di accoppiamento tra SC e SI e RC, maggiore è l’intensità e la regolarità di comparsa della RC Estinzione Se dopo l’apprendimento viene presentato solo lo SC progressivamente la RC perde di intensità fino a sparire Recupero spontaneo Dopo un certo tempo la RC tende a riapparire anche se non viene presentato alcuno SI Generalizzazione Il fenomeno per cui si ha l’estensione della RC a tutti gli stimoli simili (p.es., suoni diversi) Apprendimento discriminativo Addestramento a non rispondere agli stimoli simili.

L’apprendimento per prove e errori In un esperimento classico, Thorndike collocava un gatto affamato all’interno di una gabbia e fuori della gabbia poneva del cibo che l’animale poteva vedere. L’animale poteva uscire dalla gabbia solo emettendo una risposta strumentale “appropriata”: premere una leva. Tale risposta veniva emessa inizialmente in modo accidentale, ma dopo che l’animale riusciva ad uscire e cibarsi la prima volta, nelle volte successive imparava a premere molto velocemente la leva senza alcuna esitazione. Tale processo di apprendimento, avvenuto in modo casuale dopo molti tentativi di uscire, viene chiamato per “prove ed errori”.

La legge dell’effetto In base ai risultati del precedente esperimento Thorndike (1932) sostenne che un comportamento viene appreso e si stabilizza solo se la risposta produce un certo effetto sull’ambiente e sull’individuo. Secondo la legge dell’effetto la forza dei legami associativi tra S-R non deriva solo dalla contiguità temporale ma dagli effetti della R. Quando R ha effetti “positivi”, la probabilità di emissione di R aumenta, il contrario avviene quando R ha effetti negativi.

Il condizionamento operante Determina quel tipo di apprendimento che opera attivamente nell'ambiente al fine di ottenere un certo effetto. Il comportamento operante è spontaneo e non è condizionato da alcuno stimolo. Ad esempio, se suona il campanello e andiamo ad aprire la porta non significa che l’aprire la porta sia condizionato al suono del campanello: possiamo aprire o non aprire la porta. Il suono del campanello è definito stimolo Discriminativo e l’aprire la porta è un comportamento operante in quanto agisce sull’ambiente per produrre un determinato effetto; Il principio chiave per spiegare questo fenomeno è il rinforzo, ossia la conseguenza del comportamento, che ha come effetto l’aumento della frequenza del comportamento stesso.

I vari tipi di rinforzo Rinforzi positivi: eventi a valenza positiva aggiunti alla situazione (p.es. erogazione di cibo per animale affamato) Rinforzi negativi: eventi negativi che vengono eliminati dalla situazione (p.es. interruzione di una scossa elettrica) N.B. la differenza con la Punizione:eventi negativi aggiunti alla situazione che hanno come scopo la diminuzione e non l’aumento di un comportamento (p.es. erogazione di una scossa elettrica) Rinforzi primari: eventi che soddisfano i bisogni primari (p.es. fame, sete, sonno ecc.) Rinforzi secondari: eventi che non soddisfano i bisogni primari ma sono intermediari tra comportamento e rinforzo primario (p.es. erogazione di gettoni per ottenere erogazione di cibo)

I vari tipi di rinforzo Rinforzi positivi: eventi a valenza positiva aggiunti alla situazione (p.es. erogazione di cibo per animale affamato) Rinforzi negativi: eventi negativi che vengono eliminati dalla situazione (p.es. interruzione di una scossa elettrica) N.B. la differenza con la Punizione: eventi negativi aggiunti alla situazione che hanno come scopo la diminuzione e non l’aumento di un comportamento (p.es. erogazione di una scossa elettrica) Rinforzi primari: eventi che soddisfano i bisogni primari (p.es. fame, sete, sonno ecc.) Rinforzi secondari: eventi che non soddisfano i bisogni primari ma sono intermediari tra comportamento e rinforzo primario (p.es. erogazione di gettoni per ottenere erogazione di cibo)

Diversi programmi di rinforzo Perché un comportamento venga consolidato il rinforzo deve sempre seguire il comportamento? Sono state studiate diverse modalità comportamento-rinforzo che determinano esiti diversi. Si distingue in: Rinforzo continuo: determina rapidità nell’apprendimento, ma quando eliminato, il comportamento non è mantenuto Rinforzo parziale: mantiene il comportamento per tempi più lunghi e si distingue in Rapporti fissi/variabili il rinforzo è fornito in base alle R Intervalli fissi/variabili il rinforzo è fornito in base al T

