ATTENZIONE E FUNZIONI ESECUTIVE MACERATA 2016
LA PRIMA ATTENZIONE DEL BAMBINO FASE IMPLICITA PROTOFUNZIONI: Il bambino è predisposto geneticamente per gli aspetti automatici dell’orientamento dell’attenzione, viene catturato dagli stimoli più salienti per la specie, si stacca dal percetto catturante, è soggetto all’abituazione, disancora l’attenzione, la sposta e la riconfigura su stimoli dove riesce a mantenersi collegato grazie alla loro salienza.
EVOLUZIONE NEL BAMBINO DA 0 A DUE ANNI ALLERTA AVVIO ORIENTAMENTO AUTOMATICO dell’ATTENZIONE (BOTTOM UP) CONTROLLO (si comincia a esplicitare dopo i 24 mesi; Gerardi-Caulton,2000): compatibilità spaziale Le risorse alimenteranno i filtri attentivi che indirizzeranno, attraverso configurazioni innate, la memoria associativa. Memoria di supporto per i processi di denominazione degli oggetti e per l’associazione di un dato suono ad un segno. In linea con lo sviluppo del linguaggio.
FASE DELLE FUNZIONI ESECUTIVE DI BASE (moduli di primo tipo) AVVIO, (volontario; top down) ALLERTA fasico (“pronti e via” volontario, top down) che si sviluppa ulteriormente nell’ ALLERTA TONICO (attenzione sostenuta volontariamente, top down) CONTROLLO (volontario, esplicito, top down) FLESSIBILITA’ (di tipo più implicito come lo spostamento dell’attenzione guidata dallo stimolo)
FASE DELLE FUNZIONI ESECUTIVE COMPLESSE Nel bambino più grande dopo i cinque- sei anni si ha il Passaggio dall’implicito all’esplicito, moduli di secondo tipo e prime modularizzazioni di terzo tipo è la fase dell’apprendimento scolastico FLESSIBILITA’ (SWITCH DI COMPITO, coinvolgono memorie, FE , sistemi percettivi di ingresso e sistemi effettori di uscita) RIAGGIORNAMENTO E RIELABORAZIONE IN MEMORIA DI LAVORO
MEMORIA DI LAVORO-MEMORIA PROSPETTICA Dai 2 ai 7 anni vi è un ulteriore sviluppo del sistema di controllo e delle risorse; le memorie si consolidano ulteriormente soprattutto la memoria prospettica e la memoria di lavoro fondamentale per il consolidamento di tali funzioni. PIANIFICAZIONE ORGANIZZAZIONE PROBLEM-SOLVING ESECUZIONE DEL COMPITO MONITORAGGIO
La struttura della memoria Ruolo del sistema "memoria di lavoro" nell'ambito della struttura complessiva della memoria umana
Definizione di MdL La definizione operativa di Memoria di Lavoro è abbastanza chiara e condivisa, essa concerne il numero di elementi che possono essere richiamati durante un compito di memoria complesso, ovvero caratterizzati dal simultaneo processo di immagazzinamento ed elaborazione delle informazioni finalizzato al mantenimento delle stesse in uno stato attivo per il loro successivo richiamo e manipolazione (Daneman & Carpenter, 1980).
La memoria a breve termine e la MdL la MdL immagazzina e processa le informazioni, è dominio generale ed ha relazioni più strette con apprendimento e processi cognitivi, inoltre ha funzioni esecutive e si collega alle strutture della Memoria a Lungo Termine (MLT); in tal senso, la MBT può essere definita come una componente della MdL. Semplificando:la MBT salva una informazione piccola per un tempo breve,la MdL usa quel dato e lo rielabora con una finalità apprenditiva
Esempi…. Provate a leggere una sola volta la seguente lista e poi tentate di ripeterla senza guardare: L – 4 – A – 1 – Z – D.
Esempi….. Provate ora, sempre leggendola una sola volta, a imparare quest’altra lista ma questa volta ripetete prima le lettere in ordine alfabetico e poi i numeri in ordine decrescente: M – 8 – I – 9 – R – 5.
MdL e Apprendimento In diverse ricerche è stato visto come la memoria di lavoro (soprattutto nella componente visuo-spaziale) sia una delle funzioni cognitive chiamate in causa per svolgere le operazioni aritmetiche (in modo particolare se fatte a mente). La capacità di comprensione verbale, sia orale che scritta, è molto influenzata dall’efficienza della memoria di lavoro, soprattutto nella sua componente verbale. In generale, la memoria di lavoro, in molte ricerche appare correlata a quasi ogni tipo di apprendimento scolastico. La memoria di lavoro sembra svolgere un ruolo centrale anche nell’apprendimento a lungo termine (anche se non sono ancora chiari i meccanismi sottostanti).
