COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN

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Transcript della presentazione:

COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN 1 Il modello di Heckscher-Ohlin 2 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori 3 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin

Il modello Heckscher-Ohlin Nel modello ricardiano dei vantaggi comparati la produttività del lavoro è diversa tra paesi nell’ipotesi che la tecnologia sia diversa tra paesi. La diversità tecnologica è il fondamento dello scambio internazionale in questo modello Il modello H.-O espande la dotazione fattoriale ed ammette che vi siano almeno due fattori, lavoro (L) e capitale (K). La presenza di (almeno) due fattori permette di introdurre le nozioni di intensità fattoriale e abbondanza fattoriale. Per intensità fattoriale di un settore si intende il rapporto tra il capitale e il lavoro nel settore Per abbondanza fattoriale di un paese si intende il rapporto tra le disponibilità complessive dei fattori nei diversi paesi. Nel modello H.-O si ipotizza che i due settori in ciascun paese presentino diverse intensità fattoriali, ovvero diversi rapporti capitale-lavoro. Si ipotizza inoltre che i due paesi abbiano dotazioni diverse: un paese sarà relativamente più dotato di lavoro, l’altro di capitale.

a) Il modello di Heckscher-Ohlin (HO) spiega come si origina il commercio internazionale a causa di dotazioni di risorse diverse tra Paesi. b) Il modello fu sviluppato alla fine di un’“età dell’oro” del commercio internazionale (“belle epoque”) in cui si era assistito a notevoli miglioramenti nei trasporti. Il modello voleva spiegare questo aumento del commercio. c) H-O ipotizzarono che le tecnologie fossero le stesse tra Paesi, ma che ci fosse una distribuzione diseguale delle risorse. d) Si ipotizza anche che le preferenze siano le stesse nei diversi paesi Il modello di Heckscher-Ohlin afferma che le differenze internazionali nelle dotazioni di lavoro, qualifiche lavorative, capitale fisico e terra (fattori di produzione) creano differenze produttive che spiegano l’esistenza del commercio tra paesi

Ipotesi del modello base H.-O Concorrenza perfetta: i prezzi sono uguali ai costi marginali Due paesi (H = home; F = Foreign) Scambi basati sul baratto (assenza di moneta) Due fattori, lavoro (L) e capitale (K) Due beni prodotti in entrambi i paesi: cipolle (C) e biciclette (B) Il settore delle cipolle è intensivo in lavoro Il settore delle biciclette è intensivo in capitale

I fattori sono pienamente occupati (ipotesi del pieno impiego continuo) I fattori sono mobili tra i settori La mobilità intersettoriale tra fattori significa che il modello H.-O è un modello di lungo periodo, diversamente dal modello a fattori specifici. L’ipotesi ii implica che i salari dei lavoratori saranno eguali nei due settori; nello stesso modo, saranno eguali i rendimenti del capitale nei due settori iii) I fattori sono immobili internazionalmente (non ci sono migrazioni né investimenti all’estero): questa ipotesi può essere successivamente rimossa

a) Un paese (F) è “abbondante di lavoro”, l’altro paese (H) è “abbondante di capitale”. Le tecnologie usate per produrre i due beni sono identiche nei due Paesi. Questa ipotesi è l’opposto dell’ipotesi fatta nel modello ricardiano. Non è un’ipotesi realistica, ma ci permette di concentrarci su una sola ragione del commercio internazionale: le diverse quantità di lavoro e capitale.

L’Argentina dispone di maggiori dotazioni di terra agricola (T), ma ha meno capitale fisico (K) della Germania. L’Argentina sembra dunque meglio adatta a produrre beni che richiedono grandi quantità di suolo agricolo, mentre la Germania è attrezzata per produrre beni industriali. Argentina … Germania

b) i settori presentano diverse intensità fattoriali, c) le intensità fattoriali sono ordinate nello stesso modo in entrambi i paesi Lo stesso bene (cipolle) è intensivo in lavoro in H e in F, mentre l’altro bene (biciclette) è intensivo in capitale in entrambi i paesi Ipotizziamo che la intensità di capitale nel settore B sia maggiore della intensità di capitale nel settore C indipendentemente dal prezzo relativo dei fattori

Tra le ipotesi del modello, supponiamo che le intensità fattoriali in ogni settore siano identiche nei due Paesi. Esempio: se abbiamo due beni, scarpe e computer, ipotizziamo che le scarpe siano intensive in lavoro in entrambi i Paesi. La validità di questa ipotesi non è così scontata quando si confrontano altri prodotti: es. scarpe e call center. Sebbene tutti i Paesi possano avere accesso alle stesse tecnologie, i macchinari usati in Germania sono diversi da quelli impiegati in Asia o in Africa.