L’apprendimento per segnali Le forme di apprendimento per condizionamento appena descritte (C.C. e C.O.) presuppongono un’associazione tra Stimoli e Risposte, in assenza o presenza di un rinforzo, esterni alle conoscenze e alle rappresentazioni mentali del soggetto. Tuttavia, già in ambito comportamentista alcuni studiosi ipotizzarono l'esistenza di costrutti mentali non direttamente osservabili con una funzione di mediazione tra S e R. E’ il caso di Tolman (1948) che ha proposto che l’apprendimento avvenga per segnali: l’animale apprende perché si crea una rappresentazione mentale della situazione che poi ne guiderebbe l’azione.

L’apprendimento latente Il fatto che l’apprendimento non sia solo acquisizione di schemi motori “ciechi”, ma si basi sulle rappresentazioni mentali è dimostrato anche da un altro fenomeno: il cosiddetto “apprendimento latente” viene definito da Tolman per descrivere il fatto che quando un animale percorre un labirinto senza alcuna ricompensa per varie volte (p.es. 10), e viene ricompensato solo alla fine (p.es. l’undicesima volta), poi l’animale sceglierà ancora la via più breve per raggiungere il cibo quando verrà di nuovo posto nel labirinto (durante la dodicesima prova).

Implicazioni dei risultati di Tolman I risultati dei lavori di Tolman indicano: la probabile corrispondenza tra l’instaurarsi di un comportamento osservabile e l’attivazione di processi di conoscenza non direttamente visibili. la distinzione funzionale tra apprendimento e prestazione. L’esperimento sull’apprendimento latente indica che si può avere apprendimento senza iniziale prestazione o riscontro osservabile.

Koehler e l’apprendimento per insight Nell’ambito della psicologia della Gestalt i risultati degli esperimenti di Khoeler sull'apprendimento negli scimpanzé si contrapposero all'idea di Thorndike dell'apprendimento per prove ed errori. Khoeler evidenziò che l'animale poteva mettere in atto dei comportamenti "intelligenti" per la soluzione di problemi che si risolvevano con una intuizione (insight) guidata da una improvvisa riorganizzazione percettiva.

Una classica situazione sperimentale per l’insight Uno scimpanzè affamato era chiuso in una gabbia in cui vi era una banana appesa al soffitto, troppo alta per essere raggiunta allungando la mano. Dopo un esame attento della situazione, l’animale metteva una sopra l’altra alcune scatole che erano sparse per la stanza che gli permettevano di arrivare ad afferrare la banana. Secondo Khoeler in questo caso la soluzione non avviene per prove ed errori ma grazie a una ristrutturazione globale della percezione della situazione: attraverso un insight. Gli scimpanzè riuscivano a trovare la soluzione solo quando tutti gli elementi costitutivi del problema erano percepiti simultaneamente nello stesso campo visivo. Essi cioè si comportavano come se la loro percezione del problema avesse subito un’improvvisa e radicale ristrutturazione che li portava rapidamente a una soluzione adeguata.

Il cognitivismo Il cognitivismo fonda i suoi studi sui processi mentali contrapponendo agli stimoli ambientali dei comportamentisti l'attività umana. Se nella prospettiva comportamentista l’apprendimento viene studiato attraverso il comportamento manifesto e trattato come un fenomeno ‘unitario’, nella nuova prospettiva cognitivista si osserva una frammentazione dell’ambito di indagine e l’apprendimento viene ridefinito in relazione alle diverse componenti cognitive coinvolte. Lo psicologo cognitivista considera la persona un generatore di informazioni, un sistema dinamico di potenzialità.

Bruner Egli sostiene che l'esperienza e l'educazione sono cause di sviluppo. Il contesto culturale nel quale il bambino vive, ha una notevole influenza. La teoria dell'istruzione elaborata dallo psicologo americano indica le esperienze e le modalità che generano nell'allievo "la predisposizione ad apprendere". Nel processo di apprendimento, secondo il modello "costruttivista", riveste particolare importanza il modo in cui il bambino apprende: c’è apprendimento quando il bambino partecipa attivamente alla costruzione della propria conoscenza, quando questa è il risultato di un’esperienza. Bruner considera l’apprendimento un processo attivo, durante il quale colui che apprende deduce principi e regole e li verifica.