Definizione delle FUNZIONI ESECUTIVE Le funzioni esecutive possono essere definite come quelle capacità che entrano in gioco in situazioni e compiti in cui l’utilizzo di comportamenti e abilità di routine non è più sufficiente alla loro riuscita. Con questa “etichetta” Owen (1997) si riferisce all’insieme di processi mentali finalizzati all’elaborazione di schemi cognitivo-comportamentali adattivi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative. Le usiamo nel fare le cose a cui non siamo abituati.
ATTENZIONE E FUNZIONI ESECUTIVE Propriamente sistema attentivo e esecutivo avrebbero forme distinte. L'attenzione agisce sui processi sensoriali in input e sulle rappresentazioni interne (si può concentrare su di uno spazio, su di un pensiero o sulla rappresentazione di uno spazio). Il sistema di controllo esecutivo agisce invece su piani di comportamento. Tuttavia gli aspetti attentivi sembrano precorrere e contribuire allo sviluppo delle funzioni esecutive.
FUNZIONI ESECUTIVE Sono un complesso sistema di sottoprocessi distinti non correlati ma “sottilmente” interagenti che: avviano regolano controllano coordinano monitorizzano programmano pensieri ed azioni
FUNZIONI ESECUTIVE vengono anche definite come le abilità necessarie per programmare, mettere in atto e portare a termine con successo un comportamento finalizzato a uno scopo. Ci servono per :PIANIFICARE,PROGETTARE UNA STRATEGIA RISOLVERE UN PROBLEMA
UN MODELLO INTERPRETATIVO DELLE FE
FUNZIONIE ESECUTIVE =APPRENDIMENTO L’importanza delle funzioni esecutive è testimoniata da diverse ricerche scientifiche, per esempio è stato riscontrato come il loro funzionamento aiuti a predire in età scolastica le capacità matematiche, i risultati in scienze e in materie letterarie, anche a prescindere dal quoziente intellettivo (Holmes et al., 2008; St Clair-Thompson et al., 2006; Gathercole & Alloway, 2008; Blair & Razza, 2007; Bull & Scerif, 2001).
LA EVOLUZIONE DELLE F.E. Dalle protofunzioni alle FE Dalla fase guidata dagli stimoli a quella guidata dallo scopo Dalla fase implicita all’espliciTA In sostanza questo processo di evoluzione è quello che compie il bambino fra i 2-3- anni e la fascia di età della scuola primaria ,6-10 anni.
FINO A 24 MESI Riassumendo dalle proto funzioni esecutive rappresentate soprattutto dai sistemi attentivi che si sviluppano emergono le funzioni esecutive di base: il controllo (che viene identificato con inhibition) che si afferma ancora in modo ANCORA incerto verso i 24 mesi, la flessibilità, l’avvio, l’attenzione sostenuta e l’updating. Sono funzioni separate ma che si sostengono a vicenda. Ad esempio per riaggiornare la memoria di lavoro bisogna avere capacità di controllo, flessibilità, saper avviare il processso e sostenere l’attenzione sul compito.
DOPO I 24 MESI Questi aspetti immersi in un robusto contesto emotivo motivazionale che associa apprendimenti per rinforzo, portano alla possibilità di simulazione e quindi di astrazione e generalizzazione che vanno a sostenere e a configurare funzioni ancora più complesse come la gestione della frustrazione, il monitoraggio del comportamento ,la verifica, l’organizzazione la pianificazione sfociando nell’empatia
LA EVOLUZIONE DELLE F .E. Dalla attenzione selettiva che permette di isolare uno stimolo target immerso in un contorno di distrattori si può sviluppare la funzione di controllo esecutivo che sarà deputata a mantenere un comportamento finalizzato ad uno scopo nonostante l’intervento di attrattori interferenti e fuorvianti.
LE F.E. FONDAMENTALI Proto funzioni attentive Avvio Controllo esecutivo (inhibition) Shifting-PASSAGGIO DA UN OGGETTO ALL’ALTRO Updating -AGGIORNAMENTO Interrelate e comunque separate Tutto procede verso l’affermarsi della pianificazione e del Problem Solving
Dall’allerta fasico (breve intervallo di preparazione per effettuare una adeguata risposta) si può sviluppare l’attenzione sostenuta allungando gradualmente la durata tra il segnale di pronti e il target. L’attenzione sostenuta nel tempo ha diverse componenti di controllo ed è accompagnata dalla gestione della frustrazione al perdurare del compito (che alcuni definiscono come una delle principali funzioni esecutive).
L’orientamento dell’attenzione (disancoraggio, spostamento e ancoraggio) prelude al cambiamento immediato di compiti (task schift) e in questo caso interverrà anche la capacità di avvio. La capacità di focalizzare l’attenzione su di uno spazio ristretto o di concentrarla in un tempo relativamente breve può essere propedeutica al funzionamento della memoria di lavoro (come la intende Cowan 2000)