La Gran Bretagna produce una minima quantità di scarpe, ma tale produzione è diversa da quella che avviene in India. La produzione asiatica impiega tecnologie obsolete e i lavoratori guadagnano relativamente poco rispetto alla Gran Bretagna, perciò si impiegano più lavoratori per far funzionare macchinari meno produttivi. Nei call center, le tecnologie e quindi le intensità fattoriali sono simili tra Paesi. Quindi, le scarpe in India sono intensive in lavoro rispetto ai call center, mentre in Gran Bretagna avviene il contrario. L’esempio ci illustra l’inversione delle intensità fattoriali tra i due Paesi.

Possiamo notare tale inversione delle intensità fattoriali anche paragonando i settori agricoli di Paesi diversi. Negli USA l’agricoltura è intensiva in capitale, mentre in India è intensiva in lavoro. Il capitale è relativamente più economico negli USA Il lavoro è relativamente più economico in India. Tuttavia, la nostra ipotesi è che il rapporto lavoro-capitale (L/K) di un settore sia maggiore di quello di un altro indipendentemente dal rapporto salario-affitto (W/R). Nel modello di HO, ignoriamo la possibilità di “inversioni delle intensità fattoriali”.

Come si derivano le curve di domanda? Il settore C è sempre più intensivo di lavoro del settore B, per qualunque rapporto w/r La figura mostra le curva di domanda relativa di lavoro in ogni settore. Poiché la produzione di cipolle è più intensiva in lavoro, la curva di domanda relativa nel settore delle cipolle giace alla destra della curva di domanda di lavoro nel settore delle biciclette.

Entrambi i fattori possono spostarsi liberamente tra settori. Il capitale deve ottenere lo stesso affitto, R, in entrambi i settori. Tutti i lavoratori guadagnano lo stesso salario W in entrambi i settori. Se non fosse così, il capitale o il lavoro si sposterebbero nel settore in cui ricevono il compenso maggiore.

Consideriamo le due funzioni di produzione per i due beni…

Illustrazione della forma delle domande relative di lavoro … in equilibrio

Frontiera delle possibilità produttive QC C B FPP QB Saggio marginale di trasformazione Pendenza della Frontiera delle possibilità produttive

Nel punto A si rinuncia a QC A FPP QB Nel punto A si rinuncia a di cipolle (quantità “piccola”) e si guadagna di biciclette (quantità “grande”) Nel punto A i prodotti marginali del lavoro e del capitale sono relativamente piccoli nel settore delle cipolle (lavoro e capitale abbondanti) e relativamente grandi nel settore delle biciclette (lavoro e capitale scarsi) 18

Nel punto B si rinuncia a di cipolle (quantità “grande”) e si guadagna QC FPP B QB Nel punto B si rinuncia a di cipolle (quantità “grande”) e si guadagna di biciclette (quantità “piccola”) Nel punto B i prodotti marginali del lavoro e del capitale sono relativamente grandi nel settore delle cipolle (lavoro e capitale scarsi) e relativamente piccoli nel settore delle biciclette (lavoro e capitale abbondanti) 19

QC A FPP B QB La FPP è concava

Riscriviamo il SMT per l’ipotesi di pieno impiego continuo dei fattori dove

Uguali in forza della condizione di ottimalità Uguali in forza della condizione di pieno impiego

Con un procedimento analogo si trae

CONCLUSIONI 1) La pendenza della FPP è data dal rapporto tra i prodotti marginali di ciascun fattore nei due settori… 2) Il rapporto salario/profitto è uguale nei due settori

QC FPP QB 3) La pendenza della FPP è data dal rapporto tra i prezzi dei beni ed è pari al costo opportunità tra i due beni 27

QC FPP QB La FFP è concava, la sua pendenza, ovvero il costo opportunità del bene B, aumenta (in valore assoluto) all’aumentare della produzione di B