Apprendimento sociale Nell’uomo e nei primati superiori (i.e., scimpanzé e orangutango) un apprendimento di comportamenti complessi tipico è il comportamento per imitazione sociale (o per osservazione). I neonati umani per imitazione apprendono a muovere e usare le mani per raggiungere un oggetto, emettere suoni etc. (Harkins, Uzgiris, 1991) Gli scimpanzé, imitando altri scimpanzé imparano a battere le mani, a usare bastoni per pescare etc. (Goodall, 1986).

Il modellamento Secondo la teoria sociale dell’apprendimento (Bandura, Walters, 1963 & Rotter, 1966) l’individuo apprende nuovi comportamenti osservando questi nuovi comportamenti negli altri. Gli altri sono chiamati modelli e il processo è noto come comportamento per osservazione o modellamento (modeling).

Elkhonon Goldberg, un'ipotesi neuropsicologica dell'apprendimento. Goldberg sostiene che l’emisfero destro sia più abile nel fronteggiare situazioni inizialmente inesplorate, mentre quello sinistro attuerebbe processi cognitivi consolidati dall’esperienza. Abbiamo insomma un confronto tra novità e routine, non più tra razionalità e fantasia. Il processo fisiologico che vede il controllo passare da un emisfero all’altro statuisce in questo contesto una forma centrale di apprendimento. La teoria di Goldberg è corroborata dal brain imaging più della precedente polarità attitudinale. Secondo Goldberg con l’avanzare dell’età le routine interne s’impongono sul trattamento di informazioni nuove. Da giovani si ha memoria e attenzione, ma pochi automatismi cognitivi. Con gli anni sempre meno affrontiamo l’ignoto e, però, sempre più dipendiamo dall’emisfero sinistro, fenomeno che è attestato da un depauperamento di quello destro e che può segnare il confine tra saggezza e declino intellettivo con eventuale ingresso nella depressione.

Cos’e’ la memoria? La memoria può essere definita come la capacità di potere conservare informazioni per poterle in seguito recuperare o riconoscere (Changeux, 1988). La memoria è una funzione complessa, comprende diverse sottocomponenti distinte funzionalmente (e.g., Papagno, 2003). Ogni sottocomponente ha una propria funzione. Si tratta di sistemi separati ma in collegamento tra loro.

La memoria: Sistemi e Processi Con struttura ci si riferisce al modo nel quale il sistema della memoria è organizzato (i.e., quali sottocomponenti, quali sistemi etc.). Con processi ci si riferisce alle attività che si verificano all’interno del sistema stesso.

I processi della memoria: le tre fasi del processo di memoria Il processo di memoria si compone di tre fasi principali: la codifica (o registrazione) implica la trasformazione dell’informazione in una forma che può essere immagazzinata la ritenzione comporta l’immagazzinamento e il mantenimento dell’informazione il recupero rende disponibile almeno parte dell’informazione memorizzata

Strutture: MODELLO DELLA MEMORIA A TRE STADI Un classico esempio dei modelli componenziali seriali della memoria, secondo cui l'informazione viene elaborata in modo sequenziale è il modello di Atkinson e Shiffrin (1968). Sulla base di questo, la maggior parte dei modelli seriali prevede che la memoria comprenda tre componenti principali: un registro sensoriale (RS) che trattiene l'informazione proveniente dagli organi di senso per un periodo brevissimo (di circa mezzo secondo) una memoria a breve termine (MBT) a capacità limitata (con uno span di sette piò o meno due elementi) che trattiene l'informazione temporaneamente (per circa 10 secondi) una memoria a lungo termine (MLT) a capacità teoricamente illimitata dove l'informazione può essere trattenuta in maniera permanente.

