Libri di famiglia I libri di famiglia sono una forma di scrittura documentaria finalizzata alla registrazione, diffusa tra XIV e XVI secolo. Di origine extraletteraria, questo genere testuale va distinto dalla storiografia «minore», dalla memorialistica, dall'autobiografia. Angelo Cicchetti e Raul Mordenti (La scrittura dei libri di famiglia, in Letteratura italiana diretta da A. Asor Rosa, vol. III, Le forme del testo, t. Il, La prosa, pp. 1117-59) collocano i libri di famiglia nell'ambito dei testi di registrazione (che comprendono tanto i protocolli notarili quanto i libri dei conti dei mercanti), riconosce ad essi alcune qualità proprie della scrittura diaristica,
Fonti cronistiche e narrative registrazione la presenza in apertura di un'invocazione alla divinità e l'utilizzazione di un formulario fisso con lo scopo di conferire alla scrittura veridicità, autorevolezza, sacralità; destinatario lontano nel tempo; la disposizione della scrittura nel libro, distribuita per partizioni collegate a determinate operazioni di registrazione. Aspetto codicologico-paleografico conferma questa parentela, specialmente con i libri di conti mercantili: in comune con essi i libri di famiglia hanno infatti l'utilizzo della medesima scrittura corsiva (la mercantesca), l'autografia, l'assenza di correzioni (benché siano presenti glosse), le caratteristiche di unicità e irriproducibilità (si tratta di testimoni unici conservati), il formato, la rilegatura, la quantità di pagine, le materie e gli strumenti scrittori tipici dei libri di utilità.
Fonti cronistiche e narrative Libri di famiglia e ricordanze economiche hanno una comune origine mercantile dovuta all'«attitutidine borghese a registrare del/nel tempo» (ivi, p. 1123). L'attività mercantile si intreccia infatti con gli eventi della vita familiare e pubblica: dalla mera registrazione dei conti si passa così ad annotare fatti di interesse familiare oltre che meramente economico (ad esempio eredità, dotazioni, controversie, tutela di orfani e, conseguentemente, i fatti che hanno generato questi eventi: nascite, morti, matrimoni, ecc.) e situazioni in cui gli affari privati intersecano la sfera pubblica. La diffusione di questa forma di scrittura si estende comunque al di là della classe mercantile da cui origina, poiché risponde ad una radicata esigenza di sopravvivenza della memoria.
Fonti cronistiche e narrative L'altro tipo di scrittura a cui i libri di famiglia si possono apparentare è quella diaristica tempo della scrittura (discontinuo nel racconto e immediato nella registrazione) e la narrazione rivolta dal presente verso il futuro. Si tratta però di scrittura diaristica di tipo plurale: la memoria tramandata non è individuale bensí familiare, collettiva perché frutto della successione diacronica di diversi scriventi.
Fonti cronistiche e narrative ibrido, a metà tra il libro-archivio e il libro-zibaldone» (p. 1138), ma costante nell'autorappresentazione familiare, caratterizzata da elementi di continuità a livello di contenuto pur nella discontinuità e nell'eterogeneità della scrittura.
L'autorappresentazione familiare si articola infatti generalmente su due poli: l'identità del gruppo familiare e il suo operare economico. funzioni pratiche di anagrafe e di archivio familiare Sul piano dell'aspetto economico, oltre alle registrazioni contabili, i libri di famiglia raccolgono esperienze di vita dando origine ad un sistema di informazione familiare.
Fonti cronistiche e narrative Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli, a cura di V. Branca Talvolta la scrittura, sollecitata dagli eventi, supera i confini dell'enunciazione scivolando nel gusto del racconto.
Fonti cronistiche e narrative A partire dal XVII secolo la scrittura dei libri di famiglia entra in crisi, poiché alcune delle funzioni da essi svolte passano dalla dimensione privata alla sfera pubblica oppure vanno soggette a specializzazione e professionalizzazione: la registrazione anagrafica viene svolta dai registri parrocchiali d'istituzione post-tridentina; si consolidano alcuni sistemi di informazione pubblica (come gli almanacchi) che soppiantano quella familiare; con le storie genealogiche si afferma un nuovo tipo di scrittura familiare, mentre la sfera eminentemente privata viene assorbita dalla scrittura diaristica.