Dire, fare, comunicare. Strategie e suggerimenti per un'interazione efficace a scuola Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008 – Associazione MeC Educational - www.meceducational.it
BRAINSTORMING (tre parole) GLI ALUNNI SONO……
I GENITORI SONO…
I COLLEGHI SONO….
Il punto di vista genera comportamenti!!
Crescere è qualcosa di così complesso, che il bambino ha bisogno di una rete educativa che lo segua e sostenga in questo difficile processo, e che sia soprattutto disposta a cooperare, a lavorare in maniera comune e sinergica per lo stesso obiettivo. Questo è ancora più vero se siamo di fronte ad un bambino con una crescita difficoltosa in qualche ambito o alle prese con una situazione problematica.
«NON ESISTE VENTO FAVOREVOLE PER IL MARINAIO CHE NON SA DOVE ANDARE» SENECA
Creare una relazione basata su ascolto attivo ASCOLTO PASSIVO: la persona parla ma l’altro non lo sente, cioè non si interessa né a capire i significati né a riconoscere l’altro e la relazione. ASCOLTO SELETTIVO: l’interlocutore, filtra il messaggio sentendo solo ciò che vuol sentire. ASCOLTO ATTIVO: è una tecnica che consiste nel rinviare a chi parla quanto si sta dicendo, alla luce di quanto la persona ha compreso.
5 assiomi della comunicazione (Watzlawick)
1 .NON SI PUO’ NON COMUNICARE
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione (metacognizione).
3. L’interpretazione del messaggio dipende dalla punteggiatura
Interpretazione cognitiva -E’ il modo in cui “leggiamo” gli stimoli e gli eventi che influenza le nostre azioni future. “ Gli uomini non sono disturbati dalle cose, ma dai princìpi e dalle nozioni che si formano riguardo alle cose.” (Epitteto,50-115 d.C.)
4. Ogni comunicazione è composta da un modulo digitale (verbale) e da uno analogico (non verbale).
5. Le comunicazioni sono simmetriche (uguaglianza) o complementari (differenza)
«La stessa acqua bollente che ammorbidisce una patata indurisce un uovo. E’ tutta questione di che pasta sei fatto, non di circostanze». Jeromy Shingongo
Quando comunichiamo diciamo qualcosa che riguarda il nostro sé e il sé dell’altro e di come ci poniamo nei suoi confronti. Comunicando, non condividiamo solo informazioni, ma definiamo anche “come mi vedo, come ti vedo, che tipo di rapporto ci lega”. Diamo quindi delle definizioni di noi stessi, dell’altro e della relazione.
PER UN ASCOLTO ATTIVO SERVE: ascoltare il messaggio nella sua interezza, dando attenzione al messaggio verbale e a quello non verbale (mimica, tono della voce…); capire le finalità controllare la propria comunicazione verbale e non verbale. Teniamo sempre a mente che noi ascoltiamo i messaggi partendo da nostri filtri mentali, legati alle nostre intenzioni, pensieri, scopi ed esperienze.
Un primo passo verso una comunicazione efficace consiste nel riconoscere entrambe le posizioni come legittime. Utilizzare un linguaggio operazionale, descrivere dei comportamenti piuttosto che definire/interpretare caratteristiche generali e assolute; Non confondere le proprie ipotesi con la realtà; Sospendere il giudizio e prendere tempo per cercare di capire; Prestare attenzione più alle risorse che ai deficit familiari;