Strutture: MODELLO DELLA MEMORIA A TRE STADI Un classico esempio dei modelli componenziali seriali della memoria, secondo cui l'informazione viene elaborata in modo sequenziale è il modello di Atkinson e Shiffrin (1968). Sulla base di questo, la maggior parte dei modelli seriali prevede che la memoria comprenda tre componenti principali: un registro sensoriale (RS) che trattiene l'informazione proveniente dagli organi di senso per un periodo brevissimo (di circa mezzo secondo) una memoria a breve termine (MBT) a capacità limitata (con uno span di sette piò o meno due elementi) che trattiene l'informazione temporaneamente (per circa 10 secondi) una memoria a lungo termine (MLT) a capacità teoricamente illimitata dove l'informazione può essere trattenuta in maniera permanente.

L’attenzione L'attenzione è un processo cognitivo che permette di selezionare stimoli ambientali, ignorandone altri. Una metafora spesso usata è quella del filtro, che lascia passare soltanto gli stimoli rilevanti. Secondo un'altra teoria dell'attenzione la selezione viene operata non mediante il blocco o il filtro dell'informazione sensoriale, come si è già accennato in precedenza, ma elaborando selettivamente l'informazione già attivata in memoria dall'informazione sensoriale che si sta raccogliendo Dai primi studi sull'attenzione acustica, attraverso l'ascolto dicotico, si è visto ad esempio che, applicando 2 cuffie ad un soggetto e trasmettendo un messaggio in una cuffia e un altro messaggio nell'altra cuffia, inoltre si dice al soggetto di prestare attenzione solo ad uno dei due messaggi, si noterà che del messaggio a cui non si è prestato attenzione, non sarà ricostruibile niente del contenuto, ma solo le caratteristiche superficiali. La selezione avviene relativamente presto lungo il continuum dell'elaborazione: prima della codifica semantica (selezione precoce).

Come le informazioni vengono immagazzinate nell'encefalo Si è constatato che se parti dell'encefalo vengono distrutte da un ictus, non vengono cancellate informazioni specifiche memorizzate. Non esistono cioè delle zone dove vengono memorizzati singoli dati, come in un disco fisso di un computer. Ogni informazione è ripartita attraverso un intero complesso di cellule della memoria. Se si richiama alla memoria un dato è sufficiente presentare una piccola parte del modello (una associazione) e l'intero modello viene ricostruito. Se diverse associazioni vengono usate per modelli simili si possono creare confusioni. Memoria seriale Memoria associativa

La memoria di lavoro è il “motore di ricerca” della nostra mente Recentemente si sono moltiplicati gli studi sulla memoria, la sua struttura , le sue basi neuroanatomiche e fisiologiche, oltre che le modalità di trattenere informazioni , recuperarle, immagazzinarle a lungo termine. Nell’ambito delle abilità di apprendimento l’interesse maggiore si è focalizzato sul FUNZIONAMENTO della Working memory, sempre più ritenuta cruciale per determinare il successo negli studi degli alunni di tutte le età, e nel mantenere una soddisfacente efficienza mentale con l’avanzare dell’età.

WORKING MEMORY • La memoria di lavoro consiste nei processi cognitivi complessi di immagazzinamento temporaneo dei dati e manipolazione delle informazioni, ed è costituita dall’ interazione di una memoria ultrabreve e dall’ attenzione.

Teorie dell’Oblio La teoria del decadimento La teoria del decadimento è basata sull’assunzione che la memoria, come qualsiasi altro processo biologico, si deteriori con il passare del tempo La teoria dell’interferenza L’apprendimento può interferire con la memoria La teoria dell’oblio motivato Questa teoria suppone che vengano più facilmente dimenticati i ricordi spiacevoli. Le persone tentano ovviamente di inibire pensieri ansiogeni o spiacevoli La teoria del fallimento della codifica Come è messa la testa nella moneta da 1 penny ? Che cosa c’è scritto in alto ? Un americano, nonostante abbia maneggiato moltissimi penny nella sua vita, non è in grado di rispondere. Nonostante il penny abbia 8 caratteristiche distintive (la testa di Lincoln, la data di emissione, la direzione in cui guarda la testa ecc.) la persona media non ne ricorda più di tre . E’ un esempio di fallimento della codifica nel senso che non abbiamo mai codificato questi dettagli. La teoria del fallimento del recupero Secondo questa teoria i ricordi immagazzinati nella memoria a lungo termine non vengono mai perduti realmente. Possono diventare momentaneamente inaccessibili per effetto di fenomeni quali l’interferenza, segnali difettosi o stati emozionali.